Corriere della Sera La Lettura - 25.08.2019

(sharon) #1

DOMENICA25AGOSTO2 019 CORRIEREDELLASERALALETTURA 37


piantiealleggeriti dal peso della storia.
Lauralou, Raphael, Bachir e Hubert, a San
Gallo, rappresentano un’umanità senza
separazioni.Poi ci sono levaligie, che alle
volte diventano ilverosoggetto. Ricostru-
itecon precisione quasi maniacale, iper-
realista. «Rappresentano il bagaglio di
esperienza che portiamocon noi». A San
Gallo, sugli scalini degli altari, ne ha po-
sate alcune,reali.
«Qualcuno ci legge un messaggio lega-
toalle migrazioni? È un errore — spiega
Catalano —. Cercopiuttostodidareun
significato più ampio, non legato alla po-
liticaoall’attualità, anche se sappiamo
tutti checerti problemi esistono. Micon-
siderounumanista, rappresentotemi
universali che ognunoèliberodiinter-
pretarecome vuole. La partemancante
dei personaggi indica la porzione di noi
stessi che ci lasciamo alle spalle, quella
che iltempocancella. Cose belle,cose
brutte... non importa. Non do giudizi».
I viaggiatori non trasmettono la sensa-
zione dell’incompiuto, del «non finito»:
Catalano include il vuotocome elemento
portante della scultura. Nei suoi occhi si
trova la lezione diRodin, dei suoivolumi
dilatati, della ricercadi MedardoRosso.
«Sono autodidatta. Da piccolo aprivo i li-
brodistoria dell’arte. MicolpivaArturo
Martini, la semplicità dei suoi visi: lavo-
rava l’argilla,come facevo io». Hanno la-
sciato il segno i surrealisti, svuotati dalle
lettureoniricheepsicoanalitiche. «Cer-
to,Magrittemihasempreaffascinato,
per quel senso di sospensione nei suoi
quadri. Ecco, io hocercatodi portare nel-
la scultura questa sensazione». Dall’hor-
rorvacuiall’amorvacui, Catalano riparte
dazero, si libera dalla tradizione per in-
traprendere una strada senzacompagni,
un po’come i suoi personaggi, individui
senzacomunità. Conferendo solidità al
vuoto, lo riempie di significato ed ener-
gia, secondo una poeticache non trova
molti appigli nell’arte europea.
«Laforma nonèche vuoto,ilvuoto
non è cheforma; ciò che èforma è vuoto,
ciò cheèvuotoèforma»,recita l’inizio
delSutradelCuore,testo del Buddhismo
mahayana. Risale al primo secolo.
©RIPRODUZIONERISERVATA

S


ottol’opprimentecaluravene-
ziana, laforma diLauralouha
l’effettostraniantediun’alluci-
nazione. Il suocorpo sembra li-
quefarsieconfondersicongli
antichi marmi, legni e pietre,con il pavi-
mentoascacchi della piccola chiesave-
neziana di San Gallo, oratorio cinquecen-
tesco, pochi metri quadrati nascosti die-
tro Piazza San Marco.Lauralouè una del-
le quattrostatue dell’installazionePoser
sesValises(«Posarelevaligie», mettere
radici) di Bruno Catalano, una delle tap-
pe della mostra diffusa che raduna aVe -
nezia una trentina di opererecenti del-
l’artista francese. Gli altri luoghi espositi-
vi sono ilTeatro Goldoni, le due sedi del-
la Galleria Ravagnanel’hotelSina
CenturionPalace (fino al 24 novembre).
NatoaKhouribga, in Marocco,nel
1960, padre di origine siciliana, elettrici-
sta, Catalano si trasferisceinFrancia, a
Marsiglia,adieci anni. Appena arrivato
in Europa visitaVe nezia: «Per me che ar-
rivavodal Marocco,fuungrande choc
culturale, un incontrocon l’arte che non
ho mai potutodimenticare.Perquesto
ho accettatosubitol’invitodiChiara e
Carlo Ravagnanedella lorogalleria a
esporreinquesta città». Mentreaiuta il
padre nel lavoro, inizia a plasmare picco-
le statue di creta e argilla. Trova impiego
come elettricista sulle navi, senza parti-
colare entusiasmo. Piano piano, negli an-
ni Novanta, iniziaaviveredella propria
arte. La vita di Catalano prosegue tran-
quilla tra lo studio nellacampagna pro-
venzale e lafonderia di Bologna, dovere-
alizza le sue opere. All’inizio dominano le
piccole dimensioni, monocromi o delco-
lore della materia.Poi le sculture sono di-
ventatepiù grandi, finoaraggiungerei
quattro metri, spessocolorate da patine.
Schivo, timido,refrattarioaemail e
smartphone, ha vistofiorirelapropria
carriera negli ultimi dieci anni. Tuttoè
iniziato da uno strappo. «Era il 2005. Al-
l’origine nonc’è stata un’idea precisa —
racconta —.Stavo lavorando a una scul-
tura infonderia e per errore si è lacerata
una parte dell’opera. Incredibile: in quel-
l’istantetrovaiquello checercavo.Una
cosa speciale». Le sculturediCatalano
sono segnatedaquestoinconfondibile
gestocreativo: la partecentrale della fi-
gura, daltoraceaipolpacci,èassente,
«strappata», e la figura èretta dal braccio
destro che si appoggia, attraverso unava-
ligia, alla gamba.Ungestosemplicema
di straordinaria efficacia, quasi da sem-
brareuneffettospeciale: il visitatorelo
comprende solo dopo un attentosguar-
do. Questi uominiedonne, di tuttele
classi sociali, età, etnie, sono i «viaggia-
tori», soggettocostante, iteratocon pla-
cida perseveranza. Eretti, in postura che
esprime dignità, l’espressione spesso ri-
flessiva, raramente sofferente o preoccu-
pata. Manager, operai, hipster, studen-
tesse,camminano nell’oggi, senza rim-


Il viaggio èsempreuno strappo


AltremigrazioniManager,operai,studenti,hipster:lesculturediBrunoCatalano—aVenezia—sonouominiedonne


incamminoaiqualimancaunapartedicorpo.«Losquarcioèquellochecilasciamodietro:cosebelle,cosebrutte...»


daVeneziaALESSANDROZANGRANDO


i


SguardiLamostradiffusa


Un viaggio (illustrato) lungo lecoste italiane,
tra il mare, la pesca e la tavola. Il marchio è
SlowFood; diconseguenza, il racconto segue
la filosofia del movimento: valorizzare il
lavoro dellecomunità di pescatori (volti,

storie, esperienze) attraverso la pesca
sostenibile. La cucina marinara? Largoalle
tecniche tradizionali, rispettose della materia
prima (Pesce.Lapiccolapescaelasuacucina,
SlowFoodEditore, pp. 288,e24,50).

Lezionidipescato

{


Cotturebrevi
diMarisaFumagalli

L’artista
Bruno Catalano (qui sopra
nellafotodi Giorgia
Chinellato e Riccardo
Tiepolo) è nato a Khouribga,
in Marocco, vicino a
Casablanca, nel 1960, in una
famiglia di origine siciliana.
Quando ha dieci anni la sua
famiglia si trasferisce in
Francia, a Marsiglia.Faper
qualchetempo l’elettricista,
mentre inizia a plasmare
statue di creta e argilla.
Dagli anni 90 si dedicherà
completamente all’arte
L’esposizione
Le sue statue sono esposte
in diversi luoghi diVenezia
fino al 24 novembre: nella
chiesa di San Gallo in Campo
San Gallo 1103 (martedì-
domenica, ore 10-18; nella
fotopiccola a sinistra); al
Teatro Goldoni (San Marco
4650, martedì-sabato,ore
10-18); nella hall affacciata
sul Canal Grande del Sina
CenturionPalace in
Dorsoduro 173 (nellafoto
grande) e nelle due sedi
dellaRavagnan Gallery di
piazza San Marco e
Dorsoduro.In alto: un’o pera
di Catalano per i lettori del
«Corriere della Sera»
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