38 LALETTURACORRIEREDELLASERA DOMENICA25AGOSTO2 019
I
l Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano dedica uno spa-
zio allafotografia d’autore aprendo una nuovastagione di mostre.
Il primo evento in programma fino al 6ottobre (chiostrisanteustor-
gio.it)celebra la Magnum Photos, la più importante agenziafotografi-
cadel Novecento,con una mostra che riunisce Henri Cartier-Bresson,
Robert Capa,Werner Bischof, Inge Morath, Erich Lessing (sotto:Belve-
dere Gardens, Vienna, Austria, 1954; © Erich Lessing/Magnum Pho-
tos), Marc Riboud,Jean Marquis, Ernst Haas, insieme perMagnum’s
First. La prima mostra diMagnum,con 83 opere vintage in bianco e
nero. Si tratta della stessa mostra che fu esposta per la primavolta tra
il 1955 e il 1956 in cinque città austriache e che poi fu abbandonata. Le
cassecon le immagini furono trovate cinquant’anni dopo in unacanti-
na di Innsbruck. Tra le opere, lefotodei funerali di Gandhirealizzate
da Cartier-Bresson e pubblicate da «Life» nel 1948 e le immagini dei
viaggi dei primi anni Cinquanta diWerner Bischof. (fabrizio villa)
MUSEODIOCESANOCARLOMARIAMARTINI
Cartier-Bresson,Capaeglialtri
Lefotografieperseeritrovate
V
olevano cimentarsicon un cinema «antigrazioso,
deformatore, impressionista, sintetico, dinami-
co, parolibero». Così si legge nelManifesto della
Cinematografia futuristadel 1916. Dei primi esperi-
menti tra gli anni Dieci eVe nti è rimasto poco,come
Thaïs(1917) di Anton Giulio Bragaglia. Della seconda
onda futurista, l’unicacopia diTroppo tardi t’ho cono-
sciuta(1939) di Emanuele Caracciolo è stata trovata per
caso, 16 anni fa, nellacantina di un cinema di Cuneo. In
omaggio a quella stagione, la Casa d’arte futurista De-
pero (parte del Mart diRovereto; mart.tn.it) assembla
una «mostra documentaria»,come la definisce Nico-
letta Boschiero, curatricecon Federico Zanoner.Come
un film. Il cinema post futurista degli Anni 30(fino al
20 ottobre), raccogliefoto, lettere e riviste (sotto: Osval-
doPeruzzi,Ritratto diVivi Gioi,1933), oltre a spezzoni
filmici. E indaga la curiositàcon cui ancheFortunato
Depero (1892-1960) guardava all’arte cinematografica.
(fa bio bozzato)
CASAD’ARTEDEPERO
Ilcinemapostfuturista
dellasecondaondafuturista
F
rollini giganteschi e una scatola rica-
mata:conBiskweet-e Madar, la «Ma-
dre Biscotto», l’artistaKoushna Navabi
(1962,Teheran; sotto:Mother Biscuit, instal-
lazione mixed-media, 2019,courtesy dell’ar-
tista) parte da un ricordo d’infanzia, raccon-
ta quotidiani gesti di accudimento e spinge
la rappresentazione fino al grottesco insce-
nando una distesa cimiteriale di oggetti (il
dolce è incemento, ilcemento è una lapi-
de?). Navid Nuur (Teheran, 1976) è invece
andato acaccia di scarabocchi ai quattro
angoli del pianeta, riunendoli poi intele che
dimostrano quanto questo sia un linguag-
gio universale. Due opere, due tappe del
viaggio più ampio che al Conservatorio di
musica Benedetto Marcello diVe nezia
(Campo SantoStefano)vede noveartisti
iraniani riflettere sultema della memoria e
dello scambio culturale. A riunirli inThe
SparkIs Youè la non profit ParasolUnit
Foundationfor Contemporary Art (parasol-
unit.org). Eventocollaterale della cinquan-
tottesima Biennale d’arte, incorso fino al 23
novembre. (anna gandolfi)
CONSERVATORIOB.MARCELLO
Biscottiescarabocchi
Novevocidall’Iran
I
l marchese Giorgio Clerici (1648-1736)fece costruire alla fine del
Seicento una dimora lungo la riva occidentale del lago di Como. La
mostraSplendori del Settecento sul lago diComo. Villa Carlotta e i
marchesi Clerici(fino al 3 novembre, villacarlotta.it), riporta all’epoca
di origine dell’edificio, indagando le figure dei primi proprietaricon
ritrattirealizzati tra la fine del XVII secolo, epoca di nascita delcom-
plesso, e il 1801, anno in cui l’ultima eredevendette la proprietà a Gio-
vanni Battista Sommariva (sopra: Bartolomeo Giuliano,L’arrivo degli
invitati, ricevimento aVilla Carlotta, 1876). Il cuore della mostra è
costituito dai tre dipinti barocchi che decoravano l’oratorio dellaresi-
denza e che, in seguito al rifacimento dell’edificio a metà Ottocento,
vennero trasferiti nella chiesa di Tremezzo (frazione di Tremezzina) e
ritornano oggi alla villa dopo ilrestauro. Attraverso gli strumenti mul-
timediali è anche possibile ammirare il ciclo che Giambattista Tiepolo
realizzò per il palazzo della famiglia Clerici a Milano. (chiara pagani)
VILLACARLOTTA
LadimoradellafamigliaClerici:
sullagorisplendeilSettecento
È
un viaggio negli archivi della memoria.Unper-
corso in tredici musei italiani che non trova origi-
ne da un’ansia classificatoria o da un freddo
sguardo archivistico. In principioc’è una sincera pas-
sione.Mauro Fiorese. Treasure Rooms (2014-2016), a
cura diPatrizia Nuzzo e Beatrice Benedetti, aVe rona
(Palazzo della Ragione, Galleria d’arte moderna Achille
Forti, fino al 26 gennaio, gam.comune.verona.it) è un
Grand toursilenzioso tra i depositi di Castelvecchio,
Galleria Borghese, Gallerie d’Italia,Uffizi, Capodimonte
(sopra:Treasure Roomsdel Museo Nazionale di Capo-
dimonte, Napoli, 2015, © Boxart,Ve rona), Correr e
Mart. Le «stanze deltesoro» delfotografoveronese
(1970-2016) gettano luce sulvolto nascosto dei musei
italiani e sull’importanza dell’invisibile lavoro di salva-
guardia del patrimonio. Fioresevarcale soglie di questi
luoghi in punta di piedi, senzaretorica, non rinuncian-
do alla solennità: lefotografie sono stampate incarta
cotone e montate incornici classiche. Così ieri e oggi
sembranotoccarsi. (alessandro zangrando)
GALLERIAD’ARTEMODERNAACHILLEFORTI
C’èunnuovoGrandTour
neidepositideimusei
È
una bella occasione la mostra dedi-
cata a uno straordinario artista,
Ivos Pacetti imprenditore futuri-
sta. Ceramichefotografie disegni, fino al
19 gennaio allaWolfsoniana di Nervi,
Genova(museidigenova.it). Non si tratta
solo di godere della produzione dicera-
miche dell’artistatoscano-albisolese
(1901-1970), daivasi globosi (sopra:ter-
racotta smaltata, 1933) alle maschere
femminili alle opere futuriste più «spin-
te», come la maschera a gas interracot-
ta, argento e gomma. A questo si aggiun-
ge che la mostra è perfettamente am-
bientata nelle sale dellaWolfsoniana che
ospita unacollezione chevadall’Art
Nouveau, al Déco, al Futurismo e al Ra-
zionalismocon incursioni negli anni
Quaranta (come la primaVe spa 125 della
Piaggio, 1949). È l’occasione per ammira-
refra altri, mobili-opere d’arte degli anni
Trenta, lacamerettacompleta (1922)
firmata da Antonio Rubinocon i pannel-
li dedicati al «bambino buono» e al
«bambinocattivo». (erika dellacasa)
WOLFSONIANA
Ivasiacrobatici
diIvosPacetti
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MILANO ROVERETO(TN)
GENOVA
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VERONA
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TREMEZZINA(CO)
VENEZIA
Sguardi
ilCartellone.
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