Corriere della Sera La Lettura - 25.08.2019

(sharon) #1

4 LALETTURACORRIEREDELLASERA DOMENICA25AGOSTO2 019


Ildibattitodelleidee


diROBERTODEFEZ

No, le pian-


te non han-


no una co-


scienza co-


me la inten-


diamo noi.


Però...


Hanno una


straordina-


ria forza di


resistenza


contro i


nostri mal-


trattamenti;


hanno un


infinito nu-


mero di


modi di


riprodursi;


hanno una


eccezionale


capacità di


colonizzare


nuove ter-


re; sanno


diffondere i


semi in mo-


di sorpren-


denti, sfrut-


tandoipas-


saggi degli


animali,


le correnti


d’ariaema-


rine. In


realtà la lo-


ro coscien-


za coincide


con la sele-


zione natu-


rale, mec-


canismo fe-


roceeim-


prevedibile


L’


antropizzazione di tutto
quello che ci circondaèuna
praticacostante. Dai rapporti
di parentela che intrecciamo
con gli animali domestici alla
personalità che attribuiamoaun’auto-
mobile, dagli umori che immaginiamo
guidino gli astri alla psicologiaconcui
reagiscono lecarte da gioco a ogni nostra
scelta. Le piantenon sfuggonocertoa
questacontinua proiezione sull’altro del-
le nostre emozioni. Non è facile dare una
definizionecompiuta dicoscienza, ma
direi che le piante non hannocoscienza,
piuttosto hanno una spiccata resilienza e
questa ha ben poco di umano.
Nelle nostre mani subiscono angherie
indicibili: sono lavagne doveincidere no-
mi di innamorati; paliacui legarebici-
clette; orinatoi percani; organismi da
scuoiareper faretappi di sugheroper
bottiglie di vino;tettoie per ombreggiare
zone di ristorocostringendo le piantea
violare qualunque legge di gravità; bon-
sai; giganti ridottianani (come le viti)
perché possano produrreprelibatezze
per noi; giganti ridottianani grassi per
convertire un abete in una siepe direcin-
zione; gigantiacui abbiamo tagliatoi
piedi (le radici) per poterli infilare invasi
angusti per un mese l’anno e addobbare
con assurde sferecolorate e lucine tanto
nevrotizzanti che non li lasciano nemme-
no riposare la notte; genitori che nonve-
dranno mai un erede perché li abbiamo
fatti accoppiarecon altrepiantedacui
non si avranno semifertili (peperoni,
barbabietole, banane...); sostegni per al-
talene; per percorsi di equilibrismo e
d’avventura.Unelenco che mai potrebbe
essere esaustivo di tutte le malversazioni
a cuicostringiamo le piante e delle quali
siamoconvinti che mai se ne ricorderan-
no o sivendicheranno di noi aguzzini.

Le piante sonoresilienti ai nostri mal-
trattamenti quando, per sbarazzarle dai
parassiti, le spruzziamocon sgrassatori o
puzzolenti infusi di aglioodiortiche
marce; quando lecostringiamo a morire
di seteinestate;opriviamo del sole le
piantegrasse rinchiudendole incasa in
inverno o quando letorturiamo lascian-
dole vicineauntermosifone quando la
poca luce invernale direbbe che è il mo-
mento di entrare in un fresco letargo. No,
le piante non immagino abbiano unaco-
scienzacome la intendiamo noi. Ad
esempio, loro a differenza nostra hanno
un infinito numero di modi di riprodursi.
Per talea, per margotta, per innesto, per
fusione di fusti di specie diverse. Provate
a tagliarvi un dito evedete se immergen-
dolo in un bicchieredilattenasceun
nuovoindividuo: questa sarebbe una ta-
lea. Oppure scorticatevi un braccio e av-
volgetelo in un impaccodi mela tritata e
biscotti della prima infanziaevedetese
spuntano gambeepiedi, ossia le radici
(questa sarebbe una margotta).
Pergli innesti inveceesistetutta una
letteratura mitologica. In sintesi gli inne-
stifemminili sono leciti, immaginifici e
sensuali: pensatealle sirene, innesti di
ragazze procaci su bacino, organi genitali
e arti inferiori di pesci. Ma fate lo stesso
col corpo maschile e neverranno mostri
orrendicome il Minotauro. Ovidio fa un
lungoedettagliatoelencodelle meta-
morfosi possibiliesolo quelle maschili
paiono impure. Da qui sicomprende che
le piante per noi sono tuttefemmine e su
di esse ogni nefandezza è lecita.
Poi le piante possono farecose straor-
dinarie rispetto agli animali. È molto fa-
cile da pochecellule riprodurre un’intera
pianta,cosa riuscita per gli animali solo
in partecon Dolly.Poi possono avere due
vite, unacome organismo fruttodel-
l’unione tra una pianta maschileeuna
femminile, ma anche una vitacome or-
ganismi derivanti da un solo sesso,come
se unospermatozoo avesse una sua esi-
stenza indipendenteprima di incontrare
unacellula uovo. Eppure le piante seguo-
no tutte le leggi della genetica, anzi è gra-
ziealoroche Gregor Mendel, oltre1 50
anni fa, svelò le leggi della geneticaos-
servando le generazioni di piselli.Fedeli
alle leggi della genetica e della selezione
naturale, le piantecompiono infiniti,
continuitentativi di riprodursi e dicolo-
nizzare nuovi luoghi, nuoveterre, nuove
condizioni ambientali.Una profondare-

Laresilienza


diunalbero


SfideInstallazione in Austria


Una foresta


nello stadio


Èlapartita


per il futuro

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