Corriere della Sera La Lettura - 25.08.2019

(sharon) #1

DOMENICA25AGOSTO2 019 CORRIEREDELLASERALALETTURA 55


mercatoné in qualsiasi altroluogo dovela gente
avrebbe potutovederla. Chidinma, ancoravestitacon
il telo di suo padre, disse ai genitori (ricchi e inorridi-
ti) che anche lei si sentiva pronta a spogliarsi per af-
frontare il mondo insieme all’amica.
I genitori di Chidinma avevanocercatodi far passa-
rela decisionecome un segno di devozione, di attac-
camento alla tradizione. Ma la spiegazione puzzava di
fanatismo, tanto che avevano perso molti amici,cosa
della quale — Chidinma ne eraconvinta — non l’ave-
vano mai perdonata.
Ejem aveva sempre creduto che entrambe sarebbe-
rostate chieste nello stesso momento, ma poi Chidin-
ma si era assicurata untelo da sposaavent’anni ed
Ejem le avevafattodadamigella d’onore. Chidinma
aveva partorito un maschio e in seguito duefemmine,
che non sarebbero mai state scoperte se lei non l’aves-
sevoluto. E nel frattempo Ejem, rimasta nuda e non
richiesta, andava alla deriva mentre le sue possibilità
svanivano una dopo l’altra.
Buttò giù un bicchiere di vino e poi un altro, prima
di leggere la posta del giorno precedente. Aprì la bu-
sta che avevavolutamente ignorato: l’avviso del rinno-
vodelcontratto di affitto dell’appartamento,comple-
todi un sostanziale aumento delcanone. I soldi che
aveva guadagnato quel giorno le sarebbero bastati per
pagare i due mesi successivi. Ma l’aumentocostituiva
un rischio e l’abbandono da parte di Chidinma signifi-
cavache non potevapiùcontare sullevendite a domi-
cilio. Quindi, se non riuscivaadassicurarsi un’altra
entrata, avrebbe dovuto presto trasferirsi in una città
più piccola e menocara.
Quando aveva preso in affitto l’appartamento, Ejem
lavorava alla sedecentrale di un grande studio di ar-
chitettura. Anche se la sua nudità non passava inos-
servata,c’erano altre donnecome lei e, poiché era bra-
va, aveva fatto strada. Meno di dieci anni dopo, quan-
do aveva ormai superato la trentina ed era l’unica don-
naafar partedella dirigenza,continuavaarestare
scoperta.
Tre mesi prima stava presentando un progetto a un
potenziale cliente e,come al solito, era l’unica donna
nella stanza. Il cliente non prestò alcuna attenzione al
suoPower Point,concentrandosi invece su quella che
consideravauna gravescorrettezza, il fattocioè che
una donna svestita gli impedisse diconcentrarsi sulle
questioni professionali. Ejem ci era abituata ecercòdi
riportarelaconversazione sui problemi di budget.
L’uomo la ignorò, ma nessuno dei suoicolleghi si pre-
occupò di rimetterlo al suo posto, limitandosi a ridac-
chiarecon gli occhi fissi sullecarteche avevano da-
vanti. A quel punto Ejem uscì dalla stanza.
Non si era mai rivolta all’ufficio risorse umane pri-
ma di allora, limitandosi a far buon viso acattivo gio-
co. Il direttore dell’ufficio, una donnacoperta che ave-
vasuperatolacinquantina, rimase ad ascoltarlacon
espressione annoiata poi,con un’occhiata ai suoi seni
nudi, disse: «Non puoicerto aspettarti che un gruppo
di uomini siconcentri su dei grafici se nella stanza è
presente una donna disponibile.Forse se tufossico-
perta tutto questo non succederebbe. Comunque, fin-
ché lecoserestanocosì, e meglio che tu non ti faccia
piùvedere dai clienti».
Ejem uscì dall’edificio per nontornarci più. Si chiu-
se incasa finché Chidinma non bussò alla portacon
una bottiglia divodka, la figlia piccola acavalcioni sul
fianco e un opuscolo sullavendita dicosmetici a do-
micilio.

Ora quell’ancora di salvezza era svanitaeinbreve
anche i suoi risparmi si sarebberovolatilizzati. Accese
la televisione e passò da uncanale all’altro finché non
arrivòauna giovane giornalista ancora scoperta che
presentavail telegiornale. La donna stava parlando di
un incendio che si era sviluppato in un edificio a Oni-
tsha e, mentre Ejem preparava lacena, fucolpita dal-
l’espressione «donne nonvolute» cheveniva ripetuta
piùvolte. Alzò ilvolume.
La giovane era stata affiancata da un uomo più an-
ziano dall’aria paterna, che si addentrò nei particolari.
«Pare che l’edificiofosse una sorta di rifugio per le
donne nonvolute che vi abitavano, evadendo le loro
responsabilità e il loro ruolo di operaie nelle fabbri-
che ditessuti. Le autorità hanno impedito ai pompieri
di spegnereilfuoco, sperandocosì diconvincere
quelle donne perdute atornare a una vitaconfacente.
Traleceneri sono stati scoperti almeno trecorpi, la
cui identità deveancora essereconfermata».
Era questa l’altra ragione per cui Ejemvolevarestare
nell’areametropolitana. Le città piccole erano meno
tolleranti neiconfronti delle donne nonvolute, spin-
gendosi fino al punto da dichiarare illegale la loro pre-
senza,ameno che non si trattasse di serveapparte-
nenti allacastaosu. A parte tutto godevano di unacer-
ta libertà, pensò Ejem, leosuche lavoravano nellecase
e gli uominiosuche faticavano nelle miniere ocostru-
ivano gli edifici che lei stessa aveva progettato, anche
se la sua invidia eratenuta a freno dallaconsapevolez-
za che quella libertà era figlia dell’irrilevanza. L’unico
posto per le donne nonvolute, invece, erano le enormi
fabbriche dove venivano prodotte le stoffedestinate a
quelle piùfortunate.
(traduzionedall’inglese
diMariagiuliaCastagnone)
©RIPRODUZIONERISERVATA

Èbella,Ejem.Vendecosmetici


adomicilio,unlavorocheleha


procuratolasuaamicaChidinma.


Primaerastataassuntainuno


studiodiarchitetti,mafinivache


iclientieimanagerfissasserolei


invecediconcentrarsisuiprogetti.


Ancheadesso,però,nonèfacile:


leclientichelaascoltanoparlare


dellecremehannosguardiquasi


discherno.PerchéEjemènuda


i


voltura, ma allora sapeva di essere piacevole da guar-
dare.
Arrivata alla suafermata Ejem scese, la scatola stret-
ta al petto. Ad eccezione di qualche sguardo distratto,
nessuno le prestòattenzione. Era una delle ragioni
per cui amava la città; perché lì la gentetendeva a farsi
gli affari suoi. Accelerò il passo quando vide l’apertura
rosso scuro dell’edificio in cui abitava. Nel suo appar-
tamentorespirò afondo,come non osava fare in pub-
blico per non richiamare su di sé l’attenzione. Solo in
quel momentosiconcesse di pensarealla fine del-
l’amiciziacon Chidinma e scoppiò in lacrime.


Quando erano ragazze, ancoracoperte daltelo del
padre, lei e Chidinma erano diventate grandi amiche.
Erano arrivatenella scuola nuovacontemporanea-
mente e il disegno delle loro stoffeeracosì simile da
renderle quasi indistinguibili. Ejem ricordavaquel
momentocon nostalgia: il senso di protezione garan-
titodaltelo paterno, la sicurezza quasi assoluta che
provavano.Aveva pianto quando, a quindici anni, sua
madre era entrata nella sua stanza e, accarezzandole i
capelli, le aveva detto che era arrivato il momento di
toglierle la striscia ditessuto. Soloiricchi potevano
permettersi ditenerelefigliecopertepiùalungo,
spesso fino al momento in cui iltelo paternoveniva
sostituito da quello del marito. Ma il padre di Ejem era
cresciuto in un villaggio dovele ragazzevenivano spo-
gliate il più presto possibile, qualcuna persino a dieci
anni, un limite che, per quanto lo riguardava, era già
stato superato da un pezzo. Sapeva quello che succe-
deva alle famiglie delle ragazze cherestavanocoperte
più a lungo delconsentito, a eccezione di quelle la cui
deformità permetteva loro di usufruire deicosiddetti
«tessuticomunitari»,realizzaticonavanzi di stoffa
donati dallacomunità. Ma se una ragazzacome Ejem
continuava arestarecoperta, ilcomune avrebbe appli-
catouna tassa in misura crescente finché, a uncerto
punto, suo padre non sarebbe più riuscito a pagarla. E
allora lei sarebbe stata spogliata in pubblico,con gran
vergogna della famiglia. No, lui non potevasopporta-
requell’umiliazione,equindi avrebbe fattoamodo
suo.
Il giorno in cui Ejem fu spogliata fu anche quello in
cui suo padresmise di interagirecon lei. Era molto
scorretto che un uomo adulto parlassecon una ragaz-
za nuda. Ejem nonvolevapiù andareascuola né al


ConOmicidiosulghiacciaio(2018),Lenz
Koppelstätter,bolzanino,immatricolanella
geografiadell’Italiainnoirl’AltoAdigedel
commissarioGrauner.Ilpoliziotto-allevatore
tornaoraneIlsilenziodeilarici(traduzionedi

MaraRonchetti,Corbaccio,pp.352,e19,50),
ancoraconl’ispettorenapoletanoSaltapepe,
lasuaantitesiintuttotrannechenell’onestà.
LaVald’Ultimo,ilaricimillenari,uncadavere,
unreoconfesso.EThomasMann.

Lamontagnadisincantata

{


Maniinalto
diRobertoIasoni

L’autrice
Lesley Nneka Arimah
(Londra, 1983), difamiglia
nigeriana, vive in Minnesota
(Usa). Lacasa editrice Sem
ha recentemente mandato
in libreria la raccoltaQuando
un uomocade dal cielo
(traduzione di Tiziana
Lo Porto, pp. 176,e15): 12
racconti, alcuni dei quali
pubblicati su rivistecome
«NewYorker», «Granta»,
«The Butter», «Mid-
AmericanReview», «Five
Points» e «Catapult». Le
storie diQuando un uomo
cade dal cielopresentano
una grande varietà di stili e
temi purrestandocoese
tra di loro. L’autrice si muove
tra i varigeneri del racconto,
come quellorealistico o
magico narrando delle gioie
e dei dolori della vita
quotidiana, direlazioni tra
genitori e figli, di amicizia,
amore e tradimento.
Lesley Nneka Arimah
ha vinto il Kirkus Prize,
il NewYork Public Library’s
Young LionsAward,
il Commonwealth Short
Story Prize e il National
MagazineAwards
Iltesto
Il racconto di queste pagine,
intitolatoSkinnede
pubblicato in una versione
più ampia su «McSweeney’s
QuarterlyConcern», ha vinto
il Caine Prizefor African
Writing 2019

SSS


Unacopertina


unartista


Silenzio,parlailcanyon


Siamodifronteaun
monumentonazionale
degliStatiUniti:il
CanyondeChelly,
Arizona,riserva
Navajo.Luca
Campigotto(Venezia,
1962)èunodeifotografidipaesaggio
piùriconosciutidelpanorama
internazionale.Ostinatoviaggiatorealla
Chatwin,Campigottoportaconsé
un’autenticavocazioneallascrittura,
tantochetraisuoinumerosilibriha
anchepubblicatoDisoriente(Postcart
Edizioni)confotoaccompagnateda
suoiracconti.Ancoratoaunavisione
classica,cheinluidiventalinguaggio
formale,sièaffermatoinparticolareper
unmododivedereunicoericonoscibile:
quellodellanotte.Lesuevisioni
notturne,infatti,ciconduconoinuna
dimensionequasidimistica
meditazione.Lesueimmagini,dalle
straniantiarchitetturediShanghaialla
naturaselvaggia,sinoaisilenziosiscorci
della«sua»Venezia,evocanountempo
sospesodoveemergonolevereanime
deiluoghi,densedisogni,paure,
desideri,storie.ÈcomeseCampigotto,
sianellaluceaccecantedell’Arizonasia
nelsilenziodellanottedelCairo,facesse
sueleparolediFernandoPessoa:«Ciò
chevediamononèciòchevediamo,ma
ciòchesiamo».(gianluigicolin)

COURTESYDELL’ARTISTA

SupplementoculturaledelCorrieredellaSera
del25agosto2019-Anno9-N.34(#404)
Direttoreresponsabile LucianoFontana
Vicedirettorevicario
Vicedirettori

BarbaraStefanelli
DanieleManca
VenanzioPostiglione
GiampaoloTucci
Supplementoacura
dellaRedazionecultura AntonioTroiano
PierenricoRatto
CeciliaBressanelli
StefanoBucci
AntonioCarioti
SeverinoColombo
MarcoDelCorona
HelmutFailoni
CinziaFiori
AlessiaRastelli
AnnachiaraSacchi
CristinaTaglietti
GiuliaZiino
Covereditor GianluigiColin

RCSMediaGroupS.p.A.Sedelegale:viaA.Rizzoli,8-Milano
RegistrazioneTribunalediMilanon.505del13ottobre2011
REDAZIONEeTIPOGRAFIA:
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