La Stampa - 23.08.2019

(WallPaper) #1

.


*

GIANNI GIACOMINO
Uno dei cinque ladri che,
nella notte tra martedì e
mercoledì, hanno tentato
di smurare il bancomat
dell'Unicredit di Piscina
con un carro attrezzi, è ri-
masto ferito. E ha perso
molto sangue (soprattutto
sul sedile del guidatore)
nell'abitacolo della «Pun-
to» che la banda ha utilizza-
to per fuggire da piazza
XXV Aprile prima di abban-
donarla in una stradina nel-
le campagne di Cumiana.
Molto probabilmente il la-
dro è stato raggiunto da un
colpo di pistola sparato dai
militari che inseguivano la
«Punto». Una reazione istin-
tiva, quando i carabinieri
hanno visto spuntare
dall’auto un oggetto che pa-
reva la canna di un fucile.
È un'ipotesi. Anche se la
dinamica di quanto è acca-
duto sarà accertata dagli
esperti balistici dopo l'esa-
me dell'abitacolo dell'utili-
taria. Dagli inquirenti non
trapela nulla. Anche per-
chè queste sono ore decisi-
ve per cercare di identifica-
re i cinque fuggitivi. Ma, so-
prattutto, il componente
della batteria che è rimasto
ferito e ha bisogno di cure.
Per adesso, però, nessun uo-
mo si è presentato nei pron-
to soccorso degli ospedali
piemontesi per farsi medi-
care una ferita da arma da
fuoco. Quasi sicuramente,
il ladro è stato portato in
qualche nascondiglio, dove
può ricevere delle cure. An-
che se non si conosce la gra-
vità della ferita.
Comunque, gli investiga-
tori hanno materia per lavo-

rare. I cinque che volevano
smurare il bancomat in cen-
tro a Piscina hanno fatto
svariati errori. A incomin-
ciare dal fracasso provoca-
to quando il guidatore del
carro attrezzi (rubato a Bri-
cherasio poco prima), con
una manovra calcolata ma-
le, in retromarcia ha sfonda-
to le saracinesche della ban-
ca. Un forte rumore di ferra-
glia che, poco dopo le 2 del

mattino, ha svegliato diver-
si residenti. E, più di uno,
ha chiamato il 112, fornen-
do indicazioni precise su
quello che stava avvenen-
do. Con i cinque ladri, tutti
incappucciati e, molto pro-
babilmente italiani, quasi
più preoccupati di control-
lare che non arrivassero le
forze dell'ordine che a por-
tar via la cassa con i contan-
ti. Per gli inquirenti la ban-
da non arriverebbe da mol-
to lontano. E, in passato, po-
trebbe avere già colpito al-
tri bancomat nel Torinese.

*

ANDREA BUCCI

L’

avviso lo hanno
appeso ieri matti-
na i tecnici del co-
mune sull’uscio
del Csa Castellazzo, al centro
dell’inchiesta sulla violenza
sessuale di gruppo. In poche
righe informa che è stato so-
stituito il lucchetto e chi aves-
se lasciato all’interno dei lo-
cali effetti personali e arredi
potrà rivolgersi in Municipio
e fissare un appuntamento
per ritirarli. Motivo? Duran-
te il sopralluogo dei tecnici
accompagnati dalla vice sin-
daca Elisabetta Ballurio qual-
cosa è stato trovato: una sta-
tuetta di una bambola, una
mazza in ferro, un pannello
sul quale campeggia la foto
di Sole e Baleno con la scritta
«Vivono nelle lotte» (Maria
Soledad «Sole» ed Edoardo
Massari «Baleno» sono i due
anarchici che si suicidarono
in carcere nel 1998). Gli og-
getti ritrovati appartengono
probabilmente agli anarchi-
ci, che frequentano abitual-
mente il Csa Castellazzo.
Con questa azione l’ammi-
nistrazione Sertoli vuole met-
tere definitivamente ordine
nello stabile di proprietà co-
munale ed evitare guai in fu-
turo. Ma la strada è complica-
ta. Dal 2013, infatti, e dopo
lo scioglimento dell’associa-
zione «Sioux» (con cui il Co-
mune aveva stipulato un co-
modato d’uso dei locali) non
ci sono più accordi che rego-
lano l’utilizzo di quel locale,
diventato il punto di ritrovo
degli anarchici di zona. Ora
per accedervi si dovranno
chiedere le chiavi e l’autoriz-
zazione al Comune.
Sul fronte delle indagini, in-
vece, gli accertamenti vanno
avanti. E il fascicolo aperto dal
sostituto procuratore Lea La-
monaca resta ancora a carico
di ignoti. I sei presunti respon-
sabili dello stupro sono stati
identificati, ma non sono anco-
ra indagati. Saranno sentiti
già in settimana in procura a
Ivrea come testimoni. Intanto

gli investigatori del Commissa-
riato di Ivrea hanno sequestra-
to gli indumenti indossati quel-
la notte dalla vittima. La ricer-
ca di tracce biologiche aiuterà
a capire meglio cos’è davvero
accaduto.
Nel contempo, però, emer-
gono altri dettagli dal raccon-
to, seppur molto confuso, del-
la vittima: 17 anni, capelli
biondi fino alle spalle e resi-
dente in un paese fuori Ivrea.
Sabato scorso avrebbe incon-
trato un amico di qualche an-
no più grande di lei, e insie-
me avrebbero hanno iniziato
a consumare alcol in alcuni
chioschi della città. A loro si
sarebbero poi aggiunti altri
cinque ragazzi, e tutti insie-
me avrebbero raggiunto il
«Csa Castellazzo». Forzando
il lucchetto per entrarvi.
Che cosa sia accaduto do-
po è tutto ancora da chiarire.

Ciò che è certo è che la giova-
ne si sarebbe risvegliata la
mattina di domenica comple-
tamente nuda.
Il primo soccorso glielo ha
prestato la madre, chiamata
al telefono dalla vittima:
«Vieni a prendermi, sto malis-
simo». Una volta a casa, e do-
po una doccia, sono andate
entrambe in ospedale. Dagli
accertamenti compiuti al
pronto soccorso di Ivrea non
sarebbero tuttavia emersi se-
gni inequivocabili di violen-
ze. E il referto – confermano
dalla procura - non fornisce
risposte esaustive.
Resta aperta anche la que-
stione dei molti lividi che la
ragazza aveva sul corpo. Lei
li avrebbe giustificati con
una caduta dallo skate-
board: ma anche su questo
servono altri risconrti. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

1
Il proiettile sparato dai
carabinieri
all’inseguimento
dell’auto

dopo la spaccataa piscina

Caccia alla banda

dei bancomat

Un ladro è ferito

Una lettrice scrive:
«Domenica sono stata al ca-
stello medievale del Valenti-
no, perchè volevo vedere le
rondini, visto che a maggio
erano tutte nei loro nidi a co-
vare le uova.
«Con grande stupore non ne
ho più vista una ,e peggio an-
cora qualche persona intelli-
gente, ha pensato bene di di-
struggere i loro nidi.
«Ma non esiste una legge che
tutela le rondini e punisce chi
distrugge i nidi? A me risulta
di si!!!! Poi sarà la volta degli
scoiattoli, i colombi, le ana-
tre ecc.ecc.
«Continuando di questo pas-
so l’ essere umano ha capito
che si sta distruggendo??

«Io ho 78 anni e penso di mo-
rire, il più tardi possibile, di
morte naturale ma le nuove
generazioni non so!......
«E per tutto questo io sono
molto arrabbiata!».
AUSILIA SECCO

Un lettore scrive:
«A me le banche che fanno di
tutto, compreso venderti a ra-
te i telefonini, con tanto di

pubblicità online, non piac-
ciono...
«Potrebbero tornare a fare le
banche, concentrandosi ma-
gari sulla gestione del mio
denaro e, tenendo aperti un
po’ di più gli sportelli delle fi-
liali che non hanno ancora
chiuso.
«Così, anche per metterci un
po’ di umanità, perchè non si
può affidare tutto alle mac-
chine (che molti anziani non

sanno usare)...».
PAOLO CHIARI

Un lettore scrive:
«Mi aggancio alla lettera del
sig. Rinaldo riguardo i Ma-
ster Games.
«Anch’io sono stato un parte-
cipante alla mezza maratona
che si svolgeva nel bellissimo
parco che attornia la Reggia
di Venaria.

«A parte il costo dell’iscrizio-
ne (100 euro) che per carità
dava accesso a diverse specia-
lità atletiche.
«Ma sono pienamente d’ac-
cordo con il sig. Rinaldo che
l’organizzazione ha avuto
delle lacune....
«Domenica 4 agosto giornata
della mezza maratona, Il par-
cheggio riservato a noi atleti
a Venaria (Juvarra) in tutta
la città NON era stato segna-

lato, si arrivava alla zona par-
tenza ci si cambiava sul piaz-
zale della palazzina, il deposi-
to borse/spogliatoio (che an-
che in gare più piccole è sem-
pre o dentro a dei locali o in
zone controllate), li avveni-
va su semplici tavolini. Quan-
do e’ terminata la gara, c’e’
sempre il ristoro atleti....Qui
pezzi di banana/mele e ac-
qua, un poco misero....
«Siamo andati a prenderci le
borse e sorpresa: si vede che
servivano i tavoli e le borse
messe alla rinfusa per terra!
Ovviamente anche il cam-
biarsi gli indumenti fradici di
sudore è stato fatto a cielo
aperto ...docce non parliamo-
ne nemmeno!».
RENZO BAYMA

Sulla Stampa

Specchio dei tempi

«Borgo Medievale, chi distrugge i nidi delle rondini?» - «Vorrei tanto una banca-banca
e non un venditore di telefonini» - «Master Games, non tutto ha funzionato»

Prosegue l’indagine sullo stupro di gruppo: gli interrogatori dei sei sospettati in settimana

La vittima soccorsa dalla madre il giorno dopo la violenza: era sola e nuda dentro la struttura

Il Comune di Ivrea sbarra il Csa


“Ora portate via le vostre cose”


Il gruppo ha forzato il vecchio lucchetto per entrare nella struttura abitualmente usata dagli anarchici

IL CASO

5
Sono i ladri che l’altra
notte hanno assaltato
il bancomat Unicredit
a Piscina

Sul giornale di ieri gli sviluppi
delle indagine sulla presunta
violenza di gruppo nei locali del
Csa Castellazzo di Ivrea. E la
spiegazione che la struttura, di
proprietà del Comune, è attual-
mente occupata senza titolo dal
centro sociale.

.

LODOVICO POLETTO
Q
uando mancano po-chi minuti a mezzo-giorno i tre tecnici
cinano alla porta del centro so-ciale. Hanno lucchetti d’accia-del Comune s’avvi-
io e attrezzi: devono blindate l’uscio di quei locali dove una settimana fa ci sarebbe stata

una violenza di gruppo. Ivrea non è un posto dove certe co-se passano sotto silenzio. Non
è una città che digerisce tutto nell’indifferenza. Anzi. E quel-la storia raccontata sulle pagi-
ne di cronaca de La Stampa, prima ha indignato e poi ha riacceso antiche ostilità.
passi dal municipio, ma dove s’è mai vista una roba così» di-cono giù in via Palestro, la stra-«Un centro sociale a due

da centrale di Ivrea, dove ci so-no i negozi più belli, dove ti ca-pita di incrociare tutta la città.
Ora, non è che il luogo di ritro-vo degli antagonisti sia pro-prio a due passi dal Munici-
pio. Via Castellazzo è una tra-versa di poche decine di me-tri, giù nella Ivrea più antica.
Un posto defilato, dentro un edificio che un tempo è stato un convento e che, con gli an-ni, è diventato un po’ di tutto,

anche sede del centro anzia-ni, anche alloggi popolari ai piani alti: «le case Gescal», co-
me le chiamano ancora da queste parti. Al pianterreno c’è un salone che - un tempo -
era stato dato dal Comune ad un’associazione: «Sioux» ed era una specie di centro di ri-
trovo. Uno di quei posti della Ivrea che «guarda avanti», che s’interroga. Dove si face-va cultura alternativa, ma

non soltanto questo. Morto il Sioux, il salone - sei anni fa - è diventato Centro sociale: il
«Csa Castellazzo». «Ci vengo-no gli anarchici» raccontano in zona, ripetendo quel che
hanno sentito dire, e hanno letto sui giornali. Ma nessuno ha mai avuto grossi guai con loro. Vero, c’è stata tutta la li-
turgia dei posti così: scritte sui muri. Riferimenti al mon-do dell’anarchia. La polizia
che viene a controllare. Ma tutto in salsa molto eporedie-se. Con delicatezza.
no. Quelle non le hanno mai tollerate da queste parti. La si-gnora Enza, che abita su al se-La musica e le feste di notte,
condo piano delle ex Gescal, è una di quelle che s’è lamenta-ta, e non poco, per il chiasso di
notte. «Suonavano e batteva-no e noi volevamo dormire: anch’io ho urlato dalla fine-
stra. Ah, sapesse quante prote-ste ci sono state nel corso de-

gli anni». Ma questa è la città della Olivetti, un posto dove i conflitti si appianano, si cerca-
no soluzioni. E anche gli anar-chici hanno capito che non era il caso di litigare troppo
con la gente del posto. Tant’è che hanno cercato di diventa-re amici di tutti. «Pensi che un anno fa hanno organizzato
una serata a cui hanno invita-to tutti nei che abitiamo qui. Ci siamo anche scambiati alcu-
ne ricette, abbiamo parlato, ci siamo conosciuti. E da allora le cose vanno meglio». Il che
vuol dire meno decibel che frantumano i timpani e ampli-ficatori per la musica spenti ad una certa ora. E di conse-
guenza anche meno momenti di frizione con chi abita da queste parti. E il lucchetto
piazzato sulla porta - aperta una o due sere la settimana per riunioni o iniziative - è
sempre stato visto come la ga-ranzia che le cose erano mi-

gliorate. come la signora Enza, o come Certo non tutti la pensano
la Maria che viene qui tutti i giorni a trovare suo padre, gente che ha imparato ad ap-
prezzare anche i minimi cam-biamenti. C’è anche chi - nel corso degli anni - ha presenta-to esposti in procura. Ha solle-
citato interventi della forza pubblica. Ha cercato di far va-lere le sue (legittime) ragioni
con la carta bollata. ro, un altro che da queste par-Lo racconta bene Igor No-
ti ci abita e che ha firmato l’ul-tima denuncia: «Lo sa che lì dentro vendono anche alcoli-ci a chi va alle feste. E lo fanno
senza avere la benché mini-ma autorizzazione, figurasi la licenza. Noi abbiamo cercato
di tutelarci, ma nessuno ci ha mai ascoltati». Ma le cose so-no migliorate? «Sarà, ma c’è
anche gente che è stata minac-ciata con il coltello da qualcu-

no di quelli che vengono qui». parti: c’è chi riesce a convive-Infondo è così da tutte le
re con un centro sociale come vicino di pianerottolo e chi in-vece ci litiga. Diversa è la posi-
zione del Comune. L’attuale amministrazione ha eredito il «Csa Castellazzo» e ha scoper-to che non esiste alcun como-
dato d’uso di quei locali e che le bollette sono pagate dal Co-mune. E adesso vuol mettere
un po’ di ordine. Per una que-stione di equità. E per evitarsi guai in futuro. Ma la strada è
piena di inciampi. Intanto ieri il «Csa Castellazzo» ha preso le distanze da questa brutta storia della violenza: «Noi
con quella gentaglia lì non c’entriamo nulla». L’ultima frase è questa: «A chi ha com-
messo questo atto diciamo che gli conviene costituirsi o emigrare lontano». L’avverti-
mento è chiaro. —c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

ANDREA BUCCISono stati identificati gli auto-ri della violenza sessuale di
gruppo ai danni della 17 en-ne all’interno del Centro So-ciale «Castellazzo», in centro
a Ivrea. Il «branco» è compo-sto da sei ragazzi, italiani e stranieri: soltanto uno di loro
è minorenne. Non abitano in città e non appartengono (ma questo già si sapeva) al centro sociale. Ma da queste
parti venivano spesso. ro risulta indagato. Per la Pro-Al momento nessuno di lo-
cura di Ivrea, però, non ci so-no dubbi e la loro posizione adesso è al vaglio dal sostitu-
to procuratore Lea Lamona-

ca, che ha aperto un fascicolo per violenza sessuale su un minorenne. Un reato punibi-le con 24 anni di reclusione.
Nelle prossime ore i sei stu-pratori saranno ascoltati in procura a Ivrea. A fare i loro
nomi sarebbe stata proprio la ragazza quando, lunedì 12 agosto, ancora sotto choc, ac-
compagnata dalla madre e as-sistita da uno psicologo, è sta-ta ascoltata tutto il giorno, prima negli uffici del Com-
missariato poi e in Procura. lentata» ha raccontato - in sin-«Mi hanno ubriacata e vio-
tesi - la ragazza. Le sue parole avrebbero trovato riscontri anche negli accertamenti
compiuti in ospedale di Ivrea dove la ragazza è rimasta rico-

verata per alcune ore. Era an-cora in stato confusionale, forse proprio per la quantità
di alcol che aveva bevuto. Non sarebbero, invece, state trovate tracce di droghe o psi-
cofarmaci. Sui lividi ci sono dei dubbi: lei li avrebbe spie-gati raccontando ai poliziotti
di esserseli procurati caden-do dallo skateboard. che è accaduto nella notte tra Anche la dinamica di ciò
sabato domenica sembra più chiara. La giovane aveva ac-cettato l’invito ad uscire di
uno dei ragazzi del branco: uno che conosceva bene, che ha qualche anno più di lei e di
cui si fidava. L’appuntamen-to era in via Arduino: centro storico e strada del passeggio serale. Poi lui l’avrebbe con-
vinta a seguirlo fino al CentSociale, in via Castellazzo. Per entrare avrebbero forza-ro
to il lucchetto (ma è un detta-glio che non è ancora stato definitivamente accertato
dagli investigatori). Erano le due passate. Se abbiano be-vuto qui o altrove, e quando siano arrivati gli altri cinque
ragazzi, sono elementi sui quali si sta ancora indagan-do: i racconti della vittima,
infatti sono confusi. sti dei ragazzi identificati Ovviamente diversa la te-
dalla polizia, che devono pe-rò essere ancora sentiti dal magistrato che conduce le in-dagini. La giovane, dopo la
violenza, sarebbe poi stata abbandonata nel locale, do-ve si sarebbe risvegliata pa-
recchie ore più tardi. Il resto è storia di un’indagine lam-po, con molti dettagli ancora

da chiarire. — (^) c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Vendono alcolici e sono senza licenza:
abbiamo presentato anche diversi esposti alla magistratura
La polizia li ha già identificati
Un minorenne
e cinque amici
nel branco
dello stupro
La vittima abbandonata di nottenei locali vuoti del centro sociale
Alla fine degli Anni 90 era un punto d’incontro per discutere dei problemi della cittàDal 2013 è uno stabile occupato dagli antagonisti, ma le bollette elettriche le paga il Comune
Ivrea, quel centro sociale
cresciuto nel vecchio convento



  1. Via Arduino: proseguendo su questo asse in centro a Ivrea si arri-va al centro sociale occupato 2. L’ingresso del Csa Castellazzo: punto di riferimento dell’anar-
    chia eporediese 3. Il grande salone centrale della struttura 4. I controlli della polizia in zona sono sempre stati molto intensi per scongiurare tensioni con chi abita in zona
    Su La Stampa IGOR NORORESIDENTE IN VIA CASTELLAZZO


REPORTAGE ENZAABITANTEDELLE CASE GESCAL

1

2

Sul giornale in edicola ieri la sto-ria della violenza sessuale di gruppo consumata all’interno
di un centro sociale vuoto, a due passi dal municipio di Ivrea. Una vicenda che ha destato mol-to scalpore in città.
Per anni abbiamo litigato con quelli per
colpa della musica alta anche la notte:ora ci siamo chiariti

(^34)
Restano ancora responsabilitàda stabilire
e coinvolgimenti
44 T1PRLASTAMPAGIOVEDÌ 22 AGOSTO 2019 CRONACA DI TORINO
UNA LETTERA A SPECCHIO? - http://www.specchiodeitempi.org - [email protected] - via Lugaro 15, 10126 Torino - info: 011.6568376
VENERDÌ 23 AGOSTO 2019LASTAMPA 45
CRONACA DI TORINO
T1 PR

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