.
La mattina in bermuda, a insegnare alla scuola politica per un-
der 30 di Barga, sulle colline del Lucchese. La sera anche. Anzi:
in pantaloncini da calcio per «una pausa sportiva con i ragazzi,
prima di ascoltare le sagge parole del Presidente Mattarella».
Una giornata a 350 chilometri dal Quirinale, quella dell’ex pre-
mier Matteo Renzi. Lontano da Roma e dal partito democratico
a cui, il senatore di Scandicci, ha indicato la strada.
Già, perché se alla fine ci sarà un accordo tra Pd e M5S, parte del
merito sarà suo. Dell’ex segretario che ha cambiato verso, per
citare una sua vecchia campagna per le prima: dal «mai alleati
con il M5S» a «insieme per affrontare l’emergenza nazionale».
E - soprattutto - per non andare alle urne. Non è dato sapere se è
la strategia giusta per il Pd. Di certo lo è per Renzi: tornato bom-
ber non solo a calcetto, ma anche in politica. DAV.LES. —
IL PUNTO
La giornata di Renzi
lontano dal Quirinale:
sempre in bermuda
dalla cattedra al calcetto LAPRESSE
ALESSANDREO DI MATTEO
ROMA
Matteo Orfini, a un certo
punto della giornata ieri il
dialogo Pd-M5s sembrava
già tramontato. È come dico-
no i renziani? Zingaretti vo-
leva farsi dire no da Di Ma-
io?
«Mi pare che dopo le parole
del presidente della Repub-
blica si apre il confronto for-
male. Io penso che il Pd non
abbia dato un buono spetta-
colo oggi (ieri, ndr). A me è
capitato di farle le consulta-
zioni, mai è successo quello
che è accaduto in queste ore.
Quando si va al Colle, si parla
al Colle. Non esiste che ci si
parli con agenzie anonime,
con esegesi originali di quel-
lo che pensa un partito. Que-
sto fa perdere di credibilità a
tutto il gruppo dirigente. Noi
abbiamo costruito un percor-
so in direzione, con un ordi-
ne del giorno votato all’una-
nimità. Oggi questo percorso
si apre formalmente. C’è il
tempo di un confronto. Spe-
ro che il Pd dimostri di essere
all’altezza della gravità della
situazione. Deve cessare la
polemica interna».
Altro che interrompere la
polemica interna, sembra
che ci siano sempre due Pd:
quello ufficiale di Zingaretti
e quello che guarda a Renzi.
Il leader Pd dice no a Conte,
l’ex premier fa sapere che
può andare bene anche lui.
Come mai?
«Io questa distinzione non la
vedo. Abbiamo tutti chiesto di-
scontinuità, ovviamente so-
prattutto sulle scelte politiche.
Ma evidentemente anche su-
gli interpreti di quelle scelte.
Non penso che si possa imma-
ginare che una roba del gene-
re si faccia sostituendo i mini-
stri della Lega con quelli del
Pd...»
Lei dice che non vede la di-
stinzione tra i due Pd, allora
perché parla di brutto spet-
tacolo?
«Questa è un’operazione che
si può fare solo se il Pd è unito e
se smettono i giochetti interni
fatti dalla maggioranza e dalla
minoranza. Se la smettiamo,
si può tentare anche un’opera-
zione complicata come que-
sta. Sennò è inutile imbarcar-
si. Anche perché un’ipotesi del
genere funziona se il Pd ha
chiare le sue priorità. A comin-
ciare da quelle poste da Zinga-
retti: abrogare i decreti sicurez-
za e correggere un impianto
così brutale, peraltro oggetto
anche nelle ultime ore di in-
chieste della magistratura».
Poi Zingaretti ha corretto il
tiro e ha parlato di «quadro
su cui iniziare a lavorare».
Come si procede?
«Io sto a quanto abbiamo det-
to in direzione, noi siamo di-
sponibili a un confronto e oggi
un confronto sia apre. È chia-
ro che è un lavoro complicato,
M5S non è una costola della si-
nistra, è una forza politica al-
ternativa. Certo, in alcune fasi
si può arrivare a costruire mag-
gioranze tra forze alternative
tra loro: nella passata legisla-
tura facemmo larghe intese
con Silvio Berlusconi, e ricor-
derete con quante difficoltà.
Ora, Salvini vuole andare a
elezioni per ragioni personali
- scappare dalla necessità di
chiarire la vicenda russa – e di
partito – incassare il consenso
che gli danno i sondaggi. Di
fronte a questa forzatura isti-
tuzionale autoritaria gravissi-
ma si può tentare di costruire
una maggioranza anche tra
forze alternative come sono
Pd e M5s. Non è scontato ci si
riesca, anzi è molto complica-
to. Ma si può tentare».
La prima difficoltà è il taglio
dei parlamentari. Per Di Ma-
io è «una priorità». Si può
trovare una mediazione?
«Io sono contrario al taglio
dei parlamentari come l’han-
no proposto loro. Noi, nella
nostra riforma bocciata dal
referendum, tagliavamo i
parlamentari nell’ambito di
una riforma complessiva.
Nello schema M5S si strozza
la rappresentanza e si dà un
potere estremo a una mino-
ranza che vince. Il taglio de-
ve essere accompagnato da
una riforma elettorale, che
per me deve essere di impian-
to proporzionale, in modo
da garantire un equilibrio. Io
penso che M5S possa conver-
gere su un taglio dei parla-
mentari accompagnato da
una legge proporzionale».–
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
FEDERICO CAPURSO
ROMA
G
iorgio Trizzino è tra i
più esperti deputati
del Movimento 5 stel-
le e, per il suo passa-
to nella Dc siciliana di Sergio e
Piersanti Mattarella, tra i più
ascoltati quando la situazione
consiglia «estrema prudenza,
soprattutto nelle parole».
Onorevole, il forno della Le-
ga è chiuso?
«Ritengo che Matteo Salvini
debba mettersi l’anima in pa-
ce, perché non ci sono più spa-
zi per proseguire quel tipo di
esperienza. Siamo rimasti bru-
ciati dalla sua volontà di aprire
la crisi e sono dell’opinione
che non si possano riaprire dia-
loghi con la Lega».
Crede che Di Maio sia convin-
to del dialogo con il Pd?
«Non saprei. Ma la stragrande
maggioranza dei parlamentari
spinge in questa direzione. Ci so-
no state normali perplessità sui
rischi che un accordo col Pd com-
porterebbe, ma sono state
espresse in una dinamica di con-
fronto che, nel nostro gruppo, è
costante, come dimostrano le as-
semblee di questi giorni».
Lei parla di confronto ma il
Capo dello Stato ha espresso
la necessità di trovare entro
lunedì una soluzione...
«Ecco perché l’imbuto deve es-
sere sempre più stretto. L’ur-
genza esposta dal capo dello
stato ci impone di eliminare i
contatti superflui, come quelli
con la Lega. Anche per una
questione di correttezza e tra-
sparenza nei confronti del Pd.
Ma sono ottimista».
Come ha accolto le cinque
proposte della direzione Pd e
le tre condizioni dettate da Ni-
cola Zingaretti?
«I cinque punti mi sono sem-
brati molto generici, ma asso-
nanti alle nostre sensibilità.
Dunque, il giudizio è positivo.
I paletti messi da Zingaretti
vanno invece declinati».
In che modo?
«Si chiede di eliminare i decre-
ti sicurezza e io credo che si
possano rivedere alcuni aspet-
ti che hanno creato non poco
imbarazzo in Parlamento, ma
non mi sento di dire che sono
tutte norme sbagliate. Ci sono,
semmai, aspetti che necessita-
no di una rimodulazione. Del-
la manovra poi se ne dovrà par-
lare, ma per grandi linee, visto
il tempo a disposizione. Diver-
so il discorso sulla riforma per
il taglio dei parlamentari».
È una chiusura netta?
«Non può essere messo in di-
scussione un nostro caposal-
do. Semmai, si può dire che si
dovrà discutere anche di una
nuova legge elettorale. Le due
cose vanno di pari passo e cre-
do sia necessario andare incon-
tro a un sistema proporzionale
puro. Comunque sono sicuro
che il Pd alla fine convergerà
sul taglio dei parlamentari.».
Nel frattempo si parla già di
nomi: Giuseppe Conte è fini-
to nel mirino del Pd.
«Ma una trattativa non può
partire dai No. Si mettano pri-
ma i temi e solo dopo si affron-
tino valutazioni sui nomi. E
poi, quale potrebbe essere la
preclusione della sinistra nei
confronti di Conte? Lui ha sem-
pre espresso una vicinanza ai
valori democratici e cattolici».
E tornare quindi alla formula
del contratto di governo?
«Credo sia prematuro parlar-
ne. Si dovrà sicuramente passa-
re da un approfondimento del-
le priorità da inserire in mano-
vra. Poi, penso che si potrà e si
dovrà fare un ulteriore verifica
per stilare un programma plu-
riennale, in modo da non af-
frontare sempre i problemi in
condizioni emergenziali». —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
ATTILIO FONTANA
GOVERNATORE
DELLA LOMBARDIA
FRANCESCA SCHIANCHI
ROMA
«Se qualcuno mi dice “ragio-
niamo perché i no diventino
sì”, miglioriamo la squadra,
diamoci un tempo e un obiet-
tivo, io l’ho sempre detto che
sono un uomo concreto e
guardo avanti». A metà po-
meriggio, Matteo Salvini ap-
pena uscito dalle consultazio-
ni col presidente della Repub-
blica offre in diretta Face-
book dal Quirinale la sua ulti-
ma, disperata apertura ai Cin-
que stelle. Accompagnato
dai capigruppo Molinari e Ro-
meo, occhi fissi alle telecame-
re per salutare «chi è qua, chi
è a casa, chi è in ufficio, chi è
al lavoro», giustifica la crisi
di Ferragosto - «l’Italia non
può permettersi di perdere
tempo con un governo che li-
tiga» - e chiede le urne, «la
via maestra». Ma, siccome
contatti e trattative tra gli ex
alleati del Movimento e il Pd
proseguono, alla richiesta di
voto subito pone un’alternati-
va: un altro governo (per po-
chi mesi) con i Cinque stelle.
Con un cronoprogramma
preciso, e senza escludere
un’ipotesi che non è stata
avanzata al presidente Mat-
tarella ma che nella Lega con-
siderano possibile: se servis-
se, investire persino Luigi Di
Maio del ruolo di premier.
Un tempo preciso e un
obiettivo, dice all’uscita dal-
le consultazioni. I pontieri
della trattativa nel M5S sono
stati informati di quali sono
le condizioni del leader leghi-
sta. L’idea è quella di una nuo-
va partenza, ma per soli quat-
tro mesi, in modo da arrivare
a fine anno come da antico
progetto di Giorgetti: un’ipo-
tesi che permetterebbe di an-
dare al voto a fine febbraio. E
poi, c’è l’obiettivo, anzi, i tre
obiettivi: prima di tutto, natu-
ralmente, sterilizzare l’au-
mento dell’Iva, spauracchio
per chiunque governi, visto
che avrebbe conseguenze sul
portafoglio degli italiani (e
quindi sul consenso elettora-
le). Secondo obiettivo, per
tentare i Cinque stelle, il ta-
glio del numero dei parla-
mentari, il primo degli impe-
gni elencati ieri sera da Luigi
Di Maio. Infine, terzo obietti-
vo, una nuova legge elettora-
le, necessaria peraltro in ca-
so di taglio dei parlamentari.
Niente di più e niente di me-
no, quel che serve per affron-
tare l’autunno e traghettare
il Paese al voto in tempi più ri-
lassati.
Un ultimo tentativo in cui
nel Carroccio continuano a
sperare. Contatti diretti tra
Salvini e Di Maio in questi
giorni non ce ne sono stati,
causa il gelo sceso ormai da
qualche settimana fra i due.
Ma parlamentari e colleghi
di governo hanno rapporti
quotidiani. E, nel Carroccio,
pensano che ci saranno con-
tatti più seri e «ufficiali» nelle
ore a venire.
«Un accordo “contro” tra
Pd e Movimento Cinque stel-
le è vecchia politica», insiste
Salvini, sperando ancora di
riuscire a separare quello sta
provando faticosamente a
unirsi, contando sul fatto che
proprio i due protagonisti
principali, Di Maio e il segre-
tario Pd Zingaretti, sono i più
scettici sul progetto. «Ritene-
vo e ritengo che Di Maio ab-
bia lavorato bene», lascia ca-
dere allora nel post consulta-
zioni. Un messaggio distensi-
vo, e pure qualcosa di più: l’i-
potesi sul tavolo, se si aprisse
una interlocuzione capace di
frapporsi a quella parallela
col Pd, non ancora offerta di-
rettamente ma girata nel Car-
roccio, è quella di promuove-
re il giovane vicepremier a ca-
po di Palazzo Chigi. Un’ipote-
si ghiotta, per chi potrebbe
scippare a Matteo Renzi il re-
cord di più giovane presiden-
te del consiglio della storia, e
soprattutto per chi dalla trat-
tativa coi dem non è convin-
to. Tanto che, fanno notare
nel Carroccio, nell’elencare i
suoi dieci punti irrinunciabi-
li, mai ha citato il Partito de-
mocratico. Nell’altro forno,
qualcosa sta provando a lievi-
tare: ieri sera l’Assemblea dei
parlamentari grillini ha dato
mandato a trattare coi dem.
Ma nelle stanze dei verdi non
si arrendono: ancora quattro
giorni per provarci. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Salvini e la delegazione leghista al termine delle consultazioni
al Quirinale
Flat tax, Iva e riforma economica, ma
anche riforme e nuove opere pubbliche.
Tutti concetti che Matteo Salvini si era
appuntato prima di parlare davanti ai
giornalisti al termine delle consultazioni al
Quirinale. Ne
Alla fine parla a braccio, ma per riferire del
colloquio tra il Presidente della Repubblica
e la delegazione della Lega, il leader del
Carroccio si è presentato davanti ai
giornalisti con un foglio con tutti gli appunti
GLI APPUNTI DI MATTEO SALVINI
La Procura di Ravenna ha aperto
un fascicolo contro ignoti su
quanto accaduto il 30 luglio scor-
so in spiaggia a Milano Maritti-
ma, quando il figlio 16enne del vi-
cepremier e ministro dell'Inter-
no Matteo Salvini venne ripreso
mentre faceva un giro a bordo di
una moto d'acqua della Polizia di
Stato. La scena venne ripresa
dal videomaker Valerio Lo Mu-
zio, impegnato a fare un reporta-
ge per Repubblica. Sull'accadu-
to erano state avviate indagini
da parte della Questura di Raven-
na, che aveva anche ascoltato
l’autore delle immagini che era
stato intimidito da alcuni agenti
in borghese.. Nei giorni scorsi,
poi, al Viminale è giunta la richie-
sta relativa all'identificazione
dei due agenti che, secondo il
giornalista, cercarono di impedir-
gli di filmare la scena.
INTERVISTA
MATTEO ORFINI
DEPUTATO
EX PRESIDENTE DEL PD
GIORGIO TRIZZINO
DEPUTATO
DEL MOVIMENTO 5 STELLE
Salvini si era illuso
che si potesse
andare ancora avanti
dopo le cose positive
fatte negli ultimi mesi
LA CRISI LA CRISI
INTERVISTA
Milano Marittima
Il figlio di Salvini sulla moto
d’acqua della polizia:
la procura apre un’inchiesta
INSTAGRAM
Se il partito non resta
unito è molto
rischioso imbarcarsi
nell’avventura
di un nuovo governo
INTERVISTA
Più che un nuovo
contratto di governo
serve un programma
pluriennale sulle
priorità da affrontare
MATTEO ORFINI Il deputato Dem: “Grave aver anticipato ai media la posizione del partito prima delle consultazioni al Quirinale”
“Il Pd non ha dato un bello spettacolo
Sarà difficile trovare l’accordo col M5S”
Nel Carroccio
non si escludono
nuovi contatti
con i 5 Stelle
ATTILIO FONTANA Il governatore leghista della Lombardia
“Se bloccano l’autonomia
il Nord non starà zitto”
TWITTER
Salvini tenta Di Maio: pronto a farti premier
Il leader della Lega rilancia: governo di 4 mesi per sterilizzare l’Iva, ridurre i parlamentari, rifare la legge elettorale
GIORGIO TRIZZINO Il deputato 5 Stelle: “Sono certo che il Pd accetterà il taglio dei parlamentari”
“Bene tutti i punti di Zingaretti
Ma non accettiamo nessun veto”
FABIO POLETTI
MILANO
Governatore Attilio Fontana,
ha visto che Luigi Di Maio ha
messo l’autonomia tra i 10
punti irrinunciabili per anda-
re avanti?
«Mi fa piacere che lo abbia det-
to. Non basta dirlo però, biso-
gna attuarla. Bisogna essere
coerenti. Altrettanto bene che
non abbia abboccato a quegli
amici del Sud che sostengono
che l’autonomia serve solo al
Nord. Non è vero e lo si sa. Que-
sta riforma è efficiente per tut-
to il Paese. Bisogna solo dire sì
o no. Se i 5 Stelle dicono no
all’autonomia sulla scuola, no
a quella sulla sanità, no a quel-
la sulla finanza, se dicono no a
tutto non ha nemmeno senso
stare più lì a discutere».
Se però 5 Stelle e Pd trovasse-
ro un accordo per governare,
per poco o per tanto si vedrà,
di sicuro l’autonomia regio-
nale non sarà al primo punto.
Rischiate di aspettare chissà
quanto...
«Un esecutivo fondato su Gril-
lo e Renzi significherebbe igno-
rare totalmente la volontà del
Paese. I risultati delle elezioni
Europee, Regionali e Ammini-
strative sono sotto gli occhi di
tutti. Sarebbe una maggioran-
za oltretutto impossibile. Ba-
sta guardare alla diversa posi-
zione che hanno rispetto al ta-
glio dei parlamentari. Non so-
lo il Nord ma tutto il Paese ha
bisogno di un governo serio,
con una maggioranza forte. Se
non ci sono questi requisiti me-
glio andare al voto.
Lei dice in sostanza che non
c’è più tempo da perdere?
«A novembre fanno due anni
da quando la Lombardia e il Ve-
neto hanno fatto il referen-
dum per l’autonomia. Ancora
prima, a fine settembre 2017,
abbiamo presentato il primo
documento che sarebbe poi
stato alla base della trattativa
con il governo. Stiamo aspet-
tando da più di un anno. An-
che gli imprenditori stanno
aspettando riforme importan-
ti che gli diano una boccata di
ossigeno. Anche in Lombardia
nelle imprese stanno emergen-
do le prime difficoltà».
Lei intanto la prima bozza di
accordo ha detto che non l’a-
vrebbe mai firmata.
«Quella cosa non era firmabi-
le. Se si fa una riforma vera,
che ha i requisiti per fare bene
a tutto il Paese, va bene. Se si
vuole fare una riformicchia, so-
lo per dire che la si è fatta, non
serve a nessuno. Di sicuro non
al Paese».
Dal vostro punto di vista non
è stato un accanimento tera-
peutico andare avanti con il
governo?
«Matteo Salvini credeva nella
possibilità che aveva questo
governo. Si era illuso che si po-
tesse andare avanti bene dopo
le cose fatte nei primi mesi».
I toni tra Lega e 5Stelle duran-
te la campagna per le Euro-
pee sono stati pessimi. Dopo
pure peggio. Poi è finita come
è finita.
«Matteo Salvini si era convin-
to che dopo si sarebbe tornati
a lavorare per realizzare tutti i
punti ancora da realizzare nel
contratto di governo».
Se non si vota il processo per
l’autonomia è probabile che
si fermi. Cosa fa il Nord?
«Non possiamo permetterci
un anno di non decisioni. Il
Nord è la locomotiva del Paese
ma per funzionare ha bisogno
del carbone. Se manca il carbo-
ne la locomotiva rallenta con il
rischio di creare danni irrepa-
rabili all’intero Paese». —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI,
Flat tax, Iva e riforma economica, ma anche
riforme e nuove opere pubbliche. Tutti concetti
che Matteo Salvini si era appuntato prima di
parlare davanti ai giornalisti al termine delle
consultazioni al Quirinale. Nel foglio anche i
nomi di Renzi, Boschi, Casini e Boldrini. Ma alla
fine il leader della Lega parla a braccio.
Nella foto a sinistra il momento in cui la delega-
zione della Lega riferisce del colloqui col Presi-
dente della Repubblica
VENERDÌ 23 AGOSTO 2019 LASTAMPA 7
PRIMO PIANO