Vogue Italy - 09.2019

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«Allora, questa dove la facciamo?». Claudia Schiffer è sul set di Col-
lier Schorr per la copertina di Vogue Italia. Già un’ora in più sul pro-
gramma di giornata e ancora va scattata qualche foto. I tempi sono
stretti ma Schiffer non si preoccupa. Nelle foto di Schorr, e in questa
intervista, il suo ruolo dovrebbe essere quello del soggetto. Lei è la
storia, non l’autrice: che sia attraverso l’obiettivo del fotografo o la
penna di chi scrive, l’immagine di Claudia Schiffer prende comunque
forma attraverso una prospettiva altrui. Giusto?

Sbagliato: Schiffer è allo stesso tempo oggetto dell’immagine e sua
dominatrice. Il suo celebre aspetto fisico – il motivo per cui Claudia,
che ora compie 49 anni, fu scoperta in una discoteca di Düsseldorf
nel 1987 – rimane eccezionale oltre ogni definizione. Fin dagli esordi,
i suoi capelli biondi, una struttura ossea perfetta e le labbra carnose
hanno richiamato alla mente di chiunque la vedesse altre bellezze ar-
chetipiche. Gilles Bensimon disse di lei che era «più Bardot di Bardot»,
un’osservazione che lei oggi commenta così: «Era strano venir para-
gonata a una simile icona, ma presto ho realizzato che si trattava di un
complimento enorme». Arrivò poi il paragone, decisamente bizzarro,
con Barbie: un (seppure iconico) pezzo di plastica. Anche in quel caso,
Claudia Schiffer trasformò la proiezione facendola propria. Correva
il 1994 quando scattò con Ellen von Unwerth (la fotografa che lan-
ciò la sua carriera e la cui carriera Schiffer contribuì a lanciare) il
famoso servizio Claudia: The Real Barbie per Vogue Italia. Schiffer
ricorda «c’era tutto quello che potevi immaginare, gli abiti in pvc e
le capigliature enormi, che diventavano sempre più gigantesche». E
prosegue: «A parte il fatto che tutti continuavano a toccarmi i capelli,
e quindi iniziavo a sentirmi davvero una bambola, memorabile è stato
il modo in cui Ellen è riuscita a farmi calare nel ruolo, ricostruendo
le classiche pose di Barbie. Il gioco era chiaro: apparentemente ero
una modella che fa il manichino senz’anima, ma al contrario ciò che
sottolineavano gli scatti era quanto noi modelle fossimo ormai ricono-

scibili. Con la sua ironia Ellen sovvertiva l’idea che l’unica cosa che
facessimo fosse vestirci di tutto punto e posare». Nel trentennale della
sua carriera, festeggiato nel 2017, è stata creata una speciale “Barbie
Claudia Schiffer”, alta 29 centimetri, con lo stesso abito in maglia
metallica dorata di Versace indossato durante il ritorno alle passerelle
del settembre dello stesso anno (la prima volta dopo la sfilata A/I di
Dolce&Gabbana nel 2009) insieme alle colleghe supermodelle Cin-
dy Crawford, Carla Bruni, Naomi Camp bell ed Helena Christensen.
Quella sfilata è stato l’evento della stagione – specialmente per chi
non le aveva mai viste dal vivo –, tutto il pubblico, tra cui Pierpaolo
Piccioli, Alessandro Michele e Anthony Vaccarello, in piedi ad applau-
dire in estasi. Nonostante il successo di quella sera, Schiffer dichiara
di non avere in programma altre apparizioni in passerella – sebbene
sia attenta a non escluderlo: «Ma dovrebbe essere qualcosa di molto
speciale».

Più tempo trascorro con Claudia Schiffer e più mi rendo conto che
la sua spesso citata timidezza – che risale, a sentire lei, ai tempi in
cui nella sua città natale di Rheinberg era stata una ragazzina ec-
cessivamente alta, e che in seguito l’avrebbe resa riluttante a pas-
sare dagli scatti di moda alle passerelle – è stata completamente
messa da parte. Al suo posto c’è un’aura di totale calma e controllo.
Presta molta attenzione alle domande che le vengono poste, e an-
cor più alle proprie risposte. Lo sguardo è a volte impenetrabile, a
volte caldo (specialmente quando parla della vita familiare), a vol-
te vagamente ironico: dandomi la sensazione che in fondo non sia
lei l’intervistata, ma io. D’altra parte, il mestiere di Schiffer è essere
guardata. La sua fisicità dirompente è solo il punto di partenza, la
materia prima: il suo talento è saper plasmare lo sguardo indaga-
tore, che viene attratto magneticamente, e piegarlo a proprio piaci-
mento. Durante la sua carriera, Claudia Schiffer ha messo questa
dote al servizio dei più grandi fotografi del mondo, contribuendo a

Quando è stata scoperta, in una discoteca di Düsseldorf, era una ragazza timida, riluttante
e troppo alta. Dal 1987 a oggi tutto è cambiato: Claudia Schiffer è diventata una perfetta
amministratrice della propria immagine. Cosa è successo nel frattempo lo ripercorre in questa
intervista. Che comincia dove finisce un servizio fotografico diverso da tutti gli altri.

foto di WALTER CHIN,Vogue Italia, settembre 1991.

di LUKE LEITCH

Claudia by Claudia


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