Vogue Italy - 09.2019

(nextflipdebug2) #1
Può spiegare ai lettori qual è il progetto
che le ha proposto Vogue Italia?
Mi è stato chiesto di riproporre l’idea di alcu-
ne delle fotografie più importanti di Helmut
Newton, e in particolare gli autoritratti. Teori-
camente, le donne di quelle foto si scattavano
da sole nel momento preciso in cui, guardan-
dosi allo specchio, rilasciavano l’otturatore
della macchina tramite un cavo. La mia idea
poi si è sviluppata e ho deciso di mettermi al
posto di Newton e mostrare la mia immagine
riflessa allo specchio mentre fotografo Clau-
dia (Schiffer, ndr) e Stephanie (Seymour,
ndr). Non volevo un approccio nostalgico,
sebbene il punto di partenza fosse già nostal-
gico di per sé. Le foto di Newton sono sempre
state, per me, una porta d’accesso all’univer-
so del desiderio lesbico – un escamotage per
immaginare di trasferirsi in una grande città
e baciare una ragazza. Nel contesto di Vogue
Italia la premessa è la stessa, quella per cui
sessualità, sensualità e seduzione fanno parte
del mondo della moda e del nostro modo di
parlare di vestiti. A complicare il tutto c’è il
fatto di coinvolgere per queste foto tre don-
ne sopra i 40. Claudia, Stephanie e io stessa,
tutte con un’età abbastanza simile, abbiamo
vissuto decenni di immagini a seno nudo e
abbiamo molta esperienza nel fotografare ed
essere fotografate. La proposta era troppo al-
lettante per farsela sfuggire, perché per me
è interessante sentirmi spinta verso il limite

estremo di ciò che amo fare. E spinta anche
a ricordare quello da cui ero attratta prima
ancora di diventare una fotografa di moda.
L’aspetto visivo più interessante di questa
sfida è proprio la sua presenza nelle im-
magini: il fatto che lei si trovi dai due lati
dell’obiettivo.
Sì. Claudia e Stephanie sono state entram-
be molto generose nel lasciarmi lo spazio di
fronte all’obiettivo. Per gli scatti di Stephanie
ho cambiato gli outfit e, guidata dalla sua
prospettiva, ho afferrato il senso reale di cosa
si provi a essere guardata. Venire fotografate
in un contesto moda non significa solo essere
protagoniste di quell’immagine, ma capire
come appari e, pur sapendo la differenza tra
immaginazione e realtà, riuscire a identifi-
carsi con la fantasia di chi scatta.
Nella sua reinterpretazione del lavoro di
Helmut Newton ha contato molto il fatto
che le due leggendarie modelle abbiano
realmente lavorato con lui? Il modo in
cui ha realizzato e partecipato agli scatti
mette in risalto la loro “memoria fisica”
nel modo di impersonare la moda.
Sapere e percepire che Claudia e Stephanie
hanno fatto parte della costruzione dell’u-
niverso moda di Newton è stato molto inte-
ressante. Di solito mi concentro nel dare la
possibilità alle persone che fotografo di stare
di fronte alla macchina a modo loro, e sono
reticente a collocarmi nello spazio davanti
all’obiettivo. Vedermi allo specchio men-
tre scatto, e guardare Claudia e Stephanie
che fanno la stessa cosa, ha davvero messo
a nudo la connessione e la collaborazione
che si creano sul set – anche quando non ci
sono specchi. Quando il pubblico vede una
persona fotografata capisce che, se sorride o
se è seducente, c’è un motivo, una relazione,
dietro quel sorriso e quella sensualità. Ogni
gesto acquista significato, anziché essere solo
un elemento esteriore.
Guardando le espressioni di Claudia, i
gesti di Stephanie e l’immagine che gli
specchi rimandano di lei mentre le foto-
grafa, ciò che emerge è come si muovono
e come controllano le manifestazioni di
gioia, il desiderio o la serietà.
Quel che penso sia importante da sottolineare
sul “come si muovono” è che quando ritrai
donne come Stephanie e Claudia, che incar-
nano letteralmente il lessico delle pose nel-
la fotografia di moda, ci sono atteggiamenti
che vogliono o non vogliono fare. Non c’è
nulla, in queste immagini, che Claudia non
volesse fare – se non era convinta, cambiava
PAG. 40 gesto. Stephanie aveva invece l’atteggiamen-

PAG. 40
Parti Reali

Di Noi


Stesse


foto di COLLIER SCHORR

Claudia, Stephanie e io:
Collier Schorr racconta
l’omaggio a Helmut Newton
che ha ispirato la copertina
di questo mese.

di CHARLOTTE COTTON

0828_VI_1908_FRONT_COLLIER_21712875.indd 40 24/07/19 15:34

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