Vogue Italy - 09.2019

(nextflipdebug2) #1
MY BODY

MYSELF MY BODY

PAG. 54 MYSELF

«È moderno, modernissimo?», si doman-
dava Roland Barthes mentre nel 1978
scriveva per Vogue Hommes di un club
parigino fresco di vernice, Le Palace. «Ep-
pure vi ritrovo il vecchio potere della vera
architettura».
Così come il Palace, altri luoghi deputati
ad accogliere il rito collettivo del ballo – “la
Festa”, la chiama il semiologo – diventano,
già sul finire del vecchio mondo, fucine di
cultura pop. Somma di architetture e luci,
musica e droghe, grafica e moda, come ben
racconta la mostra Night Fever. Designing
Club Culture 1960-Today, al Centro Pec-
ci di Prato fino al 13 ottobre. E sorprende
scoprire in questa vicenda un’Italia nien-
te affatto periferica, grazie al lavoro degli
arditi architetti Radicali: firmano locali
notturni – tra cui il Piper, il Bamba Issa,
lo Space Electronic – fondamentali per gli
sviluppi successivi del clubbing. «S’im-
maginano configurazioni sperimentali, vi-
sionarie, futuribili», racconta la direttrice
del Pecci Cristiana Perrella. «Allo Space
Electronic concepito dal Gruppo 9999 a
Firenze, per esempio, in mezzo alla pista
da ballo piantano un orto alimentare».
Maître à penser all’epoca dei fatti è il pro-
fessor Leonardo Savioli: presso l’ateneo
fiorentino tiene un corso intitolato Piper,
attrezzature per il tempo libero. «Emerge
un passato recente in cui divertimento e
cultura sono prossimi: musicisti, creativi e
scrittori vanno nelle discoteche per ballare
e lì confrontano le loro visioni del mondo»,
aggiunge la direttrice.
Seguono storie più note: ecco l’autentico
tempio della disco music, lo Studio 54, o il
faraonico Palladium dell’era dei megaclub


  • entrambi newyorkesi – e il leggendario
    Blitz, a Londra, finanche il più recente Ber-
    ghain, già annoverato tra i beni culturali
    berlinesi.
    Ritagliate nell’intervallo della notte, tali
    cornici “di design” sono zone utopiche
    dove mettere in discussione norme sociali


Al Termine


Della Notte


Architettura, luci, suoni,
moda. Una mostra e un libro
celebrano la cultura dei club,
zone utopiche dove inventare
altre versioni di sé.

di MARTA GALLI

Alcune immagini dal libro “New York: Club Kids” di Waltpaper-Walt Cassidy
(Damiani Editore). Qui sopra. Christy Love & Daisy, 1993. A sinistra,
dall’alto. Waltpaper, 1995. “Squirt”, 1992. Chloë Sevigny negli anni Novanta,
protagonista del film “Kids” di Larry Clark, racconto della vita
di un gruppo di adolescenti tra droga e discoteche. Nella pagina accanto.
Lauren Pine, pioniera della modificazione del corpo.

0828_VI_1908_FRONT_CLUBBING_MOROCCO_21729892.indd 54 25/07/19 09:58

Free download pdf