Il Fatto Quotidiano - 09.08.2019

(Brent) #1

Venerdì 9Agosto 2019 |IL FATTO QUOTIDIANO |ITALIA » 11


»MARTINA CASTIGLIANI
E GIUSEPPE PIPITONE


G


li hanno offerto un
p o t -d e - v i n , un bic-
chieredi vino, per
smetterla di foutre le
bordel, di fare casino. Lui, però,
ha rifiutato: e ha fatto saltare un
affare da 350 milioni di euro.
Quel bicchiere di vino che han-
no offerto all’imprenditore ita-
liano Marco Schiavio, infatti,
non aveva niente a che vedere
con l’alcol: è il termine con cui
a Parigi si riferiscono a una
mazzetta. È la storia di una tan-
gente alla francese quella rac-
contata dal numero di Fq Mil-
lennium, in edicola da domani,
sabato 10 agosto.


IL MENSILEdiretto da Peter Go-
mez ricostruisce la vicenda di
unappalto milionario, che ha
tutte le caratteristiche per esse-
re truccato e lascia ipotizzare
l’esistenza di un sistema illeci-
to. Milioni di soldi pubblici di-
visi tra poche grosseaziende,
sempre le stesse, che si accor-
dano per spartirsi le gare. Con la
politica che –nella migliore
delle ipotesi –sta a guardare.
Un ingranaggio perfetto
all’ombra della Tour Eiffel, che
però si è inceppato grazie a
Schiavio.
Peranni l’imprenditore mi-
lanese ha cercato d’inserire l’a-
zienda di famiglia, la Passavant
Impianti, nel giro di appalti del
Siaap, il servizio per la bonifica
delle acque di Parigi. È un ente
pubblico, controllato dalla po-
litica, che gestisce ogni giorno i
rubinetti e gli scarichi di nove
milioni di persone. È il Siaap
che tratta le acque dei parigini
prima che siano riversate nella
Senna, e per farlo nel migliore
dei modi bandisce appalti per
costruire impianti didepura-


zione all’avanguardia. Un busi-
ness che vale ogni anno un mi-
liardo e trecento milioni di eu-
ro: una fortuna.
Ed è per aggiudicarsi un pez-
zetto di quella fortuna, che nel

2014 Schiavio riesce a parteci-
pare all’appalto per un impian-
to a Clichy. Solo che quella gara
doveva essere vinta da qualcun
altro. “Signor Schiavio, lei deve
aumentare la sua offerta di cen-

to milioni di euro. In cambio le
daremo un milione”, èquello
che gli propone Patrick Barba-
lat, direttore generale aggiunto
della Otv, una societàcontrol-
lata di Veolia: è l’azienda leader
mondiale nel settore della de-
purazione delle acque. È solo la
prima mazzetta alla francese
nella vita di Schiavio: negli anni
successivi, infatti, manager di
primo livello e politici vicini
al l’ex presidente Nicolas Sar-
kozy gli propongono denaro
per lasciar perdere le gare del
Siaap.

PROPOSTE sempre rifiutate
dall’imprenditore italiano, che
nel frattempo si è munito di una
penna cimice per registrare
quelle offerte: audio depositati
agli atti dellamagistratura
transalpina, che da anni indaga

sugli appalti del Siaap. D’altra
parte che quell’appalto per Cli-
chy - nel frattempo vinto da Otv,
nonostante un’offerta superio-
re di 71 milioni rispetto a quella
di Passavant -sia irregolare lo

ha stabilito di recente il tribu-
nale amministrativo di Cergy
Pontoise, che nel 2019 ne ha de-
cretato la rescissione: in quella
gara il Siaap ha violato l’obbligo
d’imparzialità. Quella che coin-
volge Schiavio, però, nonè l’u-
nica storia di corruzione
all’ombra dellaTour Eiffel.Fq
Mille nnium, infatti, ricostrui-
sce come il fenomeno riguardi
anche diretta-
mente i politici
e la classe diri-
gente francese.
La lista delle
accuse è lunga:
cene a base di a-
ragoste, cabine
armadio rifatte
coni soldi pub-
blici, ministri
con i conti all’e-
stero per evade-
re il fisco e pre-
sidenti che cer-
cano di corrom-
pere giudici. Spesso non aldi
sopra di ogni sospetto: la Corte
europea dei diritti dell’uomo,
infatti, per tre volte ha condan-
nato la Francia definendo i pro-
curatori “non indipendenti”
perché sottomessi al governo.

“IL TEMA da noi era tabù, si è
sempre pensato che i problemi
fossero a casa deglialtri. Per i
cittadini è difficile rendersene
conto perché sono infrazioni
commesse da politici e imprese
in ambiti di potere e non sono
visibili”, dice Charles Duchai-
ne, magistrato a capodell’A-
genzia francese anticorruzio-
ne. Ma gliultimi scandali co-
minciano a fare molto rumore,
anche in Francia. Non è un caso
che una delle scritte lasciate dai
gilet gialli sui muri di Parigi re-
citi: “Abbiamo tagliato teste per
molto meno”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

»ELISABETTA REGUITTI


“L


à dove c’era l’erba ora c’è un
palazzo”. Dalla via Gluck di
Celentano a Fiano Romano, una
trentina di chilometri dalla Capi-
tale: al posto di un giardino pub-
blico è sorta una palazzina. Esem-
pio di abusivismo quotidiano
quello che non fa clamore ma nel
piccolo centro diventa un caso.


UN CONTENZIOSOtra Comune e
Prefettura per una questione di
200 mila euro, necessari per ab-
battere e smaltire i resti dell’abuso
edilizio. La storia inizia undici an-
ni fa. I costruttori procedono per-
chè il Comune lo permette nono-
stante, per quella pratica edilizia,
manchi un documento fondamen-
tale come il nulla ostapaesaggisti -
co rilasciato in sede regionale. Il
Pgt (pianodel governo del terri-
torio) comunale consente l’edifi -


cabilità dei 13 appar-
tamenti dichiarati
poi abusivi. La cilie-
gina è che il nulla osta
non può essere rila-
sciato a ritroso,ergo
si deve procedere
all’abbattimento.
Ma chi paga? No-
nostante gli appelli
de ll’attuale sindaco
Ottorino Ferilli, la
Prefettura fa orecchie da mercan-
te. L’ultima richiesta inviata al Mi-
nisterodei Beni Culturali e alla
Prefettura sottolineava anche che
“nelle more dell’ab battime nto,
l’immobile può essere illegalmen-
te rioccupato, con pregiudiziper
l’incolumità pubblica e la sicurez-
za urbana”. Nella cronistoria non

poteva infatti manca-
re il passaggio di una
decina di famiglie di-
sagiate, che per un
periodo - quando gli
spazi erano sotto se-
questroin attesa di
giudizio - ne avevano
preso possesso. Fa-
miglie con minori che
il Comune guidato da
Ferilli si è poi preoc-
cupato di aiutare a sistemarsi in
modo adeguato.
“La società costruttrice a segui-
to dell’avvio del procedimento di
acquisizione chiese al Comune ad-
dirittura un risarcimento danni
che andava dai 3 ai 5 milioni di eu-
ro”spiega il sindaco specificando
quanto il contenzioso giudiziario

sia costato in termini di soldi pub-
blici. “Tutto per difendere vincoli
urbanistici e quando viene defini-
tivamente riconosciuto che la co-
struzione è abusiva gli appelli ri-
mangono inascoltati. Anzi qual-
che tempo fa sono stato chiamato
dal vice prefetto per una questione
di ospitalità per 40 immigrati. Ho
chiesto a che punto fossimo con la
demolizione. Più sentito nessu-
no”. Nel carteggio figura anche la
richiesta del ministero deiBeni
culturali al prefetto“di includere
l’edificio nell’elenco delle opere
non sanabili per le quali il respon-
sabile dell’abuso non ha provve-
duto nel termine previsto alla de-
molizione e alla messa in ripristino
dei luoghi”. I fianesi attendono.
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Il mega appalto

L’i m p re n d i t o re

Marco Schiavio

e la mazzetta rifiutata

che fa saltare l’a f f a re

Gli appartamenti
La palazzina abusiva

Passato e presenteEmmanuel Macron con l’ex presidente Nicolas Sarkozy

Abuso edilizioDa 11 anni il conflitto tra Comune e Prefettura

Una palazzina al posto di un giardino

Non si può abbattere: costa troppo

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All’i nte r no

nAMORE
E MORTE
a Palazzo
Chigi è il tema
che “FQ
M i l l e n n i u M”

ha affidato
a Gianni
B i o n d i l l o,
Claudio Fava,
C a te n a
Fi o re l l o,
Gene
Gnocchi, Ilaria
Tuti, Hans
Tuzzi. Sei
racconti per
l’estate, sei
sguardi molto
diversi fra
loro. Li trovate
sul numero
di agosto
in edicola
da domani,
insieme al
Tour del Noir

Parigi val bene

tangenti, aragoste

e politici corrotti

IL MENSILE Da domani in edicola
Fq MillenniuM


“QUI I NERI NON ENTRANO”


Spiaggia di Chioggia,


chiuso un lido:


razzismo e violenza


q

ATTI DI RAZZISMO e violenze an-
che sotto l’ombrellone, compiuti da
chi doveva proteggere la tranquillità dei tu-
risti. Non solo buttafuori che malmenavano i
clienti, ma perfino un filtro arbitrario all’in-
gresso della spiaggia, basato sul colore della
pelle. Per questo il Questore di Venezia ha
disposto la sospensione per 15 giorni della
licenza al Cayo Blanco stabilimento balnea-

re di Chioggia-Sottomarina. Un provvedi-
mento cautelare, in base dell’art. 100 del te-
sto unico di pubblica sicurezza, conseguente
ad una escalation di episodi violenti e razzisti
dei quali è accusato il personale di sicurezza
della struttura ai danni degli avventori. Il lido
chioggiotto torna così sotto i riflettori della
cronaca, dopo il caso della “spiaggia fasci-
sta”del luglio 2017, quando fece scalpore l’a-

renile tutto foto di Mussolini e slogan al man-
ganello di “Playa Punta Canna”. Anche se poi
l’ipotesi di apologia del fascismo venne ar-
chiviata. Non ideologia ma fatti accertati da
carabinieri e polizia sono invece alla base del
provvedimento della Questura per il Cayo
Blanco. L’ultimo episodio risale alla sera del 3
agosto scorso. Un etiope si è sentito dire:
“Chi ha la pelle scura qui non entra”.
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