Il Fatto Quotidiano - 09.08.2019

(Brent) #1

12 »|IL FATTO QUOTIDIANO |Venerdì 9Agosto 2019


P

rande

G

iazza

Inviate le vostre lettere (massimo 1.200 caratteri) a: il Fatto Quotidiano
00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 - [email protected]

Nemmeno al caro Matteo
conviene divorziare da Luigi


Il Governo Conte –dopo la frattura
interna sulla votazione Tav–è en-
trato nel limbo estivo,che nessuno
sa se porterà a un rimpasto o al col-
lasso. Il dilemma non riguarda M5S
e PD, che non hanno alcun interesse
a precipitarsi alle urne visti i son-
daggi, ma riguarda Salvini. Lui, in-
vece, dalla crisi trarrebbe tre van-
taggi: evidenziare il suo carisma; in-
cassare il consenso maturato; crea-
re un governo di destra-destra sen-
za l’attrito quotidiano con i 5 Stelle.
Ma allora, perché non lo fa? La sua
ascesa finirebbe, non appena do-
vesse allearsi con B. e laMeloni,
perché il vecchio zavorrerebbe
l’immagine che il capo leghistaha
creato con tanta fatica a forza di nu-
tella, pseudo-madonne, dirette fb e
servizi su riviste di gossip. B. infatti
non farebbe il gregario, ma inizie-
rebbe a tormentarlo più e peggio di
Di Maio (non dimentichiamo che
possiede ancora soldi e tv). Così co-
me la Meloni, che scaricherebbe sul
Capitano la sua personale competi-
zione con B. Insomma: non un Go-
verno, ma un inferno.
MASSIMO MARNETTO


Siberia: se non rispettata,
la natura si ribella


In Siberia milioni di ettari di foresta
stanno andando a fuoco mentre in
Groenlandia dieci miliardi di ton-
nellate di ghiaccio sciolto si sono ri-
versate nell’oceano in un solo gior-
no. Tutto nella totale indifferenza
dei politici. Il pianeta non è terreno
di conquista del “progresso”. E non
si riesce a vedere che c’è un legame
tra le mutazioni del clima e il nostro
scellerato comportamento che
mette a repentaglio il futuro del pia-
neta e deisuoi abitanti. E chi se ne
frega dell’effetto serra o dei disastri
idrogeologici, del prosciugamento
dei grandi laghi, dello scioglimento
delle calotte polari che porterà
all’innalzamento dei mari di alcuni
metri, dellevalanghe invernali, dei
continui terremoti e delle frequenti
eruzioni vulcaniche. E i nostri cari
politici come si comportano? Pen-
sano forse a una qualche strategia?
Macché, nel loro delirio di onnipo-


tenza non se ne preoccupano, at-
tenti come sono a raggranellare voti
per poi poter governare e continua-
re a fare ciò che hanno sempre fatto:
non considerare la natura e le sue
esigenze, ma utilizzarla solo come
fonte inesauribile da sfruttare per il
proprio tornaconto.
GIORGIO MEZZATESTA

Tutti sapevano che il Morandi
sarebbe morto di vecchiaia
“Morto come una persona muore di
morte naturale”. Parole chiare,

queste delprocuratore capo di Ge-
nova Francesco Cozzi, che alludo-
no ad un “fine vita”della struttura.
E che mi auguro non sollevino da
responsabilità oggettive chiquelle
responsabilità le aveva, come il Mi-
nistero deputato alle Infrastruttu-
re durante il governo Letta. Certo,
nessuno voleva quella tragedia ma
la colpa sarà pure di qualcuno: per-
ché un ponte non crolla dall’oggi al
domani così come, continuando
con la metafora, una persona non
deperisce di vecchiaia dall’oggi al

domani, ma dopo un lungo ed evi-
dente percorso di decadimento.
CRISTIAN CARBOGNANI

La Lega vista da Tocqueville:
la tirannide della maggioranza
Quello che dobbiamo veramente
temere daSalvini è l’utilizzo arbi-
trario del principio dilegittimità
del potere, che in democrazia è ba-
sato sul consenso. In altri termini, è
sotto i nostri occhi quel fenomeno
politico tipico delle democrazie,
definito da Tocqueville come “t i-

rannide della maggioranza”, se-
condo cui si ha la tendenza a cre-
dere che un leader politico che da
giorni svetta nei sondaggi di poco
sotto il 40%, qualsiasi cosa dica o
faccia è la cosa più giusta.
JACOPO RUGGERI

DIRITTO DI REPLICA
A proposito del vostro articolo
“Tunnel, merci, posti di lavoro: le
fake news al Senato”, riporto quan-
to scritto nel sito della TELT. Alla
pagina “Cantieri in corso”si legge:
“In totale sono stati scavati oltre 26
Km in Italia e in Francia: oltre 7,
Km sul tunnel di base e 18,5 Km di
di sc end er ie”. Nella pagina
“Sa in t -M a rt in - La - Po rt e ”si legge
ancora: “dall’estate 2016 la fresa ri-
battezzata Federica è al lavoro per
scavare una galleria geognostica di
9 km, nell’asse edel diametro del
futuro tunnel di base”. L’a g g i o r n a-
mento al 5 agosto dice che dei nove
chilometri, già 8,485 sono stati sca-
vati. Dunque, essendo “nell’asse e
nel diametro della galleria definiti-
va”, è evidente che siamo stati “n e l-
la galleria definitiva”, perché lì non
deve più essere scavatonulla, an-
che se non si può ancora definire
col nome di “tunnel di base”, che in-
fatti non ho usato. Da parte mia,
dunque, nessuna fake news. Una
visita sul posto, come ho consiglia-
to al ministro Toninelli, rende tutto
ancora più chiaro.
LUCIO MALAN,
SENATORE DI FORZA ITALIA

Caro Malan, non dubitiamo della sua se-
rietà. Ma l’idea che la galleria geognosti-
ca - che, come dice il nome, serve a co-
noscere il terreno - sia parte integrante
dell’opera è convinzione dei più accaniti
SiTav. Alla contesa ha dato una risposta
la stessa Telt nella cartella stampa dira-
mata all’inizio dei lavori a Saint-Mar-
tin-La-Porte scrivendo: “L’entità geogno-
stica della galleria di Saint-Mar-
tin-La-Porte e il suo utilizzo per il futuro
tunnel di base sono due realtà distinte e
indipendenti”. Il tunnel di base va ancora
realizzato e, infatti, i bandi per la sua as-
segnazione, non sono stati ancora deli-
berati. Forse serve un altro sopralluogo.
Con stima,
S.C.

LO DICO AL FATTO

StranieriDavvero siamo ospitali solo

con i turisti ricchi, in burqa e Chanel?

HO LETTO LA CARTOLINA di Paolo Dimalio da Bodrum-Turchia.
Forse ricordi di oltre 5 anni fa lascerebbero meno il tempo che
trovano se un po’più aggiornati. Anche a Rimini se arriva un
caicco al di là delle spiagge affollate ci sarà qualcuno che offre
piadine (o hashish, meglio, come in M e d i te r ra n e o).
E se compare da noi una col burqa sulla battigia? Dipende: se
sta scendendo da un tender multimiliardario ponti d’oro. Al-
tro che salsicce.
CLAUDIO FANTUZZI

CARO CLAUDIO,ha ragione su almeno un punto: la mia
memoria perde colpi e dopo cinque anni ricordavo solo
che alcuni locali avevano offerto carne. “Costolette d’a-
gnello però, non salsicce”: così mi ha apostrofato la mia
compagna, appena letta la cartolina da Bodrum, pun-
tando un dito accusatorio. Sul resto però non sono d’ac -
cordo: dubito che offriremmo hashish ai turchi su una
spiaggia libera. Lo dice pure Salvini: la cannabis è dro-
ga, pesante come l’eroina, ed è pericolosa pure in ver-
sione light. A donarla si rischierebbe la denuncia. E poi
lo straniero viene prima, sempre, anche per la salute: i
nostri giovani fumano marijuana e non muoviamo un
dito; invece per evitare che i migranti assumano veleni,
Emergency scaverebbe trincee nella sabbia. Ironia a
parte, suun altro punto, forse, ha ragione Claudio: of-
friremmo piadine allo straniero in spiaggia. Sì, ma ri-
gorosamente vegetariane, perché non tutti–e tra co-
storo i musulmani –mangiano la carne di maiale. Quin-
di regalare mortadella esalsicce risulterebbe solo of-
fensivo, non accogliente. Almeno stiamo attenti alle
tradizioni altrui.
La mia esperienza, torno a dirlo, è molto diversa: ero
l’unico forestiero su un lido di locali e sono stato accolto,

con garbo e rispetto. In quel caso, cinque anni fa, i turchi
di Bodrum devono aver pensato: prima lo straniero (e-
sattamente il contrario di certi slogan in voga tra alcuni
nostri connazionali). E per farsi belli davanti agli altri
hanno ingaggiato una gara del dono. Un’arma potente:
il regalo è un obbligo a ricambiare. Il resto della vacanza
infatti l’ho trascorsa da cittadino modello, per il terrore
di non essere all’altezza di quell’accoglienza di lusso.
Claudio, infine, sostiene che l’ospitalità sia un privile-
gio riservato solo ai turisti ricchi, e che i poveri si ar-
rangino. Spero non sia così, ma la sua provocazione ha
un fondo di verità: è l’evoluzione sovranista? O forse la
riedizione dell’antica legge: “Mors tua vita mea”.
PAOLO DIMALIO

Shopp i ng Una donna a spasso per negozi La Pre ss e

PRO GR A M M I TV


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09:35Parlamento Telegiornale
11:25 Don Matteo 9
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    della TV )
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    sola
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    Guinea: crocevia di sto-
    rie e difficoltà


06:00Legàmi
07:00Charlie's Angels Adulti
consenzienti
07:45Il nostro amico Kalle
Belle vacanze
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10:10 TG2 Storie. I racconti
della settimana
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11:20 La Nave dei Sogni Van-
couver
15:35 Squadra Speciale Cobra
11
16:25 Sorella minore
17:15 Ultima traccia: Berlino
Fratelli
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2019: Torneo di Qualifi-
cazione Olimpica Italia -
Camerun

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10:00Mi manda Raitre Estate
11:00 Tutta Salute A gentile
richiesta
11:55 Tg
12:15 Quante storie
13:15 Passato e Presente: Sad-
dam Hussein con il Prof.
Franco Cardini
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mone del tempo
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20:00Blob
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stare al mondo Prima
Visione Assoluta

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pertura
10:10Parola di Pollice Verde
11:20 Ricette All' Italiana
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13:00The Closer - Perdona I
Nostri Peccati
14:00Lo Sportello di Forum
15:30I Viaggi di Donnavven-
tura
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21:27 Mission: Impossible III
23:52The Contractor - Rischio
Supremo
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06:00Prima Pagina Tg5 -
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08:45I Grandi Oceani Selvaggi
09:50Masters Of Engineering
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14:44 Bitter Sweet - Ingre-
dienti D'amore
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18:45 Caduta Libera
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21:21 Rosamunde Pilcher: Una
Tata Per Noah
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gman)
02:20Paperissima Sprint

06:18Televendita Media
Shopping
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to Cercasi
08:25Mila E Shiro Due Cuori
Nella Pallavolo
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ra Incognita
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14:35 I Griffin
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Degli Heck
16:26 Anger Management -
Charlie E La Ragazza Del
Detenuto
18:30Studio Aperto

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Meteo - Oroscopo -
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00:50Tg La
01:00In onda

19:10 Famiglia allargata
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ma TV
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boccioni 2

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10:15 Six Feet Under
14:15 Piccole donne
15:20 The Affair - Una relazio-
ne pericolosa
16:20Entourage

Venerdì 9Agosto 2019 |IL FATTO QUOTIDIANO |PIAZZA GRANDE » 13

C’È UN ALLARME CLIMA

E LORO FANNO IL TAV

»LUCA MERCALLI

NOI, ASSISTENTI

SOCIALI VITTIME

DELLA STAMPA

»AGNESE AMBROSI

È

uscito ieri a Ginevra il
Rapporto Speciale del
Comitato Intergover-
nativo sui Cambia-
menti Climatici delle
Nazioni Unite (Ipcc) su deserti-
ficazione, degrado del suolo, ge-
stione sostenibile del territorio,
sicurezzaalimentare e flussi di
gas a effetto serra negli ecosiste-
mi terrestri. Nulla di nuovo sotto
il sole, se non l’ennesima ricon-
ferma, certificatada 195Paesi,
che le preoccupazioni già e-
spresse da decenni sulle relazio-
ni tra clima, agricoltura, cibo e
popolazione sono purtroppo
reali e incombono sul futuro
dell’Umanità.

CIRCA IL 23% delle emissioni di
gas serra proviene da agricoltu-
ra, silvicoltura e altri usi del suo-
lo, come deforestazionee ce-
mentificazione, e se si estende il
calcolo all’intera filiera alimen-
tare globale fino al consumo in-
dividuale, si arriva al 30% delle
emissioni antropogeniche di gas
serra. Una quantità enorme, che
include l’intollerabile spreco del
30% del cibo prodotto
in un mondo dove 821
milioni di persone
soffrono ancora di de-
nutrizione.La nostra
dieta incide sul clima:
un eccessivo consu-
mo di carne, soprat-
tutto bovina,aumen-
ta le emissioni di me-
tano e incalza la defo-
restazione tropicale
per coltivare forag-
gio, e la globalizzazio-
ne di produzione e la-
vorazione del cibo ne
aumenta il trasporto
dai quattro angoli del
pianeta.
I circa 5,3 milioni di
chilometri quadrati di

terrenoagricolo mondiale, cor-
rispondenti alla superficie
d e ll ’Europa continentale, ri-
chiedono crescenti apporti di
fertilizzanti e fitofarmaci di sin-
tesi,e si appropriano del 70%
de ll ’acqua dolce utilizzata
dall’umanità. Una pressione sen-
za precedenti nella storia, che
minaccia il clima, la salute uma-
nae la biodiversità, soggetta or-
mai alla sesta estinzione di mas-
sa. D’altra parte, se il settore a-
groalimentare è pesantemente
responsabile del riscaldamento
globale, gli stessi fenomeni cli-
matici estremi impatteranno
proprio sulla produzione di cibo.
Siccità, temperature troppo ele-
vate, precipitazioni alluvionali,
tempeste, incendi, diffusione di
parassiti, aumento del livello dei
mari per la fusione dei ghiacci
polari con sommersione di zone
costiere, saranno causa di una
riduzione della produzione ali-
mentare mentre la popolazione
globale, oggi a quota 7,7 miliardi

di individui vola verso gli 11 mi-
liardi a fine secolo. In questo
quadro già oggi instabile, è ve-
rosimile che aumentino drasti-
camente i movimenti migratori
dai paesi poveri, soprattutto
quelli aridi, più soggetti a care-
stie ingestibili.
Il Mediterraneo e l’Italia sono
molto esposti alla severità del
cambiamento climatico, già oggi
si contano i danni alla nostra a-
gricoltura di qualità, in futuro la
pianura padanapotrebbe inari-
dirsi nei mesi estivi e la viticol-
tura nazionale subire un grave
colpo. I 46 gradi raggiunti a fine
giugno in Provenza hanno dis-
seccato interi vigneti, un antici-
po di quanto nei prossimi anni sa-
rà sempre più frequente. Sono
dati che dovrebbero indurre
qualsiasi governo saggio a occu-
parsi immediatamente di un ar-
ticolato programma di resilien-
za, mitigazione e adattamento a
questi scenari, cherischiano di
mettere in ginocchio le genera-
zioni più giovani. Ma
come tanti altri rap-
porti che la scienza
internazionale ha già
sfornato su questi te-
mi, anche questo fini-
rà in un cassetto.
I nostri parlamen-
tari hanno attribuito
tutto il loro impegno
all’anacronistica per-
forazione di un mas-
siccio alpino, invece
che a elaborare stra-
tegie utili a evitare il
collasso climatico,
ambientale, alimen-
tare e sociale ben in-
quadrato nel rappor-
to delle Nazioni Uni-
te, ma pure dagli stes-

si organi tecnici dello Stato.
Quante volte Ispra, l’Istituto Su-
periore per la Protezione e la Ri-
cerca Ambientale ha ammonito
il governo sul devastante consu-
mo di suolo fertile non rinnova-
bile che deve garantire la sicu-
rezza alimentare al nostro Pae-
se? Eppure vai con lo sblocca
cantieri! Sembra che betoncar ed
escavatori siano l’unico obietti-
vo della nostra economia, ormai
molto simile a colui che sega il ra-
mo sul quale è seduto. Invece di
mettere in atto una politica di ef-
ficienza energetica, riduzione
delle emissioni, agricoltura so-
stenibile, riduzione del consumo
di suolo, protezione del delta del
Po dall’aumento del livello ma-
rino, riparazione degli acque-
dotti colabrodo, temi contenuti
nella Strategia Nazionale diA-
dattamento ai Cambiamenti Cli-
matici da anni depositata al Mi-
nistero dell’Ambiente, noi dob-
biamo assistere a improbabili al-
leanze di destre e sinistre acco-
munate soltanto dalla ripugnan-
te spoliazione del malato termi-
nale: invece di curarlo, gli rubano
più in fretta possibile anelli e
denti d’oro.

CON UNA DESTRA n e g az i o n is t a
che ignora i problemi climatici e
ambientali, una sinistra che si fa
paladina di Greta Thunberg e poi
dà man forte a costruire l’inutile
supertunnel Susa-Saint-Jean-
de-Maurienne che emetterà al-
meno diecimilioni di tonnellate
di Co2 contribuendo ad accele-
rare la catastrofe climatica, e in
mezzo un micropartito verde
che non approfitta di questo in-
credibile momento storico per
riqualificarsi e conquistare i mi-
lioni di italiani che forse lo vote-
rebbero se fosse presentabile. Si
salvini chi può.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

S

ono un’assistente sociale
e lavoro in Emilia Roma-
gna. Come tutti, sono ri-
masta sinceramente ad-
dolorata dalle notizie di
Bibbiano; aspetto che il percorso
giudiziario definisca i confinief-
fettivi di tutta la storia. Tuttavia, il
modo sbagliato con cui parte della
stampa e della politica hanno trat-
tato la vicenda quando ancora le
notizie erano incerte sta avendo
effetti pesanti sul nostro lavoro,
rendendolo ancora più difficile.
Distruggere la fiducia in un intero
sistema partendo da un caso spe-
cifico va solo a scapito delle per-
sone più fragili, che nei servizi tro-
vano l’ultimo baluardo di tutela.

NOI ASSISTENTI SOCIALI fa cc ia-
mo un lavoro di frontiera:tutto
quello che la società rimuove, che
“scarta”, le sofferenze prodotte da
un sistema basato sul culto sfrena-
to del sé e sulla ricerca ossessiva
del profitto si scaricano sui servizi
sociali. Nessuno racconta l’impat -
to umano di tutto questo sui lavo-
ratori: il dolore, il limite, il senso di
impotenza, la fatica. Ci assumiamo
responsabilità pesanti, di cui por-
tiamo il peso anche fuori dall’ora -
rio di lavoro. Le valutazioni sono
difficilissime: dobbiamo prendere
decisioni disponendo di informa-
zioni imperfette; e aggiustare con-

tinuamente il percorso. Anche per
questo il nostro lavoro è soggetto a
margini di errore, perché la natura
umana non è una equazione.
Il punto vero su cui dobbiamo

focalizzarci, però, non è l’errore
del singolo assistente sociale –che
va senz’altro analizzato e, ove ne-
cessario, perseguito –, ma se il si-
stema dei servizi sia in grado di ga-
rantire strutturalmente i diritti di

tutte le persone vulnerabili. Se la
risposta è: non abbastanza, come
penso, il passo conseguente non è
smantellarlo ma pensare a come
migliorarlo, rafforzarlo.
I servizi sociali
scoppiano. Ogni
assistente sociale
hadecine di fami-
glie in carico e ha
bisogno di una se-
rie di strumenti
in dis pe nsa bil i,
che spesso non ha:
si pensi al numero
insufficiente di e-
ducatori domici-
liari. Altro punto
che merita una ri-
flessione è la supervisione degli as-
sistenti sociali e la possibilità di ac-
cedere a percorsi gratuiti di sup-
porto psicoterapeutico. A ogni as-
sistente sociale, cioè, dovrebbe es-
sere garantito uno spazio di ascol-

to e di supervisione, dove rielabo-
rare l’impatto spesso pesante delle
esperienze che si raccolgono e rie-
saminare le ipotesi di lavoro, in
modo da ridurre il rischio di bur -
nout, identificazione o onnipoten-
za. Siamo invece lasciati soli.
Il terzo punto riguarda la pre-
venzione. I servizi sociali lavorano
quasi sempre sull’urgenza, quan-
do ormai il danno è fatto ed è molto
difficile da sanare. La quarta rifles-
sione è che sui servizi si scaricano
le mancanze della società in gene-
rale, e degli altri sistemi (educati-
vo, del lavoro, sanitario ecc).

L’ULTIMO PUNTOriguarda la soli-
tudine di tanti, troppi (genitori,
bambini, giovani...). Non è solo un
problema di servizi, ma è proprio il
presidio civile della comunità a es-
sere venuto meno. C’è quindi ne-
cessità di ricostruire unsenso di
comunità, di puntare sulla sicu-
rezza sociale generalizzata che
viene dal sentirci tutti responsabili
degli altri, nessuno escluso.
C’è bisogno che la politica in-
verta la rotta dell’erosione del wel -
fare, che dia l’esempio e cambi lin-
guaggio, costruisca senso di comu-
nità e di responsabilità reciproca,
invece di dividere, escludere e far
valere le legge del più forte, fino al
prossimo scandalo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

FATTI CHIARI

Ma rompere adesso

(anche i cabasisi)

può portargli jella

»PETER GOMEZ

I

l mese di agosto è tradizionalmente
dedicato dagli italiani al riposo. Per-
ché Matteo Salvini abbia voluto
sfrantumare i cabasisidei suoi concitta-
dini con una crisi di governo sotto l’om-
brellone è dunque un miste-
ro.È vero che l’a p p e ti t o
vien mangiando. Che i
sondaggi, al pari dei mo-
jitodel Papetee di Mila-
no Marittima, possono
dare alla testa.E che
quando non c’è amore an-
che le acrobazie erotiche di
un’amante remissiva prima o poi vengo-
no a noia. Ma la storia insegna che non vi
è nulla peggio dei generali, o meglio dei
capitani, che, infilata una vittoria dopo
l’altra, credono di essere invincibili. Per-
ché èquello il momento in cui arriva, i-
naspettata, la sconfitta.

PER QUESTO SOSPETTIAMOche l’idea di
Salvini di aprire la crisi di governo mentre
buona parte degli italiani sono in ferie
possa non portargli bene. La mozione
contro il Tav votata dai 5Stelle non è un
casus belliepocale. Tra i cittadini se ne è
parlato poco, perché poco interessa il tra-
foro sotto la montagna. Molti elettori in
queste settimane hanno avuto anzi la net-
ta percezione che Salvini vestisse i panni
del lupo che accusava l’agnello sacrificale
M5S di intorbidire l’acqua, quando in tut-
ta evidenza il lupo nel ruscello (e non so-
lo) stava sopra con l’agnello sotto.
In ogni democrazia, intendiamoci, le
forze parlamentari hanno tuttoil diritto
di togliere la fiducia a un esecutivo. E se le
elezioni e i sondaggi ti danno il doppio dei
voti rispetto agli avversari è più che logico
che la tentazione di farlo sia fortissima.
Non siamo però sicuri che gli italiani sia-
no così felici di andare alle urne ogni an-
no. Soprattutto se lo si fa per mandare a
casa un premier come Giuseppe Conte,
estremamente popolare, e un governo
che continua ad avere un gradimento al-
tissimo. Il giramento di cabasisiè insom-
ma in agguato. E Salvini farebbe bene a
tenerne conto.
Certo, c’è poi la seconda ipotesi. Che il
leader della Lega sotto sotto tifi per un go-
verno tecnico. Un esecutivo che si inca-
richi di approvare la manovra finanziaria
d’autunno, prima di portare il Paese alle
elezioni in primavera, senza l’approva -
zione del taglio del numero dei parlamen-
tari. Un governo di questo tipo permet-
terebbe a Salvini di fare campagna elet-
torale contro l’Europa, i traditori e i bu-
rocrati.

COSA SAGGIA PER I SUOIavversari sareb-
be quindi tenersene debitamente alla lar-
ga. Lo faranno? Lo speriamo. Anche se te-
miamo che la tentazione di non rinuncia-
re in anticipo a 13 mila euro al mese di sti-
pendio per centinaia di deputati e sena-
tori sarà fortissima. Da questo punto di
vista prepariamoci al peggio.
Ma prima ci dovrà essere il giorno del-
la sfiducia. Una giornata in cui il pre-
mier, immaginiamo, elencherà puntual-
mente le cose fatte, compresi i tantissimi
sì detti alla Lega. Ricordando magari che
un anno e mezzo fa i Cinquestelle e il car-
roccio firmarono un contratto di gover-
nodella durata di cinque anni. Un do-
cumento in cui veniva anche messa nero
su bianco anche la modalità per risolve-
re i punti di disaccordo che inevitabil-
mente sarebbero sorti. Visto come sono
andate le cose, da oggi nemmeno il più
sfegatato fan della Lega può quindi più
sostenere che Salvini sia un uomo di pa-
rola. Perché non rispetta non solo quello
che dice, ma pure quello che scrive. Un
po' come faceva un’altro Matteo quando
su twitter digitava #e n r i c o s t a i s e r e n o.
Sappiamo tutti come è finita.
A Salviniconsigliamo di toccare fer-
ro.
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DAL CASO BIBBIANO

Molti politici e giornalisti

hanno tratto conclusioni

affrettate, demonizzando

l’intera categoria. Ma così

ci rimettono i più fragili
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