Il Fatto Quotidiano - 09.08.2019

(Brent) #1

22 »|IL FATTO QUOTIDIANO |Venerdì 9Agosto 2019


Cultura | Spettacoli | Società | Sport

Secondo Te m p o

I titoli


Più famosi
“C a me re
s eparate”,
“Altri liberti-
n i”e“R i m i n i”


C

»CROCIFISSO DENTELLO

amere separatedi Pier Vit-
torio Tondelli usciva nella
primavera di trent’anni fa,
in quel 1989 che pochi mesi
più tardi vedeva franare il
Muro di Berlino. Lo scritto-
re emiliano, classe 1955, vi-
veva già come se la cortina di
ferro non esistesse, per nul-
la irretito dai dogmatismi i-
deologici del Novecento. E-
ra un uomo libero e vorace.
Certamente di sinistra ma
senza le paranoie ascetiche
dei comunisti. Homme de
lettres finissimo che non di-
sdegnava la promiscuità
pacchiana delle discoteche,
riuscì a coniugare in un sin-
cretismo azzardato le sue
preghiere di cattolico osser-
vante con il canto epico del-
le trasgressioni sessuali.

CONSEGNATI agli archivi gli
anni Settanta e ilclima
plumbeo delle P38, Ton-
delli respirò al Dams di Bo-
logna il debutto del nuovo
decennio, tra il rock de-
menziale degli Skiantos e le
prime tavole di Andrea Pa-
zienza. La parabola
dell’autore di Correggio si
consuma tutta dentro gli
anni Ottanta, attraversati a
bordo della sua Saab verde
lotus e con le amate canzoni
di Madonna e degli Smiths
a far da colonna sonora.
La fortuna di Tondelli
prese il via grazie a un ma-
gistrato bigotto che ordinò il
sequestro per oscenità del
suo esordio. Altri libertini,
pubblicato da Feltrinelli nel
1980, si impone con l’a ur a
mau ditdello scandalo: tra
bestemmie e impudicizie
del parlato vanno in scena
gay, tossici, travestiti,
“scoppiati”di tutte le risme.
A stretto giro arrivarono in
libreria i tormenti senti-
mentali dei mi-
litari di leva di
Pao Paoe il suc-
cesso commer-
ciale targato
Bompiani nel
1985 di R i m in i ,
affresco del di-
vertimento by
night della ri-
viera romagno-
la da cui i Van-
zina avrebbero
voluto trarre u-
na delle loro
commedie.
Alla fine degli
anni Ottanta ec-
co Camere sepa-
rate. Leo, scrit-
tore di succes-
so, si innamoradi Thomas,
musicista tedesco, e subito
lo idealizza come compa-
gno perfetto ma quando la
relazione sprofonda nella
quotidianità Leo si ritrae, ri-
servandosi un amore itine-
rante e a distanza. La rottura
diventa inevitabile e si su-
blima in un dolore senza ri-
torno quando Thomas muo-
re minato da una malattia

TONDELLI Ne l l’ 89 “Camere separate”: il manifesto di un’e p o ca


na narrativa di genere, lon-
tanissimo com’era dal feti-
cismo rivendicativo. La sua
filiazione con i “p ad r i ”era
tutta dentro il perimetro let-
terario. Per questo potrem-
mo dire che con Testori con-
divideva la fede
tormentata del
peccatore reci-
divo, con Arba-
sino la curiosità
mondana per le
fatuità del pre-
sente e con Pa-
solini la volontà
di afferrare la
realtà per rac-
contarla senza
filtri.
L’autore di
Biglietti agli a-
mici può essere
letto come il te-
stimone di
un ’epoca –di
quegli anni Ot-
tanta scanditi
dal potere socialista e dalla
moda, dalle cabine telefo-
niche e dai taxi gialli, dai di-
schi dei Duran Duran e dal-
le imprese di E.T. e di Ram-
bo sul grande schermo –,
ma sarebbe un limite per-
ché la sua eredità più au-
tentica è un’idea di metodo:
l’osservazione senza sno-
bismi della realtà e la disci-
plina di una scrittura che si

lunga e straziante. Leo, alter
ego di Tondelli, è uno scrit-
tore e “scrivere è un eserci-
zio di solitudine”. Questo è il
torto di Leo, questo il suo pe-
daggio di inconciliabilità
con il mondo. L’amore omo-

sessuale è solo il pretesto
drammaturgico di un ro-
manzo centratosul tema
della morte, che mostra in
tutta la sua impossibilità di
redenzione appunto la soli-
tudine di chi subordina l’in -
tera esistenza alla parola
scritta.
Tondelli ha tentato fino
all’ultimo di sottrarsi al pre-
sepe autoghettizzante di u-

invera solo nella fedeltà a se
stessi e agli altri.
Domandiamo a Mario
Fortunato, che ha racconta-
to la sua amicizia con Ton-
delli nel suo Noi tre(in libre-
ria di nuovo a settembre per
Bompiani) quanto pesi an-
cora la mitomania post mor-
temsulla ricezione dell’ope -
ra dello scrittore di Correg-
gio, morto di Aids nel 1991 a
soli 36 anni.Fortunato non
ha dubbi: “Le mode passa-
no. L’unica cosa che conta è
che i libri continuino a dire
quello che devono dire.
Nessuna enfasi o mistifica-
zione potranno mai altera-
re o ridimensionare i testi
di Pier. Il mitoha una sua
incidenza ma senza la qua-
lità letteraria non si va mol-

to lontano. Pier attraversa
le generazioni perché cia-
scuno ci trova sempre una
sua verità esplorata e svi-
scerata con il passo dello
scrittore autentico”.

FORSE IL SEGRETOdi Ton-
delli –se esiste un segreto
per questa sua rara capacità
di sopravvivere inquesto
tempo di fortune effimere –
è, per dirla sempre con Ma-
rio Fortunato, perché negli
anni Ottanta “la giovinezza
sembrava una festa destina-
ta a non finire mai”. E dun-
que l’autore di Un week-end
postmoderno(raccolta di ar-
ticoliche illustrano tutte le
tendenze del suo decennio
d’elezione) si è conquistato
un ritaglio di eternità per-
ché ciascun giovane nelle
sue pagine si imbatte in uno
specchio spietatodei suoi
turbamenti.
Nei dieci anni che la vita
gli ha concesso di dedicarsi
alla letteratura Tondelli ha
saputo seminare nell’imma -
ginario collettivo più di tanti
venerati maestri della no-
stra prosa. Ben altro destino
gliè toccato che essere ri-
cordato, come lamentava in
un accesso di disillusione,
alla stregua di “un minore
padano”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

I ntel let t u a le
cors a ro
Pier Vittorio
Tondelli nac-
que a Correg-
gio, in Emilia,
nel 1955: morì
a soli 36 anni
di Aids C. Pa n ta -
leoni/Centro Pier
Vittorio Tondelli

La musica

anni Ottanta

la suona Pier

il libertino

“Minore


p a d a n o? ”


Con Testo-


ri condivi-


de la fede


tormenta -


ta, con Ar-


basino la


mondani -


tà, con


PPP l’as -


senza


di filtri


Tra arte e trash

Pur autore raffinato, non

rifuggiva le trasgressioni

sessuali e la promiscuità

pacchiana da discoteca

Il mito
affascina ,
ma senza
q u al i t à
le tte ra r i a
non si va
lontano:
lui resiste
al tempo
con il passo
del l o
sc rittore
a ute n t i co
MARIO
FO RT U N ATO

Venerdì 9Agosto 2019 |IL FATTO QUOTIDIANO |SECONDO TEMPO » 23

Il doc degli Obama su Netflix

“American Factory”, l’opera prima
di Barack e Michelle, debutterà il 21
agosto: è la storia della chiusura di
u n’azienda General Motors in Ohio

Dybala: niente Tottenham

La Juventus ha comunicato al club
inglese che non intende più cedere
il calciatore argentino: diritti di
immagine e stipendio gli scogli

Inter, Lukaku ha firmato

L’attaccante belga è ufficialmente
nerazzurro: ha un contratto fino
al 2024 per 8,5 milioni di euro
a stagione, bonus compresi

»GUIDO BIONDI

Q

uando trenta-
due anni fa Pao-
lo Fresu iniziò a
organizzare –
insieme a una
manciata di amici e volonta-
ri –il festival Time In Jazz
non avrebbe mai immagina-
to di arrivare a ospitare i più
grandi artisti internaziona-
le di jazz contemporaneo.
Oggi la manifestazione è u-
nanimemente riconosciuta
come una delle piùautore-
voli e originali, soprattutto
per le location meravigliose
sparse nei dintorni di Ber-
chidda, paese natale del
trombettista.

SUONARE in una piccola
Chiesa, in un piccolo spiazzo
presso un fiume, in un castel-
lo antico e diroccato oppure
in un ex caseificio rende un
concerto unico e irripetibile.
Il pubblico è –per stessa am-
missione dei musicisti –uno
dei più preparati ed esigenti,
ricambiato dalla possibilità di
essere a stretto contatto con
gli artisti. Il Festival, in pro-
gramma sino al 16 agosto, ha
come tema “Nel mezzo del
mezzo”:“La Sardegna è un’i-
sola che sta idealmente tra
l’Europa e l’Africa; una terra
di mezzo in quell’oceano con-

temporaneo che è il Mediter-
raneo”. Alla radice della vo-
lontà di creare il Festival c’è
l’amore viscerale di Fresu per
la sua terra, la voglia di con-
dividere i luoghi e l’ospitalità
degli abitanti di Berchidda.
Per una decina di giorni
tutto il paese simobilita e si
apre al pubblico, offrendo
passaggi in auto ai visitatori
verso le località dell’e n t r o-
terra, spesso raccontando a-
neddoti, diventando guida
turistica, offrendo il pranzo
o la cena. “Una volta una fa-
miglia di musicisti non tro-
vava più suo figlio piccolo, si
stavano preoccupando. Poi
hanno scoperto che stava
giocando con altri due bam-
bini eintanto i loro genitori
gli avevano offerto il pranzo
e la merenda”. È questa –più
di ogni altra –la vera cifra sti-
listica di Time In Jazz, la to-
tale condivisione con gli ar-
tisti e la popolazione per l’i n-
tera giornata.
“La partecipazione dei
berchiddesi è totale e mi ono-
ra –continua Fresu –. La mu-
sica è il volano di condivisio-
ne in un momento in cui si di-
scute di muri. È un luogo co-
mune che il popolo sardo sia
chiuso. Al contrario è troppo
aperto e spesso si chiude per
difendersi. Tutti dalla Sarde-
gna si sono portati via qualco-

sa, ma l’essenziale è che ab-
biano lasciato anche qualco-
sa. Basta vedere il nostro mi-
scuglio di lingue, tra le quali il
catalano. La ricchezza della
Sardegna è nella cultura
dell’incontro. Il nostro popo-
lo ha grande dignità, ti offre
quel molto o quel poco che ha
per raccontare se stesso. E
tutto questo si riflette in Time
in Jazz, lo dico da musicista
che gira i festival nel mondo:
spesso gli artisti mi racconta-
no che non vengono qui per il
denaro ma per i luoghi, il cibo,

il pubblico...E finisce che si
sentono in dovere di dare di
più sul nostro palco per resti-
tuire l’accoglienza”.
Fresu ha scelto di lavorare
a titolo gratuito: “Non ho mai
preso un solo euro per la di-
rezione artistica e l’o r g a n i z-
zazione e nemmeno come
musicista. Metto il mio tem-
po e la mia passione. Non c’è
concerto dove non ci sia io a
dare il buongiorno a tutto il
p u b bl i c o ”. Molto ricco il
programma di quest’a nno
che prevede Ornella Vanoni,

Omar Sosa, Danilo Rea (con
un omaggio a Fabrizio De
André), Nils Petter Molvær,
Jaques Morelenbaum e altri
ancora.

CONTAMINAZIONE è la paro-
la d’ordine, dal jazz alla piz-
zica, alla musica dei balcani,
all’elettronica sino agli ospi-
ti ou t s id e r di quest’a nn o ,
l’orchestra Mirko Casadei.
Chissà se nelle prossime edi-
zioni arriverà anche l’hip
hop del conterraneo Salmo?
“Ci conosciamo e ci stimia-
mo, era venuto al concerto
dopo la grande alluvione per
raccogliere fondi da destina-
re alle scuole dell’isola. Ma-
gari organizzeremo qualco-
sa...Q u e st ’anno c’è l’o rc h e-
stra Casadei. Io sono nato co-
me musicista di liscio, suo-
navo in paese nelle feste di
piazza, nei matrimoni, ai
compleanni: suonavo la loro
musica. Ho conosciuto Mir-
ko e Raoul, musicisti straor-
dinari:hanno una apertura
culturale incredibile, supe-
riore a tanti jazzisti. E si tor-
na al punto di partenza, ov-
vero la fusione di stili musi-
cali ma, soprattutto, di gran-
de umanità tra gli artisti che
vengono in Sardegna: ognu-
no porta via qualcosa ma la-
scia anche una parte di sé”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il barone
ra mpa nte
Paolo Fresu,
t rom b e t t i st a
nonché diret-
tore di “T i me
In Jazz”ne l l a
sua Berchidda,
in Sardegna

IL COLLOQUIO

PAOLO FRESUIl trombettista dirige da trentadue anni

il festival “Time In Jazz”a Berchidda (Ot), suo paese natale

“Sono nato musicista di liscio

Da sardo amo mescolare”

Quali muri?
La nostra
è un’i s ol a
aperta: chi
viene qui
si porta via
qualcosa ,
ma lascia
anche una
parte di sé

»ANDREA SCANZI

D

a sempre incline a
provocazione e iro-
nia, Edoardo Benna-
to torna con un nuovo sin-
golo che poggia proprio su
queste due caratteristiche.
Esce oggi Ho fatto un selfie!,
su tutti gli storedigitali e i ca-
nali streaming. Lo spuntoè
chiaro: gli attacchi ricevuti
dopo che Bennato aveva
“ac c e tt a to ”nel novembre
scorso (dopo un concerto a
Roma) di concedere un sel-
fie a Salvini, suo storico fan
(anche se, come per Gaber e
De André, Salvini è spesso e-
stimatore di artisti geniali di
cui però non ha compreso u-
na beata mazza).

LE POLEMICHE,so pr att ut to
sui social, erano state l’enne -
simo esempio di cloaca a cie-
lo aperto, ormai un classico
dei “d i ba tt i ti ”online dove
tutti sono tifosi di qualcosa e

qualcuno (e dunque non c’è
mai spazio per il dibattito).
Bennato, “complice”anche
la sua presenza a un evento
dei 5 Stelle nel 2014, era così
diventato “il menestrello
del governo xenofobo”. De-
liri talebani cari –da sempre


  • a una certa sinistra, la stes-
    sa che nei Settanta proces-
    sava sul palco i De Gregori e
    i Gaber (e pure i Bennato), e
    poi magari siè ritrovata col
    poster in camera di Casarini

  • o peggio ancora di Renzi.
    E sì che sarebbe bastato
    ascoltare in merito Euge-
    nio Bennato: “Mio fratello è
    una persona ironica che
    può incontrare anche il dia-
    volo che non gli succede
    niente. Rifiutare di farsi u-
    na foto con un fan che ti è
    venuto a trovare in teatro in
    un tuo concerto sarebbe
    stato un gesto discrimina-
    torio ed estremamente vio-
    lento, cosa che non sarebbe
    stata da Edoardo”. Otto me-


si dopo, Edo esce con que-
sto divertissementche toc-
ca un tema cardine per il
rocker napoletano: il confi-
ne sottilissimo tra “buoni”,
o presunti tali, e “cattivi”,o
presunti tali.
La canzone è orecchiabi-
le (in senso buono) e appa-
rentemente facile: potreb-
be dunque avere una sua
fortuna radiofonica, grazie
al testo, i riff di chitarra del
fido Giuseppe Scarpato e
l’immancabile armonica.

La chiave di lettura benna-
tiana è che, al giorno d’oggi,
basti concedere un selfie
(destinato peraltro a resta-
re privato, o almeno lui ave-
va capito così) per ricevere
la scomunica trasversale.
Con buona pace di 40 anni e
piùdi carriera non certo
qualsiasi.

“HO FATTO un selfie con
diavoli e santi”: il singolo
comincia così,e il guaio è
che l’artista non sempre si è

ricordato di chiedere ai fan
il loro nome. Piùancora: i
loro eventuali precedenti
penali. “Con il selfie c’è da
stare attenti/ perché non
sempre lo si può accordare/
senza richiedere i docu-
menti/ voce del verbo di-
scriminare”. Nella seconda
parte del brano, Bennato
confessa quindi i nomi delle
persone inaccettabili con
cui ha fatto una foto: Robert
De Niro e Martin Scorsese,
Ficarra e Picone, Lino Banfi
e Marco Travaglio, Fausto
Bertinottie Graziano Del
Rio, Lilli Gruber e Johnny
Stecchino, Barbara D’Urso,
cinque grillini “e un certo
Salvini, ad un concerto di E-
doardo Bennato”.
Si ride, anzi si sorride. Ma
da ridere c’è sempre meno,
con tutta questa ignoranza
allo stato brado e tutta que-
sta voglia greve di caccia alle
streghe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

FENOMENI Esce oggi il nuovo singolo dell’artista: una risposta ironica alle critiche per la foto col leghista

La selfie-parodia di Bennato su Salvini

ON AIR

Pole m iche
social
Edoardo Ben-
nato travolto
dai soliti “we -
b e t i”per il sel-
fie con Salvini
Ansa

Il singolo

lHo fatto
un selfie!
Edo ardo
B ennato
Da oggi
in tutti gli
store digitali
e i canali
st re a m i ng
Free download pdf