Il Fatto Quotidiano - 09.08.2019

(Brent) #1

8 »CRONACA |IL FATTO QUOTIDIANO |Venerdì 9Agosto 2019


»ILARIA PROIETTI


O


ra la parola spetta al
p le n um del Consi-
glio superiore della
magistratura, che
deciderà dopo la pausa estiva.
Ma pesa come un macigno il
giudizio del ministro della
Giustizia Alfonso Bonafede,
che sul procuratore di Arezzo
è stato chiaro:Roberto Rossi
non può essere confermato
alla guida dell'ufficio giudi-
ziario per una serie di circo-
stanze sufficienti “a far rite-
nere alterata la piena capacità
dell'interessato di continuare
a rivestire l'incarico”.
A causa dell'incarico da lui
mantenuto alla Presidenza
delConsiglio quando era l'u-
nico titolare di un'indagine
che avrebbe potuto coinvol-
gere il papà dell'allora mini-
stro Maria Elena Boschi, fi-
glia dell'ex vicepresidente di
Banca Etruria. “Rilevo l'esi-
stenza di molteplici criticità
con riferimento alla proposta
di conferma nelle funzioni di-
rettive di Rossi. In particola-
re, considero le circostanze di
fatto attinenti, in particolare,
alle modalità di ottenimento
dell ’autorizzazione e alla
prosecuzione dello svolgi-
mento dell’incarico presso il
Dipartimento Affari giuridici
e legislativi della Presidenza
del Consiglio, all’a dozi one
dei provvedimenti di asse-
gnazione delle indagini pena-
li correlate alla Banca popo-
lare dell’Etruria e ad alcuni
profili in ordine alla gestione
di tale ultima attività investi-
ga tiva ”, ha scritto Bonafede
alla Commissione incarichi
direttivi di Palazzo dei Mare-
scialli che si era spaccata sul
caso Rossi. Tra chi era per
prorogare per altri quattro
anni l'incarico ad Arezzo al
magistrato e chi, da subito, si
era opposto. Dopo la missiva
del Guardasigilli solo un con-
sigliere, Marco Mancinetti di
Unicost (la stessa corrente di
Rossi), ha deciso di insistere
per la conferma. Su cui co-
munque si andrà alla conta a
settembre a Palazzo dei Ma-
rescialli.


SAR Àinteressante capire
quale formula verrà usata per
uscire da una vicenda per mol-
ti versi inedita, oltre che, evi-
dentemente, imbarazzante.
La pratica che riguarda il pro-
curatore di Arezzo è stata fi-
nora contraddistinta da una
serie di rinvii e colpi di scena:
l'ultimo è proprio il diniego
del ministro della Giustizia a
seguito del quale, anche i con-
siglieri di Area, il gruppo delle
toghe di sinistra, hanno deciso
di dire no alla sua conferma al
vertice dell'ufficio giudiziario
toscano. Ma a patto che nella
delibera non si faccia riferi-
mento alla vicenda di Banca E-
truria. Che Bonafede invece,


nomina eccome. In uno dei
passaggi più significativi della
lettera inviata al Csm in cui si
sofferma sui dubbi che erano
già emersi, in sede disciplina-
re, sul comportamento del
magistrato, che non si era po-
sto nessun problema a prose-
guire il suo incarico di consu-
lente di Palazzo Chigi nono-
stante i possibili profili di in-
compatibilità con la titolarità
dell’indagine riguardante an-
che papà Boschi. Indagine di
cui peraltro aveva trattenuto
tutte le deleghe. Senza far cen-

no alcuno di queste circostan-
ze al Csm che, nella scorsa
consiliatura, nonostante i
dubbi e il clamore della vicen-
da, lo aveva comunque grazia-
to lasciandolo al suo posto.
Secondo Bonafede “i ndi-
pendentemente dalla valuta-
zione che di queste condotte è
stata fatta in sede disciplinare
eai finidella verifica della
compatibilità ambientale (del
magistrato, ndr), rilevo che ne
resta comun-
que dimo-
strata la pie-
na realtà sto-
rica”. Che è
sufficiente “a
ritener alte-
rata la piena
capacità del-
l 'i nt er es sa to
di continuare
a rivestire l'incaricoin que-
stione, in relazione soprattut-
to all'immagine esterna della
sua indipendenza da impropri
condizionamenti”. Un profilo
espressamente richiesto dal
Testo Unico della dirigenza
giudiziaria per la nomina ma
anche per la conferma dei ma-
gistrati ai vertici degli uffici.

DEL RESTO, ha fatto notare il
ministro della Giustizia alla
commissione del Csm –ne l
provvedimento di archivia-
zione di Roberto Rossi in sede

disciplinare “si fanno notare
l'inopportunità e l'avventa-
tezza delle condotte del magi-
strato”. E pure che l'incarico
di consulenza al Dipartimen-
to per gli affari giuridici e le-
gislativi della Presidenza del
Consiglio fino a tutto il 2015 è
stato svolto mentre “era l'uni-
co titolare di una indagine che
potenzialmente avrebbepo-
tuto coinvolgere un familiare
di un importante esponente
del governo e
che quindi a-
vrebbe potu-
to consigliare
allo stesso
pr ocu rato re
di Arezzo
scelte più ar-
ticolate in or-
dine all'asse-
gnazione dei
fascicoli unitamente alla ri-
nuncia all'incaricoextragiu-
diziario (a Palazzo Chigi, ndr).
O almeno alla comunicazione
al Csm circa la possibile inop-
portunità del medesimo”.
Tanto basta–ha scritto il mi-
nistro –per non poter valutare
positivamente “la capacità e-
spressa dal magistrato nel pri-
mo quadriennio del suo inca-
rico, soprattutto con riguardo
alla credibilità, autorevolezza
e indipendenza del suo profilo
professionale e dirigenziale”.
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Niente conferma

Le toghe di sinistra

d’accordo ma tenendo

fuori la Banca

(che il ministro cita)

St roncato
Il Guardasigil-
li Bonafede ha
criticato dura-
mente l’op e -
rato del pro-
curatore di A-
rezzo Roberto
Ros s i La Pre ss e

GI UST I Z I A

Bonafede: “Via Rossi da Arezzo,

immagine alterata su Etruria”

Le motivazioni del parere negativo sul procuratore capo che indagava sul pad re

della Boschi ed era consulente del governo: “Condotte inopportune e avventate”

La scheda

nIL CSM
deciderà sulla
conferma di
Roberto Rossi:
il procuratore
di Arezzo è
nel mirino per
la consulenza
a Palazzo
Chigi quando
g u i d ava
l’indagine su
Banca Etruria
che avrebbe
p o t u to
co i nvo l ge re
il papà
d e l l ' a l l o ra
m i n i s t ra
Boschi

NUOVA FINE PENA: 2027


Sbagliati i calcoli,


ritorna in carcere


il boss Paviglianiti


q

LA LIBERTÀ del boss è durata meno
di 48 ore. Domenico Paviglianiti,
58enne, uno dei capi storici della’n d ra n -
gheta reggina, uscito dal carcere di Novara
lunedì per un guazzabuglio giudiziario, è
stato ripreso ieri dai carabinieri con un in-
tervento svolto in collaborazione con la po-
lizia. “Vistate sbagliando –ha detto–per-
ché io peri giudici sono un uomo libero: ci

sono calcoli precisi che mi danno ragione”.
Il “boss dei boss”, come lo chiamavano le
cronache degli anni Ottanta e Novanta, era
così sicuro di sé che non si era ancora mosso
da un bed&breakfast a Torino. Fino a lunedì
scorso Paviglianiti era un ergastolano. Poi
un giudice di Bologna, accogliendo uno dei
ricorsi che gli avvocati difensori non hanno
smesso di inoltrare fin dal 2015, lo ha tra-

sformato in un condannato a trent’anni. Nel
1999 Paviglianiti era stato estradato dalla
Spagna (fu catturato tre anni prima): le au-
torità iberiche aveva dato il via libera a con-
dizione che l’uomo non fosse sottoposto a
una “carcerazione a vita”. Romadovette
fornire una serie di garanzie. Secondo gli ul-
timi calcoli il fine pena è nel 2027. Così è
scattato il nuovo arresto.

ROMA Il Campidoglio cambia dopo 70 anni

Panni stesi, piazze e fontane:

polemiche sul nuovo regolamento

q

È CAOS per le nuove parole d’ordine diRoma Capitale: de-
coro, sicurezza e legalità. Multe ma anche daspo urbano pur
di far applicare alla lettera il nuovo regolamento di Polizia urbana.
Sulla carta una rivoluzione, soprattutto di mentalità rispetto alle
abitudini degli ultimi 70 anni quando venne approvato l’ultimo
provvedimento. Cittadini e turi-
sti di Roma ora dovranno fare
attenzione ai rumori molesti
degli allarmi di casa ma anche ai
panni stesi sui balconi: se visibili
dalla strada o dalle piazze si ri-
schiano fino a 100 eurodi san-
zione, prevista anche in caso di
gocciolamento sui marciapiedi
causato dall'annaffiatura dei
vasi. Gli antifurti dovranno ave-
re un “dispositivo temporizza-
tore che ne limiti il tempo di e-
missione sonora ad un massi-
mo di cinque minuti complessi-
vi”. Oltreal divieto di sedersi sulla scalinata di Trinità dei Monti a
rischio multa anche abbeverarsi ai nasoni, le antiche fontane della
Capitale, meglio portarsi un bicchiere. Proprietari e inquilini do-
vranno occuparsi di tenere puliti e sgombri i marciapiedi, in cor-
rispondenza degli accessi. Infine servizi di nettezza urbana, carico
e scarico merci più silenziosi per non disturbare il riposo notturno.
Vigili urbani dell'Urbe sempre più sceriffi.
E. R.

Venerdì 9Agosto 2019 |IL FATTO QUOTIDIANO |CRONACA » 9

Sergio CostaIl ministro dell’Ambiente: “Bisogna aver peso in Ue e nel Mondo: ci faremo portavoce dell’Africa ”

“Non è un allarme, ma un invito: intervenire”

L’I N T E RV I STA

»VIRGINIA DELLA SALA

Q

uesto rapporto è la con-
ferma di quanto certifica-
to a ottobre: il cambiamento
climatico non sta per arrivare,
ci siamo pienamente dentro”.
Sergio Costa è ministro
dell’Ambiente. Nel caos di go-
verno, resta concentrato su
quella che considera la sua
missione: portare le istanze
dell’ambiente e della sua tute-
la a livelli istituzionali e deci-
sionali europei e globali anche
partendo dalle segnalazioni
del rapporto sul “C a m bi a-
mento climatico e territorio”
diffuso ieri dal comitato scien-
tifico dell’Onu sul clima.
Ministro, cosa pensa del
rappor to?
Mi piace una cosa in partico-
lare di questo lavoro: non è un
allarme, ma un invito. Visto
che ormai siamo dentro al
cambiamento climatico e non
lo si può più evitare, mostra la
strada e i punti di intervento:

lungo periodo, al cambia-
mento del paradigma produt-
tivo. La mitigazione sola non
sarà sufficiente. Anche per-
ché a pagarne le spese siamo
noi, oggi e nelle future gene-
razioni: non mi stancherò mai
di ripetere che se il pianeta
può fare a meno dell’essere u-
mano, l’essere umano non
può fare a meno del pianeta. E
se siamo stati noi a creare il co-
siddettoantropocene, allora
possiamo intervenire per
cambiarlo. Certo, non è come
accendere e spegnere la luce,
ma se non si inizia a orientare
il sistema, non si arriverà mai
a risolvere quello che gli
scienziati definiscono ormai
come “il”problema del Piane-
ta, non come “un”problema.
Il rapporto evidenzia proble-
mi che però hanno bisogno di
soluzioni a livello planeta-
rio: come si può gestire?
Si deve agire sui diversi livelli:
nel proprio Paese, con leggi,
regole e norme a favore

dell ’ambiente, della transi-
zione energetica, dell’e c o n o-
mia circolare. Poi c’è l’i m p e-
gno internazionale, nel no-
stro caso in Europa, dove è im-
portante conquistare autore-
volezza ma anche farsi riferi-
mento del cambiamento tra-
mite alleanze con gli altri Pae-
si. Bisogna diventare un cen-
tro gravitazionale, lo stiamo
facendo con Francia, Spagna
e Gran Bretagna anche grazie
al peso che abbiamo
E a livello globale?
A livello planetario ci sono
tutti i percorsi delCl i m a t e
C h a n g e, dove vige lo stesso
principio ma dove, ad esem-
pio, Usa, Cina e India hanno
un peso maggiore rispetto
a ll ’Europa. In quel caso, per
un Paese come l’Italia, diven-
ta importante avere un ruolo
di dialogatore, soprattutto
per la possibilità di interagire
con tutti, dalla Russia alla Ci-
na agli Usa. Non è un elemen-
to di poco conto. È poi neces-

sario stimolare dibattito e in-
novazione, offrire soluzioni.
L’Italia ha presentato un pro-
getto di digitalizzazione del
sistema di gestione elettrica
nei paesi in via di sviluppo e
sviluppati, sarà al centro del
prossimo tavolo: una innova-
zione ampiamente condivisa
e checi mette in posizione di
leadership. E che ci permette
di dire agli altri: ‘E voi, cosa
proponete’?
C’è poi il problema dei paesi
più poveri che stanno suben-
do la crisi climatica più degli
altri.
I Paesi più sviluppati devono
farsi loro portavoce. Prima
della Cop 26, ad esempio,
sempre in Italia ci sarà una
Cop dei Paesi africani che so-
no i più fragili. L’Italia si as-
sicurerà di portare le posizio-
ni dell’Africa, il continente
con la più vasta biodiversità
del mondo:se la si perde, ab-
biamo perso la battaglia ai
cambiamenti climatici.

Il generale
Il ministro Co-
sta. Da genera-
le dei Carabi-
nieri ha lottato
contro la Terra
dei fuochiAnsa

sulle attività agricole, il con-
sumo del suolo, le migrazioni,
il consumo dell’acqua. Ci dice
che dobbiamo muoverci subi-
to perché non tutto è irrecu-
perabile.
Da dove bisogna partire per
salvare il pianeta?
Servono politiche di mitiga-
zione immediate. Questo sa-
rebbe già un ottimo punto di
partenza per lavorare poi, sul

»ELISABETTA AMBROSI

A

umento della deser-
tificazione, diminu-
zione della produ-
zione agricola e della
qualità di alcune colture (co-
meil grano), aumento dei
prezzi del 23 per cento, mag-
giore rischio incendi, incre-
mento delle migrazioni, ge-
nerale messa a repentaglio
della sicurezza alimentare:
questo è il quadro delle ten-
denze per i prossimi decenni
che emerge dal Rapporto spe-
ciale sui cambiamenti clima-
tici, desertificazione, degra-
do del suolo, gestione soste-
nibile del territorio, sicurez-
za alimentare e flussi dei gas a
effetto serra negli ecosistemi
terrestri dell’Inte rgove rna-
mental panel on climate
change (Ipcc) l’organo scien-
tifico dell’Onu che si occupa
di cambiamenti climatici.

IL RAPPORTO,presentato ieri
a Ginevra in conferenza stam-
pa mondiale e destinato a le-
gislatori e politici, è stato sti-
lato da 107 scienziati, il 53 per
cento dei quali provenienti
dai paesi in viadi sviluppo–
quelli che subiranno i peggio-
ri effetti dei cambiamenti cli-
matici, ma anche il Mediter-
raneo è coinvolto –e basato su
più di 7 mila articoli scienti-
fici. Il circolo vizioso che pro-
voca fame e migrazioni è sem-
pre lo stesso: su un problema
di iper sfruttamento del terri-
torio da parte dell’uomo –ben
70% quello che ha subito im-
patti, con un aumentodella

superficie sfruttata dagli anni
sessanta pari a 5,3 milioni di
chilometri quadrati - si som-
mano gli effetti dirompenti
dei cambiamenti climatici,
come l’intensità dei fenomeni
atmosferici, inondazioni, au-
mento delle ondate di calore e
della siccità, innalzamento
del livello del mare, una nuova
distribuzione di parassiti e
patologie. “Il ruolo del settore
agroforestale in questo qua-
dro è fondamentale”, afferma
Lucia Perugini, ricercatrice
del Centro euro Mediterra-

neo sui cambiamenti climati-
ci (Cmcc) ed espertadel set-
tore. “Da un lato - spiega Pe-
rugini - rappresenta una solu-
zione, poiché assorbe C02,
dall’altro un problema, nella
misura in cui la deforestazio-
ne, l’uso di fertilizzanti e so-
prattutto gli allevamenti pe-
sano sulle emissioni, per il 23
per cento”.

LE SOLUZIONIci sarebbero,
alcune delle quali a portata di
mano: in primo luogo, e il Rap-
porto parla chiaro, pur nel ri-

spetto delle diverse culture ed
esigenze alimentari dei paesi,
una drastica riduzione del
consumo di carne e latticini,
visto che la filiera alimentare
contribuisce fino al 37 per
cento delle emissioni soprat-
tutto a causa della produzione
zootecnica. “Una transizione
verso diete più sane - sottoli-
nea Perugini - porterebbe a u-
na riduzione delle emissioni
pari a quelle generate dalla
deforestazione mondiale. Vi-
ceversa se non riduciamo il
consumo di carne e mi riferi-
sco soprattutto a paesi come
gli Stati Uniti, non potremo
contenere l’aumento della
temperatura”. Ma anche l’eli -
minazione dello spreco ali-
mentare equivarrebbe al ta-
glio del 10 per cento dellee-
missioni. Altre misure possi-
bili sono l’attuazione di ge-
stioni agricole a basse emis-
sioni che aumentino l’assor -
bimento del carbonio dei suo-
li, la protezione degli ecosi-
stemi terrestri come le fore-
ste, ma anche azioni di rimbo-
schimenti in aree degradate e
protezione dagli incendi. Un
punto delicato e controverso
del rapporto riguarda però il
rimboschimento ai fini della
produzione di bioenergia.
“La coperta è corta, o usi la
terra per fare cibo o per fare
energia, che andrebbe pro-

dotta senza intaccare le esi-
genze alimentari”argomenta
Riccardo Valentini, scienzia-
to del Cmcc e unico italiano
autore del Rapporto Ipcc.
“Tuttavia - dice ancora Valen-
tini - il rapporto spiega che la
terra, da un lato minacciata,

può essere anche una soluzio-
ne. Ovviamente dobbiamo
cambiare paradigma, nonè
possibile che nel mondo ab-
biamo persone che muoiono
di fame ma anche 1,4 miliardi
di obesi malati e poi bisogna
cominciare a pensare che
quello che mettiamo nel piat-
to è diretto responsabile delle
crisi climatiche. Purtroppo
gli stili di vita sono radicati,
ecco perché la nostra speran-
za di cambiamento sta nelle
giovani generazioni”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

IL RAPPORTO

Onu: l’emergenza climatica

provoca fame e migrazioni

Ghiaccio bollenteContro il surriscaldamento servono agricoltura

sostenibile, più foreste ma anche riduzione dello spreco di cibo

Paesi in via
di sviluppo
Meno terre ai
contadini, so-
prattutto in
Africa, Medio
O r ie nte
e Asia

Dobbiamo cambiare

p a ra d i g m a
nello sfruttamento

e la gestione dei suoli,

la speranza sta nelle

giovani generazioni

La Cop 26
si svolgerà
in Italia,
ma prima
a v re m o
la Cop
dei Paesi
africani:
la loro
b i o d i ve rs i t à
va protetta

I TERMINI PER LE DOMANDE

Truffati dalle banche,

Tria firma l’ultimo

decreto per i rimborsi

q

IL MINISTROdell’Economia, Gio-
vanni Tria, ha firmato il decreto mi-
nisteriale che fissa i termini per la presen-
tazione delle istanze di indennizzo al Fondo
indennizzo risparmiatori previsto dalla
Legge di Bilancio 2019 con una dotazione
complessiva di 1,5 miliardi. È, spiega il mi-
nistero, “il terzo ed ultimo decreto attuativo
relativo al Fondo per gli indennizzi ai rispar-

miatori che hanno subito un pregiudizio in-
giusto da parte di banche e loro controlla-
te". “Per consentire l’erogazione delle pre-
stazioni del Fir", spiega il ministero,“le do-
mande devono essere inviate entro i cen-
tottanta giorni che decorrono dal giorno
successivo alla pubblicazione in Gazzetta
Ufficiale del decreto". Il decreto sarà ora
sottoposto alla registrazione da parte della

Corte dei Conti. Intanto la Banca popolare di
Sondrio ha ceduto un portafoglio di crediti
deteriorati classificati a sofferenza per un
ammontare di circa un miliardo al lordo del-
le rettifiche di valore. Lo rende noto un co-
municato della banca nel giorno dell’a p p ro -
vazione della semestrale. L’obiettivo entro
il 2022 è di abbattere il livello attuale di Npl
ratio lordo, portandolo intorno all’8%.

La scheda

nL’I P CC
è l’o rga n o
s c i e n t i f i co
dell’Onu che
si occupa
degli effetti
dei
cambiamenti
climatici sui
va r i
e co s i s te m i

nI DATI
presentati ieri
a Parigi sono
stati elaborati
da 107
scienziati, in
gran parte
p rove n i e n t i
dai paesi in
via di sviluppo
m a g g i o r m e n te
colpiti dai
disastri del
nuovo clima
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