Corriere della Sera - 20.08.2019

(C. Jardin) #1


12 Martedì20Agosto2019CorrieredellaSera


Esteri


MerkelrassicuraOrbán


IncarichiinEuropa


periPaesidiVisegrad


Insiemeperricordarel’«inizio»dellacadutadelMuro


DALLANOSTRAINVIATA


BERLINO«Sopron è un esempio
di quanto noi europei possia-
mootteneresedifendiamo
coraggiosamenteinostriva-
lori indivisibili. Dobbiamo es-
sereconsapevoli che il bene
nazionale dipende sempre
dal benecomune europeo».
C’èunmessaggio per l’oggi
nelle parole pronunciate dalla
cancellieratedescaAngela
Merkel nella chiesa evangeli-
cadi Sopron, inUngheria, do-
veha ricordato,con il premier
magiaroViktor Orbán,i
anni dal «picnic paneuro-
peo». Il 19 agosto1989 l’Un-

gheria aprì per tre ore le fron-
tierecon l’Austria, inteoria
per una scampagnata in no-
me dell’amicizia internazio-
nale. In pratica permettendo a
700 «turisti» della Germania
Est di passareall’Ovest.Un
«evento mondiale»,come l’ha
definitoieri Merkel: il primo
colpo al muroche dividevai
cittadini della Ddr dall’Occi-
dente e che tre mesi dopo sa-
rebbe crollato del tutto.
Orbán ha risposto«levan-
dosi ilcappello, secondo le
leggi dellacavalleria, davanti
alle donne laboriose e di suc-
cesso»ericonoscendo alla
cancelliera «l’apprezzamento

della nazione ungherese»,
per l’impegnoafavoredella
coesione europea.Unaunità
che però—haavvertito—
non deveessereconsiderata
come «completa» macostrui-
ta «diconflitto inconflitto».
Dallo scambio dicortesie
trapelano letensioni, in parti-
colare sulla svolta illiberale di
Orbánelesue posizioni di
chiusura sui migranti. Che
però non hanno loro impedi-
todi trovareunaccordo: gli
eurodeputati ungheresi, in
particolarequelli del partito
di Orbán Fidesz, a luglio han-
novotatolanomina dell’ex
ministra della difesatedesca
Ursulavon der Leyen a presi-
dente della CommissioneUe.
Sul tavolo dell’incontro che ha
seguito lacerimonia, secondo
indiscrezioni raccoltedalla
stampatedesca,c’era anche la
contropartita per il loro soste-
gno: si parla di una «quota di
Visegrad» — iPaesi euroscet-
tici dell’Est — per lacopertura
di importanticariche nell’Ue e
di unvetoalla riconferma di
Frans TimmermansaCom-
missarioUeper loStato di di-
ritto, che piùvolte ha criticato
il governo Orbán.
ElenaTebano
©RIPRODUZIONERISERVATA


Doveiniziòlarivoluzionedel


PICNICPANEUROPEO


Il 19 agosto 1989, trent’anni fa, vicino a Sopron, alla
frontiera traUngheria e Austria,cominciò acadere la
Cortina diferro. Nellafotovediamo un’immagine di allora:
le guardie ungheresi aprono icancelli e lasciano passare
700 cittadini della Germania dell’Est dopo ilcosiddetto
«Picnic pan europeo», dimostrazione pacifica che segnò la
volontà di Budapest di abbattere le postazioni diconfine e
permettere il libero passaggio tra l’Europa dell’Est e
dell’Ovest. Tre mesi più tardi, crollò il Muro di Berlino

L’inizio della finePoliziotti ungheresi aprono i cancelli al confine con l’Austria


Stretta di mano
La cancelliera tedesca Angela
Merkel e il primo ministro
ungherese Viktor Orbán a Sopron
(Epa/Szilard Koszticsak)

Alleanze riviste


diIanBremmer


L’AmericaFirstdiTrump èisolata?


Nonhamaiavutotanti«amici»


DaBolsonaroaModi,metàdeileaderdelG20èconilpresidente


È


opinione diffusa, tra
gli analisti più quota-
ti, che l’approccio di
Donald Trump in
materia di politica
estera, in lineacon il suo pro-
gramma «AmericaFirst» —
vale a dire un approccio unila-
terale, mercanteggiantee
sprezzante della storia — ab-
biacontribuitoaisolaregli
StatiUniti dalresto del mon-
docome non era mai accadu-
tofino ad ora.
Tuttavia, osserviamo che
mentreicontinui attacchi di
Trumpcontroivalori occi-
dentali, traiquali lo statodi
dirittoelalibertà di espres-
sione, hanno indubbiamente
logoratoilegamiconipart-
ner tradizionali,come Cana-
da, Germania e Francia, la sua
strategia «AmericaFirst» ha
assicurato agliStatiUniti una
nuovacategoria di alleati. Di-
fatti, quasi la metà deicapi di
Stato del G20 oggi preferisco-
no di gran lunga Trump al suo
predecessore Obama.
In Brasile, il presidenteJair
Bolsonaroèstatosopranno-
minatoil«Trump dei tropi-
ci»,eilpalese disprezzoma-
nifestatoper lacorrettezza
politica fa a garacon le posi-
zioni di Trump. Allo stesso
modo, ci sono altricapi diSta-
tomondiali che in materia di
migrazione si misuranocon
laretoricadiTrump,come
Matteo Salvini della Lega. Sia
Salvini che Bolsonarosono
stati eletti altermine dicam-
pagne improntate allo stile di
Trump. Scott Morrison sarà il
primo premier australiano,
dal lontano 2006, ad essere
onoratodaunpresidente
americanocon un ricevimen-
todiStato.
Ben risapute sono le affini-
tà fra Trump e il principe sau-
dita Mohamed bin Salman, e i
rapporti tra i sauditi e l’ammi-
nistrazioneTrump sono infi-
nitamentemigliori di quelli

intercorsicon Obama.
Trump gode di rapporti
personali moltocalorosicon
Narendra Modi e nessun altro
leader mondiale sièmai di-
mostratoabile quantoilpri-
mo ministroindiano nello
sfruttare al massimo la politi-
cadivisiva del «noicontro lo-
ro» per portare acasa vittorie
politiche.
Mauricio Macri, in Argenti-
na,vanta un’amicizia perso-
nalecon Trump,costruita su-

gli affari e sul golf, che prece-
de addirittura la loro nomina
al governo dei rispettiviPaesi.
Altrettantodicasi del primo
ministrobritanniconuovodi
zecca,BorisJohnson. Trump
lo ha gratificatocon il massi-
mocomplimento, definendo-
lo «il Trump britannico». Non
occorre sprecare altro inchio-
strosullarealeeprofonda
simpatia che Trump nutre
verso il presidenterusso Vla-
dimir Putin, un sentimento

ricambiato, anche se la diffi-
denzabipartisan cheregna a
Washington neiconfronti di
Putin fa sì che lerelazioni
Usa-Russia siano stateper il
momentocongelate.Stessa
storiacon il presidente turco,
Recep Tayyip Erdogan.
Ci troviamo davantiaun
grandecast di attori politici,
ciascuno dei quali, haisuoi
buoni motivi per preferire
Trump. Ma, facendo un passo
indietro, si possono identifi-

caredue distintetendenze
checaratterizzano le attrattive
di Trump agli occhi di molti
leader mondiali. Questesi
concretizzano, per iPaesi de-
mocratici, nel populismo di
Trump e nella suacapacità di
raggiungerequegli elettori
che per troppotempo si sono
sentitiemarginati; periregi-
mi autoritari, nell’approccio
commerciale di Trump e nella
sua indifferenza davanti alle
violazioni dei diritti umani, se
vannoaintralciarelerealtà
della politica.
Èimportanteinoltretener
conto di quei leader mondiali
che avrebbero tutte le ragioni
per essereinbuoni rapporti
con Trump, ma non lo sono. Il
presidente cinese Xi Jinping si
aspettava di poter lavorare se-
renamentecon Trump, l’uo-
mo d’affari,per stringeregli
accordi piùvantaggiosi per il
proprioPaeseealcontempo
gratificare lacontroparte nel-
la suafortuna personale e po-
litica. E invece Xi Jinping si ri-
trova bersaglio di una politica

americana moltoaggressiva
neiconfronti della Cina. Allo
stesso modo, il leader giappo-
nese Shinzo Abe non sa spie-
garsicome mai, dopo tre anni
di aperte sollecitazioni e blan-
dizie di ogni genere avanzate
dal leader di un paese demo-
craticoavanzato, Trump non
abbiaancora adottatonessu-
na misuraafavoredel Giap-
pone.
Chiunque seguirà Trump
alla Casa Bianca, che sia nel
2020 o nel 2024, dovrà affron-
tare una nuovaschiera di alle-
ati e avversari dell’America. La
sua abilità nel navigare queste
nuoverottediplomatiche de-
terminerà il successo della
sua presidenza, da un lato, e
dall’altro sottoporrà Trump al
giudizio della storia.
(TraduzionediRitaBal-
dassarre)
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I Paesidel G
che hanno
ottimi rapporti
con Donald
Trump e lo
preferiscono
di gran lunga
al suo
predecessore
Barack Obama

Fan di Donald


Jair BolsonaroIl presidente brasiliano è
soprannominato il «Trump dei Tropici»

Mauricio MacriIl presidente argentino
vanta un’amicizia personale con Trump

Mohamed bin SalmanIl principe saudita
ha molte affinità con ilcommander in chief

Scott MorrisonIl premier australiano sarà
onorato con un ricevimento di Stato in Usa

Boris JohnsonThe Donald ha definito
il neo premier «il Trump britannico»

Narendra ModiIl premier indiano ha
sfruttato la politica del «noi contro loro»

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