Corriere della Sera - 20.08.2019

(C. Jardin) #1


22 Martedì20Agosto2019CorrieredellaSera


InTrentino
ApiedinudinelparcodelloStelvio

Si chiama «park therapy». Allevia dolori alla schie-
na, diminuisce lo stress, migliora la circolazione
sanguigna. Un percorso, rigorosamente a piedi,
sarà attivato il 31 agostoa Coler, inVal diRabbi, nel
Parco Nazionale delloStelvioTrentino: sicalpesta-
no pietre di fiume levigate, muschio ed erba, pigne
secche, tronchi. Infine, sicammina in un ruscello.

BrindisiRenzo Rosso, 63 anni, con il primogenito Andrea, 41, fanno un brindisi nel quartier generale di Breganze. Il patron di Diesel ha altri sei figli


H

anno gli stessi occhi azzurri, ma uno ha i
capelliel’altrono. «Io questacosa della
genetica non l’ho maicapita...», dicecon
fintosconfortoilf iglio, berrettomilitare
in testa (non del suo marchio MYAR),
mentreguardairicci disordinati del pa-
dre. Siedono uno accantoall’altro, nel
quartier generale dell’impresa di famiglia
aBreganze, nel Vicentino, davantiauna
bottiglia diRosso diRosso del 2012, Caber-
net e Merlot premiatocon 94 punti daRo-
bertParker, l’Avvocatodel vino. Pranzo
sempliceesaporito: insalata all’inizio,
pollo aiferri per il più giovane, branzino
alla piastra per il più anziano, anguria alla
fine. Non sembrano il direttore creativo di
tutte le licenze Diesel e il patron dell’azien-
da con 6.500 dipendenti nel mondo e un
fatturato da un miliardo e mezzo di euro,
ma esattamente quello che sono: il primo-
genito e il suo papà.
CominciaRenzo Rosso, 63 anni e sette
figli (Andrea,Stefano, Alessia, Luna, Asia,
IndiaeSydne): «Ricordo quandoènato,
all’ospedale di Dolo. Lo aspettavamo da tre
giorni. Erosedutofuori dalla sala parto
che leggevo laGazzettadelloSport, quan-
do mi accorgo della data: 22/11/77. Ho
pensato: che bello se nascesse oggi. Dieci
minuti dopo, alle 21.20, è arrivato lui. Era
pazzescamentebello, dopo ha peggiora-
to...», racconta scherzando, visibilmente
orgoglioso.
AndreaRosso prosegueconilsuo pri-
mo ricordo di bambino. «Non ci ha mai
permesso di imparareanuotarecon i
braccioli, ci buttava direttamente in pisci-
na. Mi è rimasto dentro l’odore del cloro.
Lo stessovale per iltennis o per tutto ilre-
sto: si imparava facendo». ERenzo: «Si so-
no vendicati per il mio cinquantesimo
compleanno, quando lui, il fratelloStefa-
no elasorella Alessia mi hanno bendato
fino a una pista, dove ci aspettavano quat-
troparacaduti: sono dovutosaltareper
primo, perché mi sentounleader,epoi
non potevo tirarmi indietro...». Andrea ri-
cord a anche quellavolta che i figli propo-
sero al padre di insegnargli a fare snowbo-
ard: «Noi non avevamo la patente, aveva-
mo bisogno di lui per arrivareinmonta-
gna. Una volta su, lo lasciammo in cima, e
ci raggiunse dopo bestemmiando!».
I momenti belli, in effetti, non siconta-
no. Ancora il figlio: «I viaggi, tutti. Ma an-
che le partite dicalcio, segnare un goal di
testa dopo che tuo padre ti ha fatto cross».
E le finali del Milan: «Ad Atene quando ab-
biamo vinto la Champions, a Viennacon-

tro il Benfica e tutto lo stadio checantava
Volare, ho ancora i brividi...Avevamo fatto
il viaggio ascoltando gli U2».Eilpadre:
«La più brutta fu a Istanbul, quando per-
demmo ai rigori».
Sul lavoro, Andrea ammette di non aver
avutosemprefiducia nelle intuizioni del
patron. «Sui passeggini Bugaboo, per
esempio, ci credevozero. Non riuscivo ad

associarel’idea della protezione di un
bambino agli elementirock, militaree
jeans del nostromarchio. Dovemmo
smontareogni pezzodazeroeinvec eè
stato un successo: in tre anni ne sono stati
venduti sedicimila». Laverità è che ammi-
ra in modototale il padreimprenditore:
«Vorrei avere il suocoraggio. Io devo sem-
pre pensare moltissimo allecose, non rie-

sco a decidere in fretta». E, se possibile, lo
ammira ancora di piùcome uomo: «Mi è
stato sempre vicino, in tutti i momenti dif-
ficili, soprattutto dopo l’incidente».
L’incidente è uncapitolo delicato e do-
loroso. «Era il 14 marzo2009». Di sera
Renzo riceve latelefonata che ogni padre
teme: Andrea in Austria aveva fatto unvolo
di venti metricon lo snowboard, era in ria-
nimazione. «È stato il momento più diffi-
cile della mia vita, in due secondi ho preso
l’elic otte ro, l’aereo ed ero già all’ospedale.
Ho usato tutti i mezzi a mia disposizione
per aiutarlo, anche un po’ dicattiveriae
non mi pento». Quando si è svegliato dal
coma, è stato il padre a raccontare al figlio
cosa era successo. Gli è stato accanto nella
lunga riabilitazione, al lavoroaveva dato
istruzioni precise: chiamatemi solo se
prende fuoco l’azienda. Andrea la racconta
così: «Quando riapri gli occhi evedi i tuoi
genitori al tuocapezzale, quella immagine
ti resta impressa nelcorpo».
OggiRenzo è orgoglioso soprattutto di
unacosa: «Andreaèunragazzoeducato.
Quando mi dicono che è umile, che è una
bella persona, io sonoconfortato, perché
educare è difficile eforse ci sono riuscito».
Iregaliacui tiene di più non si possono
comprare: «Sono le lettere che mi scrivo-
no i miei figli a Natale. Le aspetto sempre,
più di ogni altro dono».
©RIPRODUZIONERISERVATA

PRANZOINFAMIGLIA


«Mibuttòinacqua


senzabraccioli


Insegnatuttocosì»


Andrea,primodeisettefiglidiRenzoRosso:


«Èsemprevicino,misvegliaidalcomaederalì»


L’imprenditore:«ANataleaspettolelorolettere»


dallanostrainviataaVicenza
ElviraSerra

diRobertaScorranese


N


on saranno tutti i «mi
piace» che abbiamo
messo a mancarci, ma
quelli che avremmo potuto
mettere ancora. Su
Instagram,ovvio, dove
prolifera un singolare
fenomeno: la poesia cuorata.
Nel senso di «sentimentale»
e nel senso di «mi piace», i
cuori che mettiamo sotto le
foto. Cuori avalanga: Gio
Evan è diventato uncaso
diplomatico quando Elisa
Isoardi lo ha citato per
cantare l’addio a Matteo
Salvini (con un selfie in

accappatoio bianco). Ma da
anni ilcapelluto poeta
macinafollower, libri e
readingcon versi come
«Sono un po’ piùforte
quando ti metti qui accanto a
me». Non è uncaso isolato.
C’è Francesco Sole, che
fotografa i post-it gialli che
reca no frasi tipo: «Non
visualizzare la mia storia/
vieni a viverlacon me» (il
post haotte nuto 33.714 like).
Ma la poesia cuorata fa un
impercettibile passo avanti
da coglierecon attenzione:
sono tutti uomini che

scrivono frasi paternalistico-
fraternali rivolte alle donne,
del tipo «io ticapisco, tuvali
più di quello che la gente
crede,come me non ti
conosce nessuno». Lorenzo
Ricci, alias Inchiostro
Malleabile, scriveversi
dedicati ciascuno a una
donna diversa. A Sharon, per
esempio, dice: «Splendida,
come late che non ti mostri a
nessuno». @Il_sicomoro è
più spiccio: «Se quando sei in
coppia ti senti sola, statti
sola» (1.089 like). Ecosì via
cuorando,con decine di

profili molto seguiti che
capiscono le donnecome
nessuno mai.Potrebbe
sembrare un curioso
fenomeno social, se non
fosse che un’intera
generazione di donne è
cresciutacon il Vasco che
cantava «E quando guardi
con quegli occhi grandi/
Forse un po’ troppo sinceri,
sinceri/ Sivede quello che
pensi, quello che sogni».
Ragazze, rassegniamoci: per i
poeti siamo e saremo sempre
un libro aperto. Sì, il loro.
©RIPRODUZIONERISERVATA

Social
Il selfie in
accappatoio
di Elisa Isoardi
nel quale la
conduttrice ha
citato Gio Evan
per cantare
l’addio a
Matteo Salvini

#HASHTAG


Lacaricadegliuomini


chesostengono


dicapireledonne


(suisocial,s’intende)


Chiè
●Renzo Rosso
è nato a
Brugine
(Padova) il 15
settembre ‘55.
È fondatore
di Diesel
e presidente
di Otb, Only the
brave,
la holding
che controlla i
marchi di moda
Maison Martin
Margiela,
Marni, Viktor
& Rolf, Diesel
e Staff
International

●Ha 7 figli:
Andrea,
Stefano e
Alessia, nati
dal matrimonio
con Nuccia
Fattoretto;
le gemelle
Asia, Luna e
India, avute con
Erika Merlo;
Sydne, dal-
l’attuale com-
pagna Arianna
Alessi

●Il Gruppo
nel 2018 ha
fatturato 1,5
miliardi di euro

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