la Repubblica - 20.08.2019

(nextflipdebug5) #1

Il bivio: intesa 5S-Pd


o ritorno alle urne


kLa freccia indica in base alla
giornata la probabilità che si vada
o meno a elezioni anticipate

di Goffredo De Marchis

roma — Giuseppe Conte non ha
dubbi. La strada è segnata. Discor-
so oggi pomeriggio al Senato tutto
contro Matteo Salvini verso il qua-
le il premier si dice «avvelenato»;
nessun voto dell’aula dopo le sue
comunicazioni; concluso l’inter-
vento il premier sale al Quirinale
per rimettere il mandato e chiude-
re l’esperienza gialloverde: «Esclu-
do ogni possibile continuità con la
Lega», ha ripetuto ieri ai suoi colla-
boratori. Questa è stata fin dall’ini-
zio la road map immaginata da
Conte e ispirata dai suggerimenti
di Sergio Mattarella. Il travaglio
delle ultime ore su come uscire or-
dinatamente da un’esperienza di
governo ha però coinvolto i rap-
porti tra il presidente del Consi-
glio e il suo partito di riferimento, i
5 stelle. Perché alla pattuglia grilli-
na piacerebbe molto avere una
pausa di riflessione per capire lo
sbocco della crisi. Ma il premier è
stato chiaro: «Niente rinvii per una
questione di dignità personale e
istituzionale».
Cosa farà Conte una volta uscito
da Palazzo Chigi? Non si esclude
che possa rientrarci, con la mag-
gioranza Pd-5stelle. Per questo è
molto importante ascoltare le sue
parole, leggere tra le righe, vedere
fino a dove si spingerà la condan-
na del vicepremier leghista e quali
segnali verranno mandati alla tem-
poranea opposizione. Improvvisa-
mente nel Pd hanno capito che per
avere un governo politico stabile,
in grado di durare, non possono
escludere a priori il Conte bis: uni-
co collante possibile al momento.
Garante di due contratti diversi:
questo è un problema. Operazione
temeraria e dal sapore trasformi-
stico: altro problema. Ma con poco
tempo a disposizione è complica-
to trovare una diversa figura di rife-
rimento, legata al M5s, partito di
maggioranza relativa, e gradita al-
la sinistra. Ci sarebbe Roberto Fi-
co, ma il presidente della Camera
avrebbe fatto trapelare i suoi dub-
bi. E metterebbe in crisi la leader-
ship di Luigi Di Maio. Allora, se pri-
ma tra i dem si diceva «non boccia-
mo il Conte bis ma poi non lo la-
sciamo passare», adesso l’ipotesi
non viene più esclusa. Anche per il
Quirinale, di fronte a un patto se-
rio e dettagliato, il ritorno di Conte
non diventerebbe uno scoglio in-
sormontabile.
Si è a lungo ragionato nel Movi-
mento su questi passaggi. Ma lo ha
fatto anche il premier da solo, chie-
dendo a tutti di tenere la bocca cu-
cita sulle sue intenzioni che gioco-
forza s’intrecciano con le sue ambi-
zioni. L’uscita di scena perciò è im-
portante almeno quanto l’entrata.
Vale per tutti i leader, vale anche
per Conte. Soprattutto se l’obietti-
vo è rimanere in campo. Come pre-
mier ancora una volta, come com-
missario europeo indicato dalla
maggioranza rossogialla o come
candidato premier del M5S nel ca-
so di scivolamento verso le elezio-
ni anticipate. Perché sull’esito del-
la crisi le posizioni di Conte e dei

vertici grillini coincidono: o un go-
verno di legislatura con il Pd o il vo-
to. Non ci sono vie di mezzo. Se ne
possono trovare molte per carità,
ma anche il Colle confida in una so-
luzione ordinata, non pasticciata,
che non esponga la presidenza del-
la Repubblica alle accuse di ribal-
tonismo. La democrazia parlamen-
tare va rispettata, così come certe
regole della politica però. Per que-
sto si aspettano prese di posizione
chiare, pubbliche. Il percorso scel-
to da Conte rispetta questi parame-
tri: la crisi viene parlamentarizza-
ta con il suo discorso e nel momen-
to in cui viene sancita la rottura
con l’alleato Salvini è ufficialmen-
te aperta. Non a caso al Quirinale
da ieri stanno già facendo i prepa-
rativi logistici per le consultazioni.
Ricomincia la sfilata appena 445
giorni dopo l’avvio dell’esecutivo
nato dopo quasi 90 giorni di tira e
molla seguito al voto del 4 marzo
2018.
Sicuramente questa crisi non
può durare tre mesi. Anche se c’è
da scrivere un nuovo programma
andrà fatto in fretta perché le sca-
denze della legge di bilancio non
aspettano. Come non aspetta un
eventuale scioglimento delle Ca-
mere che a dispetto dei contatti re-
sta una concreta possibilità.

Conte al Colle
Dopo le sue
comunicazioni in
Senato è previsto che
il presidente del Consiglio
Giuseppe Conte salga al Colle
per consegnare le sue
dimissioni nelle mani del
Presidente della Repubblica
Mattarella. La crisi del governo
gialloverde sarà così
formalmente aperta

1


Non
voto Voto

Salta il taglio
dei parlamentari
Con le dimissioni
del premier salta
di rimando anche il taglio dei
parlamentari, la riforma
costituzionale la cui quarta
votazione era prevista alla
Camera giovedì 22 agosto.
La riforma prevede, dalla
prossima legislatura, 400
deputati e 200 senatori

La bussola
della crisi

Il ritorno
Mattarella potrebbe
decidere di affidare
ancora a Giuseppe
Conte l’incarico esplorativo
per verificare l’esistenza nelle
Camere di una maggioranza
alternativa a quella gialloverde.
Nel caso di sfiducia potrebbe
essere lo stesso Conte, con
nuovi ministri, a portare l’Italia
al voto

hAssemblea del M5s
Luigi Di Maio ha riunito i
parlamentari grillini ieri e la
stragrande maggioranza
dell’assemblea ha decretato la
fine dell’alleanza gialloverde.
«Salvini è disperato», avrebbe
detto il capo politico. Adesso
comincia un percorso per
avviare il dialogo con il Pd.

hDi Maio: “Mai con Renzi”
E qui vengono i nodi al
pettine. Il vicepremier grillino
nega accordi sottobanco con
il Pd e soprattutto di aver
avviato dei contatti con l’ex
premier Matteo Renzi. «È una
bufala messa in giro ad arte».
Questo lascia capire come
l’ipotesi di un’alleanza
rossogialla sia in salita. Rischia
di venire travolta dai veti
incrociati. E dalle vecchie
ruggini che separano il
Movimento 5 Stelle dal Pd.

hComunicazioni di Conte
Il premier Giuseppe Conte
sarà oggi pomeriggio in aula al
Senato per le comunicazioni
sulla crisi politica. Tutti si
aspettano un discorso contro
Salvini e una chiusura netta
sulla possibilità di andare
avanti insieme. Dopo il
discorso Conte rimetterà il
mandato al Quirinale. A quel
punto partirà l’iter delle
consultazioni al Colle dove
saranno ricevute le
delegazioni dei partiti.

hIl Partito democratico
Il Pd si prepara ad affrontare il
cambio di rotta a e a tentare
un’alleanza con il Movimento
5 Stelle. Una posizione unitaria
verrà cercata in direzione che
verrà convocata domani,
dopo che si sarà consumata la
crisi. Nicola Zingaretti resta
fedele alla sua linea. No ad
accordi pasticciati, sì a
un’esplorazione vera su
un’intesa politica, no a un Pd
che si intesta solo la manovra
economica. Altrimenti meglio
il voto anticipato.

L’agenda della crisi


2


Il premier si dimette


Le dimissioni di Conte

“Mai più con la Lega”

Il premier oggi in Senato accuserà Salvini per la crisi e andrà a rimettere il mandato al Quirinale: “Nessun rinvio,


è questione di dignità”. La decisione di non chiedere il voto dell’Aula per evitare il rischio di pasticci istituzionali


Il ruolo di Mattarella
Dopo aver ricevuto le
dimissioni di Conte, il
presidente della
Repubblica inizia le
consultazioni per formare un
nuovo governo. I primi incontri
dovrebbero svolgersi nell’arco
di questa settimana. Ma il
presidente potrebbe anche
decidere di rimandare all’inizio
della prossima

4


Primo piano I giorni della ruspa


REUTERS/REMO CASILLI

Il premier
Giuseppe
Conte, 55 anni,
presidente del
Consiglio dal 1
giugno 2018.
Oggi alle 15
parlerà in
Senato

Stop alla riforma


3


Le consultazioni Un Conte bis?


pagina. 2 Martedì, 20 agosto 2019

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