la Repubblica - 20.08.2019

(nextflipdebug5) #1
Sono un ex (in quanto licenziato)
dipendente della grande distribuzione e
questa testimonianza vuole solo invitare
tutti a una riflessione.
Ho lavorato per 24 anni in uno dei punti
vendita della mia città, accumulando
esperienza nel settore e stima dei tanti
clienti con cui sono venuto a contatto nel
tempo, ma tutto ciò non è servito a evitare
di finire vittima di biechi calcoli
matematici che inducono alcuni datori di
lavoro a tagliare i costi, non distinguendo
più una persona da una presa di corrente
elettrica.
Il gruppo di lavoro di cui ho fatto parte
appartiene agli ex dipendenti di una
società che ha gestito per anni in
Campania un marchio rilevato poi da
un’altra azienda che, trascorso qualche
anno, non ha accettato di rispettare il
contratto di lavoro nazionale fatto di
tredicesima e quattordicesima mensilità,
quattro settimane di ferie l’anno, paga
contrattuale, iscrizione al sindacato e
quant’altro. Fattori che in una qualsiasi
regione del nord Italia sono conquiste
consolidate da decenni.
E allora giù con cinici provvedimenti,
pretestuosi e discutibili, pur di licenziarci
e di sostituirci con personale giovane,
inesperto e pronto ad accettare condizioni
al ribasso pur di lavorare.
Guerra tra poveri e manna per i senza
etica e senza scrupoli. Strategia
imprenditoriale di bassa lega che, dietro
all’abusato scudo della crisi economica,
nasconde in tutta la sua drammaticità lo
sprofondo Sud.
Ecco quindi il cuore del problema: il
nostro è un Paese che viaggia a due

velocità, non soltanto in ambito
economico, ma quanto e soprattutto in
quello sociale e civile. Una deriva a cui
porre rimedio se non vogliamo che i
giovani meridionali continuino a fare le
valigie.
In attesa della politica (chissà se davvero i
politici conoscono certe realtà) e di un
serio lavoro degli organismi di controllo,
bisogna che tutti noi ci svegliamo da
questo torpore fatto di fatalità e di cura
del proprio orticello. Un cambio di passo
necessario perché siamo tutti coinvolti.
Una rivoluzione che venga dal basso, fatta
anche di piccoli gesti quotidiani come
quello della spesa di ogni giorno come, ad
esempio, scegliere negozi il cui titolare
abbia assunto tra il personale anche
soggetti di categorie svantaggiate, o che
una lavoratrice in dolce attesa sia tutelata
e le sia garantito un futuro, di sapere che i
dipendenti abbiano tutti un contratto e
siano considerati risorse e non zavorre,
che quell’azienda sia sensibile all’ambiente
e attenta agli sprechi alimentari. Sarebbe
auspicabile la nascita di agenzie
autorizzate ad assegnare una sorta di
bandiera blu alle imprese virtuose che
abbiano in seno queste prerogative, che
siano “umane”.
Ecco quindi la vera rivoluzione: premiare
imprenditori illuminati ed eticamente
corretti.
Si torni a essere cittadini, prima ancora
che consumatori. E poi, certo, occhio ai
prezzi e all’etichetta per acquisti
consapevoli, ma non basta, c’è l’urgente
bisogno di riportare la persona al centro
di qualsiasi progetto.
Roberto Palazzo

Divisione Stampa NazionaleVIA CRISTOFORO COLOMBO, 90


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Le aziende in crisi
non interessano

Renato Invernizzi

Ogni giorno parlano
sempre solo di immigrati;
bisognerà ricordare anche
le numerose società in
difficoltà, se non in
chiusura, che hanno messo
in cassa integrazione
tante persone e la
mancata apertura di molti
cantieri. Dopo l’ennesimo
aumento del nostro debito
pubblico tutti i
parlamentari dovrebbero
lavorare in modo coeso,
sia nel Senato della
Repubblica che alla
Camera del deputati, per il
bene del popolo sovrano e
per evitare l’uscita
dall’eurogruppo e
l’isolamento della nostra
Penisola.

Si governa coi voti
altro che sondaggi

Delio Lomaglio

Ho sempre pensato che il
peggior nemico di Salvini

fosse Salvini. Quando il
successo arriva in modo
così vistoso e rapido, come
è accaduto per la Lega in
meno di un anno, o si ha la
cultura politica adeguata
di saperlo gestire oppure
lo si perde con la stessa
rapidità con cui si è
conquistato. Proprio come
accade quando si realizza
una vincita milionaria al
superenalotto.
Probabilmente Salvini ha
confuso il suo 38 % dei
sondaggi con il 17% della
sua rappresentanza
parlamentare. Si dà il caso
che in Parlamento le
maggioranze e i governi si
formano con deputati e
senatori e non con le
percentuali di voto
previste dai sondaggi.

Pd-5S, si può fare
basta polemiche

Roberto Carletti

Sinceramente non
capisco tutte queste
polemiche per il possibile
accordo Pd e Movimento
Cinque Stelle quando per
un anno e mezzo hanno

governato due forze
anch’esse completamente
agli opposti uno dall’altra
come Lega e appunto i
5Stelle.
Al governo andavano
bene Salvini
e Di Maio adesso un altro
accordo — particolare —
come tra il Centrosinistra
e Di Maio non si può fare?

Multata sul bus
nell’indifferenza

Alberto Ritieni

Torno sul grottesco
episodio della signora di
Napoli in dolce attesa e
con le doglie multata sul
bus perché senza biglietto.
Mi chiedo più
preoccupato, rispetto alla
grave insensibilità del
controllore o dell’Azienda
di trasporto, ma gli
altri passeggeri cosa
facevano mentre tutto
accadeva? Forse Napoli
si sta adeguando alla
mancanza di solidarietà
che tanto tira a livello
nazionale?
Se fosse così allora siamo
messi proprio male.

CAPOREDATTORI CENTRALE: Valentina Desalvo (responsabile)
Stefania Aloia Alessio Balbi, Andrea Iannuzzi, (vicario)
Laura PerticiGEDI
Gruppo Editoriale S.p.A.PRESIDENTE ONORARIO:
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CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
PRESIDENTE:Marco De Benedetti
VICE PRESIDENTI: Monica MondardiniJohn Elkann,
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CONSIGLIERI: Giacaranda Maria Caracciolo di Agar Brugiavini,
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Rodolfo De Benedetti, Francesco Dini, Silvia Merlo, Elisabetta
Oliveri, Luca Paravicini Crespi, Carlo Perrone, Michael Zaoui
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E SISTEMI INFORMATICI:Pierangelo Calegari
RELAZIONI ESTERNE:Stefano Mignanego
RISORSE UMANE: Roberto Moro

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del 18-12-2018

La tiratura de “la Repubblica”
di lunedì 19 agosto 2019è stata di 240.505 copie
Codice ISSN online 2499-0817

«H


o 51 anni, vivo in una
grande città del Nord,
ho un marito che amo, una bella
casa e un aspetto gradevole. Le
persone che frequento mi dicono
che mi trovano di un’eleganza
naturale e ovviamente ne sono
contenta. Sono a mio agio nei
rapporti sociali, ad ogni livello.
Il problema è che ho costruito un
passato familiare del tutto
fittizio: se capita di parlarne,
dipingo una famiglia borghese
benestante, di persone istruite,
di vacanze e viaggi, con noi figlie
abituate a vedere i genitori
ricevere amici o uscire la sera. La
verità è invece una famiglia
numerosa, un piccolo
appartamento popolare con due
camere per sei persone, con
vecchi mobili di recupero,
le pareti imbrattate di sugo, di
zanzare schiacciate e di
scarabocchi infantili; famiglia
portata avanti da un padre travet,
servile con superiori e colleghi e
spesso iracondo a casa e da una
madre alcolista e distante.
Le scene di violenza erano
frequenti. I miei genitori non
avevano studiato e non avevano
amici, frequentavamo solo i
parenti durante le feste
comandate e poco altro. Noi
bambine vestivamo gli abiti
passati dai nostri cugini, che
avevano maggiori disponibilità
e ci trattavano con disprezzo.
Non avevamo l’abitudine di
lavarci regolarmente e a scuola

ho scoperto che non avevo un
odore gradevole. Il dentista non
era previsto perché troppo
costoso. Sono andata via da casa
molto giovane, per migliorare la
mia vita; ho studiato e ho
lavorato. La prima volta che mi è
stato detto che ero elegante non
ci ho creduto, la consapevolezza,
frenata dalla diffidenza, ha
richiesto tempo. Ma al minimo
calo di umore affiora dentro di
me la bambina che non si lavava e
si vestiva male, che dormiva con
tre sorelle in una camera
piccolissima e che non poteva
invitare a casa nessuno, mia
madre non lo permetteva.
La mia infanzia è ancora dentro
di me; al disagio per aver
nascosto le mie origini, si affianca
il senso di colpa per non aver
accettato la mia famiglia per
come era. I miei genitori, che non
ci sono più, non lo hanno mai
saputo e ho avuto con loro da
adulta un rapporto tutto
sommato sereno e affettuoso. Col
passare del tempo, sempre di più
si fa sentire il peso di questa
finzione, anche se ormai è un
ruolo acquisito».

Licenziato, come tanti altri


ma non siamo numeri


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. Martedì, 20 agosto 2019 Commenti pagina^29

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