la Repubblica - 20.08.2019

(nextflipdebug5) #1
Alessandra Mastronardi, 33 anni,
riporta il madrinato alla Mostra di
Venezia (28 agosto-7 settembre),
dopo due anni di conduzione al
maschile con Alessandro Borghi e
Michele Riondino: «È un
riconoscimento verso attori e attrici
che rappresentano il cinema, è stato
bello e necessario aprire le porte
anche a un padrinato».
Però le donne in concorso restano
sempre due su ventuno.
«Arriverà il momento in cui saranno
metà e metà, sono sicura. Sono lieta
che quest’anno ci sia una presidente,
Lucrecia Martel, non conosciuta dai
più, ma che darà freschezza e
sguardo diverso alla giuria».
Già pensato al discorso alla
cerimonia inaugurale?
«Scritto e riscritto. Non sarà un
discorso politico, ci saranno spunti di
riflessione, ma spero anche di essere
leggera. Venezia è una festa e la mia
sarà una dichiarazione d’amore:

citerò Mastroianni, Vitti, Germi,
Rossellini. Quella è la stagione
cinematografica del mio cuore. Per
me i film dovrebbero essere ancora in
bianco e nero, contenere quella
magia che libera l’immaginazione. Il
cinema oggi è spesso troppo crudo e
simile alla realtà».
I primi ricordi alla Mostra?
«Accompagnavo un film del
fidanzato di 13 anni fa. Arrivai al Lido
come la Caterina del film di Virzì che
si ritrova in una grande città e guarda
tutto dal basso verso l’alto. Un luogo
magico in cui si parlava solo di
cinema».
Quest’anno Venezia celebra “Lo
sceicco bianco” di Fellini che Woody
Allen le fece studiare per “To Rome
with love”.
«Quello di Woody era un omaggio
dichiarato , con Antonio Albanese
star del cinema alla Sordi che
abbindolava la giovane donna che
ero io. Sarò contenta di rivedere Lo
sceicco bianco, avrei voluto anche
vedere il nuovo film di Allen,

purtroppo non c’è».
Gli attori che hanno girato
l’ultimo film con lui ora hanno preso
le distanze. Lei lo avrebbe fatto?
«Io non avrei lasciato Woody Allen da
solo, lo avrei accompagnato in
promozione. Per il semplice motivo
che quando accetti un ruolo entri in
una famiglia in quel momento e hai la
responsabilità di sostenere il film fino
all’arrivo in sala e oltre. Non conosco
le motivazioni dei miei colleghi e non
voglio giudicare, so che è una
questione delicata. Di sicuro andrò a
vedere il film in sala».
Il film con Allen non le ha
cambiato la carriera come sperava...
«Oggi la considero un’esperienza
positiva. Non mi ha rivoluzionato la
carriera, ma mi ha aperto una strada
in America: grazie a Allen e Alec
Baldwin ho un’agenzia lì. Allen è un
maestro d’ironia: un giorno sul set
girò tutta la scena al posto mio e poi
mi disse: “Ecco, io l’ho fatta da dio,
tu cerca di farla più o meno bene”».
Lei ha detto che quando un attore
muore gli aprono la pancia e trovano
i segni dei provini andati male.
«Vuole ripercorrere gli ultimi tredici
anni di cinema italiano? Sono tutti
qui dentro. Tanti progetti, italiani e
stranieri, per cui mi sono impegnata
tanto e sono rimaste ferite aperte».
Una figuraccia divertente?
«Mandai video provini per un film
spagnolo che volevo fare con tutte le
viscere. Ogni battuta perfetta, passai
tutte le selezioni finché, di persona, si
accorsero che avevo imparato a
memoria e non capivo lo spagnolo.
Finì malissimo. Un provino andato
male di cui ho un bel ricordo è quello
di Io e te con Bernardo Bertolucci, un
regista accogliente. Dopo il provino

mi volle incontrare e fu così bello che
andando via sapevo che non avrei
avuto il ruolo, ma ero felice».
Alla Mostra ci sarà Robert
Pattinson che recita in due fim, avete
lavorato in “Life” di Anton Corbijn.
«Come tutti noi ragazzini cresciuti
sul set senza scuola di cinema, Robert
ha il complesso di dover sempre
dimostrare qualcosa. È una persona
buona e molto professionale».
Lei è tra gli attori italiani cercati
anche all’estero.
«Ci provo. Ma non sono l’unica, sono
felice per colleghi come Salvatore
Esposito, che sta per fare una serie
importantissima a New York».
Ha avuto un bel successo con la
sua Francesca, ragazza modenese
nella serie “Master of none”.
«Per la prima volta ho partecipato
alla scrittura della sceneggiatura,
non si può dire ufficialmente per
motivi di diritti, ma è cosi: il
personaggio di Francesca l’ho scritto
io, attingendo alla mia vita, infatti è
quello che mi somiglia di più,
compreso nel sogno appassionato di
“toccare” New York».
La nuova stagione è confermata,

malgrado l’accusa di molestie
di una donna verso Aziz Ansari.
«Ho letto l’intervista fatta
dalla ragazza a suo tempo, mi sembrò
un appuntamento andato male,
onestamente non ci ho visto nessuna
molestia...»
Da tempo vive a Londra. Sostiene
Jeremy Corbyn?
«Era una delle poche chance contro
la Brexit, ma la situazione è ormai
troppo ferma. Ho passaporto italiano
e di problemi tra poco ne avrò».
“I Cesaroni” sono stati per lei
prima un’opportunità, poi
un’etichetta, infine nostalgia. Ora?
«Mi hanno fatto entrare nelle case
degli italiani, rispetto questa
conoscenza che il pubblico
rivendica nei miei confronti.
C’è ancora chi mi ferma per strada
e mi dice “sono cresciuta con te”,
è bello aver accompagnato una
generazione. Ma quando titolano su
me madrina “Dai Cesaroni a Venezia”
mi infastidisce, in 13 anni di cose
ne ho fatte. Ma va bene così,
so che è un bagaglio importante
che mi porto dietro».
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Verso Venezia


Spettacoli


Solo due
donne
in concorso
al festival
su ventuno
registi
selezionati?
Un giorno
saranno
metà e metà,
sono sicura

di Arianna Finos

I due
“madrini”

g


“I Cesaroni”
mi ha fatto
entrare nelle
case degli
italiani
Ancora mi
fermano per
strada e mi
dicono “sono
cresciuta
con te”

f


L’attrice è la nuova madrina della Mostra di Venezia


e rivendica il film realizzato con il regista americano


“Quando accetti un ruolo entri in una famiglia”


kCon Allen
Mastronardi
con il regista e la
moglie Soon-Yi
Previn nel 2012

Dall’alto,
Alessandro
Borghi, 32
anni, e Michele
Riondino,
40, hanno
presentato
le cerimonie
di apertura
di Venezia
nel 2017 e 2018

Mastronardi

“Non rinnego

Woody Allen”

L’intervista


GETTY

pagina. 36 Martedì, 20 agosto 2019

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