198 IODONNA2 MARZO^2019
Genova per tre
Dal centro storico di Genova,
due anni fa la famiglia
si è trasferita nel quartiere
Corvetto. «Volevamo più luce
e più spazio» dice Silvia «quasi
non mi sembra vero di aver
trovato questa casa».
Della ristrutturazione si è
occupata un’amica, l’architetto
Maria Pina Usai. I pavimenti
in marmo sono stati ricoperti
con un parquet perché
ripiombarli costava troppo,
ma c’è sempre la possibilità
di recuperarli. Per ripristinare
gli stucchi sui soffitti è
intervenuto un artigiano
specializzato, uno dei tanti
che ancora operano a Genova.
I mobili vengono quasi tutti
dalle case precedenti. «Mio
marito è per l’essenziale, io
metto, lui toglie» ride Silvia.
«Una lotta, ma siamo arrivati
al compromesso. La nostra
è una casa comoda, molto
vivibile. Ognuno ha il suo
spazio e non ci disturbiamo».
Minimalismo
all’italiana
Il palazzo
è dei primi ’900
e le porte sono
originali dell’epoca,
con il vetro
serigrafato, come
questa all’ingresso.
Nella dispensa,
frigorifero
stile anni ’50,
piatti decorativi
comprati a Londra
da Liberty e un cuore
portafortuna
in paglia intrecciata.
Vista sul verde
dalla terrazza
sul tetto di casa.
Dietro gli alberi,
si riconosce
il monumentale
Albergo dei Poveri.
La casa ha il tipico
“ingresso alla genovese”,
ampio e luminoso,
praticamente
una stanza in più