IODONNA 2 MARZO (^2019215)
Villaggio olimpico di Roma dove vive da qualche
anno. E per farlo usa tutto quello che ha a disposi-
zione:episodidellasuavitaefattidicronacachelo
hannocolpito,larelazioneconlacompagnaSusan-
na e ilrapporto con gli amici. Finisce nella trama -
chetramanonèmapiuttostoiltessutodeglieventi
- persino un contenzioso con un committente che
nonmandal’assegnodovuto.Camminando(come
ilmaratonetaDarioRensich,l’alteregodell’autore
cheabbiamoconosciutoinAperdifiato)siguardano
levitedeglialtriesifinisceperrimettereapostola
propria. «DopoFiona(uscito nel 2005, che ora La
navediTeseo ripubblicanel Ciclo delle stelle,ndr)
hoabbandonatoilromanzoclassicoesonopassato
alromanzo dipersone, non dipersonaggi».
Perché questa scelta?
Mi interessano le vite delle persone vere.
Sono convinto che ognuno porti con sé un dolo-
re, che è anche la sua parte più autentica. Tutti in-
dossiamo delle mascherecon cui cipresentiamo al
mondo,manonèlarappresentazionechediamodi
noichemiinteressa.Iocercolaverità,socheognu-
nohaunapiccolacrepanellasuamaschera,eccoio
mi intrufolo lìe cerco diarrivare alvero.
E lo fa con le vite dei suoi amici...
Mettere in forma di racconto le mie espe-
rienze e quelle di chi mi sta vicino è una forma di
riflessione e conoscenza, anche se la vita scorre co-
me sabbia tra le mani.
Parte con una nota autobiografica, la visita me-
dica,eprosegueconunaseriedieventiericordi
personali.Alcuniriguardanoanchel’intimitàcon
la sua compagna...
Scrivocose dime e delle persone che miso-
no vicine non per esibizionismo, ma per “servizio”.
Non sanno mai che cosa sto scrivendo, altrimenti
noncisarebbespontaneità.Sentolaresponsabilità
di raccontare episodi della vita delle persone e ne
porto il peso, certo non mi succederebbe con per-
sonaggi inventati. La mia compagna e i miei ami-
ci mi fanno credito della serietà del mio progetto.
Susanna ha accettato di leggere il romanzo solo
a pubblicazione avvenuta, grande prova d’amore.
Non si arrabbiano mai?
Succede, ma quasi mai per le cose che im-
maginavo potessero dare fastidio. A volte sono i
particolari che irritano. A mia madre non è pia-
ciuto che abbia messo la sua età...
Da Marina Abramovich e Sophie Calle(artista
che pedina sconosciuti per strada a Parigi), ha
mutuato un metodo per interrogare il presente.
Aquestoaggiungeepisodinonsempreedificanti,
comeilricordodel“cattivostudente”chevessa-
va ilcompagnopiùdebole.Curiosochesiespon-
gacosìunapersonariservataedichiaratamente
allergica ai social.
“
Sono convinto
che ognuno
porti con sé un
dolore, che
è anche la sua
parte più
aiutentica. Tutti
abbiamo una
piccola crepa
nella maschera
con cui ci si
presenta al
mondo: io
da lì cerco di
arrivare al vero
„
Infattièunasofferenzamettersianudo,ma
lo faccio perché usare il mio corpo e la mia vita è
l’unico modo che conosco per lasciarmi attraversa-
re dagli eventie arrivare allaverità. Non ho niente
contro i social, hanno addirittura cambiato la vita
amiamadrecheoraha5mila“amici”suFacebook!
Io però preferisco mantenere contattitradizionali.
Il personaggio-protagonista di questo libro è lei,
in prima linea con il suo corpo. La fisicità della
suascritturaleconsentediarrivaredoveunper-
sonaggio inventato non arriverebbe mai?
Sì,usomestessocomefiltro.Trasformofat-
tiprivatiinletteratura.Èunasceltacomuneamolti
scrittori,mivieneinmenteAnnieErnaux,Emma-
nuel Carrère, Philip RothdiPatrimonio.
Anche qui c’è un personaggio immaginario, l’uo-
mo grasso che entra in casa sua di notte, che fu-
ma, che la spinge al litigio con la sua compagna.
Ma chi è?
Quest’uomo misterioso è la parte roman-
zesca del documentario, rappresenta la voce della
coscienza. Magariè un fantasma...
Proprioverocheleièunomaiinpaceconilmondo.
Sonopiuttostounochenonèinpaceconsé
stesso. Sono lucidamente inquieto, lo so, macredo
che questo sia ilmotore della mia scrittura.
Oggi o si scrivono storie intimiste o si entra nel-
la descrizione sociale. Intrattenimento o docu-
mentario?
Laformanarrativadell’intrattenimentoog-
gihadeiconcorrenti:chivuoleunabellastoriacon
tanti eventi e personaggi può anche guardare una
serieintv.Laletteraturaperòèancheunaformadi
conoscenza e questo rende inevitabile il documen-
tario, che si basa sulla lettura del reale.
E qual è il ruolo dello scrittore?
Èuntestimone,anchesenzaessere“reduce
da qualcosa”. Il suo ruolo è guardare per poi rac-
contare la verità, come in un processo.
La verità è proprio un’ossessione...
Non mi riferisco alla realtà esatta dei fatti,
quelloècompitodelgiornalista.Alnarratore,inte-
ressa raccontare il “reale”, che è quel luogo interio-
reincuipossiamofareun’esperienzadiverità.Qui
racconto l’episodio diunragazzocaduto dallafine-
stradell’albergoduranteunagitascolastica.Ionon
so come si sono svolti i fatti, ma “so” quello che è
successo perché sono entrato non nella stanza d’al-
bergo ma in quella delle emozioni dello studente.
In Italia scarseggiano i lettori ma c’è la folla ad
ogni kermesse letteraria. Come lo spiega?
Sono spettatori di libri, è una forma di in-
trattenimento,vedonol’autorepiùcomepersonadi
spettacolo che come scrittore. E questa partecipa-
zione nella loro testa liassolve dal leggere illibro...
Monica Virgili
In prima
persona
La vita vera degli
autori diventa trama
del romanzo
Vitechenonsonolamia
diEmmanuel Carrére
(Einaudi). Lo tsunami
inSry Lanka,
lamorte diun’amica:
unlibroincui tutto è vero.
L’annodelpensiero
magicodiJoanDidion
(il Saggiatore). Illutto
perlaperdita delmarito.