SEGUITO
Karl Lagerfeld
64 IODONNA2 MARZO^2019
usati nei piani più bassi,
salendo, si trasformavanoin nuance
evanescenti,quasi a voler toccare il
cielo. Fu in quel momentoche ne colsi
appienola poesia e la sensibilità.Da lui
si mangiavain modo spartano, al cibo
non era data l’importanza concessa
a quadri e oggetti antichi;ma tanta
opulenza culturale non contaminava
un’atmosfera squadrata,regolare,quasi
rigida.Se la creativitàconfluivanel suo
lavoro,in casa tutto ruotava intorno ai
libri:riposti sempre sdraiati e sfogliati
da Karl ogni giorno, già alle 6 del
mattino. La sua libreria di riferimento
gli inviò tutte le nuove uscite ogni
settimanafino a quandodecise di
aprire la propria (La Librairie7Lin
rue de Lille,ndr) , diventandopersino
editore.Al suo rigore si deve anche il
forte dimagrimentodel 2000 (quasi 40
chili) solo per indossare jeans e smoking
disegnatial tempo da Hedi Slimane
per Dior Homme, diventandoquel
“figurino” rock e un po’ rétro con il quale
passerà alla storia.Perché Karl è già un
personaggiostorico:nella sua originalità
potrebbe non essere mai esistito...ma
siamo certi che esisterà per sempre.
Le battute
di un genio gentile
AlbertoZanolettiStylist
chi ancora chiede se il timore
irradiato da Lagerfeld in
pubblicorestasse tale anche
nel privato, rispondo:assolutamente
no. Certo, quandonel 2007 lo incontrai
ero intimiditoanch’io. Per i vent’anni
diElleItaliami accingevo a preparare
un servizio dedicato alle collezioni
Fendi,con Karl alla fotografia.La
comunicazione si era svolta solo via fax
e dopo quel carteggio non sapevo chi mi
sarei trovato davanti.Ma nel suo studio
in rue de Lille la mia emozione svanì
davantialla sua gentilezza.Rapidissimo
nel cogliere le idee altrui,ancor più
velocementesceglieva se approvarle.
L’intesa sul set fu immediata,ma non
avrei mai immaginatoche poco dopo
mi avrebbe chiamatoin Cina,per
seguire lo styling della sfilata Fendi
lungo la Grande Muraglia:ti lasciava
fare,interveniva con pochi tocchi,ma
in quei gesti c’era tutto il suo stile.
Come un grande attore che non ha più
bisognodi recitare,in ogni attimodella
preparazione Karl era preciso, spontaneo.
Poteva lodare collezioni di altri stilisti
quandoerano di suo gusto e persino
il tuo stesso outfit:«Dove hai preso
quella sciarpa?Ti dona molto».Nulla
gli sfuggiva.Più avanti gli proposi un
altro servizio a tema“angeli e demoni”
ispirato alla sua ultima collezione Chanel,
ricca di abiti candidi e piume nere.Con
lui i lavori iniziavanoa pomeriggio
inoltrato e si finiva tardissimo;quel
giorno abbiamoscattato fra le strade
di Parigi fino alle tre del mattino.
Assorbito dal suo ruolo di fotografo,
non commentavail modo in cui le sue
creazioni venivanointerpretate sulle
modelle. Anzi,ti spingeva ad andare
oltre,a sperimentare.E se un tuo lavoro
l’aveva colpito, capitava che inviasse un
bigliettoper fartelo sapere.Una sera lo
incontrai da Colette(celebre concept
store parigino chiuso nel 2017,ndr),
volle sapere cos’avevo acquistato;la sua
intelligenza lo rendeva curioso, ma con
estrema riservatezza.Non dimenticherò
mai le sue battuteironiche e pungenti.
Un esempio?Negli ultimi anni il nostro
taglio di barba era sempre stato simile,
ma quandolo vidi l’ultima volta la mia
era molto più lunga.Gli bastò
uno sguardo, poi sorrise:«Bella.
Io non potrei mai portarla così,
ma tu sembri proprio un Borgia».
L’originalità
di un animopuro
AnnaRivaGiornalista
ra il 1965 e il 1970 lo incontrai
più volte a Parigi con Anna
Piaggi,sua intimaamica
(giornalista e scrittrice scomparsanel
2012:nel 1986 Lagerfeld illustrò il suo
libroAnna-Chronique,ndr). Anna era
spesso ospite nella residenza tedesca di
Lagerfeld,tante sono le foto d’epoca che
li ritraggono insieme. Ciò che colpisce
in quegli scatti sono gli originali abiti di
Karl: nella sua“divisa” fatta di camicie
a collo alto, giacche, jeans e stivaletti,ci
entrò più tardi.Ricordo quandoappena
prima delle sfilate, negli anni Settanta,
era solito ricevere i direttori delle
testate:poteva parlare di qualsiasicosa.
A un certo punto passavauna modella:
«Aggiungete una borsa,toglietela giacca»
diceva rapidamenteai suoi assistenti,
per poi riprendere la conversazione con
noi.Ebbi la fortuna di partecipare a una
festa di compleannoche organizzò in un
garage per il suo grande amore,il dandy
Jacques de Bascher. L’atmosfera di quel
party si rivelò inaspettatamente“osé”,
anche se Karl si era sempre definitoun
puro;con Jacques dichiarò di aver vissuto
una relazione quasi platonica.Ciò che
posso dire è che fu un gran signore,nei
fatti e nell’animo. Era una bellezza
sottile, che non può essere spiegata:
mentale, piscologica,visiva.Matitaalla
mano disegnavasempre,ma non era
geloso delle proprie idee e se il modello
non veniva approvato semplicemente
lo accantonava e ricominciavada
capo. Avrebbe potutoessere il re degli
arroganti,il primo fra i viziati,
ma con chiunqueera irreprensibile.
In fondo, per tutti Karl Lagerfeld
resterà un gran mistero.
«I matrimonisonostaticreatiquando
le personemorivanoa 30 anni.
Ora la gente si sposaa 30 e deve vivere
peraltri60 anni.Forse bisognerebbebasarli
su qualcosain più del sesso»
«La modava consumatasubito. Il meglioche
possaaccadere a un abito è di essere
indossato, nondi essere esposto in un museo»
A
F