La Repubblica - 12.08.2019

(Steven Felgate) #1

Lego, puzzle e colori


il ponte ricostruito


nel nome di Samuele


Il lavoro, durato un anno, di seimila bambini con i propri insegnanti


per esorcizzare la paura ed elaborare il dolore tutti insieme


kGabriele, 5 anni Il disegno del momento dei soccorsi


I bambini di Genova hanno già ri-
costruito il ponte. Un giorno do-
po l’altro, per un anno intero, lo
hanno smontato e rimontato con
i lego, i puzzle, i collage e le mati-
te colorate. Lo hanno distrutto e
riparato all’infinito nelle aule di
Certosa, Rivarolo, Teglia, Bolzane-
to, Pontedecimo, Campomorone,
Ceranesi, Sampierdarena e Corni-
gliano. Seimila bambini e ragazzi,
oltre settecento insegnanti dalla
scuola dell’infanzia alle medie
hanno lavorato insieme in un can-
tiere fantastico che aveva una so-
la missione condivisa: esorcizza-
re la paura, elaborare il dolore.
È di nuovo quasi Ferragosto, si
parte per le vacanze come era par-
tito un anno fa Samuele, sette an-
ni e mezzo, assieme a mamma Er-
silia e a papà Roberto, con la palet-
ta, il secchiello e l’ombrellone nel
bagagliaio dell’auto. A settembre
lo aspettavano i 24 compagni del-
la III B alla scuola Don Bosco di
Campomorone, ma Samuele non
è mai ritornato. «È caduto giù dal
ponte Morandi», spiega semplice-
mente Gioele, 5 anni, che ha dise-
gnato un bambino con la faccia
triste e le braccia aperte in volo
sul Polcevera. Le maestre hanno
tolto il banco di Samuele e hanno
riempito il vuoto intorno a lui.
Non hanno scelto la strada facile
e perdente del mazzo di fiori, l’al-
tarino in memoria dell’alunno as-
sente per sempre. Fin dal primo
giorno di scuola hanno parlato di
Samuele ai compagni, poi hanno
invitato sua nonna e non hanno
smesso di condividere paure e an-
gosce finché l’incubo, piano pia-
no, ha smesso di agitare i sonni
dei più piccoli.
Dalle finestre di molte classi si
vedono le macerie del ponte e
Giorgia, 4 anni, disegna il “fanta-
sma triste che spaventa i bambi-
ni”, un ectoplasma rosso fra cuori
in caduta libera.
Non si può far fin-
ta di niente. Anzi,
sarebbe un erro-
re. «Se non ne par-
li, prima o poi il
trauma riemerge
senza difese,
all’improvviso»,
dice Federico
Bianchi di Castel-
bianco, psicotera-
peuta dell’età evo-
lutiva, direttore
dell’Istituto di Or-
tofonologia di Ro-
ma e coordinato-
re per l’emergen-
za del team di psi-
cologi. «Il dolore
va affrontato da
subito e condivi-
so, così nessuno
si sente vittima.
Le insegnanti so-
no state bravissi-
me».
Gli psicologi, una squadra com-
posta mediamente di cinque pro-
fessionisti, restano un passo indie-
tro ad assistere le docenti. «Siete
voi il punto di riferimento degli
alunni». Dettano qualche regola,
che però le maestre si sono già im-

poste da sole: mai portare un bam-
bino fuori dalla classe anche se
sta soffrendo di più, perché il pro-
blema è di tutti e lo si affronta in-
sieme. Non piangere davanti ai
bambini. Farli sentire protetti.
E allora facciamo un gioco: rico-
struiamo il ponte. L’esperimento
va avanti per tutto l’anno scolasti-
co 2018-2019. Il ponte dei bambini
rinasce ogni giorno alla scuola

dell’infanzia Dellepiane di Cam-
pomorone, assistita dalla psicolo-
ga Laura Cima. L’obiettivo è «far
camminare i bambini in mezzo al-
le paure per riconoscerle ed ela-
borarle». Kata Lea, 5 anni, dise-
gna il ponte che sta per crollare,
quasi tutto nero. Anastasia, 4 an-
ni, lo ricostruisce a colori. Dutza e
Camilla lo immaginano come un
arcobaleno. Federica raffigura la

ruggine, che l’ha fatto cadere. Ma-
ria, 4 anni, disegna “il ponte nuo-
vo più bello del mondo con tutte
le cose belle” e Margherita, 6 an-
ni, lo progetta con le sbarre “per
non far cadere le macchine” e un
semaforo rosso per fermare il traf-
fico in caso di pericolo. Il ponte
dei bambini è fatto di mattoncini,
ma anche di parole, come lo han-
no costruito gli alunni di Villa San-
guineti a Teglia: parole ritagliate,
ispirate al film “Vado a scuola” di
Pascal Plisson. “Paura”, “Sopravvi-
venza”, ma anche “Cielo”, “Canzo-
ni”, “Amici”. «Il ponte lo rico-
struiamo noi. I nostri papà ne han-
no bisogno per andare a lavorare.
I lego e i puzzle si rompono, ma
poi si aggiustano sempre».
Elena Tramelli è l’instancabile
dirigente scolastica dell’Istituto
comprensivo di Campomorone
Ceranesi e di quello di Teglia. È
lei che ha coordinato il lavoro del-
le insegnanti, tutte impegnate in
una sfida lunga e insidiosa. «Un
anno dopo c’è una sorta di assesta-
mento al disagio. Fino al Natale
del 2018 c’erano angoscia e preoc-
cupazione, anche perché la vita
quotidiana era pesantemente
condizionata dal crollo, c’era mol-
ta tensione nervosa per strada e
per andare da un versante all’al-
tro del Morandi bisognava fare un
giro di 20 chilometri con le navet-
te messe a disposizione dal mini-
stero dell’Istruzione. Abbiamo or-
ganizzato un pre-scuola dalle 7 di
mattina e un doposcuola fino alle
18.30. Mesi duri. Ma abbiamo rea-
gito». Al ritorno dalla vacanze di
Natale gli animi erano già più se-
reni, la distruzione dei resti del
ponte ha fatto il resto.
«Forse, a volte, bastano piccoli
gesti per migliorare il mondo»,
conclude il suo tema Giada Pruz-
zo, II A della scuola secondaria di
primo grado “Alice Noli”. La sua
classe ha scelto la fiducia nel futu-
ro per esorcizzare il 14 agosto. Vio-
la Pavoncelli si è messa nei panni
di un gatto di casa sfrattato dal
crollo, Aurora Piazza incita Geno-
va a rialzarsi con coraggio. Ed è
con questo spirito che un ragazzo
anonimo della zona del ponte ha
scritto il testo di un “rap” messo
in musica dalla Banda di piazza
Caricamento, un gruppo di giova-
ni musicisti immigrati da undici
Paesi e guidato da Davide Ferrari.
Dopo tante canzoni retoriche sul
ponte Morandi, questo brano ti di-
sarma con la sua semplicità. «Ge-
nova non si arrende / i vestiti li
stende / il ponte salirà su / e più
non andrà giù... / di notte alcuni
fanno dei pensieri brutti / toglia-
moli via tutti! / È caduto il ponte
autostradale / colpa di chi lo ha
costruito male / le vittime sono
quarantatré / pensa un po’ te!».

Corrado Corradi, Stefano Mignanego e Rober-
to Moro partecipano al dolore di Franco Vanni
per la perdita della madre
Silvia Maria Fornari
Roma, 12 agosto 2019

Il direttore Carlo Verdelli, i vicedirettori e i colle-
ghi dell’Ufficio centrale abbracciano con affet-
to Franco Vanni per la scomparsa della mam-
ma
Silvia Maria Fornari
Roma, 12 agosto 2019

Caro Franco, ti siamo vicini in questo momento
di dolore. Un abbraccio a te e alla tua famiglia
per la scomparsa della mamma
Silvia Maria Fornari
Gli amici della redazione di Milano
Milano, 12 agosto 2019

Gli amici della Cronaca nazionale, profonda-
mente addolorati, abbracciano con immenso
affetto il collega Franco Vanni per la perdita
della madre
Silvia Maria Fornari
Roma, 12 agosto 2019
Gli amici dello Sport si stringono a Franco in
questo momento di dolore per la scomparsa
della mamma
Silvia Maria Fornari
Roma, 12 agosto 2019
I colleghi della cronaca di Roma sono vicini a
Franco Vanni per la perdita della madre
Silvia Maria Fornari
Roma, 12 agosto 2019

Piero Tosi
La potenza, la raffinatezza, la sapienza.
Meravigliosa creatura.
Meraviglioso creatore.
Stefania Sandrelli
Roma, 12 agosto 2019

2018-
La tragedia
del Morandi

kDutza, 5 anni Il ponte ricostruito con i colori kGioele, 5 anni Samuele che cade dal ponte Morandi


di Alessandro Cassinis

kLa famiglia
Roberto Robbiano, 44 anni,
la moglie Ersilia Piccinino, 41
e il loro piccolo Samuele, di
sette anni e mezzo sono
morti nel crollo del Ponte
Morandi avvenuto il 14
agosto 2018

kAndrea, 5 anni La macchina crolla con il ponte


©RIPRODUZIONE RISERVATA

kMaria, 4 anni Il ponte nuovo con le “cose belle” kMargherita, 6 anni Il ponte con le sbarre


È morta Silvia Maria Fornari,
mamma del nostro collega
Franco Vanni. A lui va
l’abbraccio della redazione di
Repubblica

È morta Silvia Maria Fornari


A settembre, i 24 piccoli


alunni non hanno


trovato il banco del loro


compagno, le maestre


lo avevano tolto. Niente


fiori. Hanno invece invitato


la nonna e riempito il


vuoto parlando di lui


pagina. (^18) Cronaca Lunedì, 12 agosto 2019

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