La Repubblica - 12.08.2019

(Steven Felgate) #1

Camera & Senato


Con l’ex premier il 70% dei parlamentari


Ma non tutti sono pronti a seguirlo


senatori in totale

Il Partito democratico al Senato


38

50

12

senatori vicini
a Renzi

senatori vicini
a Zingaretti

deputati in totale

Il Partito democratico alla Camera


70

111

26

deputati vicini
a Renzi

deputati vicini
a Zingaretti

15

deputati vicini
a Franceschini

Roma — La convocazione è per
le 14 di oggi nell’ufficio di Fran-
co Mirabelli: tutti i senatori vici-
ni a Zingaretti sono invitati. Un
chiarimento prima della riunio-
ne del gruppo del Pd che è stata
fissata alle 15, in vista della capi-
gruppo delle 16 a Palazzo Mada-
ma.
È un percorso ad ostacoli per
il segretario Zingaretti afferma-
re la linea del “voto subito” nei
gruppi parlamentari, che sono
filo renziani a stragrande mag-
gioranza, e dove perciò l’appeal
della proposta di un governo
istituzionale, lanciata a sorpre-
sa da Renzi, è molto forte. Di
stretta fede zingarettiana sono
12 senatori su 50. L’elenco quin-
di è breve: Antonio Misiani, Mo-
nica Cirinnà, Assuntella Messi-
na, Anna Rossomando, Tatiana
Rojc, Luigi Zanda, Bruno Astor-
re, Franco Mirabelli, Roberta Pi-
notti, Annamaria Parente, Pao-
la Boldrini, Valeria Fedeli. An-
che se, tanto per fare un esem-
pio, Fedeli, ex ministra dell’I-
struzione, nella chat dei senato-
ri dem ha indicato come indi-

spensabile ieri una discussione
dentro il partito, perché non va
minimizzato il dibattito. Non so-
lo. Mirabelli, Pinotti e Astorre so-
no filo Dario Franceschini, la
cui posizione è stata da mesi di
dialogo con i 5Stelle, proprio
per disarticolare la coalizione
grillo leghista di governo.
Guidato dal renziano Andrea
Marcucci — e con alcuni senato-
ri del Giglio magico come Fran-
cesco Bonifazi, ex tesoriere del
Pd a guida Renzi, e Davide Fa-
raone — il gruppo dei senatori è
quindi saldamente legato all’ex
segretario. Davanti all’ipotesi di
una scissione è probabile che si
sfrangerebbe, ma per sostenere
un governo di scopo con i grilli-
ni, i 38 senatori ci starebbero
tutti, o quasi. Tra di loro, i tre di
area Matteo Orfini (Francesco
Verducci, Vincenzo D’Arienzo,

Valeria Valente) sono più pro-
pensi a un governo istituziona-
le piuttosto che al salto verso il
voto subito. «Ovvio che ci voglio-
no alcuni paletti, se un governo
di scopo si fa, per votare il taglio
dei parlamentari bisogna che
preveda anche una riforma del-
la legge elettorale in senso pro-
porzionale», spiega Verducci.
Così l’indicazione che viene da
Maurizio Martina, sfidante di
Zingaretti alle primarie, è di ria-
prire un confronto nel Pd per
decidere insieme la linea. Affer-
ma Martina: «Vorrei che il Pd
ora ragionasse con lucidità e as-
soluta consapevole perché nes-
suno può avere certezze graniti-
che. A un certo punto bisogna
prendersi la responsabilità di in-
dicare una via. Vorrei che lo si
facesse prima di tutto nei grup-
pi dirigenti a partire dalla dire-

di Giovanna Casadio

roma — «Nessun accordicchio con
i 5Stelle, che regalerebbe a Salvini
uno spazio immenso e il pericolo di
una deriva plebiscitaria crescereb-
be». Ne è certo il segretario del Pd,
Nicola Zingaretti. Ma Matteo Renzi,
l’ex leader, insiste: «Chi dirà no a
un governo istituzionale che salvi
l’Italia si assumerà la responsabili-
tà di consegnare alla destra estremi-
sta il futuro dei nostri figli». Alla vi-
gilia del giorno cruciale che al Sena-
to deciderà oggi il timing della crisi
del governo Conte, il Pd si trasfor-
ma in un tandem. A doppia trazio-
ne. Ma quanto reggerà? O è già il se-
gnale di una scissione vicina? Da
un lato c’è un gran pezzo di partito
che pedala sulla strada indicata dal
segretario: «Andiamo al voto, non
ne abbiamo paura». Dall’altro la
maggioranza dei parlamentari ha
sposato la svolta di Renzi di un go-
verno per mettere in sicurezza i
conti e tagliare i parlamentari, at-
traverso un’intesa con i grillini.
Il Pd si spacca e si ricompone in
insolite alleanze e sintonie. Renzi -
che del #senzadime ogni volta che
si ipotizzava un confronto con i

pentastellati aveva fatto la sua bat-
taglia - si ritrova sullo stesso fronte
politico di Dario Franceschini, per
il quale quel dialogo da mesi è rite-
nuto importante. È infatti France-
schini ad aprire alla proposta di
Renzi: «Il Pd discuta senza rancori
e senza rinfacciarsi i cambiamenti
di linea. Io lo farò». Ribadisce co-
munque la sua lealtà a Zingaretti:
«Qualsiasi scelta dovrà essere fatta
da un partito unito e con la guida
del segretario». L’altro fronte aper-
to è proprio la scissione che Renzi
starebbe preparando. Da qui la sfi-
da alla linea di Zingaretti. Tanto
che il vice segretario dem, Andrea
Orlando parla di «rischio sfrangia-
mento del Pd: se si forza lo scontro
tra partito e gruppi parlamentari al-
lora si gettano le premesse di un ul-
teriore trauma. Un regalo a Salvi-
ni».
Ma la reazione di contrarietà più
netta arriva da Carlo Calenda. «È
folle e ridicolo quello che tratteg-
gia Renzi, è un tentativo di prende-
re qualche mese in più, nel frattem-
po levare le castagne dal fuoco con
un governo tecnico che dovrebbe
fare una manovra lacrime e san-
gue, votandola assieme ai 5Stelle, a
Forza Italia per avere infine Salvini

al 60%». Nessuna fuga dalla batta-
glia, nessun rinvio: invita l’ex mini-
stro dello Sviluppo economico ed
eurodeputato dem. Paolo Gentilo-
ni, in pole come candidato premier
del centrosinistra, getta acqua sul
fuoco: «Ci aspettano prove difficili.
Quando il gioco si fa duro i duri
smettono di litigare».
Tuttavia Renzi non arretra. Piut-
tosto i renziani sono convinti che
Zingaretti abbia lasciato aperto
uno spiraglio evocando la saggezza
e l’autorevolezza del presidente
della Repubblica, Sergio Mattarella
e non chiudendo a un governo di le-
gislatura. Renzi ammette poi, che
la svolta gli pesa tanto: «Se vado di
pancia dico che non farò mai accor-
di con chi mi ha ferito e ha ferito la
felicità della mia famiglia. Se penso
al paese, invece, credo che sia giu-
sto mettere al centro l’interesse ge-
nerale, non il mio orgoglio. Il bene
comune, non la mia rabbia». Dice: è
una strada che «mi costa molto dal
punto di vista umano». Nella tensio-
ne che cresce tra i Dem, si tentano
mosse. Ettore Rosato, il coordinato-
re dei comitati civici renziani, ritie-
ne che la proposta di Renzi andreb-
be votata ne gruppi parlamentari
dem. Uno showdown.

Frasi & pensieri
Avevano
detto

Primo piano I giorni della ruspa


Salvini è nel pieno del suo ciclo


di vuoto intamarrimento


beppe grillo, 10 agosto

g


Il Pd è spaccato


Zingaretti: “No


accordicchi coi 5S”


La proposta di Renzi divide i dem. Franceschini per la pace con i grillini. Calenda:


“Idea folle”. E Gentiloni: “Ma quando il gioco si fa duro i duri smettono di litigare”


f


Noi col Pd? Salvini giullare,


inventatene un’altra


movimento cinque stelle, 9 agosto

Chi dirà no a
un governo
istituzionale
che salvi
l’Italia si
assumerà la
responsabilità
di consegnare
alla destra
estremista il
futuro dei
nostri figli

matteo renzi

f


Addio vicino
Matteo Renzi,
44 anni,
a sinistra,
con Nicola
Zingaretti, 53,
attuale
segretario
del Pd

f


pagina. 2 Lunedì, 12 agosto 2019

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