La Repubblica - 12.08.2019

(Steven Felgate) #1
di Paolo Griseri

l’analisi

Primarie, liti e addii


quella storia difficile


tra Renzi e il partito


Zingaretti stai sereno. Ci risiamo.
Ci sono dei momenti, questo non è
il primo, in cui Matteo Renzi non re-
siste a rimanere nelle retrovie. È
una sindrome, Enrico Letta ne sa
qualcosa. Ieri gli uomini del segre-
tario garantivano che l’ex sindaco
di Firenze non aveva in alcun modo
avvisato i vertici del partito dell’im-
minente inversione a U sul rappor-
to con i 5 stelle. E che dunque la do-
menica mattina Nicola Zingaretti
ha letto i giornali e si è trovato di
fronte al fatto compiuto. Non una

semplice giravolta dunque (come
le tante che queste ore offrono agli
sbigottiti elettori italiani) ma un at-
tacco politico implicito alla segrete-
ria. Non si sa se i gruppi parlamenta-
ri di “Azione civile” che i renziani
fanno sapere in queste ore di voler
costituire nasceranno davvero e se,
come paventano le altre correnti
dem, saranno l’embrione di un nuo-
vo partito. Certo l’esperienza dice
che, qualsiasi cosa accada, i renzia-
ni non saranno quasi mai ciò che di-
ranno di essere.

La prima mossa è spesso un’inter-
vista. Il 9 luglio 2013 l’allora sindaco
di Firenze aveva annunciato, in un
colloquio con Repubblica, la sua in-
tenzione di candidarsi alla segrete-
ria del partito. Non che l’allora nu-
mero uno guidasse il Pd da molto
tempo: Guglielmo Epifani era stato
eletto 60 giorni prima. Ma non si po-
teva più aspettare. Bisognava orga-
nizzare le primarie e dare un nuovo
leader al Pd.
L’8 dicembre con la festa dell’Im-
macolata Renzi conquista la segre-

teria. Commettono un grave errore
coloro che pensano che la sua cor-
sa frenetica si fermi qui. Entra subi-
to in rotta di collisione con Gianni
Cuperlo, presidente del partito,
che infatti lascia polemicamente
l’incarico un mese dopo, il 14 genna-
io del 2014. Passa un altro mese e,
oplà, nel mirino finisce il presiden-
te del Consiglio Enrico Letta, che
aveva ereditato il pesante fardello
lasciato un anno prima da Pierluigi
Bersani dopo la non vittoria delle
politiche del 2013. Continua a fare
una certa tenerezza il ricordo
dell’incontro in streaming tra Ber-
sani e 5 Stelle nel vano tentativo di
costruire un’alleanza di governo.
Quando si dice i corsi e i ricorsi del-
la storia.
Renzi diventa presidente del con-
siglio con una votazione della dire-
zione del partito a metà febbraio
del 2014. E comincia la nota cavalca-
ta con il 41 per cento alle Europee
di maggio, la vittoria nelle regionali
di quell’anno. Insomma il vento in
poppa. Per i critici dentro il partito
sono tempi duri. Dopo Cuperlo la-
sciano Civati e Stefano Fassina
(«Fassina chi?»). Ma chi se ne preoc-
cupa. Il popolo applaude e non ba-
da a queste sottigliezze. Ci sono de-
gli incidenti di percorso certo. Co-
me le comunali del 2016 quando i
grillini si trovano servite su un piat-
to d’argento le poltrone di sindaco
di Torino e di Roma. Nella capitale
grazie alla scelta suicida dei dem di
attaccare il proprio sindaco, Igna-
zio Marino. A Torino grazie all’erro-
re di considerare la città un posto si-
curo e Fassino un candidato invinci-
bile. Ma chi raccontava queste cose
a Matteo Renzi? Pochi dentro il par-
tito, per la verità.
L’ubris finirà con il referendum
del dicembre 2016: «Se perdo me
ne vado». A votargli contro sono
quasi tutti coloro che lui aveva mal-
trattato nella parabola ascendente.
Primi fra tutti i sindacati: «Sono fer-
mi al passato. Nel cellulare cercano
la fessura per il gettone telefoni-
co». «L’abbiamo trovata», commen-
terà ferocemente dopo il risultato
del referendum un dirigente della
Cgil.
Ma anche dopo la batosta Renzi,
in realtà, non se ne va. Lascia la pre-
sidenza al rassicurante Gentiloni,
una prosecuzione di Letta con altri
mezzi, e se ne sta a curare la segrete-
ria del partito. Ma non riesce a fare
unità. Anzi. A febbraio del 2017 si di-
mette da segretario mentre i bersa-
niani lasciano il Pd. Renzi si ricandi-
da alle nuove primarie e le vince.
Ma sembra ormai una vittoria di Pir-
ro. Si trova a guidare un partito sfi-
brato dalle guerre intestine e anni-
chilito dalle sconfitte. Ci vorrà la ba-
tosta delle politiche del 2018 per
spingerlo a lasciare la segreteria.
Oggi la lunga incursione dell’ex
sindaco di Firenze nel Pd sembra al-
la vigilia di una nuova svolta: l’usci-
ta dal partito. Ma, nonostante le ca-
ratteristiche del personaggio, se
quella uscita si verificasse sarebbe
probabilmente un errore persona-
lizzarla troppo. Quell’uscita dimo-
strerebbe che forse è fallita l’idea
originaria con cui il partito era nato:
tenere unite le culture politiche del
Novecento italiano sperando che
potessero produrre una politica
nuova. In realtà l’amalgama tra sini-
stra e moderati non è mai completa-
mente riuscito. Anzi. È stata una del-
le ragioni della litigiosità: per evita-
re di scontrarsi sulle idee si è preferi-
to combattersi in correnti. E nem-
meno lo choc del renzismo è riusci-
to a curare la malattia di una forza
politica che, al contrario di ciò che
teorizzava il suo primo segretario,
Walter Veltroni, è sembrata spesso
un partito a vocazione minoritaria.

Frasi & pensieri
Avevano
detto

f


Le tappe
Il flop, l’ascesa
e la doppia caduta

Le primarie del 2012
Renzi, sindaco di Firenze,
perde le primarie per la
segreteria Pd che va a Bersani

Primo piano I giorni della ruspa


Le primarie del 2013
L’anno dopo ci riprova e vince
contro Cuperlo e Civati. L’
dicembre è segretario del Pd

Chiediamo agli italiani la forza


di prendere in mano il Paese


matteo salvini, 8 agosto

“Enrico, stai sereno”
Dopo avergli promesso
fedeltà, prende il posto di
Enrico Letta a Palazzo Chigi

II 40% alle Europee
Il 25 maggio 2014 si vota, e il Pd
di Renzi arriva al 40,8%, con un
successo clamoroso

Il referendum perso
Il 4 dicembre 2016 è bocciato il
referendum costituzionale, e
Renzi si dimette da Palazzo Chigi

kIl senatore Matteo Renzi, 44 anni, nell’Aula di Palazzo Madama


La sconfitta alle elezioni
Il Pd alle elezioni del 4 marzo
2018 scende sotto il 20% e
Renzi si dimette da segretario

f


Salvini ha messo i sondaggi davanti


agli interessi del Paese


luigi di maio, 8 agosto

pagina. 4 Lunedì, 12 agosto 2019

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