Il Sole 24 Ore - 10.08.2019

(Grace) #1

12 Sabato 10 Agosto 2019 Il Sole 24 Ore


Mondo


Così il ministero degli Esteri


francese ha replicato a un
tweet di Donald Trump che

aveva criticato alcune


dichiarazioni di Parigi sulla
crisi iraniana

Replica a Trump


Parigi: sull’Iran


parliamo senza


bisogno


di autorizzazioni


Il Pakistan ha deciso di


chiudere anche la seconda
linea ferroviaria verso l’India

dopo la decisione di Modi di


cambiare lo status del
Kashmir

Kashmir


Pakistan, chiusa


anche la seconda


linea ferroviaria


verso l’India


Berlino, braccio di ferro sul nuovo


indebitamento per investimenti


RISCHIO RECESSIONE


Il ministro delle Finanze


Scholz ribadisce l’obiettivo


del pareggio di bilancio


Ma all’interno della Spd


cresce la pressione


per nuovi piani di stimolo


Isabella Bufacchi


Dal nostro corrispondente


FRANCOFORTE


Investimenti pubblici record poco


sotto i  miliardi l’anno tra il  e


il  - di cui  miliardi solo per la


digitalizzazione - per «innovare e


modernizzare il Paese»: un totale di


 miliardi che rappresenta un au-


mento del % rispetto al quadrien-


nio precedente. Maggiori spese mira-


te al sociale e al cambiamento climati-


co, sebbene sul clima le politiche in


dettaglio si sapranno a fine anno no-


nostante circolino indiscrezioni - non


confermate - di maxipiani a protezio-


ne del clima e l’ipotesi di un aumento


dell’Iva sulla carne come mezzo per


finanziarlo, almeno in parte


Oltre  miliardi di euro saranno


destinati all’istruzione e alla ricerca e


sviluppo nei prossimi quattro anni.


Un pacchetto di tagli delle tasse tra i


più pesanti degli ultimi dieci anni (se-


condo un documento del Ministero


delle finanze federale la GroKo avreb-


be ridotto le tasse per la prima volta


nel  da anni, con il gettito fiscale


diminuito rispetto allo stesso periodo


dell’anno scorso a , miliardi): le


tasse sono ora più leggere per le classi


meno agiate, sebbene le tasse societa-


rie siano tra le più alte in Europa e l’in-


dustria tedesca, soprattutto manifat-


turiera, ne stia reclamando da tempo


la riduzione per disporre di più mezzi


per contrastare il rallentamento eco-


nomico. Per lo meno la tassa di soli-


darietà, che ha finanziato la riunifica-


zione, dal  sarà stata cancellata


per il % dei contribuenti.


Un emendamento nel patto di sta-


bilità interno, inoltre, consente allo


Stato federale di finanziare diretta-


mente i Länder e le autorità locali per


le scuole, il trasporto pubblico e la co-


struzione di case popolari per l’«edili-


zia sociale. Così la GroKo, la Grande


coalizione Cdu-Csu e Spd, si è attrez-


zata per fronteggiare le sfide del mo-


mento, prima tra tutte quella del ral-


lentamento della crescita economica
in Germania: una sfida questa che il

governo rischia di perdere se la Ger-


mania dovesse entrare in recessione
tecnica nel secondo e terzo trimestre

di quest’anno.


Ma la GroKo non sembra al mo-
mento intenzionata ad allentare i cor-

doni della spesa pubblica. Conferma
infatti la linea del rigore sui conti pub-

blici che saranno tenuti sotto control-


lo, per portare il debito/Pil sotto il
% quest’anno: la tesi è che il rallen-

tamento dell’economia, pur con un


mercato del lavoro che continua a so-
stenere la domanda interna e il gettito

fiscale, ha già ridotto e potrebbe ri-


durre ulteriormente la crescita delle
entrate tributarie rispetto agli ultimi

anni: il gettito fiscale dovrebbe calare


di , miliardi nel  e per un taglio
totale fino a , miliardi al .

A tutto questo il socialdemocratico


ministro delle Finanze Olaf Scholz il
 giugno ha messo la firma: un dise-

gno di legge del bilancio federale


 e un programma finanziario fi-
no al  «senza nuovi debiti», ga-

rantendo «in modo decisivo il calo


quest’anno del debito/Pil sotto la so-
glia di Maastricht del % per la prima

volta in  anni», al ,% come pre-


visto nel budget. Una posizione dalla
quale non ha intenzione di schiodar-

si, per ora. Con una crescita che pur


rallentando quest’anno allo ,% per
le stime del governo, dovrebbe torna-

re all’% o anche sopra nel .


La Germania «ben preparata per le
sfide future», si legge in una nota del

ministero delle Finanze che nella
puntualizzazione sembra voler qui

mettere il punto alle spese per inve-


stimento così come sono ora pianifi-
cate. Intanto però la politica moneta-

ria ultra-accomodante della Bce, che


preannuncia nuovi tagli dei tassi e
una possibile riapertura del QE, è ora-

mai sempre più spesso abbinata al fli-


ght to quality per via delle incertezze
macroeconomiche. E queste due for-

ze messe assieme hanno portato a


inizio agosto sotto lo zero per cento
l’intera curva dei rendimenti dei titoli

di Stato tedeschi fino a  anni, facen-


do crollare il costo del rifinanziamen-
to del debito a livelli senza precedenti.

Le stime del ministero delle Fi-


nanze restano per ora prudenti sul
taglio della spesa degli interessi per

il rifinanziamento di un debito pub-


blico che ha lo stock vistosamente in


calo: , miliardi di costo del rifi-
nanziamento in meno nel  e

, miliardi in meno cumulati nel


triennio -.
Olaf Scholz va per la sua strada,

che è anche la strada maestra della


cinghia stretta sui conti pubblici che
preferiscono gli altri due partner della

grande coalizione, Cdu e Csu. Ma nel


partito del ministro delle finanze non
la pensano tutti così: la corsa alla lea-

dership dell’Spd, che attraversa la più


grave crisi esistenziale della sua sto-
ria, ha portato la campagna dei candi-

dati inevitabilmente sul terreno ferti-


le e solitamente acchiappavoti della
maggior spesa pubblica. «Abbiamo

bisogno di una massiccia espansione


degli investimenti pubblici nelle
energie rinnovabili. Lo zero nero

(ndr. zero aumento di debito) è privo


di senso dal punto di vista economico
ed ecologico», ha dichiarato Karl Lau-

terbach, che assieme a Nina Scheer


mira alla leadership dell’Spd. Lauter-
bach è arrivato a mettere in discussio-

ne il freno sul debito, che è nella costi-


tuzione: «Quando si investe nel-
l’istruzione e nell’ambiente, il freno

all’indebitamento non dovrebbe es-


sere applicato», ha detto. Christian
Lindner, leader del partito liberale

Fdp, ha invitato il Governo a non de-


viare dallo “schwarze Null”.


Al ministero delle Finanze ricor-
dano, a chi critica l’elevato surplus di

bilancio, che la GroKo ha impiegato


mesi per formarsi e per mettersi d’ac-
cordo sul programma di governo. Di

conseguenza, dopo le elezioni che si


tennero nel settembre del , il pri-
mo Budget federale del nuovo gover-

no è stato adottato dal Bundestag nel


giugno del . Nei mesi precedenti,
il budget è andato avanti con il pilota

automatico, senza la possibilità di in-


trodurre misure urgenti: i primi im-
patti del budget arrivano dunque in

ritardo, anche oltre il . Il mercato


del lavoro, con piena occupazione e
una disoccupazione ai minimi storici

(sia pur in lievissimo rialzo in luglio),


è uno dei punti di forza della strategia
del governo e di Scholz per dimostra-

re che non c’è crisi né emergenza sul
fronte dell’economia in Germania.

Resta da vedere se questa posizione


di Cdu-Csu e Spd nella GroKo si am-
morbidirà, al cospetto di un Pil nega-

tivo nel secondo trimestre di que-


st’anno, con Donald Trump che po-
trebbe introdurre dazi sulle auto te-

desche, con una hard Brexit oppure


con una batosta elettorale nelle ele-
zioni in Sassonia, Brandeburgo e Tu-

ringia in arrivo in autunno.


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E-COMMERCE


La tedesca Bonprix punta sull’hub italiano


Roberta Miraglia


Dal nostro inviato


VALDENGO (BIELLA)


Il business di Otto, colosso tedesco


dell’e-commerce da  miliardi di fat-


turato, ha un hub europeo in Italia,


nel cuore del distretto del tessile, a


Valdengo, pochi chilometri a Est di


Biella. Nei piani di sviluppo del grup-


po fondato nel  ad Amburgo,


Bonprix nel nostro Paese - specializ-


zata nella vendita per corrispondenza


di abbigliamento per donna, uomo,


bambino e tessile per la casa - diventa


uno snodo importante. Nascono qui,


sul territorio italiano, molti dei pro-


getti che poi vengono replicati in altri


Paesi coinvolgendo le divisioni Ict,


marketing e logistica.


Dagli uffici immersi nel verde che


un tempo erano una fabbrica tessile,
Stephan Elsner, direttore generale

dal  della società in Italia, guida


l’espansione verso altri mercati: a
gennaio  Bonprix aprirà in Spa-

gna. «Dopo vari tenativi falliti in pas-


sato - spiega Elsner nel suo ottimo
italiano - adesso quel mercato mo-

stra un trend di crescita». Dalla Spa-
gna l’azienda si aspetta  milioni di

euro di fatturato. «Non sappiamo


con che velocità arriverà ma non ab-
biamo fretta» aggiunge. L’anno pros-

simo aprirà anche la Finlandia men-


tre nell’ottobre  alla mappa eu-
ropea si sono aggiunte Svezia e Nor-

vegia. L’esperienza della Turchia,


partita nel , si è invece chiusa
quest’anno a causa della crisi econo-

mica del Paese: «Un vero peccato -


osserva il manager - perché è un
mercato giovane e grande con  mi-

lioni di abitanti. Ma purtroppo la for-


te svalutazione della lira turca ci ha
impedito di andare avanti».

La storia di Bonprix in Italia - 
milioni di fatturato nel  in au-

mento del % rispetto al  - è legata


alle acquisizioni che hanno portato un
grande gruppo dalla Germania a inve-

stire in aziende in declino e a rilancia-


re marchi e attività. Otto controlla 
aziende in vari settori merceologici in

 Paesi tra Europa, America e Asia, ha


mila dipendenti e raggiunge circa
 milioni di clienti. Bonprix è nata ad

Amburgo nel ; è presente in 


Paesi, dà lavoro a mila persone, ha
un fatturato internazionale annuo di

, miliardi di euro. In Italia arriva nel


 e raccoglie i marchi bonprix, Ge-
taline - nata nel  come azienda

specializzata in customer service e
spedizioni - ed Euronova, la storica

azienda del biellese di accessori e og-


gettistica per la casa. Euronova è stata
acquisita dai tedeschi nel , lo

stesso anno in cui viene inaugurato a


Valdengo il nuovo hub per la distribu-
zione con un investimento di  mi-

lioni di euro per ristrutturare il vec-


chio magazzino su una superficie di
mila metri quadrati. Da qualche an-

no il direttore generale Elsner spinge-


va l’espansione internazionale del
Gruppo Italia aprendo in Grecia, Slo-

venia, Svizzera e Austria.


L’Italia - con i suoi  dipendenti



  • fa quindi da base per l’Europa del


Sud e parte del Nord, fornendo la ge-


stione del sistema e promuovendo si-
nergie digitali. Inoltre il nostro Paese,

sottolinea il manager, «viene consi-


derato un polo sperimentale per i
rapporti BB che abbiamo sviluppato

con Grecia, Arabia Saudita e Slovenia.


In questi mercati noi forniamo pro-
dotti come grossisti: diamo immagi-

ni e prodotti e le società locali si occu-
pano della commercializzazione. In

Arabia Saudita però c’è anche un


punto vendita: i responsabili vengo-
no direttamente a Valdengo e carica-

no sui loro mezzi la merce».


È un nuovo modello di business
del gruppo che ha fatto scuola per i

colleghi dell’Est Europa sui Paesi Bal-


tici. Un modello che avrebbe dovuto
essere applicato anche in Iran, le trat-

tative erano a buon punto, quando il


ritorno delle sanzioni americane nei
confronti di Teheran ha costretto la

società ad interrompere i piani di
espansione. La politica commerciale

degli Stati Uniti, del resto, è una delle


incognite che il gruppo deve affronta-
re, al pari di tante altre aziende, digita-

li e non: «Se davvero verranno impo-


sti dazi del % sui beni cinesi - sotto-
linea Elsner - per noi ci saranno pro-

blemi perché la nostra merce per il


mercato statunitense arriva dal Mes-
sico e dalla Cina».

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Il marchio di abbigliamento


arriverà nel  in Spagna


Valdengo guida l’espansione


Anti-Trump?
Il presidente francese
Emmanuel Macron

STEPHAN
ELSNER
È dal 2001
direttore generale
di Bonprix Italia,
del gruppo
tedesco Otto

120

100

80

40

20

0

Fonte: Destatis

SALDO


EXPORT


IMPORT


GIU-DIC 2017 GEN-DIC 2018 GEN-GIU 2019


2018, 2019 – Risultati preliminari.
In miliardi di euro

Anche la macchina da export perde colpi


GUERRE COMMERCIALI


In calo a giugno


dell’8%


l’export tedesco


Le esportazioni tedesche hanno


registrato in giugno il calo su


base annua più consistente
dell’ultimo triennio, segno

dell’incertezza crescente legata
alle tensioni commerciali tra

Stati Uniti e Cina. Le vendite


all’estero hanno infatti registrato
un calo dell’%, dato che

alimenta la possibilità di una


contrazione o stagnazione della
prima economia europea nel

secondo trimestre, Le previsioni


governative per l’anno sono di
una crescita debole, dello , per

cento. I dati sul Pil del periodo


marzo-giugno saranno
pubblicati il  agosto. Molte

grandi imprese tedesche, da


Daimler, a Basf a Lufthansa,
hanno preannunciato un

deterioramento delle prospettive


di utile nelle ultime settimane.
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Alla fine il conto di Brexit, ordinata oppure senza accordo


con l’Unione europea, quindi disordinata, imprevedibile
e dirompente, sta arrivando. Il Pil britannico nel secondo

trimestre ha registrato la prima contrazione dal . Ri-


sultato immediato: la sterlina, già debole per l’incertezza
creata dall’ascesa al potere di Boris Johnson come leader

Tory e premier, è scivolata al livello più basso degli ultimi


due anni nei confronti del dollaro, a ,. Da quando si
è insediato l’ex sindaco di Londra, la moneta britannica

ha perso il  per cento.


La contrazione del prodotto interno lordo è stata dello
,%, pari a un tasso annualizzato dell’,% rispetto al-

l’,% del trimestre precedente. Molti analisti attribuisco-


no il dato alla crescente incertezza che circonda le modali-
tà con le quali Londra intende uscire dall’Unione europea

alla data concordata, quella cioè del  ottobre, rispetto


alla precedente scadenza del  marzo. Altri invece lo at-
tribuiscono proprio allo spostamento della data di uscita.

Mentre in previsione di una Brexit a marzo la gran parte


delle aziende britanniche aveva incrementato notevol-
mente le scorte per gestire un evento comunque

traumatico, lo slittamento ha invertito questo


processo e molte imprese hanno anticipato la
chiusura per lavori di manutenzione ad aprile.

Il che spiegherebbe in parte la contrazione, che


è stata ancora più pronunciata (-,%) nella pro-
duzione manifatturiera.

Le prospettive, come per altre grandi econo-
mie, sono più che mai incerte, legate all’esito

della guerra commerciale in corso tra Stati Uni-


ti e Cina, e alla determinazione di Boris John-
son a uscire comunque dall’Unione europea il

 ottobre, con o senza accordo. I più ottimisti


si aspettano per il resto dell’anno una crescita
modesta o piatta, mentre il nuovo cancelliere

dello Scacchiere (ministro delle Finanze), Sajid Javid, ha


voluto escludere una recessione: «I salari sono in cresci-
ta, l’occupazione è a livelli record e prevediamo quest’an-

no di crescere comunque più della Germania, dell’Italia


e del Giappone», ha detto.
Lo scenario al quale lavora con maggior impegno il

primo ministro resta quello di una Brexit senza accordo.


Reuters ha rivelato il contenuto di una lettera scritta da
Boris Johnson a tutti i dipendenti del governo nel quale

li invita apertamente a prepararsi per un “no deal”. Natu-


ralmente, aggiunge, l’opzione preferita sarebbe quella di
un accordo con l’Unione, opzione possibile secondo lui

soltanto abolendo il backstop sull’Irlanda, il meccanismo


concordato tra il precedente governo May con l’Unione
europea per impedire il ritorno di un confine fisico tra le

due Irlande, e definito dallo stesso Johnson «anti-demo-


cratico» e inaccettabile per il Paese.
Chiusa per ferie la Commissione europea, la posizione

di Bruxelles in merito non è cambiata e difficilmente


cambierà nonostante le intemperanze del premier bri-
tannico: l’intero pacchetto (divorzio + nuova partnership


  • periodo di transizione) non è negoziabile. Al momento,


dunque, lo scenario di un’uscita dal Regno Unito senza
accordo è il più probabile ed è questo il sentimento dei

mercati, a cominciare dalla sterlina.


—R.Es.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

EFFETTO BREXIT


A PICCO LA STERLINA


Prima contrazione


del Pil britannico


degli ultimi sette anni


Dentro o fuori. Dimostrazione pro Ue davanti a Whitehall


EPA

0,2%


LA
CONTRAZIONE
Il Pil britannico
nel secondo
trimestre ha
registrato il primo
segno negativo
degli ultimi sette
anni. Il dato ha
mandato la
sterlina a nuovi
minimi
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