Corriere della Sera La Lettura - 18.08.2019

(Tuis.) #1
DOMENICA18AGOSTO2 019 CORRIEREDELLASERA LALETTURA 39

R


oma dedica la prima grande anto-
logica a Luigi Boille, artista friula-
no che nacque aPordenone nel
1926 ma che scelseRomacome città
dovevivere (qui è morto nel 2015). La
mostra Luigi Boille. Luoghi di luce, scrit-
tura del silenzio. Opere 1958-2015 , a
cura di ClaudiaTerenzi e Bruno Aller
(aperta fino al 3 novembre; museivilla-
torlonia.it), racconta attraverso 80 opere
la carriera di un artista la cui cifra pecu-
liare fu il segno (sotto: Viola continuo ,
1974). L’esposizione su Boille, uno dei
grandi protagonisti dellacorrente Infor-
male, si aprecon una serie di opere della
fine degli anni Cinquanta, alcunecarat-
terizzate dalla predominanza delcolore,
altre dal segno — appunto —come trat-
todistintivo. Tra levarie sezioni spicca
una sala dedicata al giallo, di cui Boille
rende la potenza della luminosità attra-
verso sottili segni. Sono presenti in mo-
stra le cinque grandi opere del 1966 che
l’artista espose alla XXXIII Biennale di
Ve nezia. ( chiara pagani )

MUSEIDIVILLATORLONIA

Tuttiicolori


di LuigiBoille


I


l villano con la botticella (sotto) fu la prima statua
del giardino di Boboli a Firenze. Scolpita nel 1557 da
Giovanni diPaoloFancelli su disegno di Baccio Ban-
dinelli, raffigura uncontadino che sorregge una picco-
la botte e porta alla cintura unaroncola per potare le
viti. L’opera fu seguita da altri popolani ripresi nelle
loro occupazioni quotidiane, che ancora oggi animano
i percorsi del giardino diPalazzo Pitti, acquistato nel
1550 da Eleonora diToledo, sposa di Cosimo I. Il villano
dallaresidenza granducale emigrò a Pratolino. Ritornò
a Boboli alla fine del Settecento e fucollocato all’ingres-
so diPortaRomana. Dopo unrestauro che l’ha liberato
da muschi, alghe, licheni, funghi e dalcalcare accumu-
latosicon la pioggia, è ora presentato nella Sala delle
Nicchie diPalazzo Pitti (uffizi.it). La mostra, intitolata
La prima statua per Boboli. Il villanorestaurato e cura-
ta da Alessandra Griffo (fino al 29 settembre),conclude
la serie delle tre mostre dedicate al cinquecentenario
della nascita di Cosimo I. ( lauretta colonnelli )

PALAZZOPITTI

Il contadinoconla botte


tornadopo unaripulita


U


n filo unisce la Sardegna a NewYork. Ricostruiscono il percorso
che ha portato allarealizzazione del progetto Magazzino Italian
ArtFoundation, museo nell’HudsonVa lley (Cold Spring, New
York) dedicato all’arte italiana dal dopoguerra a oggi, le due mostre
allestite ai Musei civici di Cagliari (Palazzo di Città, fino all’8 dicembre,
sistemamuseale.museicivicicagliari.it). La primaoffre unexcursus
sull’ArtePovera, tra i punti diforza dell’istituzione newyorkese: 15
opere di alcuni tra i maggiori protagonisti (Alighiero Boetti,Jannis
Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, GiulioPaolini, PinoPascali, Giu-
seppePenone, Michelangelo Pistoletto) tratte dallacollezione Olnick
Spanu (sotto: Boetti, Oggi nono giorno dodicesimo mese dell’anno
1000 nove 100 ottantotto , 1988). La seconda allinea 27 scatti di grandi
dimensioni delfotografo MarcoAnelli,romano trasferitosi oltreocea-
no, che documentano il processo dicostruzione del Magazzino, tra
immagini dicantiere e ritratti di lavoratori. ( maria egizia fiaschetti )

MUSEICIVICI

Isegreti dell’Arte Povera


in un «Magazzino» americano


V


isioni, segni misteriosi,codici da decifrare, graf-
fiti appartenuti al passato, astrazioni e figure
composte in grandicarte tatuate: sono le opere di
SimonePellegrini (Ancona, 1972) in mostra fino all’8
settembre al Museo diPalazzo Pretorio di Prato (ingres-
so libero, palazzopretorio.prato.it). La personale del-
l’artista, dal titolo Passato in giudicato , fa parte di Pre-
torioStudio, una serie di eventi curati daVe ronica Ca-
ciolli. Il titolo dell’esposizione si rifà a uno deireperti
piùcaratteristici del museo, una parete di segni indeci-
frabili risalenti probabilmente al XIV secolo, tracciati
dagli imputati in attesa di ricevere la sentenza del Pre-
tore. Nel lavoro diPellegrini i segniformano immagini
attraverso latecnica della monotipia: una matrice crea-
ta dall’artista perrealizzare singoli brani dellacomposi-
zione, usata un’unicavolta e poi distrutta,rendendo le
opere uniche ecasuali (sopra: Compluvio , 2019). L’auto-
resi rifà allatecnica del pittore genovese Giovanni Be-
nedetto Castiglione (1610-1665), che richiama le acque-
forti diRembrandt. ( fabrizio villa )

MUSEODIPALAZZOPRETORIO

Isegn imisteriosidioggi

arrivanodalXIV secolo

T


ra le moltecelebrazioni delcente-
nario del Bauhaus, l’Art Institute di
Chicago siconcentra sull’attività
dell’innovativo laboratoriotessile della
scuolafondata a Dessau nel 1919 e sulla
sua influenza sull’arte americana in se-
guito alla fuga negliUsa di docenti edex
studenti, primi fra tutti Gropius e Mies
van derRohe, dopo la chiusuraforzata
della scuola nel 1933. La mostra Weaving
beyond the Bauhaus (fino al 16febbraio;
artic.edu) espone 50 lavori, non solo
tessili,realizzati da pionieri della speri-
mentazione e dell’integrazione tra le arti
come Anni Albers e Marli Ehrman, e da
artisti successivicome Claire Zeisler,
LenoreTawney (sopra: The BrideHas
Entered , 1982), Otti Berger, GuntaStölzl,
EthelStein e Sheila Hicks. La mostra
illustra in particolare l’attività e lerela-
zionireciproche di interpreti del
Bauhaus (o Bauhäusler) sulterritorio
americano, a partire proprio da Chicago,
città dovel’InstituteofDesign dell’Illino-
is InstituteofTechnology (IIT),fondato
da László Moholy-Nagycome New
Bauhaus nel 1937, fu unveropolo di
innovazione. ( alessandro martini )

ARTINSTITUTE

Il laboratorio tessile


del Bauhaus


I


l segno inciso sulla lastra metallica o tracciato sulla pietra, l’im-
pressione trasferita sullacarta, le possibilità, le difficoltà e le sfide
dell’inchiostro e delcolore.Per Joan Miró la grafica non è stata
un’attività secondaria rispetto alla pittura, alla scultura o allaceramica
ma unfertilissimocampo di indagine. L’uso ditecniche sia tradizio-
nali che di avanguardia (tra le quali quella del carborundum , appresa
direttamente aParigi dall’inventore Goetz) e la scelta di materiali inu-
suali hannocaratterizzato la sua opera grafica, in una ricchezza eva-
rietàresa possibile anche grazie al sostegno dei galleristi ecollezioni-
sti Marguerite e Aimé Maeght e del loro figlio Adrien, stampatore e
editore d’arte. A Saint-Paul-de-Vence, in Francia, negli spazi luminosi
dellaFondation Maeght, alla cui creazione ha tantocontribuito lo
stesso artista, è in programma la mostra Joan Miró. Au-delà de la
peinture : più di 200 opere (sopra: Le Grand triptyque noir , 1969, parti-
colare) tra stampe, prove d’artista, manifesti, litografie, libri, gouache
inedite (fino al 17 novembre;fondation-maeght.com). ( anna villari )

FONDATIONMAEGHT

Trattiincisi su metalli,pietre, carta


Lemeravigliegrafichedi Jean Miró


CAGLIARI


● ●


CHICAGO



FIRENZE


●●


ROMA



Chi arriverà per primo afarci viaggiare
sparati in un tubo ad ariacompressa?
Hyperloop sembrava solo un sogno di Elon
Musk, progettato via via tra Los Angeles e
San Francisco, Mosca e San Pietroburgo, Città

del Messico e Guadalajara. Ora ilgoverno
delloStato indiano del Maharashtra ha
firmato: sifarà fra Mumbai e Pune, 160
chilometri in 35 minuti. Quando?Come? Le
difficoltàrestano, ma il sogno è più vicino.

Unsognodeltubo

{


Cittadini
diEdoardoVigna

PRATO SAINT-PAUL-DE-VENCE

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