Corriere della Sera La Lettura - 18.08.2019

(Tuis.) #1
40 LALETTURA CORRIEREDELLASERA DOMENICA18AGOSTO2 019

Maschere.


Teatro, musica, danza, cinema,televisione


Il futuro


èimprovviso


Salviamolo


di LAURAZANGARINI

FUORI


SCENA
diSTEFANOBONAGURA

F


ranco Godi, musicista, èconosciutocon
il soprannome di Mister Jingle. Ha
composto brani per la pubblicità che
sono rimasti nella memoria di tanti (tra gli
altri: Olio Bertolli, Saila Menta, Oliva Saclà,
Orzoro), fino acelebri sigle tv ( UnoMattina o
SuperGulp!Fumettiintv ). «Negli anni
Sessanta — racconta a “la Lettura” —
incontrai un autoreRai che mifece lavorare
perStudio K a Firenze: lì scoprii la mia vena
della sintesi musicale. Quando sciolsi il

gruppocol quale ero entrato alla radio di
Firenze e mi esibivo nei locali, decisi di
dedicarmi esclusivamente alla pubblicità.
Oggi per i brani di successo si dice catching ,
attraente, checattura, anche se è rarissimo
che ti prendano il cuore: manca
l’emozione». Ammette di essere preso da
«uncerto dualismo»: da un lato il musicista,
dall’altra ilcomunicatore. «Riesco a
sdoppiarmi, a giudicare dall’esterno: finché
non trovo la sintesi originale, non mangio e

non dormo,concentrato sulla ricerca della
semplicità, che è unacosa difficile. Il jingle
va preso sul serio, perché identifica un
prodotto». Godi è poi diventato produttore
discografico: ha lanciato Articolo 31,
Gemelli Diversi, Neffa, J-Ax,Fedez.
«Quando il jingle è divenuto unaformula già
esplorata, ho sentito il bisogno d’altro: a
queitempicercavo un rapper per uno spot
da 30 secondi em’imbattei negli Articolo
31.Per mefare il produttore significa
indirizzare l’artista.Per passione musicale
ora seguo la direzione artistica di Drusilla
Foer, che porta ilrecital Eleganzissima nei
teatri. Canta, è un’attrice poliedrica. Non
sono produttoreteatrale néregista: non me
ne sarei occupato se non cifosse musica».
© RIPRODUZIONE RISERVATA*

Il musicista Franco Godi
è nato a Milano
il 10 giugno 1940
(foto di Andrea Magna)

Olive,mentine,orzosolubile,olio


Lamiamusicapervenderelecose


Tr a cappa, spada e laser ha ispirato la saga di
StarWars ; ha preso in prestito da Omero, dal
western, anche daiVangeli, quando uscì dal
suo sepolcro in una tavola degli anniTrenta.
FlashGordon.L’avventurosameravigliatra
mito,immaginarioemedia (Npe, pp. 160, €
14,90) è una raccolta di saggi sull’eroe di Alex
Raymond, un’alchimia difantascienza e
realismo neorinascimentale che da noi esordì
nell’ottobre 1934 su «L’Avventuroso».

Segnalidifumo
diAlessandroTrevisani

TuttifiglidiFlashGordon

{


I


l sorriso timido è rimasto lo stesso di quando era
ragazzo. I 63 anni di oggi sono la tappa di una gio-
vinezza ancora incorso. «Gli esempi non mancano
— ride GianniTogni —.Paul McCartney ha 77 an-
ni, MickJagger 76, NeilYoung 73. Su David Crosby,
77, hanno fatto un film ( Remembermyname , ndr ). Ci
difendiamo». Del disco in uscita il 20 settembre, Futuro
improvviso , racconta: «Nel giugno di due anni fa sono
tornato in sala di incisione, un nuovoprogetto che pen-
savo di finire in fretta, ma la vita prende sempre svolte
impreviste.Pensi al domani ete lo ritrovi addosso, ecco
perché Futuroimprovviso ».
Jovanotti ha proposto nel suotour nelle spiagge la
cover di una delle suecanzoni piùfamose, «Luna».
«È stata una bella sorpresa».
Come il successo che le portò?
«Non ho mai pensato, nelcorso della miacarriera ar-
tistica, intermini di pezzi di successo. Certo, le hit da
unapartetiavvantaggiano, ti lasciano la possibilità di
fare, dopo, quello che vuoi. Dall’altra sono delle “pietre”
che ti trascini sperando, prima o poi, di liberartene».
È vero che possiede unacollezione di oltre cinque-
mila vinili?
«Sì, ne ho tantissimi. Odio il pensiero dicambiareca-
sa, vivo qui aRoma, vicino a piazza Navona, dal 1984, mi
sono affezionato. Ma devo ammettere che ormai gli spa-
zi per dischi e libri stannoterminando».
Che rapporto hacon Roma?
«È una città che vive di alti e bassi, incontinuazione.
Questo momento è un deciso basso.Roma ècapace pe-
ròanche di grandi riprese. Quandocomprai questacasa
la pagai pochissimo, tutti andavano via, lazona era de-
gradata: spaccio,tossici, piccola criminalità.Poi la rina-
scita. Certo, oggi è una città lasciata a sé stessa,con po-
cheregole. Maresta bellissima. Quando, per lavorare al
musical su Greta Garbo, per due anni ho vissuto aStoc-
colma, prendevo l’aereo ognivenerdì sera pertornare a
casa; ripartivo alle cinque del mattino del lunedì per es-
sere alle dieci inteatro. Sentivo il bisogno di bellezza».
Unmusical su Greta Garbo?
«Sì, ho scrittomusicheetesti,come per Poverima
belli ,direttodaMassimo Ranieri. E, prima ancora, le
musiche di Hollywood.Ritrattodiundivo , doveMassi-

mo era protagonista,regia di GiuseppePatroni Griffi.
Era ispirato aJohn Gilbert, amante della Garbo. Le loro
vite si intrecciarono mentre il sonoro si affacciava al ci-
nema:lei stella in ascesa, lui luminoso divodel muto.
Morì a 39 anni, solo e in povertà, travolto dalla Grande
Crisi del 1929. È la storia che ilregista francese Michel
Hazanavicius ha raccontato,con finale virato in happy
end, in TheArtist , cinque premi Oscar nel 2012. Si dice
chefosse in Italia per girare uno spot, abbia visto lo spet-
tacolo e da lì sia nato il progetto del film».
Quando ha deciso di darsi al musical?
«Me ne sono innamorato a Londra, nel 1988, dovetor-
nai anche in seguito per lavoro. Rientrato in Italia decisi
di scriverne uno, tuttosinfonico,conitesti di Guido
Morra (suo storicoparoliere, ndr ). Non sapevoperòa
chi farlocantare. Cercai Massimo Ranieri, era ormai il
1994, lui stava lavorando a Milanocon Strehler a L’isola
deglischiavi .Gli lasciai l’incisione, mi promise che
l’avrebbe ascoltata. Qualche giorno dopo mi chiamò.
Disse: “È bellissimo, incontriamoci perché lovoglio fa-
re”. Così è nato tutto».
Nel 2000 a chiamarla fu invece il direttore delloSta-
dsteater diStoccolma...
«Avevavisto Hollywood.Ritrattodiundivo , mi pro-
pose di lavorarealmusical mettendo alcentrolavita
della Garbo. Fu un successo,teatro pieno tutti i giorni
per un anno e mezzo. G&G sarebbe dovuto andare in
tournée in Norvegia, ma non fu possibile spostarela
scenografia, imponente, dalteatro. Così non se nefece
niente.Poi mi dedicai a Poverimabelli : in sei mesi scris-
si musiche,testi, arrangiamenti..Una mazzata, mi ci so-
novoluti due anni per riprendermi».
La passione per il musical si accompagna a quella
per il cinema?
«Sì, ma non amo scrivere musiche da film, anche se
hocomposto diversi brani, il più importante è Dancing,
per lacolonna sonora di Ilfuturoèdonna di MarcoFer-
reri. Iregisti, parlo naturalmente per la mia esperienza,
non lasciano sufficiente libertà creativa. Se me lo chie-
dono aiuto però i giovani, gli emergenti. Il più dellevolte
senza farmi pagare».
Come nascono le suecanzoni?
«Partocon un lavoroglobale in mente. Non penso

i


L’artista
Nato aRoma nel 1956,
GianniTogni (a sinistra nella
foto) inizia a esibirsi nel
1974 alFolkstudio diRoma.
Il suo primo album, In una
simile circostanza , è del 1975.
A lungo supporter deiPooh,
nel 1980 raggiunge il
successo con il singolo Luna e
l’album ...e in quel momento,
entrando in unteatro vuoto,
un pomeriggio vestito di
bianco, mitolgo la giacca,
accendo le luci e sul palco
m’invento... (1980).Con il
paroliere Guido Morra
realizza poi Semplice (1981);
Vivi (1982); Per noi
innamorati (1983) e Giulia
(1984). Nel 1996 pubblica la
raccolta Cari amori miei con
cui vince il disco d’oro.Dopo
Il bar del mondo (2015) e
Canzoni ritrovate (2016), il 20
settembre uscirà Futuro
improvviso (nellafoto, la
copertina).Togni ha anche
scritto musical sinfonicicome
Hollywood del 1998con
MassimoRanieri, e G. &b G. ,
su Greta Garbo, oltre a
musiche per la tv e ilteatro
Laclassifica
Il cantante hacompilato per
«la Lettura» la classifica dei
suoi 10 migliori dischi di
sempre (in ordine sparso), di
cui a destra pubblichiamo le
relativecopertine. Sono: Face
to Face (1966) dei Kinks;
Court and Spark (1974) di
Joni Mitchell; Odessey and
Oracle (1968) dei The
Zombies; Solid Air (1973) di
John Martyn; Volunteers
(1969) dei Jefferson
Airplane; If I Could Only
Remember My Name (1971)
diDavid Crosby; English
Settlement (1982) di XTC;
Sea Change (2002) di Beck;
Yankee HotelFoxtrot (2002)
dei Wilco; BlueValentine
(1978) diTomWaits

L’intervistaPochisocial(«Meglioincontrarsi»),nientetalent(«lecanzonicontanopiù


dell’apparireintv»),nienteautonéariacondizionata(«sonoadisagioseilmiobenessere


passaattraversoilmalesserediqualcuno»).GianniTognipresentailnuovoalbumeparla


ditutto:didischieromanzipreferiti,diRoma,dellamammaedellaziaappenascomparse

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