Corriere della Sera La Lettura - 18.08.2019

(Tuis.) #1

8 LALETTURA CORRIEREDELLASERA DOMENICA18AGOSTO2 019


di VALERIACRIPPA


L’originale sguardo da antropologo
dell’americanoRenatoRosaldo (1941) ha
trasformato in «autoetnografia» poetica
l’incontrocon 11 suoicompagni di scuola,
rivisti dopo 50 anni. La narrazione della

nascita di un’identità, propria e altrui, di un
mondo e di untempo ritrovati si intitola The
Chasers (Duke University Press, pp. 144,
$ 19,95),come il gruppofondato dai 12 amici
negli anni Cinquanta, aTucson (Arizona).

Compagnidiscuolaedipoesia

{


Stanze
diAngelaUrbano

V


errà l’Apocalisse e avrà ilvolto
della guerra. Come un flagello
ineluttabile che grava sull’inte-
ropianetarendendolotetroe
plumbeo, ilconflittobellico
spazzaefrantuma l’umanità in Xenos ,
nuovospettacolo di Akram Khan atteso
in prima nazionale aRomaeuropa (dal 18
al 20 settembre alTeatro Argentina), poi
aTorinodanza (il 25e26settembrealle
Fonderie Limone di Moncalieri), enti
produttori in una fittacordata interna-
zionale che accosta l’Onassis Cultural
Centre di Atene al Sadler’sWells di Lon-
dra, l’HongKong Cultural Centreal
ThéâtredelaVille diParigiealLincoln
CenterforthePerforming Arts di New
York. Commissionatoda 14-18Now (il
programmadelle arti delRegnoUnito
per ilcentenario della Prima guerra mon-
diale), Xenos è per ilcoreografo britanni-
cod’origine bengalese uncanto universa-
le di solitudine che egli affronta in scena
in un one man show che chiude la serie di
spettacoli-assoli.

Carne, sudore, paura e fango impasta-
no un paesaggio scenico desolato e deso-
lante, in cui la ruvidacomponente mate-
rica della scenografia di MirellaWeingar-
tenriflettelacondizione scabra dell’uo-
mo in guerra, precipitatoinuna landa
ostile e tirannica che lo esclude e rigetta
lontano dalla propria identità più pro-
fonda e autentica. Via dalla propriaterra,
estirpato dagli affetti, dalla famiglia, dal-
le radici socialieculturali, l’ homo belli-
cus è così sondato da Khan in 65 minuti
che sono, allo stessotempo, una rimessa
in giocototale e un’elegia intimista, in cui
il soldato e il danzatore si abbracciano in
un duettomortale che li estingue en-
trambi. Latesta glabra china in avanti per
fenderelaferocia dell’ambientecirco-
stante, le spalle incurvate che già presagi-
scono laresa, le mani che afferrano una
fune sfibrata, Khan avanza sul palco
mentreunavoce registrata si interroga
sulla natura degli spari, sul fuoco dei fu-
cili, sull’identità direspiri affannati. La
danza in trincea è unvortice di lineecon-

vulse, le mani diventano preghiera nel ri-
todelle mudra (il gestosimbolicodelle
mani), le braccia si avviluppano intorno
allatesta disegnando quesiti irrisolti, le
gambe inseguono un’impossibile via di
fuga.Rimbombi, raffiche,colpi di tam-
buro che pulsano al ritmo del cuore. Ma-
schere antigas, lanterne nella notte eter-
na.Uno contro tutti, il nemico èovunque
e si insinua sotto le ossa. Con tutta la vul-
nerabilità del fante, l’uomoècarne da
cannone, un nome su una lapide; più
probabilmente, un milite ignoto. E il me-
mento mori diventa un ineludibile richia-
mo lungo il crinale checongiunge e se-
para Occidente e Oriente, per gli uomini
di ieriedioggi, nella drammaturgia di
Ruth Little che, per Xenos , ha attinto agli
archivi del XX secolo.

Così è la guerra secondo Akram Khan,
il coreografofolgorato dalla danza guar-
dando MichaelJackson, modellato dal ri-

gore vigoroso del kathak , la danza classi-
caindiana, liberatodalla creatività som-
mersa delcontemporaneo, battezzato,
nel suo darsi alla scena, dagli esempi di
PinaBausch, che egliconsidera l’eterna
madrina della danza,ediPeter Brook,
padrino delteatro:con Brook, Khan ave-
valavoratoda ragazzo, partecipandoa
tredici anni al leggendario Mahabharata
delregista britannico.
Natoe cresciuto a Londra in una fami-
gliaoriginaria del Bangladesh(il padre
gestivaun ristorante indiano), il quaran-
tacinquenne Akram è diventato egli stes-
so, in diciotto anni dicarriera, un riferi-
mento obbligato per una pleiade di arti-
sticoncui ha strettoaffinità elettivein
scena—dall’étoileSylvie Guillemalla
pop starKy lie Minogue, dall’attrice Juliet-
teBinochealbailaor di flamencocon-
temporaneoIsrael Galván—efeconde
complicità creative:fondamentali gli in-
contricon ilcollega Sidi Larbi Cherkaoui,
lo scrittore HanifKureishi, icompositori
SteveReicheBen Frost,gli artisti visivi

Non èlaguerra


Èlafine


delmondo


Ildibattitodelleidee

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