la Repubblica - 02.08.2019

(C. Jardin) #1
roma — Game over. Forza Italia,
il partito con il sole in tasca fonda-
to 25 anni fa da Silvio Berlusconi,
è ufficialmente imploso in un as-
solato pomeriggio d’agosto. Con-
sumato al suo interno da faide
fra fedelissimi e lotte alla succes-
sione, che sarà davvero difficile
ricomporre.
Come il titano Crono, divorato-
re di figli appena nati nel timore
che possano privarlo del potere,
ieri il Cavaliere ha ucciso in culla
gli ultimi due “delfini”, nominati
coordinatori nazionali appena
40 giorni fa. Tant’è che ora non
solo Giovanni Toti prepara l’ad-
dio definitivo: «La tragedia diven-
ta farsa, le primarie non si faran-

no, non vogliono cambiare nul-
la» scriverà a sera il governatore
su Fb, preannunciando il divor-
zio. Persino la pupilla Mara Carfa-
gna, sentendosi tradita dal suo
mentore, ha deciso di andare alla
guerra: «Questo è il modo miglio-
re per uccidere FI e io non farò
parte del comitato di liquidazio-
ne», tuona.
Accade tutto nel giro di qual-
che ora. Alle tre Antonio Tajani e
le due capogruppo Bernini e Gel-
mini presentano — al Tavolo del-
le regole convocato nella sede az-
zurra — una terza proposta di rior-
ganizzazione del partito in vista
del congresso, alternativa a quel-
le messe a punto dai due coordi-

natori nazionali. Toti e Carfagna
restano di sasso. Il presidente del-
la Liguria protesta, si scalda, di-
scute. La vicepresidente della Ca-
mera non fa una piega, raccoglie
i tre documenti e rientra a Monte-
citorio. Questa mossa non se l’a-
spettava, è indispettita ma anco-
ra fiduciosa: «Sono state avanza-
te diverse proposte, ora ne parle-
rò con Berlusconi e troveremo la
sintesi migliore», spiega. Facen-
do intendere di avere già in pro-
gramma nel weekend un volo
per la Costa Smeralda, dove il vec-
chio leader ha appena comincia-
to le vacanze.
Il fatto è che, nel giro di pochi
minuti, senza neppure preavver-
tire i diretti interessati, l’ex pre-
mier fa diramare una nota in cui,
«preso atto che il Tavolo delle re-
gole ha terminato i suoi lavori ed
alla luce del suo esito», rende no-
to di aver nominato «un Coordi-
namento di presidenza a supera-
mento degli incarichi conferiti il
19 giugno». Ne faranno parte cin-
que persone: Tajani, Gelmini,
Bernini, Carfagna e Sestino Gia-
comoni, fedelissimo del Cavalie-
re. Toti è fuori. La deputata cam-
pana commissariata. «Una scelta
che va in direzione esattamente

contraria alle intenzioni che mi
erano state manifestate da Berlu-
sconi» accusa lei, alludendo alla
telefonata del giorno preceden-
te, durante la quale l’inquilino di
Arcore l’avrebbe rassicurata, invi-
tandola a non mollare.
«Ognuno vada per conto suo,
buona fortuna a tutti», sibila il go-
vernatore esautorato all’uscita
dalla sede azzurra. E siccome
«l’Altra Italia sembra un’auto d’e-
poca, un’operazione nostalgia» a
cui lui non crede affatto, adesso
partirà per il tour in giro per l’Ita-
lia “Cambiamo insieme”, nuova
sigla utile a lanciare l’alleanza
con la Lega. Nel frattempo il parti-
to ribolle. Sui social piovono criti-
che su Berlusconi. Una trentina
di deputati, dalla Polverini a Bru-
netta (che reclama la convocazio-
ne immediata dell’ufficio di presi-
denza e del consiglio nazionale
di Fi), si precipitano nell’ufficio
di Carfagna per esprimerle soli-
darietà. Mentre lei con una nota
durissima boccia il coordinamen-
to a 5 «del quale nessuno mi ha
chiesto di far parte e di cui non in-
tendo far parte». Forza Italia è a
pezzi, rimetterli insieme, appare
un’impresa disperata.
— gio.vi.

Camera in ferie, l’ultimo scontro


è sull’allattamento in aula


Montecitorio si scatena sul diritto delle deputate di nutrire i neonati senza assentarsi dalle votazioni


Una battaglia che divide sia destra che sinistra. E alla fine passa la mediazione di Giorgia Meloni


La crisi di Forza Italia


Berlusconi li sfiducia


Carfagna si fa da parte


Toti annuncia l’addio


di Giovanna Vitale

roma — «Allattare fa bene, alla mam-
ma e al bambino, non consentirlo in
quest’Aula è una discriminazione
che non posso sopportare!» sbotta
«da pediatra» il dem Paolo Siani fra i
buu della destra e gli applausi della
sinistra. «Non sono d’accordo, il mi-
croclima qui dentro è paurosamen-
te insalubre, fuori da ogni tutela igie-
nica per una piccola creatura che ha
necessità di silenzio, d’aria pulita, di
condizioni totalmente diverse da
quelle che questo ambiente gli può
garantire», replica «da direttore me-
dico di un ospedale pediatrico» il
grillino Giorgio Trizzino, fra le urla
di giubilo di leghisti e forzisti.
Cronaca di una mattinata surrea-
le a Montecitorio. Trasformato alla
vigilia delle ferie in una curva da sta-
dio divisa sul diritto di allattare in
Parlamento: consentito all’estero
ma non Italia, dove vige anzi un di-
vieto che impedirebbe alle rappre-
sentanti del popolo di svolgere ap-
pieno il loro mandato. Impossibilita-
te a essere presenti al momento del
voto, quando coincide con il sacro-
santo dovere di nutrire l’infante. È
la tesi contenuta nell’odg al bilancio
della Camera presentato dalla 5S
Paola Carinelli «per superare un ta-
bù che sia d’esempio per tutti».
Materia incandescente che scate-
na gli uomini, spacca le donne e fran-
tuma in modo trasversale i gruppi
politici tranne la Lega, compatta-
mente contraria pur senza esprimer-
si. Chi invece ufficializza le sue di-
vergenze è manco a dirlo il Pd, co-
stretto a lasciare libertà di coscien-
za dopo averne discusso in chat per
due giorni senza trovare una posizio-
ne unitaria. Al centro della diatriba,
la modifica al regolamento per per-
mettere alle madri elette di fare in si-
multanea ciò che adesso è inibito: of-
frire il seno al poppante e pigiare il
pulsante. Richiesta tuttavia limitata

solo a quel preciso istante, non all’in-
tera durata della seduta: allattare
mentre Tria illustra la Finanziaria o
Salvini riferisce su Moscopoli conti-
nuerebbe a restare interdetto.
Due ore di dibattito sull’importan-
za del succo materno, del messag-
gio che il Parlamento dovrebbe man-
dare, anche se pure i pannolini spor-
chi hanno la loro rilevanza «e quindi
che facciamo? Mettiamo i fasciatoi
fra gli scranni?» provoca il forzista
Cortellazzo. Per non parlare della sa-
lute del neonato che un emiciclo at-
traversato da risse, sudorazioni ec-
cessive e batteri diffusi via starnuti
e influenze potrebbero mettere in
pericolo. Meglio allora non portarlo
dentro. Ci prova a proporlo il questo-
re grillino Federico D’Incà: «Io ho
una figlia di tre anni e mia moglie al-
latta ancora, figurarsi se non sono fa-

vorevole, però l’odg va riformula-
to», ammette nel brusio generale.
Nel conto va messo pure il disagio
del seno desnudo: «È una cosa natu-
rale», tuttavia «anche le avvocate al-
lattano in ufficio, ma certo non van-
no a farlo nella sala riunioni!» punge
l’azzurra Ravetto a cui i suoi fanno
la ola. Ma Boldrini insiste. Fratoian-
ni pure. La Serracchiani allarga il di-
scorso a tutte le dipendenti della Ca-
mera. Finché Giorgia Meloni non
lancia l’idea — ricavare una stanza a
ridosso dell’Aula, dotata di collega-
mento telematico per votare — che
d’incanto mette tutti d’accordo. «Io
sono una di quelle donne che non si
è potuta “permettere” la maternità;
mi sono trovata ad allattare mia fi-
glia ovunque; fino a un anno e tre
mesi l’ho fatto su treni, aerei, in mez-
zo alla strada» rivela. «Comunico uf-

ficialmente che si possono allattare
i figli senza far vedere i propri seni
al genere umano, senza fare scene
discinte» graffia. «Si può fare per-
ché siamo nel terzo millennio e ab-
biamo imparato a farlo. Quindi, at-
tenzione al messaggio che diamo
sulla maternità» punzecchia i puri-
tani mentre i suoi si spellano le ma-
ni. «E da madre dico che una donna
sa dove può allattare suo figlio», ora
pure il Pd applaude. «Non ci sono
luoghi salubri e insalubri: le madri,
più di chiunque altro, lo sanno».
L’intero emiciclo sospira di sollievo.
La dem Madia dà ragione all’avversa-
ria, Quartapelle idem. Alla fine pure
il presidente Fico è contento: la pro-
posta verrà esaminata dalla giunta
per il regolamento nella prima riu-
nione di settembre. La poppata è sal-
va. Ma fuori dall’Aula.

kGovernatore in uscita
Giovanni Toti, ex fedelissimo di
Berlusconi e presidente della
Regione Liguria

REUTERS

Le posizioni
Le strane
alleanze

Meloni (FdI)
“Approntiamo
una stanza
dotata di
collegamento
telematico per
votare. Una
donna sa dove
può allattare
suo figlio, siamo
nel terzo
millennio”

Madia (Pd)
“Sottoscrivo in
pieno le parole
di Giorgia
Meloni, su
argomenti
come questi
bisogna uscire
fuori dalle
ideologie”

Ravetto (FI)
“L’allattamento
è una cosa
naturale,
tuttavia anche
le avvocate
allattano in
ufficio, ma certo
non vanno a
farlo nella sala
riunioni!”

lIl precedente
Una foto di
nove anni fa.
L’allora
europarlamen-
tare Licia
Ronzulli mentre
vota in aula a
Strasburgo
tenendo con sé
la figlia Vittoria
nata pochi
giorni prima

Il fondatore azzera


i due coordinatori


e nomina un nuovo


organismo. È caos


. Venerdì, 2 agosto 2019 Politica pagina^11

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