la Repubblica - 02.08.2019

(C. Jardin) #1
L’inchiesta

La verità su Cerciello


nella rete di telefonate


la notte del delitto


Roma, la procura acquisisce i tabulati degli arrestati, dei pusher e dei membri dell’Arma


Saranno sentiti anche i militari fuori servizio intervenuti nella piazza dello spaccio


di Corrado Zunino

ROMA — Scende dalla Mercedes
nera, presa in affitto in aeropor-
to, alza lo sguardo sul carcere
del Settecento — Regina Coeli,
impiantato nella Trastevere do-
ve è iniziato il guaio — e si fer-
ma. Il giovane dello staff che lo
ha scortato fino all’ufficio “Pac-
chi e colloqui” lo deve sorregge-
re. Gli cedono le gambe. Una
donna lo spinge all’interno, cor-
ridoio a piano terra popolato di
madri e figlie italiane che atten-
dono i loro colloqui. È mezzo-
giorno, ieri: Ethan Elder, 61 an-
ni, funzionario della previden-
za della California, comprende
tutto.
Un istante, il carcere: otto
giorni gli passano davanti. La
polo verde si perde nell’andro-
ne interno per la registrazione,
quindi l’uomo sale verso la cel-
la del figlio Finnegan, 19 anni,
che fin qui ha parlato solo una
volta con la mamma: una telefo-
nata in Facetime. Lo spazio per
i colloqui è caldo. Ethan può
guardare il figlio e chiedergli:
«Perché?». Non arriva la rispo-
sta. «Ti avevamo mandato in va-

canza a Roma per toglierti da
quel giro di amici, perché?».
Non si sa se Finnegan — in que-
sti giorni silenzioso, frastorna-
to nella sua cella senza televi-
sione — pianga: il padre ha tenu-
to per sé questo aspetto, non lo
ha detto a nessuno della sua
corte americana.
Gabriel Natale Hjorth, l’ami-
co che ora prende le distanze
(«Ho conosciuto Finnegan solo
sui social», racconta nascon-
dendo le frequentazioni nelle
scuole a nord di San Francisco)
ha una cella lontana: li hanno si-
stemati in modo che, durante
l’ora d’aria, non possano incon-
trarsi, cortili separati. Papà
Ethan si prende tutta l’ora del

colloquio. Non ha portato nien-
te con sé: Finnegan è ancora
con infradito, pantaloncini e
maglietta consegnati dall’am-
ministrazione penitenziaria.
Papà Ethan esce dal carcere
che è l’una di pomeriggio: il vol-
to sicuro del giorno dell’arrivo
in aeroporto, ventiquattr’ore
prima, ora è tradito dagli occhi.
Sale sul van, per il ritorno c’è il
pulmino con i vetri anneriti,
che a fatica si libera dell’asse-
dio dei cameramen. Torna
all’ambasciata americana: or-
mai il caso dell’omicidio in va-
canza è sotto la piena responsa-
bilità della diplomazia Usa. Il
consulente legale americano
che Ethan si è portato dalla Ba-

ia — Craig Peters, già difensore
pubblico negli Stati Uniti — mo-
stra alla Abc7 la linea difensiva.
Aggressiva. «Chi sta investigan-
do in Italia non sa bene cosa sia
successo quella notte vicino
all’Hotel Méridien e fa filtrare
solo le informazioni che gradi-
sce. Un coltello da diciotto cen-
timetri in mano a un ragazzo?
Negli Stati Uniti non è certo
una supersorpresa viaggiare
con un’arma, si usa per difen-
dersi».
Nel pomeriggio i legali italia-
ni dell’ex amico Gabriel Natale
Hjorth — gli avvocati Francesco
Petrelli e Fabio Alonzi — deposi-
teranno un’istanza al Tribuna-
le del Riesame per la scarcera-

di Federica Angeli
e Francesco Salvatore

ROMA — Saranno ascoltati nei pros-
simi giorni in procura i quattro ca-
rabinieri liberi dal servizio che a
Trastevere sono intervenuti per
una operazione antispaccio che
però non ha portato né ad arresti
né al sequestro di un solo grammo
di stupefacente. È uno dei punti
della strategia investigativa che si
è discussa ieri mattina in un verti-
ce a palazzo di giustizia in cui, ol-
tre ai magistrati che hanno in ma-
no il fascicolo sulla morte del vice-
brigadiere Cerciello Rega, erano
presenti il comandante del Provin-
ciale di Roma Francesco Gargaro e
quello del nucleo operativo di via
In Selci Lorenzo D’Aloia.
I quattro saranno ovviamente
ascoltati come persone informate
sui fatti. Un’occasione per il mare-
sciallo Sansone (il più alto in gradi
quella notte sul campo) di spiega-
re per quale motivo decise di inter-
venire alla vista di Brugiatelli,
dell’americano e del pusher e per-
ché, senza passare per la centrale,
chiamò lui direttamente il suo sot-
toposto della stazione Piazza Far-
nese Andrea Varriale per farlo in-

tervenire sul posto insieme al vice-
brigadiere Cerciello. Questi ultimi
due erano infatti in servizio, sep-
pur in abiti civili, e sono stati loro
ad avere il primo contatto con Ser-
gio Brugiatelli, l’uomo a cui Finne-
gan Lee Elder e Christian Gabriel
Natale Hjorth avevano rubato lo
zaino nero.

Anche i tabulati telefonici di tut-
ti i carabinieri protagonisti della vi-
cenda — compresi quelli di Cenciel-
lo e Varriale — sono stati acquisiti
dalla procura per ricostruire, attra-
verso le chiamate in entrata e in
uscita, chi ha chiamato chi e a che
ora. L’obiettivo non è solo quello
di ricostruire eventuali contatti

tra loro nei momenti che hanno
preceduto l’omicidio. Ma anche di
verificare se vi sono stati contatti
telefonici, nella fase del blitz anti-
droga, con gli spacciatori della zo-
na o con lo stesso Brugiatelli.
Ieri intanto sulle scrivanie della
magistratura sono arrivati gli esiti
dell’esame autoptico eseguito sul
corpo del vicebrigadiere. Il milita-
re è morto per «ripetuti segni di
coltellate sul fianco destro e su
quello sinistro. Il colpo più profon-
do è stato quello inferto da dietro
che ha raggiunto e perforato lo sto-
maco». Infine l’ultimo, al cuore.
Per chiudere il cerchio prose-
gue anche l’analisi di ore di video
delle telecamere presenti nelle zo-
ne interessate dalla vicenda. Al se-
taccio gli impianti di videoriprese
anche quelli eventualmente instal-
late nella zona di via Cardinale
Merry Del Val, a Trastevere, teatro
dello scambio tra il pusher e i cali-
forniani. L’analisi dei video riguar-
da anche quanto immortalato dal-
le telecamere presenti all’esterno
dell’albergo di via Pietro Cossa do-
ve i due alloggiavano che è a 80 me-
tri dal teatro dell’aggressione. Pro-
prio di quel punto, però, non è sta-
to possibile recuperare immagini:
le telecamere erano fuori uso.

Il racconto


Il papà va in carcere da Finn


“Perché l’hai fatto? Eri in Italia


per allontanarti dai brutti giri”


I punti oscuri
Sette giorni
di ombre e dubbi

1


Il ruolo del mediatore
Perché Brugiatelli, che ha
mediato per la vendita della
droga agli americani si rivolge
ai carabinieri per recuperare
lo zaino? Non è un
comportamento anomalo?

2


La dinamica dello scontro
Come mai i due militari, uno
dei quali (Varriale) è armato,
a farsi sopraffare dai due
giovani Perché le pattuglie
a copertura dell’operazione
non si accorgono di nulla?

3


La fake news dei magrebini
L’Arma sostiene che è stato
Brugiatelli a sostenere che i
due ragazzi fossero
nordafricani, ma lui ha
smentito. E allora chi ha
diffuso la falsa notizia?

L’autopsia:


“È stato ucciso


dalle violente


coltellate sui fianchi,


l’ultima lo ha


colpito al cuore”


pagina. (^18) Cronaca Venerdì, 2 agosto 2019

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