la Repubblica - 02.08.2019

(C. Jardin) #1
di Valerio Lo Muzio

Milano Marittima — «Sta distur-
bando tutti i colleghi»: è scuro in vol-
to Matteo Salvini mentre mi urla
contro durante la conferenza stam-
pa organizzata al lido Papeete per
presentare la Festa della Lega a Cer-
via. La mia colpa? Aver posto al mini-
stro dell’Interno delle domande du-
rante un incontro al quale come
giornalista partecipo, avendo tutto
il diritto di esserci e porre domande.
Domande lecite dopo aver ripreso
due giorni prima con la mia teleca-
mera il figlio del vicepremier scor-
razzare tra le onde di Milano Maritti-
ma a bordo di una moto d’acqua del-
la Polizia di Stato, guidata da un’a-
gente in divisa.
Tutto inizia martedì 30 luglio. È
ora di pranzo e Matteo Salvini è sot-
to il suo ombrellone sulla spiaggia
di Milano Marittima. Mi avvicino per
porgli qualche domanda sullo stato
di salute del governo gialloverde.
Ma subito due uomini, a petto nudo
e in costume da bagno, mi bloccano:
«Ha detto che non vuole rispondere
alle domande, lo hai già ripreso in ac-
qua, lascialo stare». Dopo poco rie-
sco a raggiungere Salvini, gli chiedo
se ha voglia di rilasciare dichiarazio-
ni, lui fa spallucce: «Sono con mio fi-
glio in vacanza, non parlo». Decido
di non insistere e lo seguo con la tele-
camera. Il ministro, accompagnato
da suo figlio, si avvia sulla battigia e
si imbatte in due agenti della Polizia
con due moto d’acqua. Attorno a lui
un capannello di bagnanti che si ac-
calcano per un selfie ricordo, che lo
abbracciano e lo incoraggiano ad an-
dare avanti, a «tenere botta».
Dopo il bagno di folla mi si avvici-
nano di nuovo i due uomini a torso
nudo e si mettono di fronte a me per
coprirmi la visuale. Cominciano a
parlarmi con spiccato accento roma-
no, probabilmente per distrarmi dal-
la scena alle loro spalle. Guardo die-
tro di loro e vedo il figlio minorenne
di Salvini che prima indossa il casco
e il giubbotto di salvataggio e poi sa-
le a bordo della moto d’acqua sulla
quale lo aspetta un poliziotto. Pre-
mo rec e inizio a registrare, i due uo-
mini cambiano di nuovo atteggia-
mento: «Non lo riprendere adesso
che sta in acqua» dice il primo. Il se-
condo gli dà manforte: «Lo stai ri-
prendendo uguale, mi stai a pijà per
culo. O l’abbassi o te la levamo» e mi
mette la mano sulla telecamera. I lo-
ro toni si scaldano: «Non puoi ripren-
dere, te lo abbiamo detto tre volte».
Io però ho tutto il diritto di essere

lì e di registrare la scena, che è di in-
teresse pubblico: il figlio di un mini-
stro che per divertimento sale a bor-
do di un mezzo della Polizia, guida-
to da un uomo in divisa che in quel
momento rappresenta lo Stato.
Quindi ribatto: «Sono un giornali-
sta, sono in un luogo pubblico». E lo-
ro per la prima volta si presentano:
«Noi siamo della Polizia». Mi viene
intimato di spegnere la telecamera
e favorire i documenti. I due si accer-

tano che la telecamera sia spenta e
dopo aver fotografato il mio tesseri-
no dell’ordine dei giornalisti e la
mia carta di identità mi dicono: «Be-
ne ora sappiamo dove abiti». Non ho
il tempo né la forza di reagire, la mia
attenzione è rivolta lì, a quella moto
d’acqua tra le onde: non voglio che
si allontani prima di aver ripreso il
tutto. Mentre il figlio di Salvini è in
acqua con il poliziotto, il collega in
divisa dalla spiaggia lo chiama e gli

chiede di andare via, perché qualcu-
no li sta riprendendo. La moto d’ac-
qua si allontana, io la seguo percor-
rendo la spiaggia. Ma arrivano altri
due uomini a petto nudo che cerca-
no in ogni modo di ostacolarmi: met-
tendomi le mani sulla telecamera o
piazzandosi davanti all’obbiettivo.
Chiedo spiegazioni e uno di loro mi
dice: «Le sto facendo questa richie-
sta non filmi la moto della Polizia».
Gli chiedo per quale motivo e lui ri-
sponde: «Da poliziotto le chiedo di
non riprendere la moto perché met-
te in difficoltà tutti quanti noi». In-
tanto la moto d’acqua si dirige a
gran velocità verso il punto da dove
è salpata. Ma io non posso raggiun-
gerla, i due uomini mi impediscono
fisicamente di fare il mio lavoro: mi
si piazzano davanti ad ogni passo
bloccandomi, pur senza alzare le
mani. Provo a dialogare: «Perché
posso riprendere la moto della Poli-
zia, parcheggiata in spiaggia, e non
quella in acqua?». «Perchè lì non c’è
nessuno a bordo» mi dicono. «Chi
c’è in quella in acqua?», chiedo. «Un
collega» risponde più volte l’uomo
che si è qualificato come poliziotto.
Gli faccio notare che invece ci sono
due persone e lui stizzito mi rispon-
de «appunto». Gli chiedo di mostrar-
mi un tesserino di riconoscimento.
Per tutta risposta l’uomo dal costu-
me rosso smentisce quanto detto
prima: «Non mi sono mai identifica-
to come un poliziotto». Il battibecco
continua, ho il diritto di sapere chi
sta cercando di evitare che la scena
venga filmata, ma l’uomo mi rispon-
de: «È tutta la mattinata che ti sto
chiedendo di allontanarti, se vieni
con me mi qualifico e ti dico chi so-
no». Così decido di andare via.
Ieri mattina sono andato alla con-
ferenza stampa organizzata da Salvi-
ni per fargli delle semplici doman-
de: «Chi erano quegli uomini che
senza mostrarmi le loro generalità
hanno cercato di fermarmi? Perché
mi hanno fermato? Sono uomini del-
la sua scorta o poliziotti? È capitato
in passato che qualche suo amico o
parente sia salito a bordo di un mez-
zo della Polizia?». Purtroppo appe-
na ho provato a fare le domande, Sal-
vini ha alzato la voce, interrompen-
domi e urlando più volte: «Vada in
spiaggia a riprendere i bambini, vi-
sto che le piacciono tanto». Allusio-
ni infamanti e provocatorie, ma ho
continuato a porgli più volte quelle
domande. Che però sono rimaste
senza risposta.

calendario d’aula per discuterla
prima delle vacanze».
E voi, nonostante pubblicamente
abbiate chiesto chiarezza, avete
detto no.
«Io non ho votato. Credo però che
l’importante sia che venga discussa».
È preoccupata del fatto che la
Lega si stia mangiando i consensi
del Movimento?
«Non sono preoccupata per i 5 Stelle,
ma per il Paese. Perché i temi forti
della Lega, il suo atteggiamento su
sicurezza o immigrazione, non
appartengono al mio modo di
pensare. Mi preoccupa se l’ avanzare
della Lega coincide con una deriva
culturale che a me appare violenta».
La preoccupano le parole
“zingaraccia” e “ruspa” sulla bocca
di un ministro?
«Non si può dire di una persona rom
“zingaraccia”. Chi sbaglia paga, su
questo siamo tutti d’accordo, ma non
dobbiamo dimenticare che siamo in
uno Stato di diritto. Che non può e
non deve mai calpestare la dignità
delle persone».

Ellekappa


Primo piano L’ultima spiaggia


3


STEFANO CAVICCHI/LAPRESSE

il racconto

E l’agente mi avvertì


“Adesso so dove abiti”


Ravenna
La questura apre una inchiesta interna

La questura di Ravenna sta istruendo un “procedimento
amministrativo” attraverso il quale dovrà verificare il
comportamento dei poliziotti tenuto sulla spiaggia di Milano
Marittima. In particolare l’inchiesta interna condotta dal questore
Rosario Eugenio Russo, servirà a capire se vi siano stati dei
comportamenti illegittimi da parte dell’agente che ha fatto salire il
figlio del ministro dell’Interno Matteo Salvini sulla moto d’acqua di
servizio. E se vi siano state irregolarità da parte dei poliziotti che
hanno identificato e tentato di intimidire il giornalista di Repubblica,
Valerio Lo Muzio. A conclusione dell’iter “conoscitivo”, che durerà
alcuni giorni, la documentazione finirà sul tavolo del procuratore di
Ravenna, Alessandro Mancini, che a sua volta dovrà valutare se siano
stati commessi o meno dei reati di natura penale. Per il momento sia
la procura che la questura sono trincerate nel più assoluto silenzio.
Valerio Lo Muzio non è stato contattato dalle forze di polizia.
Nessuna convocazione è stata predisposta per sapere dalla viva voce
del giornalista la sua versione dei fatti. (g.bal.)

1


Le domande a Matteo Salvini


Perché Gianluca


Savoini, un suo


stretto collaboratore


che in passato


l’ha aiutato ad


accreditarsi presso


i russi, era a Mosca


a trattare una


tangente in nome


della Lega? kSalvini jr. sulla moto d’acqua della polizia


Quello di Milano


Marittima è stato un


“errore da papà” o


piuttosto l’errore di


un ministro che ha


abusato del suo


ruolo? Chi può


utilizzare così una


moto d’acqua della


polizia?


2


Perché il ministro


dell’Interno non


chiede scusa al


giornalista per le


intimidazioni subite


mentre faceva il


proprio lavoro?


Quegli agenti


appartenevano


alla sua scorta?


Ministro in spiaggia
Il ministro dell’Interno Matteo
Salvini mentre si prepara alla
conferenza stampa di ieri al
Papeete Beach di Milano Marittima
dove è tornato ad attaccare i
giornalisti di Repubblica ma senza
rispondere alle loro domande

. Venerdì, 2 agosto 2019^ pagina^3

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