Libero - 02.08.2019

(Romina) #1

SANDRO IACOMETTI


■I conti all’Inps non tornano mai.
Più i lavoratori versano contributi,
più il buco di bilancio si allarga. E
non c’è verso di invertire la rotta. Il
Comitato interno di vigilanza, dopo
aver sentito il parere dei sindaci, ha
dato il via libera al rendiconto genera-
le del 2018 che, sul piano formale,
non presenta anomalie.
Su quello sostanziale, però, di stra-
nezze ce ne sono eccome. A partire
dal risultato di esercizio, che conti-
nua a snocciolare cifre col segno me-
no davanti malgrado il buon anda-
mento dei flussi contributivi. Nel
2018 le entrate contributive sono am-
montate a 231.166 milioni di euro,
con incremento di 6.539 milioni sul
2017 (+2,9%). Sul lato opposto, quel-
lo delle prestazioni pensionistiche,
l’istituto ha registrato uscite per
256.064 milioni di euro, con un incre-
mento di 4.421 milioni (+1,7%). Fa-
cendo due più due, verrebbe da pen-
sare che, seppure di poco, il disavan-
zo dell’ente sia diminuito. E invece, il
rosso è passato da 6.984 a 7.839 milio-
ni. La bellezza di 855 milioni in più.
La verità è che l’Inps fa di tutto,
tranne che far fruttare i soldi versati
dai lavoratori durante la propria atti-
vità e restituirli mensilmente a colo-
ro che si mettono a riposo. L’ultimo
compito affidato all’Istituto che nulla
ha a che fare con le pensioni è l’ero-
gazione del reddito di cittadinanza,
che negli ultimi mesi, tra controlli,
pratiche e scartoffie, ha impegnato
gran parte delle risorse a disposizio-
ne dell’Inps, provocando ritardi e dis-
servizi nella gestione ordinaria. Ma
non è che la punta dell’iceberg.


BONUS E INCENTIVI

L’istituto si occupa di bonus ed in-
centivi, di sussidi e di indennità, ero-
ga trattamenti di sostegno al reddito


per i lavoratori disoccupati e organiz-
za viaggi per gli anziani, monitorizza
il precariato e assiste gli invalidi. Mil-
le parti in commedia che sottraggo-
no energie e provocano una monta-
gna di contenziosi. Come ha sottoli-
neato il Comitato interno di vigilan-
za sul groppone dell’ente previden-
ziale, malgrado un’accelerazione nel-
lo smaltimento da qualche anno a
questa parte, c’è ancora una consi-
stente giacenza dei ricorsi ammini-

strativi, risultati pari a 308.236, e dei
ricorsi giudiziari, che ammontano a
184.002.
Il problema vero sono i soldi spesi
senza nessuna copertura che non sia
quella dei contribuenti. Nel 2018
l’Inps ha pagato 18.288 milioni per le
pensioni di invalidità e altri 5.392 per
gli assegni sociali, voci che sono inte-
ramente a carico dello Stato. Nel bi-
lancio poi spuntano 38.265 milioni
di prestazioni temporanee e 17.

per «altri interventi». Alla fine, tra in-
vestimenti, spese correnti e partite di
giro, i 256 miliardi di uscite per il ver-
samento delle pensioni (che sono
quasi interamente coperti dai contri-
buti, alla faccia dell’insostenibilità
del nostro sistema previdenziale) si
trasformano in 416. Che non è il dop-
pio, ma poco ci manca.

TESORETTO

In questa confusione di funzioni e
ruoli districarsi nelle varie voci di bi-
lancio è quasi impossibile. Un pro-
blema di cui tutti sono consapevoli,
compreso il neo presidente Pasquale
Tridico, che ha detto di voler separa-
re la contabilità della previdenza da
quella dell’assistenza, ma a cui nes-
suno ai vertici dell’ente vuole rinun-
ciare. Il caos permette, infatti, di con-
tinuare impunemente ad usare i sol-
di degli italiani senza mai doversi pre-
occupare di far quadrare i conti. Ba-
sta guardare il bilancio del 2018 per
avere un’idea. A fronte di quei 416
miliardi di uscite ce ne sono addirit-
tura 480 che hanno seguito il percor-
so inverso. Di questi 231 sono le en-
trate contributive, 105 i soldi che
ogni anno lo Stato versa per finanzia-
re le prestazioni a suo carico. E gli
altri?
La maggior parte del malloppo arri-
va dalle nostre tasse. Con un sempli-
ce tratto di penna, infatti, alla fine del
2017 il governo ha cancellato quasi
90 miliardi di debiti cumulati
dall’Inps nei confronti dello Stato, tra-
sformando le anticipazioni in trasferi-
menti definitivi. Il risultato è che il
patrimonio dell’istituto è passato da
-6.906 milioni del 2017 a +47.402 mi-
lioni del 2018. Un tesoretto che dallo
scorso anno il presidente di turno po-
trà iniziare ad erodere a colpi di defi-
cit miliardari annui.
Tanto c’è sempre chi paga.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

LiberoEconomia


SI ALLARGA IL BUCO


L’Inps dà soldi a tutti tranne che ai pensionati


Malgrado l’aumento delle entrate contributive e i regali miliardari che ogni anno lo Stato fa all’istituto, prelevandoli dalle nostre


tasse, l’ente chiude un altro bilancio in pesante deficit (-8 miliardi). A far sballare i conti sono le troppe attività non previdenziali


EMILIA URSO ANFUSO


■Sono passati quattro mesi dall’avvio del sus-
sidio grillino, si distribuisce denaro pubblico
mensilmente ma di uscire per faticare manco a
parlarne.
Perché? Semplicissimo: chi volesse assumere
dipendenti che siano assegnatari della tesserina
gialla, oggi come oggi non può farlo, e non di-
pende certo dalla volontà degli imprenditori.
Ecco cosa sta accadendo. Innanzitutto, esiste
un problema squisitamente tecnico. Secondo le
normative attualmente in vigore, le assunzioni
devono passare necessariamente attraverso


l’Anpal – l’Agenzia Nazionale per le Politiche
Attive per il Lavoro – cui è stato affidato il compi-
to d’intermediario tra chi offre un posto e i disoc-
cupati destinatari della paghetta mensile.
Qui scatta la prima criticità: le aziende dovreb-
bero registrarsi su una piattaforma online, gesti-
ta da Anpal, sia per pubblicare le offerte, sia per
dichiarare quanti dipendenti s’intende acquisi-
re. Anche i disoccupati e i consulenti del lavoro
sono chiamati a registrarsi, in modo da creare
un database interattivo tra domanda e offerta.
Peccato che il sito in questione, reso disponi-
bile online solo a metà luglio, presenti tanti di
quei malfunzionamenti da spingere a dover ri-

nunciare, come denunciano in queste ore molti
consulenti del settore.
Inutile tentare di entrare in contatto con il
numero verde Anpal all’800 00 00 39 per chiede-
re informazioni e assistenza: non risponde nes-
suno, anche se sul sito web fino a pochi giorni fa
appriva scritto che «il servizio è attivo dal lunedì
al venerdì dalle ore 9:00 alle 14:00». Ora, addirit-
tura, la pagina sembra sia stata rimossa.
In ogni caso, tutto il processo è a dir poco
cavilloso, ammesso che un giorno dovesse fun-
zionare tutto a dovere. La selezione del persona-
le non può farla direttamente l’impresa ma è
un’operazione affidata appunto all’Anpal, che

dovrebbe – il condizionale è d’obbligo – propor-
re i candidati alle aziende che aderiscono al pro-
gramma, interagendo coi centri per l’impiego
che, ancora oggi, non sono stati riformati come
era stato propagandato, e che versano anch’essi
nel caos più totale.
Qui casca l’asino, perché non possono certo
essere gli uffici di collocamento a fare una
pre-selezione dei candidati, semplicemente per-
ché non conoscono le esigenze delle imprese
che assumono. Inoltre, considerando che – spes-
so – a chi viene assunto viene proposto inizial-
mente un contratto in stage, gli stessi disoccupa-
ti tendono a rifiutare l’offerta. La ragione è sem-
plice: l’importo dello stipendio è mediamente
pari all’importo del RdC. Significherebbe anda-
re a lavorare gratis.

■Slitta a dopo l’estate il
parere sul nuovo Codice
della nautica, la cui l’ado-
zione era prevista entro la
prima metà di agosto. Uci-
na Confindustria Nautica
esprime «forte rammari-
co» sulla decisione della
Camera dei Deputati «di
rinviare a settembre il pare-
re previsto per l’adozione
dell’atto del Governo che
contiene il Decreto corretti-
vo al Codice, nonostante la
scadenza del termine per
l’adozione finale fosse pre-
vista il prossimo 12 ago-
sto». La corsa contro il tem-
po per rispettare i termini
per la sua adozione, denun-
cia l’associazione che rap-
presenta le industrie e le
imprese della nautica, «al
momento si è rivelata va-
na». La stessa Ucina «aveva
rinunciato ad andare in au-
dizione al Senato, al fine di
evitare ogni allungamento
della discussione». Ora l'as-
sociazione auspica che «il
disegno di legge approvato
in tempi lampo, proprio da
Palazzo Madama e conte-
nente la proroga dei termi-
ni - per poter comunque
approvare il correttivo do-
po il 12 agosto - venga ap-
provato dalla Camera en-
tro la pausa estiva».

Indici


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Cambi Euribor Oroe monete

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21.566,




    • 22 ,, 5566 %%




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ARGENTO 16,18 0,
PLATINO 1415,17 24,
PALLADIO 847,64 41,

Quote $ x Oz €x Gr

I centri per l’impiego non rispondono neanche al telefono


Colredditodicittadinanzaèimpossibiletrovarelavoro


Ucina in rivolta


Il Parlamento


si dimentica


della nautica


20
venerdì
2 agosto
2019
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