Libero - 02.08.2019

(Romina) #1

LiberoPensiero


DAVIDE FENT


■Delia Ephron, figlia degli sceneggiatori
Henry Ephron e Phoebe Wolkind (morta nel
1971), ci ha abituati alle commedie sentimen-
tali intelligenti e ironiche. InAvviso di chia-
mata(Fazi Editore, pagine 334, euro 17,50;
traduzione di Enrica Budetta), romanzo che
ha molto di autobiografico, l’autrice svela una
serie di squisiti retroscena sulla famiglia Eph-
ron, a partire dall’indimenticabile sorella No-
ra. Da questo romanzo è stato tratto il film
omonimo con Meg Ryan e Diane Keaton (an-
che regista).
Eve Mozell è un’organizzatrice di eventi
quarantaquattrenne che vive a Los Angeles.
Quella da cui proviene è una famiglia di eccen-
trici artisti. Da tempo la madre ha lasciato il
padre per un altro uomo e, ora che lui è dive-
nuto anziano, tocca a lei farsene carico, insie-
me alle sue sorelle: la maggiore, Georgia,
estrosa e brillante, è la direttrice di un’impor-
tante rivista e trasforma in moda qualsiasi co-
sa indossi o dica; la minore, Maddy, è un’attri-
ce stralunata alle prese con una gravidanza
imprevista e il conseguente licenziamento dal-
la soap opera in cui lavora. Il padre, con il suo
alcolismo, i suoi episodi maniaco-depressivi, i
suoi tentativi di suicidio e le sue assurde storie
d’amore e di sesso, è un disastro. Ma Eve ha
anche altri problemi: gli impegni lavorativi, le
preoccupazioni per il figlio adolescente, l’an-
goscia per il proprio declino fisico.
Lo stile di Delia Ephron è comico e tragico
al tempo stesso, ricco di metafore e similitudi-
ni, aggettivi aulici, divertente per il lettore che
si trova davanti ad una storia grottesca ed an-
gosciante, racchiudendo in sé tutti i colori del-
la cultura Yiddish. La sorellanza non è sconta-
ta, anzi a volte non riguarda le sorelle, ma le
amiche: con le sorelle può succedere di non
riconoscersi abbastanza, ci si ritrova magari
troppi anni dopo e si pensa soltanto: che petti-
natura terribile. Delia Ephron invece si senti-
va completamente dentroPiccole donne, lega-
tissima alle sue sorelle, e anzi era ossessionata
da quel libro, si era convinta di essere Beth (la
sorella cagionevole, buona e dolce, che muo-
re). Nel romanzo l’aggravarsi delle condizioni
del loro padre costringerà Eve a correre in
ospedale trovandosi a combattere con le due
sorelle talmente impegnate da non trovare un
momento per andare a trovare il genitore.. Le
tre sorelle si tengono in contatto ormai da an-
ni solo tramite telefono con un rapporto che è
costellato da avvisi di chiamata e conversazio-
ni da call-center. Questi momenti saranno
l’occasione per la donna di fare un viaggio a
ritroso nella memoria in cerca della famiglia
persa lungo la strada.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

segue dalla prima


AZZURRA BARBUTO


(...) alla figlia Paola. Queste paro-
le rendono testimonianza del fat-
to che l’amore tra genitori e figli è
eterno. Se quello tra amanti si
consuma, muta, si spegne, que-
st’altro può soltanto crescere e
non si estingue mai. Esso è senza
dubbio l’amore vero, l’unico ca-
pace di vincere su tutto. Di batte-
re persino il tempo e di annienta-
re addirittura la morte.
A proposito di messaggi di bab-
bi famosi, utile è l’elenco di “cose
di cui preoccuparsi” stilato
nell’agosto del 1933 dallo scritto-
reFrancis Scott Fitzgeraldalla
figlia Scottie, mentre questa, allo-
ra undicenne, si trovava in vacan-
za al campeggio: «Preoccupati
del coraggio, della pulizia, dell’ef-
ficienza, dell’equitazione». Lista
corredata da quella inerente alle
“cose di cui non preoccuparsi”:
opinione pubblica, bambole, pas-
sato, del futuro, di diventare gran-
de, che gli altri ti passino davanti,
del trionfo, del fallimento a meno
che non sia avvenuto per colpa
tua, dei moscerini, delle mosche,
degli insetti in generale, dei geni-
tori, dei ragazzi, delle delusioni,
dei piaceri, delle soddisfazioni.
Infine, «Ti amo comunque. Pa-
pà». «Sono felice se sei felice, an-
che se non credo mai troppo nel-
la felicità. Allo stesso modo, non
credo nella miseria. Tutto ciò in
cui credo nella vita sono le ricom-
pense per la virtù (secondo i tuoi
talenti) e le punizioni per non
adempiere ai tuoi doveri», verga-
va l’autore deIl grande Gasbye
Tenera è la nottealla sua bambi-
na.
Il poetaUmberto Sabadedicò
una delicata poesia alla figlia, ec-
cone l’incipit: «Mio tenero germo-
glio, che non amo perché sulla
mia pianta sei fiorita, ma perché
sei tanto debole e amore ti ha
concesso a me».


IL TEMPO SE NE VA

L’artista a tutto tondoAdriano
Celentano, invece, una canzo-
ne: «E intanto il tempo se ne va e
non ritorni più bambina, si cre-
sce in fretta alla tua età, non me
ne ero accorto prima. Intanto il
tempo se ne va, tra i sogni e le
preoccupazioni. E tra poco la se-
ra uscirai, quelle sere non dormi-
rò mai». Lo scrittore e poeta bri-
tannico Joseph Rudyard Ki-
plingdonò al figlio una serie di
consigli su come affrontare l’esi-
stenza, raccolti in un componi-
mento: «Se riesci a conservare il
controllo quando tutti intorno a


te lo perdono e te ne fanno una
colpa; se riesci ad avere fiducia in
te quando tutti ne dubitano, ma
anche a tener conto del dubbio;
se riesci ad aspettare e a non stan-
carti di aspettare, o se mentono a
tuo riguardo, a non ricambiare in
menzogne, o se ti odiano, a non
lasciarti prendere dall’odio, e tut-
tavia a non sembrare troppo buo-
no e a non parlare troppo saggio.
Se riesci a sognare e a non fare
del sogno il tuo padrone; se riesci
a pensare e a non fare del pensie-
ro il tuo scopo; se riesci a far fron-
te al Trionfo e alla Rovina e a trat-
tare allo stesso modo quei due
impostori; se riesci a sopportare
di udire la verità che hai detto di-
storta da furfanti per abbindolare
gli sciocchi, o a contemplare le
cose cui hai dedicato la vita in-
frante, e piegarti a ricostruirle
con arnesi logori. Se riesci a fare
un mucchio di tutte le tue vincite
e rischiarle in un colpo solo a te-
sta e croce, e perdere e ricomin-
ciare di nuovo dal principio e
non fiatare una parola sulla perdi-
ta. Se riesci a parlare con la folla e
a conservarti retto, e a cammina-
re con i re senza perdere il contat-
to con la gente, se non riesce a
ferirti il nemico né l’amico più ca-
ro, se tutti contano per te, ma nes-
suno troppo; se riesci ad occupa-
re il minuto inesorabile dando va-

lore ad ogni istante che passa,
tua è la terra e tutto ciò che è in
essa. E - quel che è più - sei un
Uomo, figlio mio».

LA PASSIONE

Infine, vogliamo condividere
con voi l’epistola cheAlbert Ein-
steinscrisse al figlio undicenne
Hans Albert il 4 novembre del
1915, poco prima che lo scienzia-
to pubblicasse i suoi studi sulla
relatività generale, al fine di spie-
gare al fanciullo quanto sia im-
portante mettere il cuore in ogni
cosa che facciamo. «Mio caro Al-
bert, ieri ho ricevuto con grande
gioia la tua cara lettera. Avevo già
paura che non mi avresti scritto
mai più... Ogni anno farò in mo-
do di trascorrere un mese intero
insieme, per dimostrarti che hai
un padre che tiene tanto a te e
che ti vuole bene... Ciò che ho
realizzato lavorando così strenua-
mente non dovrà essere utile so-
lo ad estranei, bensì, e special-
mente, ai miei ragazzi. In questi
giorni ho portato a termine uno
dei lavori più belli della mia vita e
quando sarai più grande te ne
parlerò. Mi fa molto piacere che
il pianoforte ti appassioni. Il pia-
noforte e la falegnameria sono a
mio avviso le attività migliori da
svolgere alla tua età, perfino me-
glio della scuola. Al pianoforte,
suona principalmente brani che
ti piacciono, anche se l’insegnan-
te non te li assegna. È questo il
modo più efficace di imparare:
quando si fa una cosa con tale
appagamento che non ci si rende
conto del tempo che passa. Certe
volte sono così assorto nel mio
lavoro che dimentico di pranza-
re. Un bacio a te e a Tete dal vo-
stro papà».
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Cosasuccedetraipadrifamosieilorofigli


Da Einstein fino a De Crescenzo: le parole che i papà scrittori, poeti, cantanti e scienziati hanno dedicato alla prole


Avviso di chiamata


La bellezza (e la fatica)


di essere sorelle


nel libro della Ephron


LUCIANO DE CRESCENZO
«Non so se esista un aldilà. Ma
semmai ci fosse da qualche
parte sappi che io continuerò
a volerti bene anche da lì»

UMBERTO SABA
«Mio tenero germoglio, che non
amo perché sulla mia pianta sei
fiorita, ma perché amore ti ha
concesso a me»

ALBERT EINSTEIN
«Il pianoforte e la falegnameria
sono le attività migliori da
svolgere alla tua età, perfino
meglio della scuola»

■Nel sito archeologico di Tel Hatzor, antica città situata nella Galilea settentrionale tra Ramah e
Kadesh, è stata scoperta una rara scalinata appartenente a un palazzo risalente a 3.500 anni fa.
Secondo i ricercatori si tratterebbe del palazzo che fu distrutto dall’incendio che devastò la città
cananea di Hatzor, descritto nella Bibbia nel quadro della conquista di Israele (libro di Giosuè).


ScopertalascaladelPalazzodiTelHatzor


DICHIARAZIONI D’AMORESopra il
filosofo Luciano De Crescenzo
scomparso lo scorso 18 luglio: ha
scritto delle bellissime parole per la
figlia Paola. Sotto Albert Einstein
che, in una lettera al figlio che
portava il suo stesso nome, scriveva
che la falegnameria e la scuola sono
meglio anche della scuola; in basso
il poeta Umberto Saba che si rivolge
alla figlia chiamandola «tenero
germoglio»

■Quale è l’origine del Monte Olimpo, la “casa” degli dèi? Un gruppo di archeologi britanni-
ci dell’Università di Cambridge ha scoperto alcune rovine, datate attorno al 2600 a.C., che
potrebbero essere l’embrione di tutta la mitologia che aveva ai suoi vertici Zeus, sull’isola di
Daskalio (Grecia), nel Dodecanneso, fra Naxos e Koufonisi.

IlMonteOlimpoerasull’isoladiDaskalio


EREDITÀ LETTERARIE


26
venerdì
2 agosto
2019
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