Libero - 02.08.2019

(Romina) #1

Preso un 35enne marocchino


Rapita e stuprata tutta notte


scappa e fa arrestare l’uomo


Vittima e carnefice si sono conosciuti a una festa, dopo si sono


spostati in un alloggio a Vimodrone, dove è avvenuta la violenza


■Un vero bazaar della droga alla cui porta
bastava bussare per poter fare compere di
cocaina, hashish e marijuana. Un viavai gior-
naliero di numerosi clienti che in quell’abita-
zione di Rozzano entravano, stavano pochi
minuti e poi uscivano, con, a gestire il tutto,
un uomo in teoria gravato da una misura di
sorveglianza speciale, ma in realtà assoluta-
mente libero di muoversi e gestire i propri
loschi traffici. Tanto da poter nascondere in
casa anche due armi da fuoco necessarie a
proteggere gli affari da possibili “malinten-
zionati”. Questa è la realtà su cui hanno fatto
luce, ieri, gli uomini della Squadra Mobile,
guidati dal dirigente della Polizia di Stato Lo-
renzo Bucossi.
Gli agenti, infatti, ormai da qualche tempo
avevano ricevuto segnalazioni in merito a
«uno strano giro» in zona via delle Viole a
Rozzano. E successivi appostamenti hanno
anche permesso di individuare con precisio-
ne quale appartamento fosse la meta di quel-
le frequenti visite che andavano avanti per
tutta la giornata. Poi, giovedì mattina è scatta-
to il blitz. Gli uomini della Mobile prima han-
no fermato due clienti all’uscita del palazzo
con in tasca delle dosi di cocaina, poi sono
andati a bussare alla porta di Nicola Lorè,
italiano 51enne già finito nei guai in passato
sempre per reati connessi alla detenzione e
allo spaccio di droga. Agli agenti è bastata
una veloce perquisizione domiciliare per tro-
vare le sostanze più disparate: 80 grammi di
cocaina, mezzo etto di marijuana e più 15
grammi di hashish, insieme a una macchina
per il confezionamento sottovuotoe bilanci-
ni di precisione. Praticamente tutto il “neces-
saire” del perfetto spacciatore. Più complica-
to è stato, invece, individuare le armi che il
51enne teneva in casa per proteggersi da pos-
sibili rivali intenzionati a soppiantarlo nel bu-
siness, o potenziali rapinatori intenzionati
ad approppriarsi dei suoi illeciti guadagni.
In soggiorno era nascosto un revolver 357
magnum, mentre in un mobiletto del bagno
era riposta una pistola Beretta con matricola
brasa. Un piccolo arsenale che però faceva
di quell’abitazione di Rozzano una fortezza
diffilmente espugnabile. L’uomo, che alle
spalle aveva diversi precedenti per droga,
tanto da essere soggetto dal 2017 a una misu-
ra di sorveglianza speciale è stato arrestato.
Ma questa volta, oltre a dover rispondere del
solito reato per detenzione di sostanze stupe-
facenti, su di lui pende anche l’imputazione
per detenzione di arma da sparo non regi-
strata e detenzione di arma da sparo clande-
stina (la Beretta con la matricola abrasa).
Nell’abitazione c’erano anche 12 mila euro.
LO. GOT.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

■Ammonta ad oltre 2,5 milioni di euro il fondo nazionale per
le politiche della famiglia che Regione Lombardia destinerà alle
Ats nel 2019. Lo prevede una delibera approvata dalla Giunta
regionale su proposta dall’assessore alle Politiche per la famiglia,
Genitorialità e Pari opportunità, Silvia Piani. Le risorse verranno
destinate a famiglie fragili attraverso l’erogazione di servizi rivolti
a infanzia e adolescenza. «Si tratta - ha dichiarato l’assessore
Silvia Piani - di interventi che integrano misure già avviate, quali
nidi gratis, supporto ai coniugi separati, e altre ancora».

IL PIANO DEI SERVIZI SOCIOEDUCATIVI


Dal Pirellone 2,5 milioni per le famiglie


■E invece sono ancora là.
Esattamente dove non avreb-
bero dovuto più essere. Per-
ché una delle priorità della
giunta guidata dal sindaco,
Beppe Sala, era proprio quella
di chiudere i campi rom. Un
problema per le amministra-
zioni comunali, soprattutto
quelle di sinistra, afflitte dalla
doppia morale. Da una parte
il rispetto della legge, dall’altra
la paura di passare per razzi-
sti. Nel mezzo il solito immobi-
liamo.
Come racconta al termine
del soprallugo all’interno del
campo rom di Monte Bisbi-
no,il consigliere comunale ed
europarlamentare della Lega,
Silvia Sardone. «Un villaggio ir-
regolare che si divide in ville


lussuose, casette più piccole e
baracche date alle fiamme: tut-
to rigorosamente abusivo co-
me la tradizione insegna quan-
do di mezzo ci sono i noma-
di», afferma l’esponente del
Carroccio. «Un anno fa il sin-
daco Sala aveva espressamen-
te detto di voler chiudere i
campi non autorizzati», spie-
ga l’europarlamentare, «l’en-
nesima promessa non mante-
nuta visto che in via Monte Bi-
sbino si registrano addirittura
nuovi arrivi, come alcune don-
ne che da Napoli si sono trasfe-
rite qui due mesi fa. Ho avuto
modo di parlare con diversi

abitanti del campo, principal-
mente slavi: alcuni sono agli
arresti domiciliari, in tanti non
lavorano e qualcuno non ha
neppure i documenti in rego-
la». Un quadro dir poco disar-

mante, quello descritto dalla
consigliera comunale, che ri-
lancia con forza il tema della
sicurezza e della gestione del
territorio. «È per situazioni co-
me queste che il censimento

dei rom può rappresentare
una svolta per capire chi real-
mente vive nei campi». sostie-
ne la Sardone, «la sinistra che
tanto si è opposta alla mia mo-
zione (poi approvata) per il
censimento in Consiglio regio-
nale l’estate scorsa - prosegue


  • deve farsene una ragione e
    smetterla di gridare al razzi-
    smo: i cittadini vogliono e me-
    ritano legalità, non zone off li-
    mits di questo tipo».
    Ovviamente nei campi rom,
    ma non solo in quelli di Mila-
    no, l’oggetto dei desiderio de-
    gli «ospiti» è il ministro dell’In-
    terno, Matteo Salvini. «Duran-


te il sopralluogo si sono spreca-
te le minacce al leader della
Lega («Merita un proiettile in
testa») da parte dei rom che a
più riprese hanno rivendicato
la proprietà privata del campo
in cui vivono, dimenticandosi
però che tutto ciò che hanno
costruito è abusivo e andreb-
be raso al suolo». «Una volta
completato il censimento di-
sposto dalla direttiva Salvini»,
chiosa l’esponente leghista, «il
sindaco faccia un passo avanti
e dia la sua disponibilità con-
creta a chiudere questi fortini
d’illegalità: oltre a Monte Bisbi-
no ci sono da sgomberare i
campi abusivi di Bonfadini,
Vaiano Valle e Cusago».
E.PA.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

■Un mese di chiusura tota-
le della circolazione per la li-
nea Verde, la M2, tra le stazio-
ni di Udine e Loreto. Lo stop
serve per un intervento di im-
permeabilizzazione delle gal-
lerie. Ieri Atm ha messo in
campo una task force per cer-
care di minimizzare i disagi:
200 persone tra assistenti alla
clientela, tutor con magliette
o giubbetto Atm giallo o aran-
cione e agenti della Security;
20 dirigenti; 50 funzionari iti-
neranti in affiancamento;
50.000 brochure distribuite
nell’ultima settimana; 60 vet-
ture sostitutive.

LORENZO GOTTARDO


■Sono passati cinque mesi da
quella notte di violenza e terrore.
Tanto ci è voluto per far scattare
le manette ai polsi di un maroc-
chino 35enne che, lo scorso feb-
braio, a Vimodrone, aveva com-
messo uno stupro ai danni di una
coetanea e connazionale. Arrivan-
do persino a sequestrarla all’inter-
no dell’abitazione in cui l’aveva
attirata con l’inganno per impe-
dirle qualsiasi tentativo di fuga.
L’uomo, dallo scorso martedì, si
trova in carcere, arrestato dai ca-
rabinieri della stazione di Vimo-
drone in esecuzione di un’ordi-
nanza di custodia cautelare emes-
sa dalla Procura di Monza per se-
questro di persona e violenza ses-
suale.
E pensare che quella sera di feb-
braio vittima e violentatore si in-
contrarono quasi per caso: lei,
35enne, era in un club privato di
Agrate Brianza per passare la sera-
ta insieme ad alcuni amici e lui,
che di quella comitiva conosceva
diverse persone, era stato invitato
a unirsi a loro. Da uno, i bicchieri
sono diventati due e poi tre, ac-
compagnando le conversazioni e
le parole rivolte soprattutto a quel-
la ragazza che su di lui aveva “fat-
to colpo”.


L’AGGRESSIONE

Infine, verso fine sera, ecco arri-
vare la proposta da parte del ma-
rocchino: trasferirsi tutti insieme
nell’appartamento di Vimodrone
per continuare a festeggiare. Un
appartamento, secondo la rico-
struzione degli inquirenti, appar-
tenente a una terza persona, ma
dove lui aveva trovato ospitalità
in quel momento, sebbene la sua
vera residenza fosse stata stabilita
nel comune di Capriate San Ger-
vasio, a sud-ovest di Bergamo. La
serata era andata avanti ancora
per qualche ora, ma, poco a po-
co, gli amici comuni avevano ini-
ziato a sparire - chi perché quella
casa l’aveva abbandonata e chi
perché si era trasferito in un’altra
stanza - e così la ragazza aveva
finito per trovarsi sola con il suo
stupratore. E proprio in quel mo-
mento è scattata l’aggressione:
prima il 35enne l’ha condotta in
una delle camere vuote bloccan-
do ogni possibile via d’uscita e
poi si è scagliato sulla ragazza co-
stringendola ad avere con lui due


rapporti sessuali, nonostante lei
piangesse e lo pregasse di fermar-
si. Quell’incubo sarebbe probabil-
mente durato molto più a lungo
se, approfittando di un momento
di distrazione da parte dell’uo-
mo, la ragazza non fosse riuscita
a fuggire dall’appartamento. Una
volta in strada, lei, che a Vimodro-
ne non era mai stata in preceden-
za, ha subito chiesto l’aiuto del


  1. Sono stati proprio gli operato-


ri sanitari a dare segnalazione del
fatto ai carabinieri della stazione
di Vimodrone che, recatisi presso
il domicilio indicato, hanno trova-
to le due persone presenti in casa
al momento della violenza - un
uomo e una donna incapaci di
fornire testimonianze utili per via
del forte abuso di sostanze alcoli-
che -, ma non il sospetto stuprato-
re. L’uomo, infatti, appena si è re-
so conto che la sua vittima era riu-

scita a fuggire, ha abbandonato
l'abitazione.

LE INDAGINI

Per riuscire a identificare il re-
sponsabile e raccogliere prove
sufficienti alla sua incriminazio-
ne, i militari hanno dovuto com-
piere in breve tempo una com-
plessa attività d’indagine incro-
ciando tra loro le diverse testimo-
nianze e riscontrando la presen-
za nella zona dell’utenza telefoni-
ca intestata al marocchino 35en-
ne. Elementi importanti, ma non
sufficienti per un fermo immedia-
to dal momento che la situazione
ha richiesto agli inquirenti il va-
glio di ogni possibilità prima di
emettere l’ordinanza di custodia
cautelare in carcere. Cinque mesi
e un riconoscimento fotografico
in cui la donna è scoppiata a pian-
gere davanti all’immagine del
suo stupratore sono serviti prima
di poter fare giustizia e mandare
il marocchino dietro le sbarre.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Il sopralluogo nell’inferno di Monte Bisbino


LaLegaaSala:«Chiudaicampirom»


Recidivo


Preso lo spacciatore


che aveva organizzato


il mercato in casa


Degrado all’interno del campo rom abusivo

DISAGI CONTENUTI NEL PRIMO GIORNO DI LAVORI


Chiusa per un mese la M2 tra Udine e Loreto


37
venerdì
2 agosto
2019

CRONACA

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