National Geographic Italy - 08.2019

(nextflipdebug5) #1

è duro e sporadico, ma lui ogni mese manda a casa
come minimo 100 euro tramite uno dei servizi di
trasferimento di denaro che si trovano ovunque
a Lepe. I figli vanno bene a scuola; hanno da man-
giare. A Bamako aveva moglie e figli accanto, po-
teva vivere con loro; ma l’idea di quello che non
poteva fare per loro - col salario medio di un ope-
raio maliano e il piccolo podere che aveva eredi-
tato - gli era insopportabile. «È comunque meglio
che io sia qui», dice.
Sì, Youssouf potrebbe rinunciare a stare in Eu-
ropa. Potrebbe mettere da parte i soldi per un
biglietto di sola andata e tornare a casa. Ma non
vuole; non ancora. Su di lui hanno investito
troppo: i soldi agli scafisti, le aspettative accumu-
late nei tanti anni di lontananza. Si vergognerebbe
troppo a tornare. «A mani vuote no», dice.
A due passi dalla piazza in cui, verso sera, si
radunano migranti di molti paesi, Youssouf alza
una mano per salutare un ragazzo. È Ibrahim, un
altro maliano, che gli risponde in bambara se-
condo il protocollo. Ibrahim è appena rientrato a
Lepe dopo una raccolta in un’altra provincia e ha
dormito sui cartoni per la strada.
Youssouf e Ibrahim si guardano. «No, ai miei
non dico molto», ammette Ibrahim. «Mando soldi
a mio fratello e lui li divide con tutti. Non li vedo
da quasi dieci anni».
I due riflettono su cosa potrebbe convincerli a
tornare nel Mali senza perdere la faccia.
«Abbastanza soldi per comprare una bella
casa», dice Ibrahim.
«Abbastanza soldi per mettere su un’attività»,
dice Youssouf. «Ho imparato parecchio in agri-
coltura».
Ibrahim deve cercarsi un letto al chiuso per la
notte. Youssouf lo invita a fermarsi nel rifugio
dei migranti. Nel fabbricato c’è anche il Wi-Fi e
quella sera Youssouf si collega con il tablet per
inviare alla famiglia le sue foto più recenti. Gra-
zie a un’app ha preparato un album speciale; con
un clic parte una musica e compare una serie di
immagini a rotazione: Youssouf in spiaggia,
Youssouf in un parco, Youssouf accanto a un’au-
tomobile. Nelle ultime è seduto su una poltrona
per ufficio, indossa una camicia con una penna
nel taschino e un paio di occhiali da sole sul capo.
Tiene le gambe larghe e sorride all’obiettivo. Ha
un’aria splendida. j


La giornalista Cynthia Gorney è collaboratrice
abituale del magazine. Questo è il primo servizio
del fotografo spagnolo Aitor Lara per National
Geographic.


Francisco Braima Sanhá
è arrivato dalla Guinea-Bissau
con la qualifica di cuoco negli anni
Ottanta, quando l’irrigazione
e le serre stavano trasformando
l’Andalusia. Oggi, a 59 anni, è un
veterano tra i lavoratori stranieri.
Qui controlla l’orto che ha piantato
intorno alla sua baracca. La moderna
economia agricola andalusa, dice
Braima, è esplosa «grazie ai migranti».

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