Corriere della Sera - 03.08.2019

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CorrieredellaSeraSabato3Agosto2019
CRONACHE


25


«I


lventi diotto bre, il giorno del delittoForla-
nini, al Monumentalec’erano dei fascisti»
così esordì l’ispettoreBellavitaconunfilo
di allarmismo entrando la mattina dopo
nell’ufficio diPassalacqua.
«E che ci facevano?»
«Si erano riuniti sottolastatua di Mari-
netti,alcampoquattro,perstudiarelal ogi-
sticadella manifestazione del due novem-
bre. Ilventotto ottobre, l’anniversario della
marcia suRoma, solitamenteselofanno al
campoXalMusocco,elaFesta dei Morti
invecealMonumentale».
«Nonvedo cosa c’entrinoconl’ingegner
Forlanini» obiettòBerto,consapevole che
il suocollega era portatoper deformazione
professionaleaseguirelapista politicaper
tutti idelitti.
«Due di loroerano stati denunciati dal-
l’ingegnereper minacce alla figlia».
«E com’èfinita?»
«Di denuncedel generesono piene leca-
serme deicarabinierielaquestura. Sono

carta straccia in attesa di archiviazione. Se
non c’èalmeno qualcuno sprangato, accol-
tellatooustionatoconunamolotovconpiù
di sedici giorni direfertonon vengono pro-
prio prese inconsiderazione.Però se stai
cercando un moventeper un omicidiocosì
strambo lavendetta può essereun’ipotesi.
Vuoi chete li interroghi io?» sioffrì Bellavi-
ta.
«Se pensi che nevalga la pena» Bertoera
scettico. «Però, perché hanno minacciato
la figlia diForlaninienon il figlio che sta
dall’altra partedella barricata?».
«Questobisognerebbe domandarloalo-
ro»insistetteBellavita,cheilconfrontocon
quei ragazzi di destravolevaproprio farlo.
«Ci penso io»concluse alzandosi, si saluta-
rono el’ispettoreuscì soddisfatto.
Più il numerodelle ipotesi crescevaepiù
Bertosentivadentrodisécheeranofasulle.
Ma eranocomunque daverificare, per
esempio checosa c’entrasse la signoraTo-
ve conicinesi era un fattodachiarirealp iù
presto. Con lei si erano sentiti pertelefono,

la figlia Thea non avevaresistitoacasa che
pochigiorniesen’eraandatavicinoaLoca-
te presso unacomune di fricchettoni, in un
boscoalmomentosotto la neve.
Intantoleinformazioni che arrivavano
dalla scientificaerano semprepiù detta-
gliatesull’ora del delittoForlanini, sull’ar-
ma impiegata ma mai ritrovata, sull’incli-
nazioneconcui era statosferratoilf enden-
te ecosì via. Era chiaroche l’ingegnere, in
quel momentodiraccoglimentodifronte
al cippomarmoreo della sua famiglia, non
erainallarme,nonavevaavvertitoilp erico-
lo.
Come avrebbe potuto non preoccuparsi
uno nella sua posizione, piùvolteminac-
ciato,conlacoscienza non limpidissima,
se gli sifosseroavvicinati dei giovanotti
conl’eskimoounmanipoloconigiubbotti

neri eicapellicorti odei cinesi sospetti o
peggio ancora, il maritoincazzatodella sua
amante? Tuttelestrade andavanotentate
ma, per istinto, Bertonon era persuaso di
nessuna delle ipotesi sulcampo.
SpedìPalumbo al Beccaria acontrollare
che Tiril uscisse da scuola sanaesalvaede-
cise di andareall’universitàafaredue
chiacchierecon il giovane Thor, sulla storia

delle rapine.
Bertoaveva obbligatoMichelePalumbo a
portareladivisa in tintoria dalla sciora Ar-
mida, perché sembravauno stracciocon
cui avesseropulitoper terra. Eora, linda e
stirata, la indossavaorgogliosocome
quandoc’erasuamoglieamandarloingiro
come un figurino. Si fa per dire.
Cominciò la missione assegnatagli en-
trando percomprarsi la michettaconla
mortadella nel negozio di alimentaricaris-
simo,dove losalassavanomaavevanodegli
affettati speciali. Banchettònel solitoParco
Pallavicino per trovarsi aunpasso dal liceo
Beccaria eraggiungerlo prima del suono
dellacampanella.
«Ma guardaachesta!»commentòrive-
dendo la pazza che stavarecitando la parte
della suora severa.Stamattina dirigeva le

operazioni di allestimentodell’alberodi
Natale e distribuiva strigliate a destra e a
manca. Se l’era presaconuna certa Gemma
cheavevarotto unapalladivetroeorasiera
immedesimatadicolpoconlabambinaac-
cusataesidifendevastrenuamente, pia-
gnucolando.
Palumbo, che era solo da tantotempo,
notò che non era brutta, anzi, avevauna

bella pelle chiara,icapelli scomposti ma
ancoraneriefoltieocchimarronimoltovi-
vaci.
Il suocorpo, avvoltoinuncappottaccio
color melanzana, doveva essereben forma-
to.Inconsciamentelas tavaguardando non
come una povera creatura in pieno delirio
ma come unafemmina attraente.
Certo, se nonfosse stata matta.
Ora la sconosciuta stavadistribuendo
bacchettateatuttoandare.Palumbo provò
aimmaginarsi per quale ragione sifosse
fermataaquel momentodella sua vita e
cioè all’infanzia.
Tornarebambinièunmodo di difendersi
dei vecchi, pensava, ma quella donna lì,
che forse si chiamavaproprio Gemma, di
anni poteva averneastentoquaranta. Chis-
sà da quantotempo vivevainquello statoe

perché.
Incantato nelle sue meditazioni, rischiò
di faretardi earrivòalBeccaria quando già
era squillata lacampanella. Con unaveloci-
tà insospettata,iragazzi uscivanoafrotte.
Passandoglidifronteipiùloguardavanodi
sottecchi,condiffidenza. L’espressione più
gettonata era da «Ma questociccio bomba,
che ci fa qui?».
Invecelabiondinaconlacoda dicavallo,
figlia dell’ingegnerForlanini, lo riconobbe
eandò asalutarlo.
Palumbo sioffrì di accompagnarlaverso
casa esiavviarono insieme.Formavano
una coppia decisamentesingolare, anche
visti da dietro.
Davanti al portone di via Canova,Tiril do-
mandòcondolcezza: «Lo troveret el’assas-
sino di papà?»
«Lo troviamo sì. Purtroppo siamo molto
bravi».
TralecosechePalumbononsapevagesti-
re,c’era l’uso dell’avverbio «purtroppo».
©RIPRODUZIONERISERVATA

diPierfrancescoPoggi


Ifascistialcimitero


BertohaportatoRossellaalcinemaepoiacena,epoil’ha
accompagnatasottocasadavantialCastelloSforzesco.
Dopounbacio,però,leigliharivelatochenellasuavitac’è
unaltrouomo.Lamattinadopoalcommissarioaffrantoè
toccatopureilservizioallostadiodiSanSiroperMilan-
Ascoli.Quilohaavvicinatol’ispettoreBellavita,della
SquadraPolitica:leazioniterroristicheaumentanoe
l’omicidioForlaninipotrebbeesserecollegatoagliscontri
trafazionipoliticheestreme.PassalacquaeBellavitasi
sonodatiappuntamentoalgiornodopoperparlarnein
ufficio.


L’autore


●Pierfrance-
scoPoggi
(Massa,29
gennaio1953)
èattore,
musicista
ecantautore,
autore
radiofonico


●Laserie
gialla
chehacome
protagonista
ilcommissario
Passalacqua
èilsuoesordio
narrativo:
«Labandadi
Tamburello»
(Solferino)


Illibro
«L’assassinio
dell’ingegner
Adone»,di
Pierfrancesco
Poggi,uscirà
aottobre
perSolferino.
Lepuntate
pubblicate
sonosu
corriere.it/gial
loapuntate


ILLUSTRAZIONEDI

DAVIDEBARONI

Leinformazionichearrivavanodallascientifica


eranosemprepiùdettagliatesull’oradeldelitto,


sull’armamairitrovataesull’inclinazione


concuierastatosferratoilfendente


Erachiarochel’ingegnere,inquelmomento


diraccoglimentodifrontealcippo


marmoreodellasuafamiglia,nonera


inallarme,nonavevaavvertitoilpericolo


IlCorrieredell’Estate ILROMANZOCAPITOLO17

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