Corriere della Sera - 03.08.2019

(ff) #1


28 Sabato3Agosto2019Corriere della Sera


diClaudioBozza

BIMBIALSENOALLACAMERA
TRADEPUTATEDIFDIEPD
PERUNAVOLTAC’ÈINTESA

A


lParlamentoeuropeoledeputate-
mammeconilpiccoloalsenonon
fannopiùnotizia.Unoscenario
oppostoaquellodiMontecitorio,
dovepersinolapossibilitàdiallattareè
diventatamotivodiscontropolitico.Ela
lottainternaalM5Shaaddirittura
innescatocurioselargheintesetraFratelli
d’ItaliaePd.Nell’ultimasedutaalla
Camera,glielettisisonodivisisucome
consentirealladeputatediallattare.Paola
CarinellidelM5Shaaccesoundibattito
surreale,avanzandolapiùnaturaledelle
richieste:«Nonmiparechesiascandaloso
allattareinAula.Perchéallattareinpubblico
nonèscandaloso,anchesepurtroppocapita
spessochenonsiacosì.Senoiperprimi–ha
detto–nonsuperiamoquestotabùcome
pretendiamochelofaccianoglialtri?».Però
ilcollegadelM5SFedericoD’Incàhasubito
propostol’allestimentodistanzeadhoc
all’esternodell’emiciclo.MentreilPd,conil
pediatraPaoloSiani,sièschieratoconla
pentastellata:«Lasciamoaognimammala
possibilitàdisceglieredoveallattare,ma
nonconsentirloèunadiscriminazione».A
farsaltareognischemacihapensatoun
altrodeputato-pediatra,GiorgioTrizzino,
andandoalloscontrofrontaleconlacollega
M5S:«Maiavreiimmaginatochedentro
Montecitoriosichiedessediallattare,in
questoclimapaurosamenteinsalubre.Noa
questacosaassolutamentefuoridaogni
normaigienica».ComesefosseunaCamera
batteriologica.Ecosì,almenoa
Montecitorio,ilpiùnaturaledeigestisiè
trasformatoinuncaso.Atrovarelaquadra,
asorpresa,cihapensatolapresidentedi
Fratellid’ItaliaGiorgiaMeloni:«Lemamme
devonopoterallattareeiol’hofatto
ovunque.Perchénonpredisporreuna
postazioneincuiallattareepoter
eventualmentevotare?».EMariannaMadia
(Pd),chedaministragiuròconilpancione,
hasottoscrittoinpienoleparolediunadelle
avversariepiùtoste.Perchépoliticae
buonsensopossonoancheandared’accordo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

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P


rima di tutto
un dato signi-
ficativo: da
una indagine
di TreeLLLe, è
emerso che
neiPaesi avan-
zati d’Europa
l’attività scolasticasiprotrae
semprenel pomeriggio (al-
meno fino alle 15espesso alle
17). In Italia invece, la scuola,
in generale, chiude alle 13 e
poi... tuttiacasa, studenti e
insegnanti. Questoavviene in
unPaese in cui, secondo l’in-
dagine Ocse-Piaac, il livello di
«analfabetismo funzionale»
(cioè l’incapacità di tradurre
in azioni efficaci quello che si
èappreso) riguarda ben il 30%
della popolazione adulta,
mentreinUeriguarda solo il
15%. Purtroppo sono di questi
giorni gli sconcertanti dati In-
valsi (istituzione indispensa-
bile per rilevaregli apprendi-
mentiinmaniera oggettivae
confrontabile) che ci dicono
che lo stesso 30% di analfabe-
tismo funzionalevale pur-
troppo anche per la nostra
popolazione in età scolastica.
Sconcertano ancheidati di
una indagine TreeLLLe-Mak-
no (2016) sui giovani tra 19 e
23 anni, da cui risulta che tre
su quattrodichiarano che
«maioquasi mai»iloroinse-
gnanti hanno trattatotemi di
educazione civica(eche non
hanno mai lettolaCostituzio-
ne italiana). Ma, attenzione:
oggia18anni sivota. Emerge
un graveritardo socio cultu-
rale del nostroPaese rispetto
ai Paesi avanzati, che ne ipote-
casia il progresso civile che
economico.
Èrealisticopensareche la
scuola,così comeèoggi, pos-
sa riuscirearecuperareque-
stograveritardo storico? La ri-
spostaèno, se non si vuole

continuareadilludersicome
si èfattoper decenni.
Se,come sièvistosopra, la
grande malataèlasocietà ci-
vile, la scuola può speraredi
averesuccessocome fattore
correttivosolo se da un lato
dispone di moltopiù tempo e
dall’altrodiuncorpo di inse-
gnanti diversamenteformati.
Di questosecondo punto, su
questoquotidiano, abbiamo
scrittoqualche settimana fa.
Oggivogliamo insisteresul
fattoretempo.
Pare anoi che occorra affida-
reibambini alla scuola il più
precocementepossibile, nel-
l’età in cui siforma il linguag-
gioesistrutturanoicompor-
tamenti sociali, almeno fin
dai treanni (scuola d’infan-

zia)così da ridurrealminimo
icondizionamenti socio-cul-
turali negativi (che poi sarà
difficilerecuperare) di tanta
partedella nostra popolazio-
ne adulta che vivetuttora in
situazioni culturalmente de-
private. Ma pensiamo anche
che la scuola debba avereadi-
sposizione un «tempo lun-
go» di durata quotidiana, ne-
cessario soprattuttoperipiù
deboli ed emarginati (ma an-
che per curareleeccellenze).
E poi, un altro problema di
fondo: una scuola cheèdi-
ventata «per tutti» non può
più limitarsia«istruire», ma
devefareproprio anche
l’obiettivodi«educareavivere

SCUOLAECONVIVENZACIVILE:


PIÙOREINAULAPERRIPARTIRE


EducazioneNeiPaesipiùavanzatid’Europal’attività


siprotraesemprenelpomeriggio,inItaliadisolito


finiscealle13.Unapropostaperil«tempolungo»


diAttilioOliva

sociale degli alunni.Di massi-
ma, le orepomeridiane non
dovrebberoesserededicatea
lezioni, ma ad attività che svi-
luppino l’intelligenza emotiva
epuntinoafar emergerei
vantaggi dellacollaborazione
edella solidarietà, senza la-
sciarespazio al bullismoeai
comportamenti asociali. Nel-
le secondarie, sarà necessario
darepiù spazio alle sceltein-
dividuali,così da invogliarei
giovaniapassareascuola più
tempo, sottraendoli alle sire-
ne di untempo vuoto(o peg-
gio) che li potrebbe attendere
fuori dalla scuola.
Altrebuone ragioni per il
«tempo lungo»:offrireun
importanteservizio sociale
alle famiglie;renderepossibi-
le l’esercizio dell’autonomia
delle scuole che potrebbero
finalmenteprogettareun’of-
ferta su misura della utenza,
fuori dalla rigidità delle ore
curricolari antimeridiane.
Unascuolaatempo lungo,
pensata per educareoltreche
per istruire, potrebbe essere
un buon antidotoai rischi di
familismo amorale, alla scar-
sità di spiritocomunitarioedi
senso delloStatoche perdura
in tantefascesocialieintante
aree del nostroPaese (specie
nel Sud). Come sivede iltem-
po-scuola puòcontaremolto,
maèlaqualità professionale
degli educatori checonta an-
che di più:ibravi insegnanti
saranno anche bravi maestri
di vita se riuscirannoafaresì
cheigiovani lascino la scuola
avendo interiorizzatotrefon-
damentali linee guida per sta-
real mondo in modo utile e
gentile: il rispettoper gli altri,
lo spiritocollaborativoelacu-
riosità percontinuareadap-
prendere.
PresidenteAssociazioneTreeLLLe
©RIPRODUZIONE RISERVATA

ANALISI
&
COMMENTI

SEGUEDALLA PRIMA

N


el panoramacom-
plessivorestano alcu-
nerelazioni annuali
di qualche autorità
indipendenteacoltivareilmi-
suratoeloquio; ma non arriva-
no alla generale opinione pub-

blicaerestano quindi fatal-
menteminoritarie.
Eppuredimisura abbiamo un
assolutobisogno: ci vuole un
misuratoapproccio per mette-
reordine nel cresceredella
confusioneedeiconflitti; ci
vuole misurata definizione
della nostracomposizione so-
ciale per mettereordine nella
nostra identità nazionaleenel-

le nostreappartenenzeinter-
nazionali; ci vuole una misura-
taformazione della opinione
pubblicaper dareatutti lacon-
sapevolezza che, senza il dono
della misura, tuttodiventa smi-
suratoequindiingovernabile.
Nondimentichiamoci che per
gli antichi greci la dismisura
era il peggiorpeccato;matemo
chepochiabbianooggiinte-

resse per quel tipodipensiero.
Dicevanosempregli antichi
greci chelamisura nonèun
dono di natura,mal’espressio-
ne di unabuona culturagene-
rale, licealesidicevaunavolta;
edènei fatti il fruttodiuncon-
tinuatoesercizio culturale,do-
vesi devesaperecosaèl’esa-
metro, ripetendo ad altavoce
EschiloeCatullo; dovesi deve
impararequalche orazione ci-

ceroniana percapire cosaèla
retoricaecome parlareinpub-
blico; dovesi devemandare a
memoriaFoscoloeLeopardi
per avvertireilsenso profondo
dell’espressioneela sua dura-
ta.
Anche nella misura stiamo
verosimilmentediventando
degli analfabeti di ritorno (for-
se analfabetitoutcourt)enon
consola il fattoche molti giova-

diGiuseppeDeRita

LINGUAGGIO


LEPAROLEDELLAPOLITICA


ELAMISURAPERDUTA


ni parleranno inglese (anzi
americano)elaloromisura
non siformerà nella lingua ita-
liana, ma nella morfologia
americana dei pensieriedelle
frasi (certoperònon nello
shakespeariano EnricoVdella
vigilia di Azincourt).
Immagino giàisorrisi su una
riflessionecosì nostalgica. Ma
nessuna accusa di questotipo
miconvincerà delcontrario:
che si possa cioè viverebene
scivolando progressivamente,
forse sbracando, nella dismi-
sura, spesso puramenteevolu-
tamenteteatrale, di ogni di-
chiarazione pubblica.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

congli altri», nel rispettoreci-
procoeall’interno di un insie-
me diregolecondivise.
Invecegli studenti oggi si
formano ancheemoltofuori
dalla scuola: di qui l’impor-
tanza di una scuola che si fac-
ciacaricodidareragione,
senza rinunciareallo spirito
critico, deivalori di base della
nostra civiltà. Come tuttele
«educazioni», anche questa
richiedetempi lunghi.
TreeLLLe haformulato una
propostaforte(nel sito
http://www.treellle.orgvedi la pub-
blicazione «Ilcoraggio di ri-
pensarelascuola»): una
scuolaconuningresso preco-
ce,cioè una scuola obbligato-
ria dai3ai14anniacurricolo
unico,conun«tempo lungo»

per tutti (5+mensa+3 ore).
Perlascuola secondaria su-
periore(dai 14 ai 19 anni) Tre-
eLLLe propone che le scuole
offrano untempo lungo «op-
zionale»,maattrattivograzie
all’offerta di un palinsestodi
«attività»alargo spettrotra
cuiigiovani possano sceglie-
re sulla base dei lorobisogni e
interessi (arti, musica, sport,
alternanza scuola-lavoro,vo-
lontariatosocialeeovviamen-
te,dovenecessarie, attività di
sostegno allo studio).
Insostanza, una scuola di-
versa, dovesi alternino lezioni
ad «attività»formativeper
sviluppareanche la dimensio-
ne personaleequella civicae


Pensierieazioni
L’analfabetismo
funzionaleinEuropa
riguardail15%degli
adulti,inItaliail30%


Ilprogetto
L’ingressoprecoce
sarebbeatreanni
eprevederebbel’obbligo
finoaquattordicianni

Futuro
Anche su questo piano
stiamo diventando
analfabeti di ritorno

Passato
Per gli antichi greci
la dismisura
era il peggior peccato
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