la Repubblica - 03.08.2019

(Brent) #1
dalla nostra inviata
Alessandra Retico

Budapest — Tre cose certe nel
Mondiale di F1 che sta per andare
in ferie. La prima: la corsa più paz-
za dell’anno è stata una settimana
fa in Germania, quando la pioggia
ha fatto e disfatto buttando quasi
tutti giù come birilli. I primi tre sot-
to la bandiera a scacchi sono stati
quelli che hanno fatto meno errori
(Verstappen, Vettel, Kvjat). La se-
conda: Budapest non è più la Buda-
pest di un tempo, o forse agosto
non è più lo stesso. Piove, fa fresco.
Le libere sull’Hungaroring hanno
restituito, in parte, un’immagine
annacquata della situazione: se
Lewis Hamilton in un mattino me-
no bagnato ha fatto il Lewis Hamil-
ton risanato (dall’influenza di 7
giorni fa), nel pomeriggio, sotto
uno scroscio di pioggia generoso, i
gradi dell’aria a 24 e l’asfalto appe-
na a 30, il migliore è stato Pierre
Gasly. Il che, con tutto il rispetto
per il francese della Red Bull, è un
risultato piuttosto monco: il crono
lo ha infilato prima del diluvio, gli
altri sono rimasti sotto gli ombrelli
per buona parte della sessione po-
meridiana e poco hanno combina-
to sulla pista fradicia. Nessun giro
secco, né simulazione di long run.
Benché poi alle spalle di Pierre ci
sia il super prestante Verstappen e
le due Mercedes, mentre distanti,
settime e tredicesime, si sono acco-
date le Rosse di Leclerc e Vettel.
Oggi è atteso sole ma non nell’u-
nanimità delle previsioni, sarà
quindi un rebus capire come orga-
nizzare le auto per le qualifiche. E
se sole sarà, non brucerà, brutta
notizia per le Ferrari che più soffro-
no a mandare a temperature le
gomme. Se anche sul Danubio le
cose si metteranno male per Mara-
nello, ecco la terza cosa certa di
questo campionato: la Ferrari ri-

marrà l’unico tra i top team a non
aver mai festeggiato un successo.
Per le più disparate ragioni, anche
di semplice sfortuna come il moto-
re in tilt a Leclerc in Bahrein, che
le esemplifica tutte. Nel cantiere
ancora molto aperto del Cavallino
andare in vacanza con un voto di
sufficienza, però cambierebbe. I
problemi di affidabilità nelle quali-
fiche tedesche non hanno frenato
la corsa a progredire, magari an-
che gettando il cuore oltre i molti
ostacoli di questa stagione verso la
prossima. Sebastian Vettel, che
qui in Ungheria ha vinto due volte
negli ultimi 4 anni e che è reduce
dal semi miracolo a casa sua rimon-
tando dall’inferno del 20° al 2° po-
sto, lo ha spiegato di cosa si tratta:
«Non sono certo che tutte le perso-
ne della Ferrari andranno al mare,
c’è ancora da fare. Sarebbe bello

vincere qui, ma non siamo in un
asilo dove puoi scegliere i giochi e
i dolci che preferisci. Di solito ottie-
ni quello che ti meriti, e domenica
vedremo cosa ci sarà sul nostro
piatto». Il team principal Mattia Bi-
notto come al solito non si nascon-
de dietro gli occhialoni: «I nuovi
problemi di affidabilità portano a
un ragionamento più ampio: ci so-
no approcci e metodologie che
vanno riviste? Il bilancio della no-
stra stagione è certamente negati-
vo. Abbiamo iniziato con difficoltà
dopo i test invernali, abbiamo indi-
viduato alcuni difetti di concetto
della vettura rispetto agli pneuma-
tici di quest’anno e iniziato un per-
corso di sviluppo che sta andando
nella giusta direzione. La strada è
ancora lunga e il 2020 è già alle
porte». Sarà un’estate oltre le sta-
gioni, e molto febbrile.

MotoGp, oggi pole a Brno


Le curve impossibili


di Marc Marquez


“Una sfida alla fisica”


dal nostro inviato
Massimo Calandri

BRNO — Sessantacinque gradi di in-
clinazione in curva: sul circuito del
Sachsenring, Marc Marquez è anda-
to oltre le leggi della dinamica. Una
moto non può ‘piegare’ tanto: impos-
sibile restare in equilibrio. Invece.
«Impressionante. I nostri ingegneri
sono rimasti a bocca aperta. Ha scon-
volto il progetto, stravolto tutti i di-
segni. Temo che dovremo rivedere i
calcoli»: Takeo Yokohama è il diret-
tore tecnico del reparto corse Hon-
da, un colosso da 15 milioni di moto-
ri l’anno. Rivela il ‘segreto’ con un
sorriso imbarazzato: «Abbiamo con-
trollato i dati mille volte, perché
non ci sembrava vero. Nell’ultima
gara Marc ha superato ogni limite. E
a questo punto non so davvero cosa
potrà accadere in futuro. Magari tra

qualche anno riuscirà a curvare a 70
gradi. Ci adegueremo». Il Cannibale
sta riscrivendo la storia di questo
sport, abbattendo qualsiasi barriera
logica, scientifica. Costringendo an-
che i giapponesi ad adeguarsi alle
sue imprese. «La nostra tecnologia
non si discute, abbiamo un reparto
ricerche straordinario, siamo co-
stantemente all’avanguardia. Però
alla fine sono i suoi gesti e suggeri-
menti a indicarci quale direzione
dobbiamo prendere per migliorar-
ci», spiega Yokohama. «Marquez è
ormai con noi da tante stagioni, co-
nosce la moto meglio di chiunque al-
tro e ha una squadra che funziona
benissimo. Il nostro obiettivo è esse-
re sempre più veloci. Vincere. E allo-
ra, ascoltiamolo».
Sì, ma Jorge Lorenzo – 5 volte cam-
pione del mondo, tecnicamente il
miglior pilota del motomondiale –
sostiene che dovreste mettergli a di-

sposizione una moto diversa, una
Honda che tenesse conto pure delle
sue esigenze: più ‘guidabile’, insom-
ma. «Quest’anno, quando è venuto
da noi, sapevamo che Lorenzo per
via del suo stile si sarebbe trovato in
difficoltà. Poi ha avuto diversi infor-
tuni. È entrato in un periodo negati-
vo. Ecco: aspettiamo che esca dal pe-
riodo negativo, poi ne parliamo».
Mamma mia, che bocciatura. Però
anche un altro pilota Hrc, l’inglese
Cal Crutchlow, si lamenta. E allora,
come la mettiamo? «Cal lo conoscia-
mo bene: è molto esigente, e gli pia-
ce parlare. Troppo. La nostra priori-
tà è una: vincere un altro titolo con
Marquez. Poi, penseremo al resto».
Più chiaro di così.
Il Cannibale comanda: in pista,
fuori. Ieri, su di una pista come quel-
la boema che non gli è mai stata favo-
revole, ha dominato a tal punto da
non avere neppure bisogno di cam-
biare gomme. Ha comunque chiuso
la prima giornata di prove libere col
2° miglior tempo, a soli 23 millesimi
dal giovane franco-siculo Quartara-
ro. Impressionante, sì. Nelle prime 9
gare della stagione ha vinto in 5 oc-
casioni, in 3 è arrivato 2° per un sof-
fio, ad Austin è caduto mentre era in
fuga. Se vince pure domani, egua-
glia il numero di successi (76) di uno
dei più grandi di sempre: Mike Hail-
wood. L’ottavo titolo è già in cassa-
forte, il prossimo anno potrebbe rag-
giungere Valentino a quota 9. «Ed è
solo l’inizio», gongola Yokohama.

AFP

formula 1 in Ungheria

Mercedes e Red Bull sono lontane


La Ferrari chiede aiuto al meteo


Libere, brilla Gasly


Vettel tra speranza


e realismo: “Vincere


qui sarebbe bello


ma di solito


si ottiene quello


che si merita”


kLe Rosse Le Ferrari di Vettel e Leclerc nelle prove in Ungheria


GAETANO PIAZZOLLA/ACTION PLUS VIA GETTY IMAGES

Destini opposti
Marquez (in alto) vola, la Honda
punge Lorenzo (in basso): “Esca dal
momento no, poi si parlerà di futuro”

pagina. (^44) Sport Sabato, 3 agosto 2019

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