Corriere della Sera - 05.08.2019

(nextflipdebug5) #1
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CorrieredellaSeraLunedì5Agosto2019
CRONACHE

25


«Unlibro


perunrifiuto»


Lacampagna


percombattere


illittering


Parcod’Abruzzo,LazioeMolise


«U


nlibroper un rifiuto»: non
potevache chiamarsicosì la
campagna che ilParco
Nazionale d’Abruzzo, LazioeMolise ha
attivato, fino al prossimo 30ottobre,contro
il «littering» di montagna, abitudine
piuttostodiffusa tra gli escursionisti di
gettareipropri rifiutiaterra duranteil
cammino. Incosaconsiste?Aogni
escursionista che raccoglie lungo il
cammino nelParcopiccoli rifiuti

abbandonati—residui invetrooalluminio
come lattineocarta stagnola utilizzata per
avvolgerepanini, ma anche palloncini
gonfiatiaelio che, sfuggendo dalle mani dei
bambini,restano impigliati tra gli alberi —
vieneregalatounlibro.Unicoobbligo:
pubblicareunatestimonianza della propria
azione di raccoltaconvideoofoto,sia su
Facebook che Instagram,conl’hashtag
#unlibroperunrifiuto. Promuovendocosì
l’educazione all’ambiente. ©RIPRODUZIONERISERVATA

VIAGGI


dell’altromondo


I


ntreccia la passione per il
verdeeper le destinazioni
da viverefuori dallaressa
estivadei circuitivacanzieri,
magari davantiaunconcerto
open air. Ilgardentourismdi
tradizione inglese, in Italia, è
unarealtà finalmente
consolidata. Lo dimostrano
gli oltre8milioni di visitatori
dei Grandi Giardini Italiani,
impresa culturalefondata nel
1997 da JudithWade. Nascosti
da mura, segreti ai più, sono


  1. Il belloèche non solo si
    possono visitare; in alcuni ci
    si può puredormire.
    «All’inizio nessunovoleva
    aiutarmi: né privati né banche
    —spiega Judith —. Ma
    questaèuna generazione che
    haacuoreambienteed
    ecologia. Sapevoche era
    questione ditempo...
    Convinsi 12 proprietari di
    splendidi giardini ad aprirli al
    pubblico. Il primo fu
    Giannino Marzotto,aVilla
    Trissino Marzotto.Dalìèstato
    un crescendo.Ese, quando
    hocominciato,ituristi italiani
    erano pochissimi, oggi sono
    più della metà». Nel 99% delle
    proprietà dellarete,oltreal
    giardino, si visitano ville
    storiche, palazziecollezioni
    d’arte. Nel 40% si dorme.
    ComeaCasa Cuseni, a
    Taormina,conungiardino
    opera di uno dei primi
    decoratori di Tiffany: piante
    africane,rose inglesieagrumi
    siciliani in singolaresinfonia
    davanti all’Etnaealmare. O
    nelrelais di Villa Ottolenghi
    Wedekind, ad AcquiTerni, o,
    ancora, nelle undicicamere
    dell’Abbazia La Cervara, a
    Santa Margherita Ligure. Ad
    Anacapri?AvolereVilla San
    Michele fu Axel Munthe, il
    medicosvedese che in Italia
    cercavacaloreebellezza. Qui
    non si dorme, ma il suo parco
    èunluogo dell’anima da cui
    non sivorrebbe mai andar via.
    ©RIPRODUZIONERISERVATA


Turismoverde:


gliitaliani


equeiGiardini


«riscoperti»


Volare
Amore,politica,
parolacce:lecensure
neifilminaereo

A


un certopuntoin«Us» un personaggio
viene sgozzato. Il sangue però, nelle
inquadraturedel film proiettatosugli scher-
mi del volo AlitaliaRoma-LosAngeles, non
si vede perché sfocato. Intenzionalmente.
Se c’ èunposto nel mondo in cui vengono
«censurate» in modo esplicitolepellicole
quelloèl’aereo. Un po’perché il monitor
dell’intrattenimentodibordoèvistoanche

da altri (bimbicompresi), un po’perché quel
film viene offertoapasseggericon
sensibilitàecultura diverse.Perquestole
compagnie si preoccupano di evitareincroci
spiacevoli.Eccoche, quando si vola neiPaesi
arabi, vengono tagliatelescene d’amoreei
riferimenti (visivieverbali) al suino.Pernon
parlaredel linguaggio: l’audio scompare
quando nella frase ci sono parole scurrili. Il

pubblicoeuropeo viene «tutelato» più dalle
immagini violenteche da bacieamplessi. Su
un volo per Singapore, poi,èraroche si veda
«Chiamamicoltuo nome» perchéibaci gay
parenon venganotollerati. In CinaeRussia
si evitano storie troppo politiche. Quello che
non si troverà mai—salvo rareeccezioni —
sono le storie di disastri aerei.Perevitareche
diLeonardBerberi qualcuno vada nel panico. ©RIPRODUZIONERISERVATA

diCarlottaLombardo

Nottid’arteA Casa Cuseni,
a Taormina, vissero Greta
Garbo e Tennessee Williams

ILCAVALLODEIRECORDELANUOVACASA


Alessia,l’angelocustodediVarenne


«Cheemozionevegliarlodinotte»


«P


ecosèilcavallo
del mio cuore,
maVa renne... È
una leggenda»:
non si può chiedereadAlessia Gi-
rani di fareuna classificatra ilca-
valloconcuiècresciuta («Ha solo
ottomesi meno di me»)equello
di cui, fin da bambina, ha sentito
elencarevittorieeprimati.Va ren-
neèuna leggenda vivente: ha pol-
verizzatorecord, guadagnatocifre
inedite(oltre6milioni di euro),
persino ispiratocanzoni («Se lo
vedi passareècome sefosse una
festa», intonavaJannacci). Alessia
avevasolo sei anni quando il «Ca-
pitano» esordiva, nel 1998; dieci
quandoèandatoinpensione, nel


  1. Oggi ne ha 27 edèdiventata
    il suo nuovoangelo custode, o,co-
    me si diceingergo, la suagroom.E
    sabato, quandoVa renneèarrivato
    all’Equicenter di InvernoeMonte-
    leone, in provincia diPavia—la
    sua nuovacasa, dopo 17 anni pas-
    satiaVigone (Torino),euntrasfe-
    rimentoche hacausatoparecchie
    polemiche—lei era qui, ad aspet-
    tarlo. Durantelaprima nottelom-
    barda delcavallo deirecord,l’ha
    vegliatodaunmaterasso poggiato


davanti al suo box.
Dietroaquesta scelta sicela, inre-
altà, una prassicomune,come
spiega Daniela Zilli, latrainercui
Va renneèstatoaffidatoeche,for-
tedei suoiventitréanni di espe-
rienza nel settore, saràresponsa-
bile dellaforma fisicaedell’allena-
mentodel cavallo-mito. Alessia la-
vorerà al suo fianco, per imparare
da lei, sulcampo, tuttociò che non
ha già appreso negli anni dell’uni-
versità (è laureata in Scienzebio-
tecnologicheveterinarieespecia-
lizzata in riproduzione animale).
«Nonèstata la mia prima notte
conuncavallo», racconta, «mi è
giàcapitatoaltrevolte, ad esempio
quando una fattricedevepartori-
re».
EVarenne, siègià ambientato? «La
notteèstata serena», assicura lei,
«sièmessoamangiarequasi subi-
to, cosa che indica tranquillità, e
poi siècoricatoper dormire. Del
resto, parliamo di uncavallo che
ha giratoilmondo:èabituatoa
muoversi». Loconferma anche

Zilli: «Laresilienzaèsemprestata
una dellecaratteristiche più stra-
ordinarie diVa renne: ha vintotan-
to anche per questo». All’Equicen-
ter, poi, hanno fattodituttoper ac-
coglierlo nel modo migliore: per
lui hanno preparatounboximbot-
tito, all’occorrenzacondizionato
conunimpiantoadhoc,eprotetto
da una porta blindata. §
Al suo interno,c’èanche un sec-
chioverde. Non uno qualunque,
ma quello cheVa renne usa da an-
ni: Annamaria Crespo, che per 17
anni sièpresa cura di luiaVigone,

ture. «Abbiamo sceltoAlessia»,
spiega Zilli, «perché pur essendo
giovaneèmoltoprofessionale,
perchéèumileehavoglia di impa-
rare, ma soprattuttoperché ha
passione, che in questolavoroè
importantissima».
Alessiaèdipoche parole: «Avere la
possibilità di prendermi cura di
Va renneèun’emozioneeunono-
re». Sullo sfondo, intanto, si sen-
tono dei nitriti:èil«Capitano»,
chissà se hacapitoche parliamo di
lui.
©RIPRODUZIONERISERVATA

Insieme
Alessia Girani
(asinistra)
e Daniela Zilli
con Varenne:
la groom
e la trainer
del cavallo
nella sua nuova
casa,
l’Equicenter
che si trova
a Inverno
Monteleone,
in provincia
di Pavia

diChiaraSevergnini

Chiè
●Varenne
(nato nel 1995)
è il trottatore
italiano tra i più
veloci di tutti
i tempi. Nel
2001 il suo
record, allora
mondiale, fu di
1’09.1” al km

●È il più ricco
trottatore
della storia, con
6.035.665 di
euro totalizzati

si èvoluta assicurareche lo seguis-
se nella sua nuovacasa,così che il
cavallo potessecontinuareain-
zupparciilfieno prima di man-
giarlo,come d’abitudine. Con lei,
ch econosceVarennecome pochi
altri al mondo,c’èuncontattoco-
stante, spiega Zilli. Senzacontare
che per lui sonoadisposizioneco-
stanteiveterinari delcentro(aco-
minciaredaCesareRognoni,fon-
datorediEquicenter, che lo segue
datempo)eunmaniscalcodedi-
cato.Per la posizione digroomera-
noarrivatemontagne dicandida-

SimbiosiAlessia Girani a 3 anni
in sella al suo Pecos (che ne ha 2)
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