La Repubblica - 05.08.2019

(nextflipdebug5) #1
di Roberto Petrini

ROMA — Il primo, nel 2011, fu Vieri Ce-
riani al quale l’allora ministro dell’E-
conomia Giulio Tremonti, commis-
sionò un censimento di sgravi e de-
duzioni fiscali. I tecnici dell’Fmi vo-
levano assolutamente una classifica-
zione con numeri di codice accanto
che permettesse di valutare quelle
che da allora in poi presero il nome
di “tax expenditures”. Da quel mo-
mento gli sgravi fiscali sono stati
contati e ricontati: molti “Mister For-
bici” si sono scontrati contro il muro

di gomma delle lobby e della politi-
ca. Ci provarono Roberto Perotti
che si dimise dall’incarico, France-
sco Giavazzi che indicò in 10 miliar-
di gli sgravi tagliabili (soprattutto al-
le imprese), Mauro Marè che fece
proposte ma non ottenne risposte, e
Carlo Cottarelli, l’uomo che forse ha
dato di più al “movimento” della
spending review, ma che fu costret-
to a tornare all’Fmi.
Il numero delle “tax expenditu-
res” invece è salito: uno degli ultimi
censimenti, a cura dell’Ufficio di va-
lutazione d’impatto del Senato arri-
va a quota 610. Perché mentre si al-
ternavano i tentativi dei tecnici, le
concessioni aumentavano: ad esem-
pio nel biennio 2015-2016 sono stati
introdotti 43 sconti fiscali in più con
una spesa di 3,5 miliardi.
Ora si torna alla carica, forse il ter-
reno è maturo, anche per la spinta

della battaglia che unisce lotta agli
sprechi e ambientalismo portata
avanti dal viceministro all’Econo-
mia Laura Castelli e dall’ex ministro
Enrico Giovannini: tagliamo gli
sconti fiscali che aiutano produzio-
ni ambientalmente dannose - è l’i-
dea - dal carburante agricolo a quel-
lo di navi e aerei, tenendo nel miri-
no anche il delicato comparto del
diesel per le auto. L’intero pacchet-
to varrebbe 16 miliardi, ma la vicemi-
nistra dell’Economia grillina ha già
pronto un piano ridotto da 2 miliar-
di per il 2020 da inserire nella legge
di Bilancio. Cercare più soldi e arri-
vare fino al punto di coprire la steri-
lizzazione dell’Iva da 23,1 miliardi è
un’impresa ciclopica. «Sul piano tec-
nico i margini ci sarebbero, ma la
questione è nelle mani della politi-
ca», spiega Carlo Cottarelli. Uno stu-
dio dell’Osservatorio sui conti pub-

blici della Cattolica, da lui diretto,
nei giorni scorsi ha riclassificato no-
stri sconti fiscali, che valgono circa
133 miliardi, dividendoli in due gran-
di comparti in relazione alla motiva-
zione che li sorregge.
Il primo è quasi intoccabile: sono
circa 93,5 miliardi e comprende le
detrazioni da lavoro dipendente, fa-
miliari a carico, contributi pensioni-
stici; si tratta di voci prevalentemen-
te di rilevanza costituzionale. L’al-
tro comparto è quello delle agevola-
zioni in senso stretto, in quanto favo-
riscono determinate categorie di
contribuenti e valgono 39,2 miliar-
di. Qui teoricamente si potrebbe agi-
re, ma il terreno è minato: si va dai 9
miliardi del bonus Renzi, ai 7 delle ri-
strutturazioni edilizie, alla detrazio-
ne degli interessi mutui prima casa
(5,1 miliardi). Non sarà facile.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Dai figli a carico fino al diesel


Agevolazioni, quel tesoretto che nessuno osa aggredire


il retroscena

La Finanziaria di Tria


Taglio agli sconti fiscali


e deficit sotto l’1,8%


Per evitare l’aumento dell’Iva il ministro vorrebbe eliminare 23 miliardi


di sgravi. Le risorse per gli 80 euro di Renzi dirottate verso la flat tax


hI punti intoccabili
Secondo l’Osservatorio sui
conti pubblici della Università
Cattolica si tratta di 93,
miliardi, tra questi le detrazioni
sui redditi da lavoro, i carichi
familiari e le deduzioni sui
contributi pensionistici

hI punti aggredibili
Si tratta di 39,2 miliardi,
teoricamente tagliabili ma di
fatto molto diffusi e popolari.
Tra i quali il bonus Renzi,
le agevolazioni sulla
ristrutturazione e sui mutui

23


Le clausole di salvaguardia
Entro la fine di quest’anno
il governo Conte dovrà
disinnescare le clausole di
salvaguardia Iva che valgono
23 miliardi. In caso contrario
scatteranno gli aumenti
dal 2020

12


La sforbiciata alle tasse
Il Tesoro sta verificando
se sia possibile dirottare gli
80 euro di Renzi per ridurre
le tasse come chiede la Lega
La misura introdotta dall’ex
premier Pd costa circa 9
miliardi. Aggiungendo
qualche risparmio, il Tesoro
spera di arrivare a 12 per
evitare che il taglio fiscale
sia solo una partita di giro

I numeri


Dall’Iva alle tasse


di Claudio Tito

kIl ministro dell’Economia Giovanni Tria


ROBERTO MONALDO/LAPRESSE

Difficile che


le proposte trovino


l’accordo di Lega e


5 Stelle. Ma questa


volta anche l’Ue


non farà sconti


Deduzioni e detrazioni
Più di seicento voci
per oltre 130 miliardi

Il grosso riguarda


famiglie, lavoro e


pensioni. Il resto


singole categorie


Roma — Rapporto deficit/Pil sotto
l’1,8%, clausole Iva da disinnescare
tagliando le cosiddette “tax expen-
ditures”, ossia benefici e agevolazio-
ni fiscali, dirottare gli 80 euro di
Renzi su quella che Salvini chiama
flat tax.
La prossima legge di Bilancio che
il governo dovrà presentare entro il
30 settembre, non è un recipiente
da riempire. Almeno per il Ministe-
ro dell’Economia, è già pieno. Nono-
stante le promesse e la propaganda
che Lega e M5S stanno imbastendo
in vista dell’autunno, che rischia di
diventare sempre più caldo. Si trat-
ta di un recipiente già colmo per-
ché gli impegni presi dal governo
per evitare in extremis la procedu-
ra d’infrazione con l’Unione euro-
pea costituiscono un vincolo piutto-
sto stringente. Obbligazioni assun-
te in particolare nelle lettere firma-
te il mese scorso dal premier Conte
e dal ministro dell’Economia Tria.
Nell’ultima missiva, ad esempio, si
leggeva: l’Italia garantisce per il
2020 «ampia adesione al patto di
stabilità e crescita». Il commissario
Ue agli Affari economici, Pierre Mo-
scovici, sintetizzava negli stessi
giorni: Roma ha assicurato «un ag-
giustamento strutturale significati-
vo nel 2020».
Appunto, «aggiustamento strut-
turale». Intorno a queste due parole
il titolare del Tesoro sta costruendo
la prossima Finanziaria. O forse è
meglio definirla la proposta di Fi-
nanziaria. Che poi i partiti di mag-
gioranza dovranno accettare o re-
spingere. In quest’ultimo caso,
creando un ennesimo scontro con

l’Ue. E, come avvertono da quache
giorno gli esponenti più responsabi-
li dell’esecutivo, «stavolta a Bruxel-
les saranno più rigidi con noi. Non
ce la faranno passare». La Commis-
sione europea, infatti, ha sostanzial-
mente chiesto al nostro Paese di ri-
durre il saldo strutturale dello 0,6%.
Una richiesta che probabilmente
dopo le consuete trattative settem-
brine potrà scendere allo 0,1-0,2%.
Ma nonostante questo sconto, il ri-
sultato sarà che il famigerato rap-
porto deficit/Pil nel migliore dei ca-
si dovrà attestarsi ben al di sotto del
l’1,8%. Lontano dal 2,1% fissato
nell’ultimo Def.
Queste sono solo cifre. Il proble-
ma dirompente per la maggioranza
gialloverde è che comportano con-
seguenze concrete. Ossia che larga
parte dei “sogni” avanzati da Salvi-
ni e Di Maio sono irrealizzabili. Il pri-
mo mattone della legge di Bilancio,
infatti, è composto dalle clausole
Iva. A dicembre scorso l’esecutivo
Conte le ha fissate a 23 miliardi. En-
tro dicembre, quindi, vanno trovati
questi soldi oppure dal primo gen-
naio aumenta l’Iva. L’idea di Tria è
di scovare queste risorse nel gine-
praio delle “tax expenditures”, le
agevolazioni e i benefici fiscali. Ma
non è un intervento indolore. Di fat-
to è un aumento delle tasse: i contri-
buenti pagheranno di più. Per fare
un esempio, uno dei capitoli più so-
stanziosi delle “tax expenditures” si
concentra su benifici per la prima
casa (oltre dieci miliardi). Il secon-
do sulle spese sanitarie. Capitoli, in-
somma, con un impatto politi-
co-elettorale immenso.

Anche se si riuscisse a risolvere
questo problema, rintracciando nel-
le pieghe delle agevolazioni fiscali i
23 miliardi, per rispettare gli impe-
gni minimi con Bruxelles non ci sa-
rebbero però ulteriori spazi di ma-
novra. Non a caso, nelle simulazioni
in corso al ministero dell’Economia


  • nel tentativo di esaudire i desideri
    della Lega sulla flat tax, o meglio su
    una iniziale riduzione delle aliquo-
    te Irpef senza arrivare alla “tassa
    piatta” - si sta verificando se sia pos-
    sibile dirottare gli 80 euro di Renzi
    proprio a finanziare i progetti salvi-
    niani. La misura introdotta dall’ex
    premier Dem, infatti, costa circa 9
    miliardi. Aggiungendo qualche ri-
    sparmio il Tesoro spera di arrivare a
    12 miliardi, per evitare che il taglio
    fiscale sia solo una partita di giro.


Tutto il resto è al momento “out”.
Compresi i quattro miliardi che i 5
Stelle reclamano per sforbiciare il
cuneo fiscale e rendere più pesanti
le buste paga o alleggerire il costo
del lavoro degli imprenditori. A me-
no che non si aumenti il deficit pro-
vocando lo scontro finale con Bru-
xelles o si lasci salire l’Iva, magari in
modo selettivo. Un quadro, dun-
que, ben meno promettente di quel-
lo descritto alternativamente da Sal-
vini e da Di Maio. E che si sta sempre
più configurando come una bomba
pronta a esplodere sotto le poltrone
di questa maggioranza.Anche per-
chè il tutto può essere complicato
da un altro fattore: la mancata cre-
scita del Pil. Secondo le ulltime pre-
visioni del governo, quest’anno l’au-
mento dovrebbe essere dello 0,2%.
Una stima diventata ormai ottimisti-
ca. Compensabile da un teorico ri-
sparmio sulla spesa per interessi
sui titoli di Stato. Ma se il Pil scen-
desse sotto zero, i numeri del Teso-
ro e di Palazzo Chigi andrebbero ri-
visti. Come andrà rivista la previsio-
ne di crescita per il prossimo anno
fissata allo 0,8%. Un obiettivo su cui
tutti gli organismi internazionali
non scommettono più da tempo. La
guerra nel governo e nella maggio-
ranza è appena iniziata.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

. Lunedì, 5 agosto 2019 Politica pagina^11

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