La Repubblica - 05.08.2019

(nextflipdebug5) #1
Il vortice polare indebolito non
riesce più a difendere il regno del
freddo. La Siberia è tormentata
dai roghi. Nell’artico il termome-
tro segna picchi mediterranei. La
Groenlandia suda e perde i suoi
ghiacci, un’emorragia continua a
progressiva: il 31 luglio si è regi-
strato un picco di 10 miliardi di
tonnellate di acqua che hanno
perso lo stato solido fondendo e
andando così a innalzare il livello
del mare. Non è finita: con il trend
attuale c’è da temere che questo
record durerà poco, che verrà pre-
sto battuto da numeri ancora più
drammatici.
«E’ l’ennesima prova degli erro-
ri dei climascettici, di coloro che
negano l’evidenza di un riscalda-
mento globale», osserva Pascal
Acot, storico del clima. «La situa-
zione dell’artico parla chiaro. Lo
ha ricordato anche l’Ipcc, l’Inter-
governamental Panel on Climate
Change, la task force degli scien-
ziati delle Nazioni Unite che tiene
assieme oltre 2 mila scienziati,
nel suo ultimo rapporto, quello
sulle conseguenze di un aumento
di temperatura che superi 1,5 gra-
di rispetto all’era preindustriale.
La velocità del cambiamento cli-
matico ai Poli è due o tre volte su-
periore alla media. E la media è di
quasi un grado di crescita».
Già nel 2006 la Groenlandia
perdeva 220 miliardi di tonnellate
di ghiaccio all’anno: un’enormità
rispetto ai 90 miliardi di
tonnellate del 1996. Ora si assiste
a una nuova accelerazione
impressionante. Cosa ci
dobbiamo aspettare?
«Il tracollo dell’area artica
avrebbe conseguenze devastanti
in un pianeta popolato da 7,6 mi-
liardi di persone. Nella storia del-
la Terra è già successo, ma ora
avrebbe un effetto di cui fatichia-

mo a comprendere la misura:
cambierebbe la mappa del mon-
do che conosciamo. E purtroppo
il processo è in corso, ce ne accor-
giamo anche in Europa con l’au-
mento dei fenomeni meteo estre-
mi e con la deglaciazione, eviden-
te anche sulle Alpi. Ad esempio
un ghiacciaio che conosco bene,
la Mer de Glace vicino a Chamo-
nix, ha perso 16 metri di spessore
rispetto al 1600, un cambiamento
enorme».
La perdita dei ghiacci dell’artico
costituisce anche un enorme
rischio a causa della modifica
dell’albedo, cioè della capacità di
riflettere la luce. Il bianco respinge
verso l’alto i raggi solari, il mare è
più scuro e dunque li assorbe di
più aumentando il calore
trattenuto. Che conseguenze può
avere questo fenomeno?
«E’ uno dei tipici feedback posi-
tivi. Cioè un meccanismo che raf-
forza il riscaldamento globale. Il
rischio è che si arrivi a un punto
in cui avviene un salto, un’accele-
razione improvvisa. Una delle pos-
sibilità di cui si è parlato è il rallen-
tamento del flusso della Corrente
del Golfo, la corrente che dal Mar
dei Caraibi arriva alle coste della
Norvegia assicurando un clima
più mite a tutta l’Europa del Nord
Ovest. La massa di acqua calda du-
rante questo percorso viaggia in
superficie, via via evapora e diven-
ta più salata. Arrivata in Scandina-
via incontra un’acqua più dolce,
s’inabissa e comincia il viaggio di
ritorno. Se la massa dolce aumen-
tasse significativamente per la fu-
sione dei ghiacciai e quindi il pun-
to di incontro tra i due flussi si spo-
stasse verso l’Atlantico, questo
movimento si altererebbe con
conseguenze disastrose per i Pae-
si che lambisce».
C’è anche un secondo rischio

legato all’innalzamento dei mari.
Mentre la fusione del pack artico
non modifica il livello degli oceani,
la fusione dei ghiacciai ha
conseguenze potenzialmente
devastanti. Che succederebbe se
sparissero tuti i ghiacci della
Groenlandia?
«I mari salirebbero di 7 metri.
Per fortuna è una prospettiva lon-
tana. Ma non possiamo dire esatta-
mente quanto lontana. Soprattut-
to se i meccanismi di feedback po-
sitivo continuassero a moltiplicar-
si. Per questo è importante preve-
nire il problema».
Come?
«Si tratta di utilizzare senza in-
dugi tutte le tecnologie che pos-
siamo mettere in campo per ridur-
re le emissioni serra: da una mag-
giore efficienza nell’uso dell’ener-
gia e della materia alle fonti rinno-
vabili. Una transizione energetica
rapida è possibile, si tratta di inco-
raggiarla e promuoverla. Non tut-
ti i segnali però vanno in questa di-
rezione».
Ad esempio?
«Uno degli obiettivi principali
è rallentare la produzione di com-
bustibili fossili prima che si rag-
giunga il picco del petrolio, cioè
che si sia consumata la metà del-
le riserve disponibili. Invece il
fracking, l’estrazione di gas e
greggio da rocce frantumate su
cui gli Stati Uniti stanno puntan-
do, è una nuova tecnologia che
rappresenta un dramma ecologi-
co: aumenta le emissioni di gas
serra, oltre che l’inquinamento
locale. E anche l’agroindustria,
che rappresenta una fonte signi-
ficativa di emissioni serra, è un
problema sottovalutato. I dati
che arrivano dalla Groenlandia
rappresentano l’ultima confer-
ma: non si può più perdere tem-
po».

L’intervista


Acot “Poco tempo per agire


la Groenlandia si squaglia”


di Antonio Cianciullo

10 mld


Il ghiaccio
È la quantità di tonnellate di
ghiaccio scioltasi in un giorno
solo, il 31 luglio, e riversatasi
nell’oceano. Quasi il 60% della
calotta glaciale ha registrato
almeno 1 millimetro di
scioglimento della superficie
negli ultimi mesi

22°


La temperatura
Nella località di
Kangerlussuaq, vicino alla
costa sudoccidentale della
Groenlandia, è stata raggiunta
la temperatura record di 22°,
rispetto ai 9-10° che fino a
poco tempo fa erano la media
dei mesi più “caldi”

290 mld


Il record
Le tonnellate di ghiaccio che si
sciolsero nel 2012.

7,


I mari
Un’ipotetica liquefazione
totale eleverebbe il livello
medio del mare di 7,2 metri

La scheda


I numeri della crisi


Lo storico
del clima
Pascal Acot, 77
anni, filosofo e
storico della
scienza. Dal
1976 è
ricercatore al
Cnrs di Parigi, il
centro
nazionale di
ricerca
scientifica. Ha
insegnato
all’università di
Ginevra come
esperto di
scienze
ambientali

g


La
situazione
dell’artico è
l’ennesima
prova degli
errori dei
climascettici
che negano
l’evidenza di
un riscalda-
mento
globale: è
tempo di
muoversi

f


La soluzione
è usare tutte
le possibili
tecnologie
per ridurre
le emissioni
serra: una
transizione
energetica
rapida è
possibile ma
va promossa
e
incoraggiata

CASPAR HAARL??V/AP

L’allarme
Uno scatto del
1° agosto
documenta la
situazione dei
ghiacci della
Groenlandia, in
rapido
scioglimento

. Lunedì, 5 agosto 2019 Mondo pagina^13

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