La Repubblica - 05.08.2019

(nextflipdebug5) #1
bomporto (Modena) — «Ci ha
sempre dato dei gran grattacapi,
fin da piccolo. È arrivato a rubarmi
in negozio e persino l’oro in casa.
Per questo l’ho prima denunciato
e poi cacciato, per questo dormiva
da mia madre». A parlare di
Andrea Cavallari è Marco
Montanari, il padre che lo ha
cresciuto. L’uomo che lo ha
accolto in casa quando aveva 3
anni assieme alla madre di cui si
era innamorato e che ha poi
sposato. L’unico tra i genitori dei
ragazzi accusati della strage alla
discoteca “Lanterna Azzurra” che
non usa parole di circostanza o
assolutorie. Per lui «quelli che
fanno cose del genere, devono
pagare pene severe e certe». Un
negozio di elettrodomestici a
Piazza Roma, al centro di
Bomporto (in provincia di
Modena), una bella casa al primo
piano di una villetta a una
manciata di chilometri
dall’attività commerciale e una
vita passata a lavorare, domenica
mattina compresa. Di lui al “Blue
Roses Caffè”, il bar dove va a
prendere ogni tanto l’aperitivo,
dicono tutti un gran bene: «Quel
ragazzo lo ha sempre fatto
disperare, ma lui è davvero una
brava persona».
Partiamo dalla fine. Cosa ha
pensato quando ha saputo che
Andrea era coinvolto nella morte
dei ragazzi e della mamma di
Corinaldo?
«Cosa vuole che le dica, lo
immagini. Quel ragazzo ci ha dato
sempre dei problemi, speravamo
che col tempo mettesse la testa a
posto. Mai avremmo pensato che
arrivasse a tanto. Quando ho visto
le accuse mi è venuto un capogiro.

Guardi gliela dico così come l’ho
pensata: per certi reati
bisognerebbe istituire pene
severe, severe e certe».
Lo avete saputo dai
carabinieri?
«Sono venuti a cercarlo ma non
c’era, poi lo hanno arrestato a
Sestri Levante, dove era andato
assieme alla sua ragazza. La prima
perquisizione l’hanno fatta a casa
di mia madre, dove lui viveva
dopo che lo avevamo allontanato.
Lì hanno trovato il taser, la pistola
elettrica. Non so dove se la sia
procurata, forse l’ha comprata sul

web. Poi hanno perquisito anche
casa nostra dove hanno portato
via solo un paio di jeans che forse
indossava in occasione di qualche
furto».
Andrea è accusato di far parte
di una banda specializzata. I suoi
complici erano ragazzi che
conosceva anche lei?
«No, solo di uno ho sentito
qualche volta parlare. Quello che
si chiama Di Puorto. Francamente
non so degli altri, e non so come si
sono conosciuti tra di loro. Forse
in qualche locale o attraverso le
compagnie dei ragazzi. Andrea ha

frequentato le elementari a
Sorbara, le medie a Bomporto.
Poche settimane fa si è diplomato
in una scuola privata, alla Dante
Alighieri. Difficile che si siano
conosciuti tra banchi, anche
perché, che io sappia, nessuno
degli altri andava a scuola con
lui».
Parliamo dei suoi precedenti.
«Ne ha fatte tante, ma secondo me
non lo faceva certo per i soldi visto
che sia io che la madre non gli
facevamo mancare nulla. Non so
spiegarmi perché sia diventato
così, ha sempre avuto quello che
gli serviva. Eppure continuava a
far guai, lo avevo denunciato
persino io perché aveva preso dei
soldi nella cassa del negozio e poi
anche l’oro che c’era in casa. In
passato era stato denunciato per
altri furti, numerosi. Da
minorenne è stato in comunità a
San Patrignano dove ha fatto un
percorso che gli ha evitato le
condanne in carcere, è uscito a 18
anni».
Abiti firmati, accessori costosi,
ma non vi siete mai accorti che
forse aveva un tenore di vita
troppo alto?
«Ci raccontava che lavorava con il
computer, che sbrigava pratiche
perché era bravo con le cose della
rete. Diceva che aiutava gli utenti
che si rivolgevano a lui per
compilare la domanda del reddito
di cittadinanza e che lo pagavano
sulla “Poste pay”. Era
convincente, ci diceva sempre:
“Tranquilli, sono soldi puliti”. Per
questo anche quando lo
vedevamo con scarpe griffate e
vestiti molto costosi non ci
preoccupavamo. Oggi posso dire
che purtroppo ci ha mentito».

f


La discoteca
L’8 dicembre 2018,
migliaia di giovani
attendono alla
discoteca “Laterna Azzurra”
di Corinaldo il trapper Sfera
Ebbasta, che non arriverà. La
banda dello spray satura il
locale di gas urticante

Le vittime
I corpi cadono uno
sull’altro, nella calca
muoiono in 6, una
mamma e 5 adolescenti.
L’inchiesta rivela che il locale
era fuori da tutti gli standard
di sicurezza. Sabato l’arresto
della banda dello spray

La tragedia
Nel locale si scatena il
panico. In migliaia
cercano di scappare
dalla discoteca dall’unica
porta lasciata aperta dalla
sicurezza del locale. Sotto il
peso della folla cede la
balaustra della pedana esterna

L’intervista


Il padre “Non gli mancava nulla


ora merita una pena certa e severa”


dal nostro inviato Giuseppe Baldessarro

to: «Ehi ma come fai a comprarti le
scarpe da 500 euro?». Badr
Amouiyah, in contatto con entram-
bi i gruppi, era figlio di seconda ge-
nerazione, viveva coi genitori a San
Pietro in Elda, «siamo sgomenti»
piange la mamma. Due bande in
una, un mostro. Ragazzi perduti. De-
linquenti, ripete la gente di paese,
abituata a bravate, canne e cose co-
sì. «Ma questo no: sono morti dei ra-
gazzi, una mamma». Angelo Giovan-
nini, sindaco di Bomporto, mette le
mani avanti: famiglie trapiantate,
«ragazzi che con noi non c’entrano,
avevano ben pochi legami col terri-
torio». Un brutto risveglio nell’Emi-
lia felice costretta già da tempo a fa-
re i conti con le infiltrazioni della
‘ndrangheta e ora con la delinquen-
za seriale di ventenni senza rimorsi.
Al bar Italia di Bomporto gli anziani
scuotono la testa: «Un tempo avreb-
bero preso due ceffoni in piazza e ve-
drai come li raddrizzavi».

kUgo di Puorto
Vive a San Prospero: il padre era considerato il referente del clan dei casalesi
nella zona di Modena, latitante poi arrestato, Ugo che scrive «orgoglioso di
te papà», 20 anni a dicembre, ha due denunce per furto alle spalle

kAndrea Cavallari
Ha 20 anni e vive a Bomporto, nel
Modenese. Da quando ha 3 anni
vive con Marco Montanari, che ha
sposato sua madre. “Speravamo
che con tempo mettesse la testa a
posto”, dice adesso l’uomo,
sconvolto dopo il suo arresto

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Le tappe


Sei morti
dopo il caos

kRaffaele Mormone
Diciannove anni, di origini campane, è cugino di Di Puorto. Nel suo paese
andava in giro con una Mercedes nera ostentando anche sui social vestiti
griffati e orologi costosi

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Andrea ci ha dato


problemi sin da


piccolo. Ultimamente


è arrivato a rubarmi a


casa e in negozio: l’ho


cacciato e dormiva


da mia madre


Per giustificare i soldi


diceva di lavorare col


pc. Non lo immaginavo


capace di arrivare


a tanto, quando ho


visto le accuse ho


avuto un capogiro


. Lunedì, 5 agosto 2019 Cronaca pagina^15

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