La Repubblica - 05.08.2019

(nextflipdebug5) #1
NEW YORK — «Quel ragazzo veniva
da Allen, cittadina finita di recente
sui giornali per la grande retata di
clandestini, trecento arresti. Ha
guidato nove ore per arrivare al
confine e sparare contro la gente di
El Paso, città di cui si parla
continuamente, al centro di quella
che il presidente Trump definisce la
“crisi dei migranti”. Non c’è dubbio,
era imbevuto di retorica e odio. Ma
se pure non avesse avuto filosofie
suprematiste a ispirarlo, temo
avrebbe ucciso lo stesso». Al

telefono dalla sua casa di
Nacogdoches, Texas, a due ore dalla
città del killer di El Paso, Joe
Lansdale è amareggiato. Autore di
best seller come “La notte del drive
in” e “Sangue e limonata”, da
decenni racconta gli incubi peggiori
d’America. Ma ancora non si
rassegna al suo lato più oscuro: «Se
vogliamo dire basta, dobbiamo
cambiare il nostro approccio alle
armi».
Il suo Texas ha le leggi più
permissive d’America, la strage è
avvenuta in un Walmart dove
bastano 500 dollari per una
pistola...
«Anche io ho delle pistole. Tutti i
miei amici le hanno. Non sono
contro il possesso di armi. Purché si
tengano al sicuro. Qui invece la

gente va armata perfino in chiesa: e
al supermercato. Metà delle persone
che erano nel Walmart della strage
avevano pistole in tasca. Ma non è
servito a nulla perché il killer aveva
un’arma da guerra. Questa non è
cultura delle armi, è follia».
Perché non si riesce a mettere un
freno?
«La politica non se ne occupa per
interessi economici, repubblicani e
democratici hanno le tasche piene
dei soldi dei lobbisti della armi. La
gente, invece, è cieca e purtroppo il
Texas è un buon esempio. Molti
sono contrari a maggiori controlli».
Dietro il gesto di Patrick Crusius
ci sono i deliri fanatici di un
suprematista bianco. Perché,
secondo lei, avrebbe ucciso
ugualmente?
«Chi vuole uccidere trova sempre
delle scuse. Quel ragazzo non è il
primo a compiere una strage e non
sarà l’ultimo. Ci sono stati altri
manifesti: alcuni con solo le
istruzioni su come ammazzare.
Questa gente pensa di essere parte
di un club esclusivo, ha dentro una
rabbia tutta sua ma non vuole
sentirsi sola altrimenti
ammetterebbe di essere pazza. Poi,
non c’è dubbo, la retorica di Trump
contro gli immigrati, ha legittimato
l’odio razzista. Così El Paso, città di
confine, diventa l’epicentro
dell’odio. Un simbolo da colpire».
Le cose sono cioè cambiate da
quando Donald Trump fa proclami
di fuoco contro i clandestini?
«In Texas i latinos ci sono sempre
stati. Scopriamo ora che vengono da
noi a cercare fortuna? Quanta
ipocrisia vedo intorno a me. Dicono:
“Ci rubano il lavoro”. Ma poi sono gli
stessi che li impiegano nei loro
ranch o nelle loro case per pochi
soldi. Altri, come forse anche il
killer, detestano le seconde
generazioni, più motivati di loro a
studiare e a far avanzare le loro vite.
Da qui il disprezzo. La paura. E l’idea
della barriera. Nessun muro fermerà
i disperati. E se continueremo a
trattarli come pidocchi altra gente
penserà che è legittimo sparare su di
loro».
— An.Lo.

di Raffaella Scuderi

«Queste barriere sono i muri della
paura. È la paura che ci rende paz-
zi». Papa Francesco pronunciò
queste parole tre anni fa, a soli 18
chilometri da El Paso, in Texas, la
città dove il 21enne Patrick Casius
ha compito la sua strage in un cen-
tro commerciale. Un atto folle, giu-
stificato dal killer con il suo «odio
per gli ispanici». Il pontefice, che
era in viaggio in Messico dopo una
giornata a Cuba, fece tappa a Ciu-
dad Juárez, una delle due città
messicane (l’altra è Tijuana al con-
fine con la California) divise dagli
Stati Uniti da una rete metallica an-
ti-migranti. Con un gesto simboli-
co Francesco fece allestire una pe-
dana proprio nei pressi della bar-
riera. Era febbraio 2016, l’ultimo
giorno del suo itinerario. Arrivaro-
no in 400mila ad ascoltarlo. Dispo-
sti sui due lati, c’erano i messicani
e c’erano i migranti ispanici che
erano riusciti ad arrivare in Texas,
accalcati alla rete per vederlo pas-
sare. Lui parlò a entrambi, al di là
del Rio Grande, il fiume che sepa-
ra il Messico dagli Stati Uniti.

Tutta questa retorica


e ipocrisia sugli


immigrati latinos


ha reso ciechi i texani


e sta legittimando


l’odio razziale


©RIPRODUZIONE RISERVATA

Lo scrittore


Joe Lansdale


“El Paso è diventata


epicentro dell’odio”


Quello dei migranti
è un cammino carico
di terribili ingiustizie:
schiavizzati, sequestrati
e soggetti a estorsione

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Tre anni fa l’omelia di Francesco


“I muri e la paura ci rendono pazzi”


Quando il Papa parlò da quel confine


texano
lo scrittore
Joe Lansdale,
67 anni

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kLe lacrime A Dayton, Ohio, il dolore ricordando le vittime


Primo piano United States of Guns


Due sparatorie di massa in un


giorno. E a Dayton il killer uccide


anche la sorella e il fidanzato


dalla nostra inviata

JEFF OAKS/AP

kIl Papa sulla frontiera
A febbraio del 2016 Francesco andò a Ciudad Juárez, al confine con gli Usa

Povertà ed emarginazione
portano i giovani nella rete
del narcotraffico e della
violenza: non possiamo
lasciarli soli

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pagina. 2 Lunedì, 5 agosto 2019

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