La Repubblica - 05.08.2019

(nextflipdebug5) #1
di Silvia Bizio

Los Angeles. Cara Delevingne, in-
glese, 26 anni, discendenze nobili,
supermodella, cantante, attrice
(tra i suoi film Suicide Squad e Vale-
rian e le città dei mille pianeti), in-
fluencer e imprenditrice, non ha
dubbi sulla propria sessualità: è
gay e fiera di esserlo. Pochi giorni
fa ha sposato in gran segreto a Las
Vegas la sua compagna Ashley
Benson, attrice e modella: secon-
do le poche indiscrezioni filtrate
nelle ultime ore, ha officiato le
nozze un sosia di Elvis Presley. Tra
i pochissimi ospiti Charlize The-
ron. «Non parlo della mia vita pri-
vata - ci dice durante il nostro in-
contro a Los Angeles - cerco di te-
nere il riserbo sulla mia relazione.
È l’unica area davvero privata del-
la mia vita così tanto pubblica, e
vorrei mantenerla tale. Ma non
credo che sposare una persona
dello stesso sesso sia “diverso”. È
la nuova normalità».
L’attrice è la protagonista nella
nuova serie Amazon Carnival Row
(disponibile dal 30 agosto in ver-
sione originale, quella in italiano
arriverà il 22 novembre), un fanta-
sy ambientato in epoca vittoriana,
dove veste i panni di una sorta di
fata aliena che sembra abbraccia-
re ogni tipo di orientamento ses-
suale. «È un essere pansessuale»,
spiega, «tutte le fate in genere lo
sono: trascendono il genere, il ses-
so cioè, non lo vedono. Per loro
conta solo chi sono io, chi sei tu,
cosa c’è nel nostro cuore. Loro
amano chi amano, senza distinzio-
ne. Peccato non poter essere una
fata, mi piacerebbe sperimentare
quella condizione».
La Delevingne recita nella se-
rie accanto al suo connazionale Or-
lando Bloom. Sono due amanti
quasi impossibili: lui, Philo, è un
detective umano, lei, Vignette,
una fata esule da un altro pianeta.
In questa fantasia piena di creatu-
re mitologiche arrivate sulla Terra
da altri mondi, la crescente popo-
lazione di immigrati si sforza di
coesistere con gli umani nella zo-
na più brutta della città, The Row,
dove tutto è proibito, anche l’amo-
re. Ma nell’oscurità Philo e Vignet-
te sfidano l’intolleranza e si corteg-
giano. Intanto Philo indaga su una
serie di orribili omicidi che minac-
cia il fragile equilibrio del Row, fi-
no a svelare un mostro peggiore di
quelli dei nostri incubi.
Cara, “Carnival Row” parla in
realtà di un tema di scottante
attualità sotto la sua patina di
fantasy in costume, vero?
«Verissimo, è una metafora delle
nostre peggiori paure,
dell’insofferenza e del sospetto
verso chi fugge da violenza e fame e
chiede asilo e accoglienza. La serie
è in realtà una riflessione sulle
nostre paure, soprattutto quelle
diffuse dai leader politici. Racconta
classismo e sessismo. C’è troppa
paura nel mondo nei confronti dei
migranti, dei profughi, siamo
troppo spaventati del loro arrivo

nelle nostre privilegiate società. È
una paura creata dai governi, e
come cittadina britannica parlo a
ragion veduta. Ma purtroppo è
qualcosa che sta succedendo in
tutte le aree del pianeta. Il diverso
viene sempre visto come
pericoloso. La diversità dovrebbe
essere invece sempre celebrata. È
bellezza»
Ma c’è una dimensione sexy in

“Carnival Row”.
« Certo, perché l’elemento
sensuale, quello dell’amore e del
sesso, getta luce su tutto. Se fosse
tutto oscuro non vedremo nulla.
Ma il sesso in questa storia è bello e
sorprendente. Se oggi è così facile
odiare, deve esserlo anche amare. E
la mancanza d’amore è alla radice
di tanti problemi nel mondo».
Le piacciono le favole?
«Per i bambini le favole sono
fondamentali per la formazione
della coscienza. Nutrono
l’immaginazione e ci insegnano a
viaggiare con la fantasia in altri
mondi. Se non credi in queste
fantasie finisci per diventare un
essere arido. Non puoi volare? Lo
puoi sognare, o immaginare. Nella
serie volo molto, appesa ai fili, sono
come Tom Cruise!».
Sappiamo che Joan Collins è la
sua madrina: che influenza ha
avuto nella sua carriera?
«Non le ho mai chiesto di aiutarmi
nella mia carriera, ma certo ho
imparato tanto da lei, un’attrice

divina che veniva dalla scuola
d’arte drammatica di Londra, che
io non ho potuto frequentare
perché non ero brava abbastanza a
15 anni, come lo era lei. Ma Joan mi
ha sempre incoraggiata: mi ha
insegnato che se hai un sogno devi
inseguirlo con tutto quello che hai
dentro. E il suo senso
dell’umorismo, anche autoironico,
mi ha in qualche modo formata».
È anche coinvolta nel mondo
della moda. Un altro modo per
esprimersi?
«Non sono una grande stilista,
anche se mi occupo di moda.
Nell’industria del fashion mi
sentivo attrice, perché facevo finta
di saperne, dissimulavo bene.
Grazie alla moda ho capito che
potevo recitare, e che mi piaceva.
Non mi reputo una persona molto
alla moda, può sembrare stupido
ma è così. E me ne rendo conto più
che mai recitando al cinema o in tv,
dove davvero un capo
d’abbigliamento fa il personaggio.
Ammiro i costumisti, loro sì che
sono grandi artisti! Ed è vero che
con la moda ti esprimi, come un
personaggio si esprime anche con i
costumi di scena che indossa».
Ma lei è una grande
appassionata di decorazioni e di
accessori, vero?
«Considero gli accessori come
un’armatura, perché mi sento un
po’ fragile e esposta, e allora mi
riempio di anelli. Non che intenda
aggredire qualcuno! Ma il metallo,
l’oro, succhiano energia, invece le
pietre possiedono energia,
l’emanano. Preferisco gli accessori
ai vestiti. C’è una componente di
gioco, come fosse un elemento di
scena, che mi dà allegria».
©RIPRODUZIONE RISERVATA

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La fiction
è una
metafora
della paura
nei
confronti
di chi fugge
dalla
violenza e
chiede asilo
È un timore
creato
dai nostri
governi

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L’attrice è una fata


in esilio nella serie


“Carnival Row”


e si è appena unita


in matrimonio


con Ashley Benson


L’intervista


Cara Delevingne


“Sposarsi tra donne


è la nuova normalità”


Spettacoli


kCon la
moglie
Cara Delevingne
con Ashley
Benson, 29 anni:
si sono sposate
in segreto a Las
Vegas

pagina. 30 Lunedì, 5 agosto 2019


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