La Repubblica - 05.08.2019

(nextflipdebug5) #1
di Silvio Buzzanca

roma — Il Senato inizia oggi l’esame
del decreto Sicurezza bis che scade
il 13 agosto. La Camera lo ha già li-
cenziato e Palazzo Madama dovreb-
be fare altrettanto. O approvando il
provvedimento o dicendo sì alla fi-
ducia che dovrebbe chiedere il go-
verno; con un voto in arrivo già oggi,
al massimo domani. Un esito positi-
vo, nonostante i mal di pancia che
colpiscono alcuni senatori grillini e
sollevano dubbi sui numeri della
maggioranza. Anche questo passag-
gio parlamentare è entrato nella gio-
stra impazzita del quotidiano scon-
tro fra i giallo-verdi.
I primi quattro articoli del decre-
to sono dedicati all’immigrazione. E
a leggerne il contenuto sembra ve-
dere aleggiare sull’austera sala di Pa-
lazzo Madama lo spirito di Carola, la
comandante della Sea Watch. Il te-
sto, infatti, concede superpoteri al
ministro dell’Interno, Matteo Salvi-
ni, per impedire l’arrivo di navi con
migranti a bordo nei nostri porti. De-
ve solo concertare con Toninelli e la
Trenta e informare il premier Con-
te. E siccome può accadere che qual-
cuno si faccia beffa degli editti del
Viminale, sono in arrivo multe fino
ad un milione di euro per i coman-
danti delle navi che non rispettino
gli ordini. Poi è prevista anche la
confisca delle imbarcazioni che non
rispettino le regole e dopo un certo
periodo il passaggio allo Stato.
Questo punto lo hanno proposto i
grillini ed è la loro buona ragione
per dire sì al decreto. Per finire que-
sto capitolo c’è anche l’arresto im-
mediato e la reclusione da 3 a 10 an-
ni per chi resiste o commette violen-
za contro una nave militare.
Ma il decreto non si limita solo a
reprimere le attività delle Ong. Vuo-
le anche smascherare anche il pre-
sunto connubio fra organizzazioni
umanitarie e trafficanti. E quindi via
libera all’uso delle intercettazioni
preventive per colpire sempre il rea-

to di favoreggiamento dell’immigra-
zione clandestina e soldi alle forze
dell’ordine per agire sotto copertu-
ra con l’intento di scoprire chi favori-
sce l’arrivo degli immigrati.
Poi ci si occupa delle manifesta-
zioni pubbliche, del ritardo nelle no-
tifiche delle sentenze, dei pasti dei
poliziotti in missione, delle scuole
di polizia, dei rimpatri, due milioni
per riportare a casa i clandestini, del-
le violenze dentro e fuori degli sta-
di, con inasprimento di pene e Da-
spo. Non manca la lotta al bagarinag-
gio e, per finire, le intercettazioni e
la loro pubblicazione.
Ecco. Il Senato dovrà discutere di
tutto questo prima di andare in va-
canza. Ma prima dei saluti i senatori
dovranno anche votare. Il testo o la
fiducia. E in entrambi i casi non ser-
ve la maggioranza qualificata di 161
voti: si vince con un voto in più di
quelli che sono presenti in aula.
I senatori, grazie al recente conte-
statissimo arrivo della grillina um-
bra Emma Pavanelli, il posto spetta-
va alla Sicilia, sono nuovamente 321.
Il M5S, dopo espulsioni varie, conta
su 107 senatori. Al momento sareb-
bero in 7 pronti a dire no. O rifletto-

no: Elena Fattori, Mattia Mantero,
Virginia La Mura, Alberto Airola, Le-
lio Ciampolillo, Pietro Lorefice e
Mattia Crucioli.
Dunque, si scenderebbe a 100 vo-
ti. La Lega ha invece 58 senatori. Um-
berto Bossi, anche se vorrebbe pro-
prio esserci, non sta troppo bene. E
allora si scende a 57. Matteo Salvini
nei giorni scorsi ha perso il suo seg-
gio in Calabria: avevano sbagliato a
contare i voti e avevano tolto il po-
sto alla forzista Fulvia Caligiuri. Il

ministro dell’Interno recupera nel
Lazio e la Lega resta con 57 senatori.
Poi ci sono quelli di Fratelli D’Ita-
lia, 18, pronti a votare sì al provvedi-
mento, ma no alla fiducia. Idem i 62
di Forza Italia. Ma qui bisogna fare i
conti con la fresca scissione di Gio-
vanni Toti. Sembra che saranno 5 i
senatori che seguiranno il governa-
tore ligure.
Ma cambia poco: il voto sarà favo-
revole sul testo, astensione o abban-
dono dell’aula in caso di fiducia.

321 numero senatori 161 maggioranza assoluta 167 maggioranza teorica
di cui 107 M5S, 58 Lega, 2 Gruppo misto
Per il sì al decreto sicurezza bis Per la fiducia al governo

I numeri al Senato


57
Lega

100
M5s

55
FI

57
Lega

100
M5s

2
Misto

5
Cambiamo
18
FdI

2
Misto

Altri Altri
237
a favore

159
a favore

La conta al Senato


sul decreto anti Ong


che confisca e arresta


Sicurezza bis oggi in Aula con i dubbi dei dissidenti 5S pronti a non votare


l’eventuale fiducia. Ma la legge ha il sostegno di tutto il centrodestra


di Matteo Pucciarelli

Milano — Dopo le sue dimissioni
dallo staff di Luigi Di Maio comuni-
cate a mezzo stampa sul Fatto Quo-
tidiano, a chi lo conosce bene Max
Bugani ha detto «speriamo che Lui-
gi capisca...». Non sarà così, anche
perché la rottura è di quelle che fan-
no rumore, visti i personaggi coin-
volti. Da una parte il capo politico
del M5S che da tempo vive nel terro-
re che gli vengano fatte le scarpe,
dall’altra un uomo centrale nella
storia dello stesso Movimento, mol-
to amico di Beppe Grillo e nel
board di Rousseau. Cioè la casa ma-

dre dei 5 Stelle in mano a Davide Ca-
saleggio. E poi, defilato ma sulla
bocca di tutti, c’è Alessandro Di Bat-
tista.
Su Facebook due giorni fa Buga-
ni aveva condiviso una scena di
Ogni maledetta domenica con an-
nessa citazione, «io so che se potrò
avere un’esistenza appagante sarà
perché sono disposto ancora a bat-
termi e a morire per quel centime-
tro»; citazione poi ricordata di nuo-
vo nel corso del suo colloquio col
Fatto. Tra i primi commenti sotto,
quello di Dibba: «Sei un grande». Il
senso è che c’è un movimento nel
Movimento che ormai sta solo
aspettando il crollo definitivo della

stagione Di Maio per prendere le re-
dini di un partito che ha perso la
sua identità. «È chiaro che stanno
puntellando Di Maio – racconta off
the record un big dei 5S – ma del re-
sto lui si sta isolando, decide tutto
da solo, dopo una scoppola epica
come quella delle Europee non ha
fatto rotolare una testa. E allora co-

sì finisce per rotolare la tua...». Il
leader consumato, che non regge
la tracotanza di Matteo Salvini e
che ha visto nel giro di un anno ri-
baltarsi completamente i rapporti
di forza con l’alleato, avrebbe puni-
to Bugani, il quale aveva rilasciato
una intervista in cui diceva che il ca-
po e Di Battista «non sono alternati-
vi ma complementari». Dopo qual-
che giorno gli veniva comunicato
che il suo stipendio di vice-capose-
greteria sarebbe stato dimezzato.
Altro segnale del fastidio quasi epi-
dermico di Di Maio nei confronti di
Di Battista, che oggi da battitore li-
bero può caricare a pallettoni sen-
za troppe remore contro la Lega da

una parte, e contro le giravolte del-
lo stesso M5S dall’altra. In realtà il
colpo di grazia, per Bugani, è stato
un suo intervento in Consiglio co-
munale a Bologna, lo scorso 22 lu-
glio. Dopo il sì al passante autostra-
dale del ministro Danilo Toninelli,
una grande opera storicamente av-
versata dai 5 Stelle emiliani, Bugani
spiegò: «Abbiamo perso 4 a 0, abbia-
mo fatto di tutto ma davanti a certe
pressioni si è preferito dare l’ok. Un
errore grave, per me è un momento
doloroso di cui risponderò politica-
mente». Quindi ecco le dimissioni,
con la lista degli scontenti verso Di
Maio che si fa sempre più lunga. Bu-
gani però resta in Rousseau.

Il caso


Di Maio-Di Battista, nuovo round: Bugani lascia Chigi


I punti
Multe fino a 1 milione
per i comandanti

hI poteri al ministro
Il punto più importante del
decreto Sicurezza riguarda i
larghi poteri concessi al
ministro dell’Interno per il
contrasto all’immigrazione
clandestina: blocco e limiti alle
navi che li trasportano per
motivi di sicurezza e ordine
pubblico

hComandanti in manette
I comandanti delle navi che
violeranno gli ordini del
Viminale potranno essere
multati da 50 mila ad un milione
di euro. È inoltre prevista la
confisca dell’imbarcazione, la
sua vendita o la sua cesssione

hIntercettazioni preventive
Si potranno fare per il
favoreggiamento
dell’immigrazione.

Primo piano L’ultima spiaggia


«Se il governo non mettesse la
fiducia il provvedimento
troverebbe sicuramente i nostri
voti. Ma il governo metterà la
fiducia e noi non la votiamo»: a dirlo
ieri è stato Luca Ciriani, presidente
dei seatori di Fdi. Posizione simile a
quella di Forza Italia e dei cinque
senatori che dovrebbero seguire
Toti in Cambiamo, il nuovo
soggetto del centrodestra. In caso
di fiducia, il governo non dovrebbe
arrivare ai 161, ma risulterebbe
comunque vincente, perchè i no
resterebbero inferiori tra astensioni
e uscite dall’Aula, anche tra i 5S.

Le simulazioni


Maggioranze variabili
per la legge e la fiducia

Si è dimesso dallo staff


Paga le critiche al capo,


che gli aveva anche


dimezzato lo stipendio


Dibba: “Sei un grande”


pagina. 6 Lunedì, 5 agosto 2019


20190805_larepubblica_nzdg_006.pdf 1 04-Aug-19 21:14:


Trova questo quotidiano e tutti gli altri molto prima,ed in più riviste,libri,fumetti, audiolibri,e tanto altro,tutto gratis,su:https://marapcana.surf
Free download pdf