La Repubblica - 05.08.2019

(nextflipdebug5) #1
Qualche altro voto potrebbe arriva-
re dal Gruppo Misto, tipo l’ex grilli-
no Maurizio Buccarella.
Voteranno no il Pd, 51 senatori, i 4
di Leu, gli ex grillini Paola Nugnes.
Gregorio De Falco, Saverio De Bo-
nis,oltre a Emma Bonino e Riccardo
Nencini. E poi i 3 autonomisti della
Svp e il senatore valdostano Albert
Lanièce. Diranno no altri due del
gruppo autonomista: Gianclaudio
Bressa e Pierferdinando Casini.
Poi ci sono i 6 senatori a vita. Diffi-
cile pensare che Piano e Rubbia si
presentino al Senato il 5 agosto. E
che, se votino, Napolitano, Segre,
Monti e Cattaneo dicano sì alla fidu-
cia sul decreto sicurezza. Così la
maggioranza potrebbe arrivare a
158, forse 160 voti. Molti di più se il
governo rinuncerà alla fiducia, co-
me chiedono quelli di Forza Italia,
votando solo il decreto.
Due esiti diversi dal diverso signi-
ficato politico. In caso di discesa sot-
to la soglia dei 161 voti, le opposizio-
ni grideranno infatti alla evaporazio-
ne della maggioranza e alla crisi di
governo. Ma già a giugno la fiducia
sul decreto Crescita era passata al
Senato con soli 155 voti favorevoli e
non era successo nulla. Anche per-
chè i forzisti e quelli di Toti, più quel-
li di Fdi sono pronti a lasciare l’aula
per dare una mano al governo.

Dieci, cento, mille Papeete

Salvini lancia il beach tour e avvisa i 5S


“Con il no alla Tav governo a rischio”


Il ministro dell’Interno lascia Milano Marittima ma rilancia: ad agosto decine di tappe nelle località balneari


del Sud per prendere voti dove Di Maio è più forte. Polemiche dai militari per l’inno di Mameli in spiaggia


dal nostro inviato
Carmelo Lopapa

milano marittima — Non fa in tem-
po a chiudere in serata “Disco Inter-
no” - dopo nove giorni tra ombrello-
ne e consolle al Papeete Beach - che
Matteo Salvini parte in tour. Ed è un
giro senza precedenti, per un leader
di partito, figurarsi per un ministro
degli Interni, perché tocca una deci-
na di spiagge. Tutte al Centrosud,
tutte in località di mare, tutte ad ago-
sto nelle piazze a ridosso degli stabi-
limenti, se non proprio sulla batti-
gia. Fino al paradosso di giovedì 9,
quando il vicepremier si “esibirà” al
Twin Beach di Fossacesia Marina, vi-
cino Chieti, in Abruzzo, sfruttando
la stessa location che l’indomani uti-
lizzerà, nell’adiacente Supporter
Beach, un altro fenomeno pop ado-
rato dai più giovani: Bob Sinclair.
E’ la svolta ultrapop del comizio
show, messo a punto per i prossimi
giorni dalla “Bestia”, la macchina di
comunicazione del segretario. Un
vero e proprio minitour elettorale
perchè non c’è altro tempo da perde-
re, spiegano i suoi. Lo si è capito
chiaramente dai toni brutali usati
da Salvini ieri sera nel comizio di Co-
lico, in provincia di Lecco. Un preav-
viso di sfratto più pesante del solito
per gli alleati del M5S. «Mercoledì si

vota una loro mozione per bloccare
la Tav e questo è un problema - attac-
ca - Chiunque dirà no mette a ri-
schio il governo». Dunque sarà quel-
la la vera cartina al tornasole per la
sopravvivenza dell’esecutivo Con-
te, più del voto finale delle prossime
ore al decreto sicurezza al Senato. E’
quasi una requisitoria finale contro
Di Maio e i suoi. Il vicepremier rivela
di aver dato due nomi a Conte per il
commissario europeo e poi stronca
la riforma della giustizia, «è poca co-

sa», se la prende coi «5 stelle che
hanno una pessima componente di
sinistra al loro interno - infierisce -
Di Battista conta zero». Prima di la-
sciare Milano Marittima aveva pre-
annunciato che l’avrebbe «mandato
a cagare». Fatto. «Sono stufo dei loro
attacchi - ha ripreso dal comizio - Di
Maio, Grillo, Toninelli, Di Battista: o
tutti fanno il loro lavoro o la pazien-
za finisce». Per chiudere infine il re-
pertorio con la «buonanotte a zinga-
ri e alle loro vite da furti: l’obiettivo
è che qui non arrivi più nessuno a
rompere le palle».
È stata solo la ripartenza. Chiuso
anche il Senato, mercoledì, comin-
ceranno le “repliche”. Al mare. Si
parte dal Lazio, ad Anzio e Sabau-
dia, poi l’indomani, giovedì 8 in
Abruzzo, a Pescara e Chieti appun-
to. A seguire Termoni in Molise l’in-
domani, Puglia a Polignano a mare.
Il 10 in Basilicata a Policoro e in Cala-
bria a Tropea, oltre che Cosenza. An-
cora in Sicilia, guarda caso a Taormi-
na e Siracusa. Politica la motivazio-
ne ufficiale: andare a caccia dei voti
degli alleati-avversari dei 5 stelle nel-
le regioni in cui ancora Di Maio e i
suoi mantengono il primato. Chiusa
la finestra d’autunno, le politiche po-
trebbero comunque essere a inizio


  1. E si riparte dalle spiagge, a rin-
    correre gli elettori in bikini, boxer e
    infradito.


Fa ancora fatica a spegnersi l’eco
social (e le polemiche) sul video pub-
blicato sabato sera dal sito di Repub-
blica e che immortala il ministro
dell’Interno alla consolle del Papee-
te, con le cuffie da deejay tra ragaz-
ze-immagine in tanga e Inno nazio-
nale in versione house e centinaia di
ragazzi che danzano. «Salvini faccia
il ministro e non il giullare - attacca
Nicola Zingaretti - Porti rispetto per
l’Inno di Mameli. In tanti sono cadu-
ti per difenderlo e onorarlo». Criti-
che da ambienti militari. «L’inno va
suonato solo in certe occasioni», di-
ce il generale di brigata Francesco
Maria Ceravolo, presidente del Co-
cer Difesa.
Dopo Milano Marittima si tornerà
in spiaggia a breve. «Voi pensate di
averlo messo in difficoltà con quei
video, ma andate qui in giro a chie-
dere ai ragazzi che ballavano cosa
ne pensano di Matteo alla consolle»,
dice il neo eurodeputato e proprieta-
rio del Papeete, Massimo Casanova,
lasciato il tavolo da pranzo dell’ami-
co leader. Oggi al ministro fuori da-
gli schemi toccherà rimettere giac-
ca e cravatta e “vegliare” a Palazzo
Madama il “suo” decreto Sicurezza
bis, teoricamente in bilico per i dissi-
denti 5 stelle. Preoccupato? «Si ve-
drà, sarà una lunga giornata». Come
quella di mercoledì: chi dice no alla
Tav mette a rischio il governo.

di Giovanna Vitale

roma — Democracy dies in darkness:
la democrazia muore nell’oscurità.
La massima di Bob Woodward, leg-
gendario cronista del Watergate,
campeggia da più di due anni sotto
la testata del Washington Post. Inse-
rita per rispondere agli attacchi del
presidente Trump contro la stampa,
definita «un fottuto plotone di ese-
cuzione». Ebbene «dopo l’intollera-
bile aggressione di Salvini al repor-
ter di Repubblica Valerio Lo Mu-
zio», dice il presidente Fnsi Beppe
Giulietti, «vorrei che anche i giorna-
li italiani promuovessero un’iniziati-

va simile: mi piacerebbe che si met-
tessero d’accordo per la pubblicazio-
ne coordinata a congiunta di un
messaggio forte, magari l’articolo 21
della Costituzione. Sarebbe una for-
ma di lotta adeguata alla gravità del-
la situazione». Un appello necessa-
rio, quello di Giulietti, che oggi in-
contrerà Lo Muzio dopo il suo pas-
saggio in questura a Ravenna, dov’è
atteso per riferire sull’intimidazio-
ne ricevuta da un addetto alla sicu-
rezza del ministro dell’Interno.
Eludere le domande e insultare
chi le pone sta infatti diventando
un’abitudine per il leader della Le-
ga. Dopo gli insulti al nostro video-
maker, un trattamento analogo è

stato riservato a Giorgio Mottola di
Report, zittito con un «lei è un male-
ducato» solo per aver chiesto lumi
su Moscopoli. «La cosa preoccupan-
te», riprende Gulietti, «è che non c’è
niente di improvvisato: quello di Sal-
vini è il modello Putin. Sbaglia chi
pensa si tratti di moti d’ira o gesti di
stizza, ricalca la strategia messa a

punto da Steve Bannon per Trump
quando si candidò alla Casa Bianca.
Comune ai sovranisti in tutto il mon-
do. Se si guarda la campagna del pre-
sidente russo, lo si troverà a petto
nudo, a lanciare slogan violenti e in-
sulti. Esattamente quanto sta acca-
dendo qui da noi». Dove c’è un espo-
nente del governo che rifugge i con-
trappesi democratici, la stampa e il
Parlamento; affibbia patenti sgrade-
voli a chi osa disturbarlo e si rifugia
nei social, «traduzione digitale del
balcone di piazza Venezia», insiste
Giulietti. Perché «la Rete prevede so-
lo like e dislike. Prevede il capo e la
folla». Perciò serve «uno scatto d’or-
goglio, una risposta corale. L’aggres-

sione non può diventare la modalità
con cui la politica si rapporta ai gior-
nalisti: non è un attacco al singolo o
a un quotidiano ma all’art. 21 della
Carta. Configura una sottrazione di
diritti nei confronti del cittadino: gli
toglie il diritto alla conoscenza».
E che sia «ora di dare battaglia» lo
conferma pure il presidente dell’Or-
dine Carlo Verna, deciso a chiedere
un incontro al premier Conte «affin-
ché ci chiarisca qual è la sua idea di
libertà di stampa. È arrivato il mo-
mento di agire tutti insieme. Recu-
perare quanto fatto da Giuseppe
D’Avanzo con le 10 domande a Berlu-
sconi. E ripeterle finché non verran-
no date tutte le risposte».

3


CLAUDIA GRECO/AGF

©RIPRODUZIONE RISERVATA

1


Le domande a Matteo Salvini


Primo piano L’ultima spiaggia


kI manifesti
Le locandine della Festa della Lega
a Cervia sulla spiaggia di Milano
Marittima

Il ministro
Matteo Salvini con la
piadina romagnola alla
Festa della Lega
emiliana a Cervia, con
alcune sostenitrici

La libertà di stampa


Giulietti: “Situazione grave, serve iniziativa di tutti i giornali”


Il presidente Fnsi: “Dal


ministro aggressione


intollerabile”. Insultato


il cronista di Report


che chiede di Savoini


Perché Gianluca


Savoini, un suo


stretto collaboratore


che in passato


l’ha aiutato ad


accreditarsi presso


i russi, era a Mosca


a trattare una


tangente in nome


della Lega?


Quello di Milano


Marittima è stato


un “errore da papà”


o piuttosto l’errore


di un ministro


che ha abusato del


suo ruolo? Chi può


utilizzare così una


moto d’acqua


della polizia?


2


Perché il ministro


dell’Interno non


chiede scusa al


giornalista per le


intimidazioni subite


mentre faceva il


proprio lavoro?


Quegli agenti


appartenevano


alla sua scorta?


. Lunedì, 5 agosto 2019^ pagina^7


20190805_larepubblica_nzdg_007.pdf 1 04-Aug-19 21:14:


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