La Stampa - 05.08.2019

(Barré) #1

.


Alcuni sindaci fermano la sperimentazione: Internet ultraveloce pericoloso per la salute. E le voci critiche spaccano il M5S


Scoppia la rivolta contro il 5G

“Rischi gravi, non siamo cavie”

FILIPPO FEMIA


U

n chirurgo potrà ope-
rare un paziente di
Buenos Aires da Pari-
gi. Gli elettrodome-
stici «parleranno» tra loro. Le
auto a guida autonoma ci por-
teranno ovunque. La rivoluzio-
ne promessa dal 5G - naviga-
zione fino a 100 volte più velo-
ce rispetto a oggi - è dietro l’an-
golo. Il debutto è fissato entro
il 2020 e da più parti arrivano
allarmi sul nuovo Internet ul-
traveloce. Le preoccupazioni
riguardano i possibili rischi
per la salute dei cittadini. «Pri-
ma del via libera su larga scala,
bisognerebbe studiare i possi-
bili effetti nocivi», chiede a
gran voce il comitato Stop 5G,
che riunisce un migliaio di atti-
visti. La nuova tecnologia, de-
nunciano, ha un lato oscuro
non ancora indagato.
Il fronte dei tecnoribelli, co-
me si definiscono alcuni, si è al-
largato negli ultimi mesi. Da

Torino a Bari, oltre 50 città han-
no ospitato flashmob e conve-
gni contro la quinta generazio-
ne della telefonia mobile. Ini-
ziative - non affollatissime, per
ora - dove lo slogan principale
è «Non siamo cavie da laborato-
rio». E si moltiplicano le richie-
ste ai Comuni di una moratoria
da affiancare a valutazioni dei
rischi ambientali e sanitari. Di
recente sono arrivati i primi
successi. I sindaci di alcuni dei
120 Comuni scelti per la speri-
mentazione si sono messi di tra-
verso. Pompu, Segariu e Nora-
gugume, i tre paesini-laborato-
rio della Sardegna hanno fer-
mato il 5G. Poi è stata la volta
di Cogne (Aosta), Ricaldone e
Solonghello (Alessandria).
L’ultimo a vietare le antenne è
stato il sindaco di Scanzano Jo-
nico, in Basilicata. Anche il Co-
dacons si è unito alla rivolta e
ha annunciato «una crociata
contro la nuova tecnologia. Ab-
biamo scritto agli ottomila sin-
daci italiani chiedendo loro di
adottare provvedimenti simi-
li». L’associazione dei consu-

matori ha anche presentato un
esposto a 104 procure della Re-
pubblica per indagare sui ri-
schi per la salute.
Il guru della rivolta è Mauri-
zio Martucci, presidente del co-
mitato Stop 5G: «Di questa
nuova tecnologia si sa poco o
nulla. Qualora ci sia anche un
solo dubbio deve sempre pre-
valere il principio di precauzio-
ne per tutelare la salute dei cit-
tadini». Il tam tam sui social ha
diffuso numerose bufale sul
5G. Una semplice ricerca su
Google ne svela decine (una
su tutte: «Le radiazioni porte-
ranno all’estinzione del gene-
re umano»). I tecnoribelli, pe-
rò, presentano come prove
due studi scientifici indipen-
denti, uno dell’istituto Ramaz-
zini di Bologna e uno dello sta-
tunitense National Toxicology
Program: «Entrambi attesta-
no il nesso tra i campi elettro-
magnetici creati da 2G e 3G e il
cancro», sostiene Martucci.
Gli esperti dell’Istituto superio-
re di Sanità ribattono che quel-
le ricerche non sono applicabi-
li al 5G.
Intanto, il dibattito su Inter-
net ultraveloce sta creando im-
barazzo all’interno del M5S,
creando una spaccatura. Catal-
do Curatella, presidente della
commissione «Smart cities»
nel Consiglio comunale di To-
rino e grillino della prima ora,
ricorda le battaglie del Movi-
mento delle origini per la tute-
la della salute: «Fa parte del no-
stro Dna. Da un anno provia-
mo a parlare con i nostri depu-
tati ma ci hanno detto che sul
5G si è già deciso e non si torna
indietro». La deputata Mirella
Liuzzi, da parte sua, liquida le
polemiche: «L’implementazio-
ne del 5G è stata approvata dal-
la base su Rousseau».
Il video pubblicato da Liuzzi
(«Basta fake news: facciamo
chiarezza sul 5G») è stato at-
taccato duramente dal neo
portavoce grillino al Parlamen-
to europeo, Piernicola Pedici-
ni: «Se il M5S ha deciso di intra-
prendere la strada dell’innova-
zione senza capire che passa
per la difesa della salute, allo-
ra il Movimento non ha la ri-
sposta ai problemi del Paese».
Nei mesi scorsi le deputate Ve-
ronica Giannone e Gloria Vizzi-
ni, che avevano chiesto a gran
voce un’interrogazione sui ri-
schi del 5G, sono state espulse
dal Movimento. Il motivo uffi-
ciale? «I voti in difformità di
numerosi emendamenti con-
trari alla linea politica del Mo-
vimento». —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

ALESSANDRO POLICHETTI Il ricercatore: ma gli studi devono continuare


“Più antenne ma meno potenti

Gli allarmi sono ingiustificati”

INTERVISTA

Il Principato di Monaco, 2 chilometri quadrati e 40 mila abitanti, è di recente diventato il primo Paese europeo totalmente coperto da 5G

«A

llo stato at-
tuale, non ci
sono eviden-
ze scientifi-
che per ritenere che il 5G sia
pericoloso per la salute». Ales-
sandro Polichetti, primo ri-
cercatore del centro naziona-
le per la protezione dalle ra-
diazioni dell’Istituto superio-

re di sanità, prova a frenare
gli allarmismi. Ma, ricono-
sce, «bisogna continuare a fa-
re ricerche».
I timori sono giustificati da
un punto di vista scientifi-
co?
«No. Sappiamo come intera-
giscono i campi elettroma-
gnetici con il corpo umano.
Gli effetti nocivi noti sono
quelli relativi al riscaldamen-
to del corpo in seguito a espo-

sizioni a elevata potenza, che
con il 5G non ci sarà».
Sono state fatte indagini pre-
ventive sufficienti?
«Nessuna indagine scientifi-
ca è mai sufficiente e definiti-
va. Specie nel campo della te-
lefonia mobile. Bisognerà stu-
diare ancora il 5G dal punto
di vista della frequenza e del-
la modulazione del segnale.
Ma, ripeto, adesso l’allarmi-
smo non è giustificato. E poi

anche il 4G venne introdotto
con le stesse modalità».
Qualcuno ha paragonato il
5G all’amianto.
«Un accostamento folle e irre-
sponsabile. Che l’amianto sia
cancerogeno è accertato da
diversi anni, con riscontri in-
controvertibili».
In cosa la nuova tecnologia
è diversa rispetto a prima?
«Le nuove frequenze utilizza-
te, quelle a 30 gigahertz. Og-
gi sono impiegate per impian-
ti satellitari e i bodyscanner
degli aeroporti, vengono defi-
nite impropriamente onde
millimetriche. Si propagano
difficilmente e saranno quin-
di necessarie molte più anten-
ne rispetto a oggi».
La maggiore preoccupazio-
ne di molti.
«Ingiustificata. Le antenne sa-

ranno di più, ma meno poten-
ti delle attuali. L’esposizione
delle persone ai campi elet-
tromagnetici non aumente-
rà, se non in un primo mo-
mento in cui si sovrapporran-
no tecnologie passate e 5G».
Il comitato Stop 5G cita gli
studi dell’Istituto Ramazzi-
ni e del National Toxicology
Program che parlano di in-
sorgenza di tumori.
«Questi studi sono stati realiz-
zati per 2G e 3G su ratti espo-
sti per la vita intera a campi
elettromagnetici in tutto il cor-
po: chi usa il cellulare è invece
esposto solo nella parte prossi-
ma all’orecchio e per periodi li-
mitati. Lo stesso studio Usa,
poi, dice espressamente che il
risultato non è valido per 4G e
5G». FIL.FEM. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

MAURIZIO MARTUCCI
PRESIDENTE
COMITATO STOP 5G

ALESSANDRO POLICHETTI
RICERCATORE ISTITUTO
SUPERIORE DI SANITÀ

IL CASO

ITALIA


120
COMUNI

dove si
sperimenta
il 5G


  • LA STAMPA


EPA

Il principio
di precauzione deve
sempre prevalere
per tutelare
la salute dei cittadini

IL FUTURO DELLA TECNOLOGIA

Il documento Usa
citato da molti critici
si riferisce soltanto
ai danni ipotetici
causati da 2G e 3G

LUNEDÌ 5 AGOSTO 2019LASTAMPA 11
PRIMO PIANO
Free download pdf