La Stampa - 05.08.2019

(Barré) #1

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DEVIS MARTUCCI

ENRICO ZAPPIA

Pertusa, il calcio è un affare di famiglia

Nella formazione titolare di Prima Categoria giocheranno da questa stagione tre coppie di fratelli, i Martucci, gli Zappia e i Petrini

Sulle tribune intere generazioni, dal nonno Giuseppe ex calciatore del club, ai i genitori appassionati soltanto di motori

LE STORIE

Per un De Ligt che sbarca in ri-
va al Po, cinquanta ragazzi to-
rinesi, appena di qualche an-
no più giovani, sono pronti a
compiere il cammino inver-
so. Da Torino in Olanda in au-
tunno per una kermesse par-
ticolare ed unica nel suo ge-
nere. Si chiamano Giovani
Azzurri, hanno dai 6 ai 13 an-
ni e sono stati selezionati per
una manifestazione europea
che si svolgerà a Volendam, a
due passi da Amsterdam. «Il
progetto Giovani Azzurri –
spiega l’organizzatore Mar-
co Isnardi – è nato un paio di
anni fa in Italia da un’idea
olandese, i Jonger Oranje: si
tratta di una selezione che
viene fatta in base all’età in
un vero e proprio contest du-

rante il quale i giovani calcia-
tori sono liberi di esprimersi
nelle loro potenzialità tecni-

che senza la ricerca di alcun
risultato e dunque al di fuori
di match con uno score. I por-

tieri compiono esercizi riser-
vati al loro ruolo, i giocatori
sono impegnati in mini parti-

telle quattro contro quattro
con lo scopo di divertirsi».
Durante la giornata i ragaz-
zi, guidati dagli istruttori, so-
no osservati da una giuria tec-
nica e competente sullo stile
Xfactor e quelli che sono rite-
nuti i più bravi sono invitati
alla manifestazione in Olan-
da che mette di fronte pari
età di altre nazioni: «Ci saran-
no i nostri Giovani Azzurri, –
prosegue Isnardi – i Red De-
vils dal Belgio, i Jonger Oran-
je più alcune squadre profes-
sioniste locali. L’anno scorso
hanno partecipato il Fortuna
Sittard e il Volendam». La cu-
riosità è che in questa kermes-
se i bambini si arbitreranno
da soli: anche in Italia nei Pul-
cini vige l’autoarbitraggio
ma è comunque sempre pre-
sente un dirigente per gesti-
re ogni situazione e dirimere
eventuali controversie.
«In questo torneo invece –
aggiunge Isnardi – l’adulto fi-
schierà solo l’inizio e la fine
della partita, che sarà sette
contro sette, mentre i bambi-
ni decideranno tra loro il da

farsi nel caso di falli o di ri-
messe». Il tutto superando
gli ostacoli della lingua e cer-
cando dunque di integrare
anche culture calcistiche di-
verse: «I Giovani Azzurri si
chiamano così perché voglio-
no essere una sorta di selezio-
ne che vuole andare al di là
del risultato: alla fine tutti i
ragazzi delle varie categorie
saranno premiati nello stes-
so modo. I calciatori che an-
dranno in Olanda fanno par-
te di squadre di settore giova-
nile torinese e dunque duran-
te la stagione si sfidano da av-
versari sui campi della città.
Qui si ritrovano da compa-
gni in un contesto non agoni-
stico che non nega l’impe-
gno e la sfida ma non guarda
al risultato. Tanto che sono
nate delle belle amicizie te-
stimoniate dai genitori che
accompagneranno i figli
nell’esperienza. E anche du-
rante l’anno sono previsti al-
tri momenti di allenamenti
comuni per rinsaldare i rap-
porti». P.ACC. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Sarà un’emozione
fortissima
anche se ci rubiamo
i parastinchi
dalla borsa

Giocare con il proprio
fratello significa
sperimentare
la parola fiducia

PAOLO ACCOSSATO

S

e ci fossero gli album
delle figurine per i di-
lettanti, dopo il co-
gnome avrebbero il
loro bel numero romano.
Perché una volta i fratelli si
distinguevano così, come i
celebri Maldera Luigi, Atti-
lio e Aldo, rispettivamente I,
II e III. O ancor prima i Senti-
menti di cui pochissimi si ri-
cordano il nome di battesi-
mo ma tutti ancora oggi san-
no chi è Sentimenti IV. Per
loro invece nessuna cifra,
semplicemente Devis e Jo-
nathan, Andrea e Matteo,
Enrico e Pietro. Tutti fratel-
li, certo, ma con un qualcosa
di più calcisticamente par-
lando: tutti insieme nello
stesso team. Tre coppie che
giocheranno in Prima Cata-
goria nel Kl Pertusa: i Petri-
ni, i Martucci e gli Zappia
che dunque potrebbero co-
stituire (e in società assicura-
no che ciò accadrà spesso)
sei undicesimi dei titolari, in
pratica più di mezza squa-
dra. Senza contare che an-
che le tribune di via Genova
a due passi dal Lingotto, sa-
ranno popolate dai parenti
dei giocatori per vere e pro-
prie domeniche in famiglia.

I veterani
I Martucci sono la coppia più
anziana: Devis, 34 anni, e Jo-
nathan, 26, scenderanno in
campo insieme per la quinta
stagione dopo la promozio-
ne in coppia ottenuta con il
Candiolo qualche mese fa:
«Giocare con tuo fratello – di-
ce Devis, più di 150 gol nel cal-
cio piemontese – significa
sperimentare la parola fidu-
cia. Quando vedo che lui sta
per lanciare dalla difesa, io
parto in anticipo. In più il cal-
cio è il nostro sfogo: lui lavora

per un’azienda di trasporti an-
che dieci ore al giorno, io ripri-
stino contatori e avendo la re-
peribilità è accaduto che po-
che ore prima della partita do-
vessi fuggire per tornare po-
chi istanti prima del fischio
d’inizio. Insomma, calcistica-
mente una vita dura che di-
venta più facile se la condivi-
di con chi ami». E così anche i
genitori di Devis e Jonathan,
che non hanno mai perso un
match dei figli, alla domeni-
ca non dovranno più divider-
si su campi diversi.

I granata
Gli Zappia sono i più giovani
ma al contempo i più giallo-
verdi dentro visto che Enrico
(classe ’98) è al Pertusa da
sempre mentre il diciottenne
Pietro è tornato dopo un paio
di stagioni ma ha conosciuto
il pallone in via Genova. «Sa-
rà un bel derby con i Martuc-

ci – sorride Enrico – visto che
loro sono della Juve e noi del
Toro ma ci passeremo lo stes-
so la palla: il Pertusa prima di
tutto. In tribuna poi ci sarà no-
stro nonno Giuseppe: ha 83
anni, ci ha portato lui al Pertu-
sa e ci accompagna ancora
oggi allo stadio a vedere il To-
ro. Sarà un’emozione fortissi-
ma la prima volta con mio fra-
tello perché non abbiamo
mai giocato insieme nella
stessa squadra anche se spes-
so ci rubiamo dalla borsa scar-
pe o parastinchi».

Calciatori per caso
I Petrini, Matteo e Andrea,
sul campo da calcio non
avrebbero dovuto neppure
esserci: «I nostri genitori – di-
cono insieme – sono amanti
dei motori. Nostra mamma
Claudia ha vinto una gara di
Coppa del Mondo con i quad
e nostro papà Claudio vive
per le moto. Appena nati ci
hanno messi sui go kart, poi
hanno assecondato la nostra
passione che è il calcio e ora
vengono ogni domenica a ve-
derci anche se di pallone ca-
piscono ancora poco».
I motori sono un pezzo del-
la loro vita visto che Andrea
lavora in un’azienda di prati-
che auto e Matteo in un uffi-
cio revisioni: «L’anno scorso


  • continua Andrea - ho fatto
    pure un assist a Matteo: io
    sono terzino, lui attaccante
    e la cosa bella è che durante
    il match ci diamo consigli su
    come eludere gli avversari
    che giocano nei nostri rispet-
    tivi ruoli». «E pensare – chiu-
    de Matteo – che quando ab-
    biamo iniziato io ero difen-
    sore e lui ala. Non sai mai
    quello che il calcio ti propor-
    rà, anche giocare con altre
    due coppie di fratelli». —
    c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


1.Andrea e Matteo Petrini, entrambi lavorano nel settore delle auto. 2. Devis e Jonathan Martucci so-
no la coppia più anziana. 3. Enrico e Pietro Zappia

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In Olanda i ragazzini si arbitreranno da soli senza l’aiuto degli adulti

Un contest sullo stile di XFactor

Avversari a Torino, compagni in Olanda


Cinquanta ragazzi inseguono il calcio totale


LUNEDÌ 5 AGOSTO 2019LASTAMPA 51
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