L\'Espresso - 04.08.2019

(Tina Sui) #1

TATE ITALIANA


detto alle nostre latitudini e lo fa perché la cronaca è qui un
magistrale sintomo, di complotto, di ossessione collettiva,
l’eterno ghibellinismo contro l’imperituro guelismo, i colpe-
volisti e gli innocentisti che spaccano il Paese, fazioni oppo-
ste, oscenità glocal, piccolissimi enormi delitti che sono le
pietre miliari della storia nazionale. Se per il corpo della ra-
gazza Montesi, misteriosamente assassinato, si siorano To-
gliatti, Andreotti e il ponteice Pio XII, per il fatto di cronaca
a Vermicino c’è il Quirinale a chinarsi sopra un buco, mentre
per una quindicenne scomparsa a Roma si muovono i servizi
segreti Usa e di Oltrecortina, per Cogne c’è chi convoca me-
dium, per Yara si scomoda l’interezza del progresso scientii-
co in fatto di codice genetico. Da decenni i quadri della storia
d’Italia sono la galleria degli orrori di una cronaca che, se
possibile, è più nera del nero: è vantablack, il materiale più
scuro mai prodotto, la vernice in nanotubi di carbonio che

assorbe quasi il 100% della luce e introduce a un’esperienza
visiva sconcertante, un buio tridimensionale. Una metafora
perfetta della nazione più fosca che c’è. L’Italia è una Repub-
blica fondata sulla morte altrui.
L’estate 2019, nelle pulsioni impazzite di un sovranismo
italiano tutto immaginario e potentemente patologico, rin-
nova la sua sete di sangue coagulato e inaugura un’estrema
variazione di questa coerenza del torbido, del funesto. L’ulti-
ma declinazione della sua persistente oscenità, del suo surre-
alismo godereccio e cafone. La grande bellezza è una grande
bruttezza, una grande bruttura. Come in un ilm inacidito e
putrefatto del migliore Sorrentino, la cronaca nera e di costu-
me manifesta una verità che conosciamo da sempre: la com-
media all’italiana è una tragedia senza ine. Un inabissamen-
to nell’incomprensibile, nel grottesco, nel male naturale, che
ha nella Penisola il suo scenario più stabile e fecondo.

La nave Bruno Gregoretti
della Guardia Costiera
italiana ferma nel porto
di Augusta

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