L\'Espresso - 04.08.2019

(Tina Sui) #1

Prima Pagina Economia


Foto: V. Hartmann - Getty Images


tatori del quotidiano. «Il guaio è che in
questo caso gli strumenti di intervento so-
no pochi e neanche la politica monetaria
può risolvere la situazione, anzi aggrava
continuamente la “trappola della liquidi-
tà”, troppi soldi inutilizzati. L’unica sareb-
be una politica di bilancio pubblico, fatta
di minori tasse e più investimenti, come
quella che si chiede all’Italia: ma come l’I-
talia non può così la Germania non vuole».
Questa fase diicile fa emergere particolari
sorprendenti della realtà tedesca. «Sembra
surreale, ma in Germania, terra delle mi-
gliori università europee, è diicile trovare
ingegneri e quadri tecnici in grado di ap-
prontare i necessari programmi di investi-
mento», spiega Daniel Gros, economista
tedesco che dirige a Bruxelles il Centre for
European Policy Studies. «È come se tanti
anni di stasi abbiano compromesso la ca-
pacità progettuale del Paese». Un altro pa-


radosso riguarda il network dei subfornito-
ri industriali: «L’industria pesante tedesca,
non solo dell’auto, ha investito molto per
impiantare nei Paesi dell’Est imprese che
le fornissero componenti a prezzi vantag-
giosi. Bene, queste imprese sono diventate
così competitive non solo più come prezzi
ma anche come qualità che ora tolgono
spazio alle stesse aziende interne tedesche,
come prova la crescita enormemente mag-
giore del Pil in Paesi come l’Ungheria o la
Repubblica Ceca, immuni dall’efetto con-
tagio che invece danneggia l’area centrale
dell’euro». Ennesimo fattore penalizzante
per la Germania, secondo Gros, «è un ritro-
vato revanscismo di sinistra che si è sco-
perto l’Spd, il partito socialdemocratico».
Autolesionista è «il ripristino dell’equo ca-
none, una misura che in Germania ha più
rilievo che in Italia perché la maggioranza
dei tedeschi vive in aitto. Efetto imme-
diato è stato il blocco dell’industria immo-
biliare sulla quale invece si contava per la
ripresa». Ancora una volta, i paralleli con
l’Italia sono palesi: il governo è in afanno e
così prendono spazio iniziative di questa o
quella parte che si rivelano dei boomerang.
Le similitudini non iniscono qui: il 1° set-
tembre si vota in Sassonia e in molti preve-
dono un successo della destra di Alternati-
ve fur Deutschland. Per fortuna i tedeschi
sono talmente sensibili su questo punto
che nessuno si alleerà mai con l’Afd per sca-
lare il governo federale. Q

CI VORREBBE UNA POLITICA


DI INVESTIMENTI PUBBLICI


E TAGLIO DELLE TASSE. MA


L’OPINIONE PUBBLICA NON VUOLE


SENTIRE PARLARE DI DISAVANZO


La sede della Bayer a
Leverkusen. Il colosso
chimico ha avviato
un piano di taglio dei
dipendenti che vedrà
uscire 10mila persone
in tutto il mondo e
4500 in Germania
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